Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 11.08.1971, G.U. 243 del 25.09.1971
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Cori D.O.C.
La denominazione di origine controllata "Cori" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Rosso
- Bellone
- Nero Buono (anche nella versione riserva).
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Cori
- Cori Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Bellone
- => 20% Vitigno Malvasia del Lazio
- => 15% Vitigno Greco Bianco
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco fresco ed equilibrato, con colore giallo paglierino più o meno intenso, odore caratteristico, gradevole con note floreali e fruttate, sapore secco, equilibrato di buona struttura.
- Cori Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Nero Buono
- => 20% Vitigno Montepulciano
- => 15% Vitigni Cesanese di Affile e Cesanerse Comune, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso di buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche e tanniche polimerizzate, che conferiscono al vino carattere di pienezza di corpo e assenza di ruvidezza. Il vino presenta un colore rosso rubino con riflessi violacei, odore intenso con sentori fruttati (bacche e drupe) in equilibrio con lo speziato ed il vegetale, sapore secco, morbido con buona struttura e persistenza.
- Cori Bellone (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Bellone
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco fresco ed equilibrato, con colore giallo paglierino più o meno intenso, talvolta con riflessi verdognoli, odore caratteristico della varietà, gradevole con note floreali e fruttate, sapore equilibrato, sapido.
- Cori Nero Buono (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Nero Buono
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso di buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche e tanniche polimerizzate, che conferiscono al vino carattere di pienezza di corpo e assenza di ruvidezza. Il vino presenta un rosso rubino con riflessi violacei, odore delicato, caratteristico del vitigno, con sentori di frutta di bosco in equilibrio con lo speziato ed il vegetale, sapore secco, armonico con buona struttura e persistenza.
- Cori Nero Buono Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Nero Buono
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato di buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche e tanniche polimerizzate, che conferiscono al vino carattere di pienezza di corpo, assenza di ruvidezza e buona longevità. Il vino presenta un rosso rubino con riflessi violacei tendente al granato con l'invecchiamento, odore delicato, caratteristico del vitigno, con sentori di frutta di bosco che sfumano a favore di quelli speziati o fenolici associabili al legno, sapore secco, armonico con buona struttura e persistenza.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Cori
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Cori si estende tra la pianura nord orientale dell’Agro Pontino e le pendici nord occidentali dei monti Lepini, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Cori è localizzata in:
- provincia di Latina e comprende il territorio del comune di Cori e, in parte, il territorio del comune di Cisterna..
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Cori
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Cori prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Cori non dovrà essere superiore al 70% e al 65% per la tipologia di Vino Nero Buono; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Cori è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
- Il vino DOC Cori Nero Buono Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi.
4. Produttori di Vino DOC Cori
Con l’utilizzo della DOC Cori i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Cori
Antipasti freddi, piatti di pasta con sughi a base di pesce, fritture di pesce, arrosti di carni bianche, carni rosse alla griglia o in umido con sughi leggeri, salsicce in umido con legumi.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Cori
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antica “Volsca”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Cori”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Cori”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Cori” è attestata fin dall’epoca Volsca, in molti reperti dei georgici latini. Nel medioevo, con la caduta dell'impero romano e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura in queste terre, nonostante i danni subiti, non perde la sua continuità con il passato e mantiene sempre un ruolo importante, come testimoniano i documenti di varia natura conservati presso gli archivi monastici.
Gli Statuti di Cori, emanati per la prima volta nel 1327, regolamentavano l’ordinamento della Comunità Corese su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale. Diversi Capitoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura.
Il Catastum bonorum di Cori (1668-1696) contiene aspetti relativi al grado economico-patrimoniale dei residenti, alla distribuzione della proprietà e ai modi di conduzione dei fondi agricoli, dei boschi e dei pascoli.
La coltivazione della vite continuò ed ebbe maggiore espansione sotto lo Sato della Chiesa: il Marocco, in Monumenti dello Stato pontificio e relazione topografica di ogni paese (1835), scrive per Cori “le sue vigne sono con bell'industria agraria coltivate, esquisiti sono i suoi vini”, come il Bauco nella Storia della città di Velletri (1851) parlando di Cori afferma “la massa del popolo si impegna nella coltivazione della campagna e delle vigne”.
Il Moroni, nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica (1860), descrivendo una veduta scrive “Da questo luogo si godono belli e deliziosi punti di vista, che offre la ridente situazione, onde si scoprono non solamente gli oliveti e le vigne del suo territorio, ma anche quelli di.. Cori, ..”.
Negli Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola (1883) si riporta che le esportazioni del circondario di Velletri inerenti il vino, contemplavano quello fornito da Terracina, da Velletri, da Cori. Riporta anche che nei comuni di Cori, Norma e Sermoneta può stabilirsi che i prodotti dei terreni aperti camparili, e di quelli vestiti a vigna, nonchè degli oliveti, si dividono col proprietario al quarto restando i 3/4 al colono che sopporta qualunque spesa di coltivazione ed impianto.
Nella stessa Inchiesta sono citate le principali varietà coltivate a Cori, con sistema di coltivazione a vigna bassa, che sono l’Arciprete bianco (sinonimo locale del Bellone), il Greco giallo, il Greco nero, il Cesanese: sostanzialmente le stesse varietà che compongono la base ampelografica dell’attuale DOC Cori.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la creazione della Cantina sociale, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori, hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Cori”.
Il Vino DOC Cori ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 11 agosto 1971.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 08.02.1971, G.U. 182 del 20.07.1971
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Colli Lanuvini D.O.C.
La denominazione di Origine controllata «Colli Lanuvini» è riservata ai vini rispondenti alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
VINI BIANCHI | VINI ROSSI | |||
|
|
|
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli Lanuvini
- Colli Lanuvini Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Amabile
- =< 70% Vitigni Malvasia Bianca di Candia e Malvasia Puntinata
- => 30% Vitigni Trebbiano Toscano, Trebbiano Verde e Toscano Giallo
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco fresco ed equilibrato, con colore giallo paglierino più o meno intenso, odore intenso con note floreali e fruttate, sapore secco o amabile.
- Colli Lanuvini Bianco Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Amabile
- =< 70% Vitigni Malvasia Bianca di Candia e Malvasia Puntinata
- => 30% Vitigni Trebbiano Toscano, Trebbiano Verde e Toscano Giallo
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore fresco ed equilibrato, con colore giallo paglierino, odore intenso con note floreali e fruttate, di giusto corpo armonico, sapore secco o amabile.
- Colli Lanuvini Bianco Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut /Extra dry /Dry /Demi-sec /Doux
- =< 70% Vitigni Malvasia Bianca di Candia e Malvasia Puntinata
- => 30% Vitigni Trebbiano Toscano, Trebbiano Verde e Toscano Giallo
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Spumante Bianco fresco ed equilibrato, con colore giallo paglierino più o meno intenso, con perlage fine e persistente, odore intenso con note floreali e fruttate, sapore secco o amabile o dolce, armonico e vellutato.
- Colli Lanuvini Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Merlot
- => 35% Vitigni Montepulciano e Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso di buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche e tanniche polimerizzate, che conferiscono al vino un giusto di corpo, assenza di ruvidezza e buona longevità. Il prodotto presenta un colore rosso rubino più o meno intenso, odore intenso con sentori fiorali e fruttati (bacche e drupe) tipici delle cultivar, sapore secco armonico di giusto corpo.
- Colli Lanuvini Rosso Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Merlot
- => 35% Vitigni Montepulciano e Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore di buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche e tanniche polimerizzate, che conferiscono al vino un giusto di corpo, assenza di ruvidezza e buona longevità. Il prodotto presenta un colore rosso rubino più o meno intenso, odore intenso con sentori fiorali e fruttati (bacche e drupe) tipici delle cultivar, sapore secco armonico di giusto corpo.
- Colli Lanuvini Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Merlot
- => 35% Vitigni Montepulciano e Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato di buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche e tanniche polimerizzate, che conferiscono al vino carattere di pienezza di corpo, assenza di ruvidezza e buona longevità. Il vino presenta un colore rosso rubino più o meno intenso con riflessi granati e violacei più o meno intensi, odore intenso con sentori fruttati (bacche e drupe) e floreali (viola) che sfumano a favore di quelli speziati o fenolici associabili al legno, sapore secco armonico di giusto corpo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli Lanuvini
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli Lanuvini si estende sul versante occidentale dei Colli albani, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colli Lanuvini è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio del comune di Genzano e, in parte, il territorio del comune di Lanuvio.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli Lanuvini
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli Lanuvini prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colli Lanuvini non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Nella designazione dei Vini DOC Colli Lanuvini può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli Lanuvini è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
- Il vino DOC Colli Lanuvini Rosso Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 di affinamento in bottiglia.
4. Produttori di Vino DOC Colli Lanuvini
Con l’utilizzo della DOC Colli Lanuvini i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli Lanuvini
Zuppe di verdura, fritture di pesce, pesce azzurro e di lago gratinato o arrosto, carni bianche alle erbe, ravioli di ricotta, piatti a base di uova e asparagi, carciofi alla romana.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli Lanuvini
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antica “Lanuvium”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Colli Lanuvini”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Colli Lanuvini”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Colli Lanuvini” è attestata fin dall’epoca romana, in molti reperti dei georgici latini. Nel medioevo i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.
Con la caduta dell'impero romano e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura in queste terre, nonostante i danni subiti, non perde la sua continuità con il passato e mantiene sempre un ruolo importante; come testimoniano i numerosi atti notarili, inerenti i terreni vitati, custoditi negli archivi monastici. Gli Statuti di Genzano e di Lanuvio, emanati nel 1565 e nel 1567, regolamentavano l’ordinamento della Comunità su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale. Diversi Capitoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura.
Più recentemente lo sviluppo della viticoltura, la capacità dei vignaioli e la bontà del vino è testimoniata da numerosi autori: il Piazza, nella Gerarchia cardinalizia (1703), riporta per Genzano “..sommamente delizioso, ed ameno, al quale recano oggidì nome, e fama, i preziosi, e soavissimi vini, che quivi in gran copia si fanno; che vanno per la loro salubrità sù le mense de' Grandi, come saporiti al gusto, e salutiferi alla sanità, in stima ugualmente in commune, corne già furono i Ducini, i Falerni, li Gaurani, e li Faustiani, degli antichi.
Nel 1729, De Secondat Barone di Montsquieu, nel suo Viaggio in Italia scrive “I dintorni di Genzano sono celebri per gli eccellenti vini che vi si producono, i migliori che si bevano a Roma.” Al contrario nel 1740, il De Brosses, presidente del Parlamento di Borgogna, critica aspramente il vino che si produce a Genzano, che evidentemente non è di suo gradimento, ma afferma “eppure è molto celebrato”.
Nella guida ai viaggiatori Itinerario italiano o sia descrizione dei viaggi per le strade più frequentate delle principali città italiane del 1828, per Genzano riporta “Il clima è buono, e il vino che si raccoglie nella contigua campagna, è assai stimato”.
Il Lucidi nelle Memorie storiche dell'antichissimo municipio ora terra dell'Ariccia, e delle sue colonie Genzano, e Nemi (1796), riporta che “Sebbene il territorio di Genzano non sia molto ampio; contuttociò l'industria de' suoi cittadini è stata tale, che avendo preso in enfiteusi molti terreni nell'agro Aricino, Lanuvino, romano, e in questi ultimi tempi anche veliterno, gli hanno piantati a vigne, dalle quali ne ricavano vino squisito”.
Nell’opera citata, il Ratti parlando del vino genzanese, scrive “la delicata e saporita uva che lo produce, per la maggior parte nasce del territorio di Civita Lavinia, essendo ristrettissimo quello di Genzano ed afferma che “la rara bonta, ed eccellenza del vino di Genzano è da attribuire alla grande capacità dei vignaioli genzanesi, come il Mancini che nella monografia Il Lazio viticolo e vinicolo (1888), riporta che uno dei tre modi di coltivare la vite nei Castelli romani è “a vigna alla genzanese”.
Melchiorri nella Guida metodica di Roma e suoi contorni (1834) per Genzano scrive “La coltivazione delle vigne è la principale, e il vino che producono è rinomato per la sua bonta e gagliardia.” Come il Bauco nella Storia della città di Velletri (1851) che descrivendo il suo circondario per Genzano riporta “..il vino, che può dirsi esquisito, forma il suo principale commercio.
Il Nibby, nell’opera citata, a proposito di Genzano annota che vi si producono vini eccellenti “che potrebbero gareggiare con quelli di Spagna”. Moroni nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastico (1854) parlando di Civita Lavinia scrive “fertile è il territorio di Civita Lavinia, e squisito n’e il vino”. In Roma descritta ed illustrata dall'abbate Giuseppe Antonio Guattani (1805), l’autore descrive i paesi dei Colli albani ed i monumenti da visitare: per Genzano, pur non mancando bellissimi monumenti, scrive unicamente “Vini eccellenti”
Il Nibby, nell’opera Viaggio antiquario ne’ contorni di Roma (1837) a proposito di Civita Lavinia (l’odierna Lanuvio) scrive che la località Casal della Mandria “è coperto di vigne”, come lo è ancora oggi”. Il Palmieri. nella Topografia statistica dello stato pontificio (1857) descrivendo Genzano annota “fertilissimo è il suo territorio, e celebrato in particolare per i suoi esquisiti vini”, e per Civita lavinia “abbondante di acqua, e di generi, e più di vino, e mirasi contornata di vigne”.
Il Mengarini, nella monografia La viticoltura e l’enologia del Lazio (1888), riporta “A Civita Lavinia il Sig. A. Srutt produce da vari anni, benché su scala non molto vasta, dei tipi che sono apprezzati e smerciati in Inghilterra.
Il forte legame di Genzano con la viticoltura è evidente nella struttura della Fontana di San Sebastiano (1776), composta da una grande vasca circolare scolpita a imitazione di una scogliera e da un basamento esagonale che sorregge un'alta colonna ornata da una spirale di tralci di vite e grappoli d'uva, che e sormontata da una croce.
La storia recente è caratterizzata, da una continua crescita della denominazione che si è protratta dalla sua creazione fino quasi alla fine degli anni 2000: attualmente, a causa della chiusura della Cantina sociale SanTommaso, è caratterizzata da una situazione di stasi; si assiste comunque alla nascita di nuove aziende caratterizzate da grande professionalità che contribuiscono ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Colli Lanuvini”,
Il Vino DOC Colli Lanuvini ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 8 febbraio 1971.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 11.09.1996, G.U. 222 del 21.09.1996
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Colli Etruschi Viterbesi (o Tuscia) D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Colli Etruschi Viterbesi» o «Tuscia» è riservata ai vini che rispondono ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco (anche nelle versioni Amabile e Frizzante)
- Rosso (anche nelle versioni Amabile e Frizzante)
- Rosso Novello
- Rosato (anche nelle versioni Amabile e Frizzante)
- Procanico (anche nella versione Frizzante)
- Rossetto (anche nella versione Amabile)
- Moscatello (anche nella versione Amabile e Frizzante)
- Moscatello Passito
- Grechetto Bianco (anche nella versione Frizzante)
- Grechetto Rosso
- Sangiovese (anche nella versione Amabile e Frizzante)
- Sangiovese Rosato (anche nella versione Amabile e Frizzante)
- Violone
- Canaiolo (anche nella versione Amabile)
- Merlot
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli Etruschi Viterbesi
- Colli Etruschi Viterbesi Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca (esclusa la Malvasia di Candia), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato caratteristico e sapore secco o amabile, armonico, caratteristico .
- Colli Etruschi Viterbesi Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca (esclusa la Malvasia di Candia), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato caratteristico e sapore secco o amabile, armonico, caratteristico .
- Colli Etruschi Viterbesi Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco /Amabile
- >< 50-65% Vitigno Sangiovese
- >< 20-45% Vitigno Montepulciano
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rubino più o meno intenso, odore caratteristico, fragrante più o meno fruttato e sapore secco o amabile, pieno, armonico.
- Colli Etruschi Viterbesi Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco
- >< 50-65% Vitigno Sangiovese
- >< 20-45% Vitigno Montepulciano
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Novello dal colore rubino più o meno intenso con sfumature violacee, odore fruttato e persistente, e sapore fresco, armonico, equilibrato, rotondo e talvolta vivace per fragranza di fermentazione.
- Colli Etruschi Viterbesi Rosso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
- Versioni: Secco /Amabile
- >< 50-65% Vitigno Sangiovese
- >< 20-45% Vitigno Montepulciano
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Frizzante dal colore rubino più o meno intenso, odore caratteristico, fragrante più o meno fruttato e sapore secco o amabile, pieno, armonico.
- Colli Etruschi Viterbesi Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco /Amabile
- >< 50-65% Vitigno Sangiovese
- >< 20-45% Vitigno Montepulciano
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso talvolta con riflessi violacei, odore intenso, delicato, gradevole e sapore secco o amabile, armonico, equilibrato, talvolta fresco e vivace.
- Colli Etruschi Viterbesi Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
- Versioni: Secco /Amabile
- >< 50-65% Vitigno Sangiovese
- >< 20-45% Vitigno Montepulciano
- =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Frizzante dal colore rosa più o meno intenso talvolta con riflessi violacei, odore intenso, delicato, gradevole e sapore secco o amabile, armonico, equilibrato, talvolta fresco e vivace.
- Colli Etruschi Viterbesi Procanico (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca (esclusa la Malvasia di Candia), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino chiaro, odore caratteristico, delicato, gradevole e sapore secco, fresco, equilibrato.
- Colli Etruschi Viterbesi Procanico Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Trebbiano Toscano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca (esclusa la Malvasia di Candia), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dal colore giallo paglierino chiaro, odore caratteristico, delicato, gradevole e sapore secco, fresco, equilibrato.
- Colli Etruschi Viterbesi Grechetto (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Grechetto Bianco
- =< 15% Vitigni a bacca bianca (esclusa la Malvasia di Candia), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno intenso fino al dorato, odore leggermente vinoso, delicato, caratteristico e sapore secco, vellutato, fruttato, caratteristico, talvolta con retrogusto leggermente amarognolo.
- Colli Etruschi Viterbesi Grechetto Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Grechetto Bianco
- =< 15% Vitigni a bacca bianca (esclusa la Malvasia di Candia), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dal colore giallo paglierino piu' o meno intenso fino al dorato, odore leggermente vinoso, delicato, caratteristico e sapore secco, vellutato, fruttato, caratteristico, talvolta con retrogusto leggermente amarognolo.
- Colli Etruschi Viterbesi Rossetto (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigno Trebbiano Giallo (localmente detto Rossetto)
- =< 15% Vitigni a bacca bianca (esclusa la Malvasia di Candia), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore intenso, delicato, gradevole, finemente aromatico e sapore secco, amabile, armonico.
- Colli Etruschi Viterbesi Moscatello (Vino Bianco Moscato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Moscato Bianco (localmente detto Moscatello)
- =< 15% Vitigni a bacca bianca (esclusa la Malvasia di Candia), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Moscato dal colore giallo paglierino o giallo dorato più o meno intenso, odore caratteristico dell'uva moscato e sapore aromatico caratteristico del moscato.
- Colli Etruschi Viterbesi Moscatello Frizzante (Vino Bianco Moscato Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Moscato Bianco (localmente detto Moscatello)
- =< 15% Vitigni a bacca bianca (esclusa la Malvasia di Candia), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Moscato Frizzante dal colore giallo paglierino o giallo dorato più o meno intenso, odore caratteristico dell'uva moscato e sapore aromatico caratteristico del moscato.
- Colli Etruschi Viterbesi Moscatello Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigno Moscato Bianco (localmente detto Moscatello)
- =< 15% Vitigni a bacca bianca (esclusa la Malvasia di Candia), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 15,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore giallo oro tendente all'ambrato più o meno intenso, odore intenso, complesso con sentore muschiato caratteristico e sapore dolce, armonico, aromatico, vellutato.
- Colli Etruschi Viterbesi Sangiovese Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera (escluse le uve Ciliegiolo), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino con riflessi violacei, odore caratteristico, fine e sapore secco, armonico con buona struttura e persistenza.
- Colli Etruschi Viterbesi Sangiovese Rosso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera (escluse le uve Ciliegiolo), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Frizzante dal colore rosso rubino con riflessi violacei, odore caratteristico, fine e sapore secco, armonico con buona struttura e persistenza.
- Colli Etruschi Viterbesi Sangiovese Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera (escluse le uve Ciliegiolo), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso talvolta con riflessi violacei, odore intenso, delicato, gradevole e sapore secco o amabile, armonico, equilibrato, talvolta fresco e vivace.
- Colli Etruschi Viterbesi Sangiovese Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera (escluse le uve Ciliegiolo), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Frizzante dal colore rosa più o meno intenso talvolta con riflessi violacei, odore intenso, delicato, gradevole e sapore secco o amabile, armonico, equilibrato, talvolta fresco e vivace.
- Colli Etruschi Viterbesi Grechetto (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Grechetto Rosso (localmente detto Grechetto)
- =< 15% Vitigni a bacca nera (escluse le uve Ciliegiolo), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino piu' o meno intenso, odore caratteristico, fragrante, piu' o meno fruttato e sapore secco, sapido, armonico, persistente.
- Colli Etruschi Viterbesi Violone (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Montepulciano (localmente detto Violone)
- =< 15% Vitigni a bacca nera (escluse le uve Ciliegiolo), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso tendente al violaceo, odore caratteristico con retrogusto di marasca e sapore secco, pieno, più o meno tannico, armonico.
- Colli Etruschi Viterbesi Canaiolo (Vino Rosso)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigno Canaiolo Nero (localmente detto Canaiolo)
- =< 15% Vitigni a bacca nera (escluse le uve Ciliegiolo), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore caratteristico, aromatico, persistente e sapore secco, amabile, di corpo, piu' o meno tannico, armonico.
- Colli Etruschi Viterbesi Merlot (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera (escluse le uve Ciliegiolo), idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino con riflessi violacei, odore gradevole, leggermente erbaceo e sapore pieno, morbido, armonico, giustamente tannico, con leggero retrogusto erbaceo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli Etruschi Viterbesi
L'area geografica vocata alla produzione del Vino Colli Etruschi Viterbesi si estende tra l’Alto Lazio e la parte centro meridionale della provincia di Viterbo, situata ad ovest dei monti Cimini e a nord dei monti Sabatini, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colli Etruschi Viterbesi è localizzata in:
- provincia di Viterbo e comprende il territorio dei comuni di Viterbo, Vitorchiano, Bomarzo, Graffignano, Celleno, Civitella d’ Agliano, Bagnoregio, Castiglione in Teverina, Lubriano, Vetralla, Blera, Villa San Giovanni in Tuscia, Barbarano Romano, Vejano, Oriolo Romano, Monte Romano, Tuscania, Arlena di Castro, Tessennano, Canino, Cellere, Piansano, Ischia di Castro, Farnese, Valentano, Latera, Onano, Proceno, Acquapendente, Grotte di Castro, Gradoli, Capodimonte, Marta, Montefiascone, Bolsena, San Lorenzo Nuovo, Orte e Bassano in Teverina.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli Etruschi Viterbesi
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli Etruschi Viterbesi prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colli Etruschi Viterbesi non dovrà essere superiore al 70% e al 45% per la tipologia di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Nella designazione dei Vini DOC Colli Etruschi Viterbesi può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli Etruschi Viterbesi è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, con esclusione dei Vini Frizzanti. In etichetta deve altresì comparire l'indicazione di Secco o Amabile, in relazione delle tipologie interessate.
- Nella designazione di talune tipologie di Vini DOC Colli Etruschi Viterbesi con le menzioni dei Vitigni di cui si compongono, possono essere riportati in etichetta i sinonimi dei Vitigni localmente usati.
- Nella designazione del Vino DOC Colli Etruschi Viterbesi Canaiolo, deve essere utilizzato in etichetta il sinonimo localmente usato di Canaiolo. Per le uve provenienti dai vigneti ubicati nei comuni di Marta, Capodimonte e, limitatamente alla limitrofa località S. Savino nel comune di Tuscania, il sinonimo localmente usato è Cannaiola.
4. Produttori di Vino DOC Colli Etruschi Viterbesi
Con l’utilizzo della DOC Colli Etruschi Viterbesi i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli Etruschi Viterbesi
Piatti di pesce anche di lago, minestre, formaggi non stagionati, primi piatti conditi con sughi piuttosto strutturati, carni rosse e bianche alla griglia.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli Etruschi Viterbesi
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antica “Etruria”, dai Romani, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del «Colli Etruschi Viterbesi» o «Tuscia». Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini «Colli Etruschi Viterbesi» o «Tuscia».
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del «Colli Etruschi Viterbesi» o «Tuscia» è attestata fin dall’epoca degli Etruschi, in molti reperti dei georgici latini.
Con la caduta dell'impero romano e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura in queste terre, nonostante i danni subiti, non perde la sua continuità con il passato e mantiene sempre un ruolo importante; come testimoniano i documenti di varia natura conservati presso gli archivi monastici.
Gli Statuti di numerose città ricadenti nell’area delimitata, emanati nel secondo Medio Evo, regolavano l’ordinamento delle Comunità su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale. Diversi Capitoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura.
Nel 1346 fu costituita a Montefiascone una società “ad mercantiam vini” ove uno dei soci consegna all’altro 65 fiorini d’oro da impiegare nei commerci: alla scadenza la somma dovrà essergli restituita “cum medietate lucri et dampni” cioè facendo a metà delle perdite e dei guadagni.
La coltivazione della vite continuò ed ebbe maggiore espansione, tanto che nel 1833 il Rampoldi nella Corografia dell’Italia riporta, descrivendo la città di Civitella D’Agliano, “posta… sopra un alto colle abbondante di viti”, ed il Moroni nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica del 1860 “..il territorio è ferace d’ogni genere e abbonda assai di viti”.
Il Castellano in Lo stato pontificio ne'suoi rapporti geografici, storici, politici... (1837) riporta per Bagnorea (Bagnoregio) “L' agricoltura , singolarmente nella cos'i detta valle, è assai prosperosa: copiosi e soavi sono i vini, che si asportano alla Capitale sotto il nome di vino d’ Orvieto”. Anche il Nigrisoli nella Rivista dei più importanti prodotti naturali e manifatturieri dello Stato Pontificio (1857), parla dei prodotti naturali esistenti nella Delegazione di Viterbo e scrive: “.. La cultura delle viti è giunta ad un alto grado di sviluppo, raccogliendosi dai campi, e dalle vigne vini rossi, e bianchi vigorosi”, ed ancora “mentre tra i vini rossi sono in maggior credito quelli delle Grotte di San Lorenzo, di Gradoli ,di Castro”.
Sempre nel 1857, nella Topografia statistica dello stato pontificio il Palmieri scrive per Gradoli “Il ridetto popolo di Gradoli, ove sono molto belle le donne, è occupato con attività parte nella pesca, parte in lavorare botti, tini, cerchi, ed il più negli agrarii lavori del proprio territorio della superficie di tavole 131419, dove sono assai feraci le terre, in specie quelle dette del Piano del Lago di Gradoli, ove raccolgono in copia castagne, legumi, tutta sorta di buone frutta, e vini bianchi e rossi 14 così prelibati, che si fa di essi grande commercio nella Capitale, ed in ispecie dell'eccellente Alleatico vino”, per Latera “..vi si raccolgono buoni vini bianchi, e rossi” e per Grotte di Castro “il territorio..assai ben coltivato, feracissimo, e abbonda di squisito vino”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori, hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del «Colli Etruschi Viterbesi» o «Tuscia».
Il Vino DOC Colli Etruschi Viterbesi ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 11 settembre 1996.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 10.09.1996, G.U. 222 del 21.09.1996
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Colli della Sabina D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Colli della Sabina” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Rosso
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli della Sabina
- Colli della Sabina Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 50% Vitigno Malvasia del Lazio
- >< 5-35% Vitigni Trebbiano Toscano e Trebbiano Giallo, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco fresco ed equilibrato con colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato, caratteristico con note fruttate, sapore secco o piacevolmente amabile, delicato e armonico. Al gusto il vino presenta un’acidità normale, un amaro poco percepibile, poca astringenza, buona struttura, che contribuiscono al loro equilibrio gustativo.
- Colli della Sabina Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco /Amabile
- >< 40-70% Vitigno Sangiovese
- >< 15-40% Vitigno Montepulciano
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso di buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche e tanniche polimerizzate, che conferiscono al vino carattere di pienezza di corpo, assenza di ruvidezza e buona longevità. Il vino presenta un colore rosso rubino vivace, odore intenso con sentori fruttati e floreali, sapore secco, a volte amabile, armonico di giusto corpo. Al gusto il vino presenta un’acidità normale, un amaro poco percepibile, poca astringenza, buona struttura, che contribuiscono al loro equilibrio gustativo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli della Sabina
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli della Sabina si estende lungo il fiume Tevere fino ai Monti Sabini. in un territorio pianeggiante e collinare adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colli della Sabina è localizzata in:
- provincia di Rieti e comprende il territorio dei comuni di Cantalupo in Sabina, Castelnuovo di Farfa, Fara Sabina, Selci, Tarano e, in parte, il territorio dei comuni di Collevecchio, Forano, Magliano Sabina, Montebuono, Montopoli in Sabina, Poggio Catino, Poggio Mirteto, Stimigliano e Torri in Sabina.
- provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Marcellina, Mentana, S. Angelo Romano e, in parte, il territorio dei comuni di Guidonia-Montecelio, Montelibretti, Monterotondo, Montorio Romano, Moricone, Nerola, Palombara Sabina e S. Polo dei Cavalieri.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli della Sabina
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli della Sabina prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colli della Sabina non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Nella designazione dei Vini DOC Colli della Sabina può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli della Sabina è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Colli della Sabina
Con l’utilizzo della DOC Colli della Sabina i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli della Sabina
Piatti di pesce anche di lago, minestroni di verdure, frittate, formaggi non stagionati, primi piatti con sughi di carne e funghi, carni rosse di cacciagione alla griglia.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli della Sabina
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra “Sabina”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Colli della Sabina”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i vini “Colli della Sabina”.
Nel medioevo i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.
Anche in tempi più recenti non mancano testimonianze in merito alla viticoltura ed al commercio del vino: il Piazza nell’opera citata scrive che il territorio di Monterotondo produce “vino in gran copia” e cita “e sapori de’ vini preziosi, de’ quali in copia grande se ne conducono a Roma, per Palombara riporta “è molto abbondante di vini”, mentre il Sperandio in Sabina sagra e profana, antica e moderna (1790) afferma “La Sabina abbonda di ogni cosa all’umano uso necessaria, come di..di buoni vini,..”.
Anche il Marocco, nell’opera citata, riporta per Magliano in Sabina “abbonda .. di vino “, per Collevecchio “commercio..particolarmente in genere di vino”, per Fara “vino a sufficienza”, per Castelnuovo di Farfa “Il suo piccolo territorio produce.. vino, ..se ne fa trasporto alla Capitale, e anche a Rieti”, per Poggio Mirteto “I prodotti del territorio si hanno in vino, olio… e gli oggetti di continua, e grande esportazione sono il vino..” e per Torri in Sabina “l’abbondanza dell’olio, delle frutta e, de’ buoni vini”; ed ancora per Moricone “il territorio vasto produce ..vino”, per Montelibretti “I prodotti del territorio sono olio, vino di esquisita qualità, ..”, per Palombara sabina “le ottime grotte, che ha sotto quasi a tutte le abitazioni per conservare gli eccellenti suoi vini” e “popolazione.. la maggior parte dedita alla coltura delle vigne, che la circondano”.
Nelle Memorie, leggi ed osservazioni sulle campagne e sull'annona di Roma, (1803) Vol. 3 del Nicolai si trova “..e la Sabina abbondano di ottimi oliveti, e di viti d’uva”, come nel Saggio statistico storico del Pontificio Stato, (1829) Vol. 1 del Calindri che scrive per le campagne della Sabina “Montebuono.. sono più ubertose di grano, olio, vino, Montopoli.. specialmente danno grano, vino, Montorio.. singolarmente si ha grano, vino”.
Nel Giornale arcadico di scienze, lettere, ed arti: Vol. 52 (1852) si trova “La Sabina ha un' indole tutta propria così negli abitanti , come nel suolo: vi vedi una singolare attività , variata cultura , paesi disseminati or su punte adunche, or su coste allargate, ora in valli profonde: ma da per tutto olivo , vite , granaglie. Monte Rotondo , Poggio Mirteto e Magliano meritano particolar considerazione.
Il commercio del vino è testimoniato anche dal Palmieri, che nella Topografia statistica dello stato pontificio (1857), scrive “..la campagna, la quale è fertilissima, in piano e in colle della superficie di rubbia romane 3115, e ricca così di vigneti, che rinomato assai è anche il vino di Monterotondo, di cui si fa grande traffico colla capitale..”; nella Rivista dei più importanti prodotti naturali e manifatturieri dello Stato Pontificio (1857) il Nigrisoli nella Descrizione dei prodotti naturali della Legazione di Rieti riporta “I vini si ottengono in grande ubertosità, giacché, oltre al servire al consumo della popolazione locale, favoreggiano uno smercio non indifferente colle limitrofe”, ed ancora “nella Bassa Sabina abbonda il vino”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, dovuta alla professionalità degli operatori, all’impianto di nuovi vigneti e alla nascita di nuove aziende, che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Colli della Sabina”.
Il Vino DOC Colli della Sabina ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 10 settembre 1996.