Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 06.08.1970, G.U. 279 del 03.11.1970
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Marino D.O.C.
La denominazione d’origine controllata “Marino” è riservata ai vini rispondenti alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Marino anche nei tipi Secco, Abboccato, Amabile o Dolce
- Marino Superiore anche nei tipi Secco, Abboccato, Amabile o Dolce
- Marino Frizzante anche nei tipi Abboccato o Amabile
- Marino Spumante Secco o Amabile
- Marino Vendemmia tardiva Amabile o Dolce
- Marino Passito anche nei tipi Amabile o Dolce
- Marino Malvasia del Lazio
- Marino Trebbiano verde (Verdicchio bianco)
- Marino Greco
- Marino Bellone
- Marino Bombino
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Marino
- Marino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore vinoso delicato con sentore di fruttato e sapore secco o abboccato o amabile o dolce, armonico, vellutato, piacevolmente fruttato con eventuale retrogusto amarognolo.
- Marino Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino, odore vinoso persistente con sentore di fruttato ed eventuale sentore di legno e sapore secco o abboccato o amabile o dolce, armonico, vellutato, piacevolmente fruttato con eventuale retrogusto amarognolo.
- Marino Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dalla spuma vivace ed evanescente, colore giallo paglierino, odore gradevole delicato con sentore di fruttato e sapore frizzante, vinoso, morbido talvolta abboccato o amabile.
- Marino Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra dry /Dry /Demi-sec
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma vivace, fine e persistente, colore giallo paglierino intenso, odore gradevole delicato caratteristico e sapore sapido, vivace e armonico, odore gradevole delicato con sentore di fruttato e sapore frizzante, vinoso, morbido talvolta abboccato o amabile.
- Marino Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore giallo dorato, odore gradevole, delicato caratteristico e sapore amabile o dolce, armonioso.
- Marino Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore ambrato con riflessi dorati, odore vinoso, gradevole, delicato caratteristico e sapore amabile o dolce, talvolta vellutato, armonico.
- Marino Malvasia del Lazio (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 85% Vitigno Malvasia del Lazio
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal giallo dorato, odore vinoso, leggermente aromatico, caratteristico e sapore secco o abboccato, sapido, armonico.
- Marino Trebbiano Verde (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Trebbiano Verde (o Verdicchio Bianco)
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal giallo paglierino con riflessi verdognoli, odore intenso, aroma di mandorla amara e sapore secco, di buona acidità, di medio corpo.
- Marino Greco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 85% Vitigno Greco Bianco
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal giallo dorato, odore gradevole, profumo intenso, caratteristico e sapore secco o abboccato, vellutato, di medio corpo.
- Marino Bellone (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 85% Vitigno Bellone
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal giallo intenso, odore profumo vinoso, intenso, persistente, tipico e sapore secco o abboccato, armonico, leggermente amarognolo.
- Marino Bombino (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 85% Vitigno Bombino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal giallo paglierino, odore delicato, di buona persistenza, tipico e sapore secco o abboccato, vellutato, armonico.
- Marino Classico (Vino Bianco Classico)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico dal colore giallo paglierino, odore vinoso delicato con sentore di fruttato e sapore secco o abboccato o amabile o dolce, armonico, vellutato, piacevolmente fruttato con eventuale retrogusto amarognolo.
- Marino Classico Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino, odore vinoso persistente con sentore di fruttato ed eventuale sentore di legno, sapore secco o abboccato o amabile o dolce, armonico, vellutato, piacevolmente fruttato con eventuale retrogusto amarognolo.
- Marino Classico Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore giallo dorato, odore ampio, fine caratteristico e sapore amabile o dolce, pieno armonico.
- Marino Classico Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 50% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- =>15% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore dorato con riflessi dorati, odore vinoso, gradevole, ampio, caratteristico e sapore amabile e talvolta dolce, vellutato armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Marino
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Marino si estende sulle colline situate tra il versante nord-occidentale dei Colli albani e la parte meridionale dell’Agro romano posta alle pendici del Vulcano laziale, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Marino è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Marino, Ciampino e, in parte, il territorio dei comuni di Roma e Castelgandolfo.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Marino
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Marino prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Marino non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC, ma potrà essere riclassificata nella denominazione IGT Lazio. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Inoltre, la resa massima dell’uva, in vino DOC Marino non dovrà essere superiore: a) al 50% per le tipologie di Vino Marino Vendemmia Tardiva e Marino Classico Vendemmia Tardiva; b) al 45% per le tipologie Marino Passito e Marino Classito Passito.
- Le uve destinate alla produzione dei Vini DOC Marino Vendemmia Tardiva e Marino Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale.
- Dopo il processo di appassimento e di vinificazione delle uve appassite, i vini DOC Marino Passito e Classico Passito, devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 8 mesi, di cui almeno 6 in botte.
- Nella designazione dei Vini DOC Marino può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Marino è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad esclusione delle tipologie Frizzante e Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Marino
Con l’utilizzo della DOC Marino i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Marino
Antipasti di crostacei, spaghetti alla chitarra con rigaglie di pollo, salumi dolci, cacioricotta e pesci molto saporiti al forno.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Marino
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antico “Ferentum”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Marino”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Marino”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Marino” è attestata fin dall’epoca romana, in molti opere dei georgici latini. Nel medioevo i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.
Nel 1237 la feudataria Giacoma de Settesoli, vedova di Graziano Frangipane, concesse alla Comnunità marinese i suoi primi statuti che contenevano capitoli che regolamentavano la viticoltura. La bontà del vino è attestata già dal ‘600 come nel Trattato della natura del vino, e del ber caldo, e freddo (1608) del Van Meyden che scrive “E benché tutte quest’uve siano comuni al territorio di Roma, e’l suo distretto, sono però più perfette, e migliori in un luogo, chi in un altro, onde li Vini di Albano, di Frascati, di Marini, di Castel Gandolfo, &c. sono eccellentissimi”.
Anche il Tassoni nel 1627 nell’opera “De’ pensieri diversi” , discorrendo sul declino dei vini di Napoli presso i Romani riporta: “..e trouano di preferire i vini loro più sani allo stomaco, e più grati al gusto di quelli di Napoli, massimamente gli Albani, i Gianziani, quei di Marino, di Caprarola, di Graduli”. Nel 1703 il Piazza nell’opera La Gerarchia cardinalizia cita Marino per “la copia, e preziosità de’ vini”.
Nel 1837 il Castellano (Lo stato pontificio ne'suoi rapporti geografici, storici, politici...) descrive il territorio di Marino riportando “La fertilità di esso è stata sempre rinomata, ed oltre il vino , che non cede , in qualità a quello de' dintorni, le altre vegetali produzioni tutte vi prosperano”, come il Dalbono in Roma antica e moderna: memorie e frammenti (1864) “fertile ha il terreno: piacevoli e grati i vini”.
Nell’opera Monumenti dello Stato pontificio e relazione topografica di ogni paese (1835) il Marocco scrive per Marino “Produce vino in abbondanza, e di ottimo gusto , che supera certamente nel rosso i luoghi circonvicini, cedendo però nel bianco ai soli vini di Genzano, e di Civita Lavinia”.
Nella Difesa del popolo romano sull'abbandono della campagna (1848) il De'. Giovanni riporta La vite è pressochè indigena in tutte le provincie , e vi si fanno distinguere i vini di Orvieto , di Montefiascone, di Romagna , di Marino, ..”.
La continuità nel tempo della viticoltura marinese emerge dalla Collezione di carte pubbliche: proclami editti, ragionamenti ed .. Volume 3 della Repubblica Romana (1798-1799) in cui si riporta la confisca al clero della Vigna alla Castagnola, a Costarotonda, a Valle de Paolis, a Campo Vecchio, a Colli S. Paolo, a Colle Picchione che ancora oggi sono coltivate a vigneto.
Nella pubblicazione Roma, dati statistici (1861) di Cesare Mazzoni si parla del commercio di esportazione e d' importazione della città di Roma e si afferma “Il vino viene fornito da Velletri, Genzano, Marino, ..”; in Agricoltura e quistioni economiche: che la riguardano, (1860) Volume 2 il Passy scrive “io non finirò questo colpo d'occhio vinicolo senza ricordare gl'importanti saggi che M. De Custines ha tentati in Ciampigno (l’odierna Ciampino) presso Frascati. Egli fa colà un vino, che trasporta in Francia, e che riesce abbastanza”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori, hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Marino”.
Il Vino DOC Marino ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 6 agosto 1970.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 26.06.1992, G.U. 160 del 09.07.1992
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Genazzano D.O.C.
La denominazione di origine controllata "Genazzano" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Rosso
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Genazzano
- Genazzano Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Malvasia Bianca di Candia
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco fresco ed equilibrato, con colore giallo paglierino più o meno intenso con riflessi verdognoli, odore intenso con note fruttate, sapore secco vivace, armonico.
- Genazzano Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Ciliegiolo
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso di buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche e tanniche polimerizzate, che conferiscono al vino carattere di pienezza di corpo e assenza di ruvidezza. Il prodotto presenta un colore rosso rubino brillante, vivace, di media intensità, odore intenso con sentori fruttati (bacche e drupe) che evolvono nello speziato e vegetale, sapore secco vivace, fresco, armonico di giusto corpo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Genazzano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Genazzano si estende sulle pendici dei Monti Simbruini, nell’alta valle del Sacco, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Genazzano è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Genazzano, Olevano Romano, San Vito Romano e Cave.
- provincia di Frosinone e comprende il territorio del comune di Paliano.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Genazzano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Genazzano prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Genazzano Rosso non dovrà essere superiore al 65% e al 70% per la tipologia Bianco; oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Genazzano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Genazzano
Con l’utilizzo della DOC Genazzano i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Genazzano
Antipasti e piatti a base pesce, carni bianche e rosse alla griglia.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Genazzano
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra del “Castro Olibana”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Genazzano”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Genazzano”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona di “Genazzano” è attestata fin dall’epoca romana, in molte opere dei georgici latini. Nel medioevo: i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura. Gli Statuti del Castro Olibana, emanati 15 gennaio 1364, regolavano l’ordinamento della Comunità olevanese su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale.
Diversi Capitoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura. La conoscenza di buone pratiche enologiche è testimoniata anche dal Petrini che Nelle Memorie prenestine sotto forma di annali (1795), riporta parlando di vini “Anno di Cristo 1594 Andrea Bacci poi, ed Alessandro Petroni, che vivevano nell' anno corrente, trattando questo argomento dicono, che quantunque per lo passato si cuocessero nella nostra Città comunemente i vini almeno fino alla despumazione ; un tale uso, che ora è affatto bandito, erasi di già a loro tempo intermesso; e colla insinuazione dei Principi Colonnesi si era introdotto il costume de' vini crudi bianchi, e rossi, quali riuscivano perfettissimi con farli bollire da sé stessi nelle botti, ripurgandoli per mezzo di una fermentazione non completa, ma, come la chiamano i Chimici, soffocata”.
Il Piazza, nell’opera La Gerarchia cardinalizia (1703), scrive per Cave “fa corona il territorio.. fertile e copioso, massimamente di vino, di cui se ne conduce quantità grande in Roma”, per Genazzano “gode.. l’abbondanza dei vini”, per San Vito “fertile di frutti, ma più, di preziosi vini”, per Olevano “l’isquisitezza de’ vini” e per Palliano (Pagliano) “il territorio fertile di grano, vino e frutti”, come il Calindri nel Saggio statistico storico del pontificio stato, (1829) Vol. 1 che riporta “Genazzano .. li cui massimi prodotto sono grano, e vino”.
Nei Ricordi storici e pittorici d'Italia. (1865) Ferdinand Adolf Gregorovius scrive per Genazzano “si succedono di continuo oliveti, boschi folti, malinconici, di castagni, campi di formento, e di granturco, orti coltivati a legumi, e dovunque poi vigneti, che stendono i loro pampini dall'una all'altra pianta di olmi tenuti bassi”, e “vi si scorgevano il moscatello dorato che risplende ai raggi del sole; l'uva nera, quella bianca chiara, che somministra il così detto buon vino; quella azzurra oscura che produce il vino di colore sanguigno cupo”. Descrive anche la tecnica di coltivazione “La quantità di vigneti quivi è propriamente straordinaria. Ne sono ricoperte tutte le amene colline dei dintorni. Si stendono le viti in lunghe file nelle valli, o appoggiate a pali, o sostenute da quelle forti canne che nascono in Italia nei siti umidi, ovvero sospese a piccole piante di olme.
Gli amici di Virgilio sanno che già ai tempi dei Romani solevansi in queste regioni coltivare le viti nei due modi testè accennati. È un vero piacere il leggere in queste campagne le Georgiche, stupendo capo d' opera della poesia latina, non già per le forme della composizione, la quale in generale è mediocre, ma per la purezza, la precisione propriamente inimitabile della lingua. Lessi e rilessi ripetutamente quei canti nelle vigne di Genazzano, ed ho potuto persuadermi che le osservazioni, le regole, i precetti in esso dettati, sono pienamente osservati oggidì tuttora, in guisa che si direbbe descrivano i metodi di coltivazione attualmente in uso nella campagna di Roma.
Riporta anche fatti di cronaca legati alla viticoltura “Il primo anno di produzione dopo la crittogama (oidio) durante il mio soggiorno in Genazzano, furono uccise nei dintorni cinque persone, per il solo motivo di essersi queste permesse di rubare pochi grappoli d' uva”.
Infine per Pagliano scrive “piccola città di un tre mille e settecento abitanti, giace alla distanza di circa sei miglia da Genazzano, sur una collina ombreggiata da boschi e coltivata da vigneti, la quale sorge isolata nella pianura”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende che uniti alla professionalità degli operatori hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Genazzano”.
Il Vino DOC Genazzano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 26 giugno 1992.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 03.03.1966, G.U. 119 del 16.05.1966
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Frascati D.O.C.
La denominazione di origine controllata "Frascati" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Frascati
- Frascati Spumante
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Frascati
- Frascati (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigni Malvasia Bianca di Candia e Malvasia del Lazio (o Malvasia Puntinata), da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni Bellone, Bombino Bianco, Greco Bianco, Trebbiano Toscano e Trebbiano Giallo, da soli o congiuntamente. Inoltre, per metà della quota, possono essere impiegate anche ad altre Uve a bacca bianca prodotte da altri Vitigni coltivati nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco fresco ed equilibrato con colore dal giallo paglierino più o meno intenso, odore intenso, con profumo caratteristico e delicato con note floreali, sapore secco, o amabile o abboccato, sapido, morbido.
- Frascati Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut /Extra dry
- => 70% Vitigni Malvasia Bianca di Candia e Malvasia del Lazio (o Malvasia Puntinata), da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni Bellone, Bombino Bianco, Greco Bianco, Trebbiano Toscano e Trebbiano Giallo, da soli o congiuntamente. Inoltre, per metà della quota, possono essere impiegate anche ad altre Uve a bacca bianca prodotte da altri Vitigni coltivati nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco Spumante fresco ed equilibrato con colore dal giallo paglierino chiaro, spuma fine e persistente, odore fine e caratteristico, sapore armonico, da brut a extradry.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Frascati
L'area geografica vocata alla produzione del Vino Frascati si estende sulle pendici del versante settentrionale dei Colli albani, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Frascati è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, ed in parte quelli di Roma e Montecompatri.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Frascati
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Frascati non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Frascati è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad escluzione della tipologia Spumante.
- Il vino DOC Frascati deve riportare in etichetta la dicitura "Amabile" o "Abboccato".
4. Produttori di Vino DOC Frascati
Con l’utilizzo della DOC Frascati i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
CANTINE
5. Abbinamenti gastronomici del Vino DOC Frascati
Antipasti freddi e caldi, piatti di pasta con sughi a base di pesce, carciofi alla romana e alla giudia, frittate contadine, fritture di pesce azzurro.
RICETTE
PIETANZA VINO CERTIFICATO PRODUTTORE Fettuccine con le lumache » Frascati » CQ 0012-07 » Principe Pallavicini » Tomini al forno con peperoni » Le Rubbie » CQ 0113-07 » Casale Vallechiesa »
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Frascati
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra del “Tusculum”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Frascati”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Frascati”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Frascati” è attestata fin dall’epoca romana, in molti reperti dei georgici latini. Nel medioevo i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.
Con la caduta dell'impero romano e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura in queste terre, nonostante i danni subiti, non perde la sua continuità con il passato e mantiene sempre un ruolo importante; come testimoniano i numerosi atti notarili, inerenti i terreni vitati, custoditi negli archivi monastici. Gli Statuti della Città di Frascati, emanati nel 1515, regolavano l’ordinamento della Comunità di Frascati su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale.
Diversi Articoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura. Un anonimo cronista al seguito del cardinale Scipione Borghese, raffinato buongustaio, così parla del Frascati, già noto nella prima metà del '600: “della bontà del sito non mi è necessario dirlo, perché la virtù et la varietà et la opportunità del terreno si mostra pur anco hoggidì, quando le sue vigne producono frutti et liquori di tale squisitezza, che io non intendo in quale parte si trovino migliori”.
Successivamente, in merito alla poca durata dei vini di Toscana, il Tergioni Tozzetti, in Riflessioni sopra la poca durata dei moderni Vini di Toscana (1791) porta come esempio tra gli altri, il Frascati, come vino da imitare in quelle terre “.. che il Tiburtino, cioè di Frascati, era nel suo fiore in capo a 10 anni, e quanto più invecchiava, tanto più migliorava” e citando Bacci riporta che all’epoca (1595) i vini di “Grotta Ferrata” bastavano fino a quattro anni.
Il Marocco, in Monumenti dello Stato pontificio e relazione topografica di ogni paese (1835), riporta per Monte Porzio Catone “Gli abitanti sono pieni di convenienza , si applicano ai lavori della campagna, e la maggiore utilità l'hanno sul commercio dèl vino”, per Grottaferrata “i vini sono eccellenti” e per Frascati “Il territorio e feracissimo.. produce eccellenti vini”.
Il Coppi, nel Discorso agrario del 1865, letto nell’Accademia tiberina il dì 15 gennaio 1866, riporta che Fabio Cavalletti nel suo podere di Grottaferrata (tuttora esistente) adottò un nuovo sistema di coltivare la vite e che il vino è di qualità eccellente.
Il Dalmasso, autore di uno dei primi trattati sui vini d'Italia, nella sua “Storia della vite e del vino in Italia” (1931-37), ricorda come il medico di Sisto V, Andrea Bacci, avesse definito Frascati “luogo di delizie, generoso di uve e di vari frutti", mettendo in evidenza che “quegli industri coltivatori avevano propagato nelle loro vigne le viti più elette d'Italia” dalle quali si ottenevano vini che venivano forniti “ai conviti principeschi, nonché alle mense borghesi di Roma”.
Interessante e pittoresca è la cronaca di una gita effettuata Grottaferrata in occasione della fiera nell’anno 1869 e riportata nel Buonarroti scritti sopra le arti e le lettere da Enrico Narducci: oltre ad una accorta e gustosa descrizione degli abitanti e delle loro abitudini riporta in merito al vino “..bottiglie freschissime di vino color oro, di quello che scende benefico all’ugola, apportatore di vita” e testimonia inoltre dell’esistenza di una società enologica che commerciava in vini “..sappiamo che in Frascati è costituita una società enologica, composta dai Signori Ambrogini e Santovetti e presieduta dall’onorevole dottor Gualandi. I vini che questa da al commercio sebbene finora in piccola scala, dicono chiaro bensì, che mai potrebbesi riprometter con essi”.
Il 23 Maggio 1949 nasce il Consorzio, su iniziativa di 18 produttori, con la Denominazione di "Consorzio del Frascati". L’intento era quello di tutelare, valorizzare e propagandare il vino “Frascati” autentico, ottenuto dalle uve delle vigne tuscolane. Infatti già all’epoca il nome Frascati era conosciuto in tutto il mondo e garantiva quindi ottime possibilità di vendita; per cui non era più accettabile si vendesse falso vino di Frascati.
È sempre esistito un legame tra il Frascati e la letteratura ed infatti numerosi poeti hanno dedicato a questo nobile ed illustre vino i loro versi in italiano, in dialetto romanesco e in dialetto frascatano. Il poeta romanesco Trilussa in un sonetto del 1912 intitolato ‘Er battesimo civile’ scrive: “Pe’ nun faje er battesimo davero, / ho battezzato la pupetta mia / co’r vino de Frascati all’osteria / davanti a ‘no stennardo rosso e nero” e più avanti “..doppo du’ o tre bevute, er comparetto, / a cavallo a ‘na botte de Frascati, / ce fece un… verso, e recitò un sonetto”.
Ai giorni nostri così scrive Alberto Bevilacqua, a dispetto del proprio cognome: “T’accenderà questo vino frascatano / il nero immemore degli occhi, / sarà amore sotto la tua nuda pelle dorata / ti donerà ricreata / nel cuore d’altri anni la tua età...”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori, hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Frascati”.
Il Vino DOC Frascati ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 3 marzo 1966.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 03.03.1966, G.U. 111 del 07.05.1966
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Est! Est!! Est!!! di Montefiascone D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Est! Est!! Est!!! di Montefiascone» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Est! Est!! Est!!! di Montefiascone
- Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Classico
- Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Spumante
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone
- Est! Est!! Est!!! di Montefiascone (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
- >< 50-65% Vitigno Trebbiano Toscano (localmente detto Procanico)
- >< 25-40% Vitigno Trebbiano Giallo (localmente detto Rossetto)
- >< 10-20% Vitigni Malvasia Bianca Lunga e Malvasia del Lazio, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco fresco ed equilibrato, con colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fine, caratteristico, leggermente aromatico, sapore secco o abboccato o amabile, sapido, armonico, persistente con leggera vena amarognola.
- Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Classico (Vino Bianco Classico)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
- >< 50-65% Vitigno Trebbiano Toscano (localmente detto Procanico)
- >< 25-40% Vitigno Trebbiano Giallo (localmente detto Rossetto)
- >< 10-20% Vitigni Malvasia Bianca Lunga e Malvasia del Lazio, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco fresco ed equilibrato, con colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fine, caratteristico, leggermente aromatico, sapore secco o abboccato o amabile, sapido, armonico, persistente con leggera vena amarognola.
- Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut
- >< 50-65% Vitigno Trebbiano Toscano (localmente detto Procanico)
- >< 25-40% Vitigno Trebbiano Giallo (localmente detto Rossetto)
- >< 10-20% Vitigni Malvasia Bianca Lunga e Malvasia del Lazio, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Spumante Bianco fresco ed equilibrato, con colore giallo paglierino tenue, perlage fine e persistente, odore gradevole con caratteristiche di fruttato delicato, sapore secco, fruttato e lievemente aromatico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone si estende sulle pendici del distretto vulcanico Vulsino, nella parte settentrionale del Lazio, in un territorio di media e alta collina adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione è localizzata in provincia di Viterbo e per le denominazioni:
- DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, comprende il territorio dei comuni di Montefiascone, Bolsena, San Lorenzo Nuovo, Grotte di Castro, Gradoli, Capodimonte e Marta.
- DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Classico, comprende il territorio dei comuni di Montefiascone e Bolsena.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Nella designazione dei Vini DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve solo se trattasi di recipienti di vetro con tappatura raso bocca.
- Essendo accomunati, in parte, nella stessa zona di produzione, i Vini DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone possono essere riclassificati nella DOC Colli Etruschi Viterbesi.
- La qualificazione "Classico" è consentita solo per i vini a denominazione di origine controllata Est!Est!!Est!!! di Montefiascone, ad esclusione della tipologia Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone
Con l’utilizzo della DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone
Antipasti freddi, piatti di pasta con sughi a base di pesce, fritture di pesce minuto, anguilla alla cacciatora, pesci di lago in umido e arrosto.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra del “Mons Flasconis”, dagli Etruschi, all’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche dell’ “Est! Est!! Est!!! di Montefiascone”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Est! Est!! Est!!! di Montefiascone”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona di “Montefiascone” è attestata fin dall’epoca degli Etruschi, in molte opere dei georgici latini. Nel medioevo i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.
Con la caduta dell'impero romano e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura in queste terre, nonostante i danni subiti, non perde la sua continuità con il passato e mantiene sempre un ruolo importante; come testimoniano i numerosi atti notarili, inerenti i terreni vitati, custoditi negli archivi monastici.
Quasi a dimostrazione dell'ancestrale connessione con la “sacra” bevanda, il primo riferimento alla città di Montefiascone come mons Flasconis risale all'850, ad un privilegio di papa Leone IV, ove si trova specificato, vallem episcopii, montem Flasconis. Nel toponimo, vi è, senza dubbio, il riferimento alla posizione della città, arroccata su un colle, e alla produzione di vino (flascone inteso come contenitore di vino).
Il termine flasco nell’accezione di recipiente per il vino risulta già usato nel V sec. da Ennodio, si ritrova in Gregorio di Tours nel VI secolo ed in Gregorio Magno nel VII.
Nel XIII secolo: inoltre, fra' Salimbene specifica come il flasco sia un vasculum, quod illi de Tuscia flasconem dicunt, Lombardi vero botacium, lasciando intendere che proprio nel territorio della Tuscia, di cui è parte integrante Montefiascone, la parola inizia la sua affermazione come contenitore da vino o barilotto.
Anche lo stemma della città, assunto verso la metà del XII secolo, riprende questo tema: d'argento al monte all'italiana di sei cime di verde, sostenente un barilotto di rosso con l'esplicita intenzione di rappresentare in forma di figura parlante il nome del paese; sovrapponendo un flasco, in forma di barilotto, al simbolo araldico del monte. Il celebre vino Est Est Est lega il suo nome ad una leggenda, un misto di realtà e fantasia, che ha affascinato i viaggiatori di ogni tempo attratti dai "mirabilia".
Si racconta che nel 1111 un personaggio di rango (per alcuni un vescovo o un prelato, per altri un nobile), chiamato dai più Johannes Defuk, giunto in Italia al seguito dell'Imperatore Enrico V, conservando una grande predilezione per il buon vino e sapendo di trovarne di ottima qualità in Italia, abbia invitato il suo servitore Martino a precederlo lungo il tragitto alla ricerca del vino migliore e gli abbia chiesto di segnare il posto in cui degustava il più buono con il contrassegno Est. Defuk scendeva da cavallo e gustava il vino ogni volta che si imbatteva in questo segno. Giunto a Montefiascone incontra la porta di un'osteria non con uno, non con due ma con tre Est come segno di eccellenza.
Vinto dall'amore per l'ottimo vino che beve per due giorni, decide di abbandonare il corteo imperiale diretto a Roma e di trasferirsi a Montefiascone. Continua a bere quel vino delizioso fino alla morte avvenuta nel 1113, ma, prima di morire, lascia un testamento in cui dice di voler essere seppellito nella Chiesa di San Flaviano, dov'è ancora oggi, e su questa chiede che venga versato vino in abbondanza in occasione di ogni anniversario della sua morte.
A testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura a Montefiascone, negli Statuti Veteri (1471) si elencano le operazioni che i lavoratori delle vigne locate nella città di Montefiascone sono tenuti a fare, e negli Statuti Novi (1584) si indicano anche i tempi di ogni operazione. Con precisione si indica anche il termine entro cui devono essere compiute tutte queste operazioni, cioè prima della festa di Santa Maria, nel mese di agosto. Sono previste, inoltre, delle pene per coloro i quali non abbiano terminato i lavori nel tempo indicato: perdano la metà di tutta la vendemmia o rifondano al padrone della vigna il danno patito.
In Descrittione di tutta l'Italia et isole pertinenti ad essa (1550), Leandro Alberti riporta “dal lago di Bolsena si traggono buoni pesci, & de’ luoghi contorni buoni vini.” e ancora “Ha Monte Fiascone molto ameno & bello territorio, chè di fruttiferi colli ornato; dai quali traggono i famosi e buoni vini moscatelli..”ed ancora “che Montefiascone era tante volte dai Tedeschi nominato et desiderato per i soavi et dolci vini moscatelli bianchi et vermigli”.
In Difesa del popolo romano sull'abbandono della campagna (1848) De’ Giovanni scrive “La vite è pressochè indigena in tutte le provincie, e vi si fanno distinguere i vini di Orvieto, di Montefiascone, ..”.
Nella Rivista dei più importanti prodotti naturali e manifatturieri dello Stato Pontificio (1857) Gaetano Nigrisoli parla dei prodotti naturali esistenti nella Delegazione di Viterbo e riporta: “ La cultura delle viti è giunta ad un alto grado di sviluppo, raccogliendosi dai campi, e dalle vigne vini rossi, e bianchi vigorosi, ed amabili, primeggiando su tutti il moscato detto dei tre est, il cui pregio viene eziando accresciuto dalla singolare rarità”.
In Agricoltura e quistioni economiche: che la riguardano (1860) Vol. 2, Frédéric Passy, scrive “I migliori vigneti son quelli di .., Monteflascone. Sono in generale vigne a cannette”. In Lo stato pontificio ne' suoi rapporti geografici, storici, politici (1837), Pietro Castellano, riporta “Montefiascone.. Il prezioso vino moscato, che raccogliesi ne' dintorni, ha dato al paese una fama, che per tutta Europa è diffusa, nè v' ha oltramontano, ed oltramarino viaggiatore, che nello attraversar la regione gustar non voglia di quel triplo Est, del quale pagò il gusto assai caro quel beone tedesco, che vi trovò la tomba”.
Nel 1830 Giuseppe Gioacchino Belli compone un sonetto che può essere considerato un generico inno al vino, ma specialmente a quello di Montefiascone. Er vino [...] È bbono assciutto, dorce, tonnarello, / Solo e ccor pane in zuppa, e, ssi è ssincero, / Te se confà a lo stommico e ar ciarvello. / È bbono bbianco, è bbono rosso e nnero; / De Ggenzano, d'Orvieti e Vviggnanello: / Ma l'este-este è un paradiso vero.
Il vino ufficiale usato nella celebrazione delle messe in Vaticano, in occasione dell’ultimo Anno Santo del 2000 è stato l’Est Est Est di Montefiascone.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la creazione della Cantina sociale, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori, hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del vino “Est! Est!! Est!!! di Montefiascone”.
Il Vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 3 marzo 1996.