Assovini
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  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 29.07.1975, G.U. 318 del 02.12.1975
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione         Sottozona

 


Vino Colli Bolognesi D.O.C. Sottozona Bologna

La denominazione di origine controllata «Colli Bolognesi» e alla relativa Sottozona, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Colli Bolognesi Barbera, anche nelle versioni Frizzante e Riserva
  2. Colli Bolognesi Merlot
  3. Colli Bolognesi Cabernet Sauvignon
  4. Colli Bolognesi Pignoletto, esclusivamente nelle versioni Superiore, Frizzante, Spumante e Passito (anche da uve stramature)
  5. Colli Bolognesi Chardonnay
  6. Colli Bolognesi Sauvignon
  7. Colli Bolognesi Riesling Italico
  8. Colli Bolognesi Pinot Bianco
  9. Sottozona Colli Bolognesi DOC »

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli Bolognesi - Sottozona Bologna

 

  • Colli Bolognesi - Sottozona Bologna Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato
  • => 50% Vitigno Sauvignon
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna. Tra questi, il Vitigno Trebbiano può concorrere nella misura massima pari al 15%
  • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal Colore giallo paglierino più o meno carico, Odore delicato, gradevole, caratteristico, dal Sapore secco o abboccato, armonico, fresco, tranquillo o leggermente brioso.

  • Colli Bolognesi - Sottozona Bologna Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco 
  • => 50% Cabernet Sauvignon
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento, Odore intenso, gradevole, caratteristico, a volte erbaceo, dal Sapore vellutato, di corpo, sapido, armonico.

  • Colli Bolognesi - Sottozona Bologna Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Cabernet Sauvignon
  • =< 50% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Emilia Romagna.
  • => 12,5% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato, dal Colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento, Odore intenso, gradevole, caratteristico, a volte erbaceo, dal Sapore vellutato, di corpo, sapido, armonico.

  • Colli Bolognesi - Sottozona Bologna Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Extra-brut /Brut /Extra dry
  • => 40% Vitigni Chardonnay, Pinot Bianco, da soli o congiuntamente
  • =< 60% Vitigni Riesling, Pinot Nero, Pignoletto, da soli o congiuntamente
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine, persistente, Colore giallo paglierino più o meno carico, Odore delicato, gradevole, caratteristico, dal Sapore extra-brut, brut, extra-dry, arminico, fresco, moderatamente acido.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli Bolognesi - Sottozona Bologna

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli Bolognesi si estende lungo la zona pedecollinare bolognese compresa tra il fiume Panaro a Ovest e il torrente Idice a Est. La zona è attraversata dall’ampia vallata del fiume Reno e da quelle minori dei torrenti Samoggia, Lavino e Idice.

La Zona di Produzione del Vino DOC Colli Bolognesi - Sottozona Bologna è localizzata in:

  • provincia di Bologna, e comprende il territorio dei comuni di Monteveglio, Castello di Serravalle, Monte San Pietro, Sasso Marconi, Savigno, Marzabotto, Pianoro e, in parte, il territorio dei comuni di Bazzano, Crespellano, Casalecchio di Reno, Bologna, S. Lazzaro di Savena e Zola Predosa.
  • provincia di Modena, e comprende parte del territorio del comune di Savignano sul Panaro.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli Bolognesi - Sottozona Bologna

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli Bolognesi prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Colli Bolognesi non dovrà essere superiore al 70% e al 50% per le tipologie di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC, ma può essere riclassificata come Vino IGT. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Pignoletto Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un titolo alcolometrico di almeno 13°. La menzione Passito può essere attribuita anche al Vino Pignoletto appartenente alla categoria "Vino da uve stramature" aventi un titolo alcolometrico di almeno 15°.
  • Il Vino Colli Bolognesi Barbera può fregiarsi della menzione Riserva dopo essere stato sottoposto ad invecchiamento per almeno 36 mesi di cui almeno 5 mesi di affinamento in bottiglia.
  • Nella designazione dei Vini DOC Colli Bolognesi può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli Bolognesi è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione delle tipologie Spumante e Frizzante.

4. Produttori di Vino DOC Colli Bolognesi

Con l’utilizzo della DOC Colli Bolognesi i Produttori Vinicoli Emiliano-Romagnoli sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli Bolognesi - Sottozona Bologna


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli Bolognesi - Sottozona Bologna

Quando i romani, circa due secoli prima della nascita di Cristo, sottomisero ed unificarono sotto il segno della lupa i territori abitati dalle tribù dei galli boi, avevano probabilmente mille motivi per farlo, non esclusi quelli legati alle ricchezze agricole di tali zone. I filari di vite erano maritati ad alberi vivi, secondo l’uso introdotto dagli etruschi e sviluppato successivamente dai galli. Tale metodo infatti, lo si chiama “arbustum gallicum”, particolarmente adatto non solo alle terre basse ed umide della pianura, ma soprattutto si era incrementato notevolmente sulla zona collinare.

È accertato che da tali terreni, soprattutto quelli collinari posti a sud di Bononia, i nostri antenati latini producessero vini che li appassionarono moltissimo. Le terre dell’agro bononiense erano coltivate dai veterani di tante campagne militari in tutto il mondo allora conosciuto, per cui la bevanda bacchica era palesemente bevuta, gustata ed apprezzata.

Plinio il Vecchio - I° sec. d.C. - nel capitolo “Ego sum pinus laeto” tratto dalla monumentale opera di agronomia “Naturalis historia”, enuncia che in “apicis collibus bononiensis” vi si produceva un vino frizzante ed albano, cioè biondo, molto particolare ma non abbastanza dolce per essere piacevole e quindi non apprezzato, poiché è risaputo che durante l’epoca imperiale era gradito il vino dolcissimo, speziato ed aromatizzato con innumerevoli essenze, inoltre, sempre molto “maturo” in quanto i vini giovani non erano in grado di soddisfare i pretenziosi palati della nobiltà.

Erano trascorsi poco meno di tre secoli dalla conquista romana - 179 a.C. - che il vino era radicalmente mutato, ma non le qualità e caratteristiche uniche di tale nettare.

Riprendendo il cammino alla ricerca di tracce che ci possano condurre ai vini che oggi degustiamo, ci imbattiamo nelle biografie dell’operosità di tali monaci-agresti che sono giunte fino ai giorni nostri, in cui si menzionano i notevoli impulsi dati per lo sviluppo della vite.

Si sparsero in tutte le regioni italiane e nel migrare verificarono che sulle colline bolognesi si produceva un buon vinello dorato e mordace, appunto frizzante. Omnia alla mnia alla vina in bonitate exedir - decisamente “…un vino superiore per bontà a tutti gli altri…” e bevuto non solo durante le pratiche liturgiche, ma anche con gioia alla tavola del nobile e del volgo, ottenuto da uve conosciute ed apprezzate come pignole!

I secoli che da allora sono trascorsi per giungere fino ai giorni nostri, sono stati indiscussi testimoni di innumerevoli fatti e citazioni riguardanti i vini delle nostre splendide colline bolognesi.

Nel 1300, Pier de’ Crescenzi, nel più importante trattato di agronomia medievale “Ruralium commordorum - libro XII” descriveva le caratteristiche organolettiche del “pignoletto” che si beveva allora, in quanto il vino, oltre che maggiormente prodotto, era quello più gradito per piacevolezza e per la vivace e dorata spuma.

Agostino Gallo ne “Le venti giornate dell’agricoltura” del 1567, sollecitava di piantare le uve pignole in quanto per la notevole produzione, permetteva un florido commercio perché sempre ricercate.

Medico e botanico di Papa Sisto V°, il Bacci, nel personale trattato del 1596 “De naturalis vinarium istoria de vitis italiane”, asseriva le “…rare et optime…” qualità intrinseche dell’uva pignola. Così pure Soderini, noto agronomo fiorentino, sempre in quegli anni, ne confermava le caratteristiche.

Il Trinci - 1726 - pone in evidenzia le caratteristiche di tale vitigno: l’odierno pignoletto si riscontra nella sua quasi totalità di tali affermazioni, per non dire che sono le medesime. Ulteriori conferme sono riportate nel “Bullettino Ampelograficho” del 1881, in cui è nominata l’uva pignola prodotta nelle colline poste a sud dell’urbe di Bologna, la cui assomiglianza con l’attuale produzione è stupefacente, e non lascia più adito ad altri dubbi di sorti.

Lo statuto di Bologna del 1250 ordina la costruzione della “Strada dei vini” per trasportare con sicurezza verso Bologna i vini ottenuti nelle colline a sud della città.

Il Vino DOC Colli Bolognesi ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 29 luglio 1975.

CANELLI DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.M. 09.07.1967, G.U. 199 del 09.08.1967 - Approvato DOCG con D.M. 29.11.1993, G.U. 287 del 07.12.1993

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche in Canelli DOCG dal Regolamento di Esecuzione 2023/1327 della Commissione del 23/06/2023 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione         Sottozona

 


Vino Canelli D.O.C.G.

La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Canelli” è riservata ai vini rispondenti alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Canelli o Canelli Moscato
  2. Canelli Riserva o Canelli Moscato Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Canelli

 

  • Canelli Moscato (Vino Bianco Moscato)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Moscato Bianco
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato dal Colore dal giallo paglierino tenue al giallo intenso, eventualmente con riflessi dal verdolino al dorato brillante; Odore aromatico, caratteristico dell'uva moscato, fragrante, con sentori che corrispondono ad alcuni dei seguenti descrittori: floreale di fiori di campo e acacia, fruttato albicocca, pesca, mela renetta, accenni agrumati e di miele, a volte con sentori vegetali freschi; Sapore dolce, fresca acidità più o meno intensa, finale delicato di aroma di una moscato, talvolta vivace.

  • Canelli Moscato Riserva (Vino Bianco Moscato Invecchiato)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Moscato Bianco
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato Invecchiato, dal Colore dal giallo paglierino a giallo oro intenso brillante con il procedere di affinamento e invecchiamento; Odore complesso, varietale aromatico tipico del Moscato, con sentori che corrispondono ad alcuni dei seguenti descrittori: fruttato di pesca, agrumi, sentori più o meno intensi di vegetali balsamici quali salvia, melissa o timo, talvolta con il procedere dell'invecchiamento in bottiglia possono essere percepiti sentori di frutta candita, idrocarburi o spezie dolci, quali lo zafferano; Sapore dolce, finale aromatico caratteristico, sapido, dalla componente acida presente ma in equiibrio con la componente dolce, talvolta vivace.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Canelli

  • La Zona di Produzione dei Vini DOCG Canelli è localizzata in:
    • provincia di Asti, comprende l'intero territorio dei comuni di Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Coazzolo, ed in parte il territorio dei comuni di Bubbio. Castagnole Lanze, Costigliole d'Asti, Loazzolo, Moasca, San Marzano Oliveto.
    • provincia di Cuneo, comprende l'intero territorio dei comuni di Castiglione Tinella, S. Stefano Belbo, ed in parte il territorio dei comuni di Cossano Belbo, Neive, Neviglie, Mango.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Canelli

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Canelli prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima di uva in vino per la produzione dei vini DOCG Canelli e Canelli Riserva non dovrà essere superiore al 75%, con un limite di tolleranza fino a 80%. Superato tale limine il diritto alla denominazione decade per tutto il prodotto.
  • I Vini DOCG Canelli, anche accompagnato dalla menzione Vigna, deve essere immesso al consumo non prima di 30 mesi di invecchiamento e affinamento, di cui 20 mesi in bottiglia.
  • I Vini e i Mosti DOCG Canelli possono essere riclassificati alle denominazioni "Moscato d'Asti" e "Piemonte Moscato".

4. Produttori di Vino DOCG Asti - Sottozona Canelli

Con l’utilizzo della DOCG Canelli i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Canelli

Dolci da forno e a pasta lievitata, poco consistenti e soprattutto a base di frutta, zabaione, panna cotta, dessert piemontesi ricchi di panna, il panettone milanese e il pandoro di Verona.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Canelli

La storia dei vini spumanti italiani passa dal Piemonte e in particolare dalla città astigiana di Canelli che per antonomasia è considerata la capitale dello spumante. Nelle cantine delle Case spumantiere canellesi sono state sviluppate, a partire dal 1850, le tecniche di vinificazione le quali, con costanti miglioramenti, permettono a tutt’oggi di produrre uno spumante fine e delicato come l’Asti docg.

Le conoscenze acquisite dagli enologi delle Cantine, l’applicazione di innovazioni tecnologiche e gli studi scientifici mirati sviluppati da ricercatori incuriositi e stimolati dalle caratteristiche dell’Asti docg, hanno portato all’ottimizzazione del processo di produzione, conservando insieme innovazione e esperienze del passato. Alcune importanti applicazioni, indispensabili per assicurare una qualità elevata e costante dell’Asti nel tempo, come ad esempio i processi di stabilizzazione o conservazione delle caratteristiche di freschezza e fragranza del prodotto, derivano proprio da un bagaglio tecnico tramandato nel corso dei decenni.

Inoltre, grazie al Consorzio dell’Asti, primo esempio in Italia, il processo di tracciabilità di ogni bottiglia, attraverso un apposito procedimento telematico e multimediale, svolge un ruolo di tutela del consumatore poiché consente di verificare in tempo reale, partendo dal contrassegno di stato (la cosiddetta fascetta) incollato sul collo di ogni bottiglia, il percorso del vino attraverso l’intero iter di trasformazione, dalla vendemmia agli scaffali di vendita.

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.M. 09.07.1967, G.U. 199 del 09.08.1967 - Approvato DOCG con D.M. 29.11.1993, G.U. 287 del 07.12.1993

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 17.02.2015 - G.U. n.47 del 26.02.2015 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione         Sottozona

 


Vino Asti D.O.C.G. Sottozona Santa Vittoria d'Alba

La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Asti” con le relative Sottozone, è riservata ai vini rispondenti alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Asti o Asti Spumante
  2. Asti o Asti Spumante Metodo Classico (metodo tradizionale)
  3. Moscato d’Asti
  4. Moscato d’Asti vendemmia tardiva
  5. Sottozone del Vino Asti DOCG »

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba

 

  • Moscato d'Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba (Vino Bianco Moscato)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Moscato Bianco
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato dal colore paglierino con riflessi dorati, profumo elegante, fine, fresco e persistente con sentore anche floreale e sapore franco, armonico, dolce, aromatico caratteristico del Moscatello, talora vivace.
  • Abbinamenti: Dessert, Dolci secchi, Formaggi erborinati.

  • Moscato d'Asti Vendemmia Tardiva - Sottozona Santa Vittoria d'Alba (Vino Bianco Moscato Vendemmia Tardiva)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Moscato Bianco
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vendemmia Tardiva, dal Colore giallo dorato brillante, Profumo composito, fruttato, molto intenso, caratteristico dell'uva appassita con note speziate e Sapore dolce, armonico, vellutato con sentori di uva Moscato che ricorda il favo del miele.
  • Abbinamenti: Dessert, Dolci secchi, Formaggi erborinati.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba

Il comprensorio da cui nascono Asti docg e Moscato d’Asti docg è nel sistema collinare alla destra orografica del fiume Tanaro, comprende anche Langhe e Alto Monferrato che si identificano nella loro origine sedimentaria, con struttura priva di rocce. Le colline langarole hanno forma allungata con numerosi calanchi a strapiombo, ma anche crinali lunghi in leggera pendenza. I colli monferrini più tondeggianti hanno declivi morbidi e fondovalle freschi che creano magnifici contrasti con i crinali più soleggiati. Due paesaggi diversi, ma decisamente attraenti, dove nulla si ripete, tanto mutevole e sorprendente è lo scenario che si presenta al visitatore. Qui regna la vite, che prospera in filari ordinati, curati, preziosi, capaci di rendere inconfondibile e irripetibile lo straordinario paesaggio del sud Piemonte, unico al mondo.

  • La Zona di Produzione dei Vini DOCG Asti Spumante, Asti Spumante Metodo Classico, Moscato d'Asti e Moscato d'Asti Vendemmia Tardiva è localizzata in:
    • provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Acqui Terme, Alice Bel Colle, Bistagno, Cassine, Grognardo, Ricaldone, Strevi, Terzo e Visone;
    • provincia di Asti, e comprende il territorio dei comuni di Bubbio, Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Castagnole Lanze, Castel Boglione, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Castel Rocchero, Cessole, Coazzolo, Costigliole d'Asti, Fontanile, Incisa Scapaccino, Loazzolo, Maranzana, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone, Nizza Monferrato, Quaranti, San Marzano Oliveto, Moasca, Sessame, Vesime, Rocchetta Palafea e San Giorgio Scarampi;
    • provincia di Cuneo, e comprende il territorio dei comuni di Camo, Castiglione Tinella, Cossano Belbo, Mango, Neive, Neviglie, Rocchetta Belbo, Serralunga d'Alba, S. Stefano Belbo, S. Vittoria d'Alba, Treiso, Trezzo Tinella, Castino, Perletto e le frazioni di Como e San Rocco Senodelvio del comune di Alba.
  • La Zona di Produzione del Vino DOCG Moscato d'Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba è localizzata in:
    • provincia di Cuneo e comprende il territorio del comune di Santa Vittoria d'Alba.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Asti prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima di uva in vino per la produzione dei vini DOCG Asti Spumante e Moscato d'Asti non deve essere superiore ai valori che seguono. Eventuali eccedenze, possibili sino ad un massimo del 5%, non avranno diritto alla Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Ulteriori eccedenze comporteranno la perdita del diritto alla Denominazione di Origine Controllata e Garantita per tutto il prodotto interessato.
    • 75% per il Vino Asti Spumante;
    • 60% per il Vino Asti Spumante Metodo Classico;
    • 75% per il Vino Moscato d'Asti;
    • 50% per il Vino Moscato d’Asti Vendemmia Tardiva
    • 75% per il Vino Moscato d'Asti - Sottozona Canelli;
    • 72% per il Vino Moscato d'Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba;
    • 45% per il Vino Moscato d'Asti Vendemmia Tardiva - Sottozona Santa Vittoria d'Alba;
    • 75% per il Vino Moscato d'Asti - Sottozona Strevi.
  • Durante la vinificazione sono ammesse altre pratiche enologiche, tra cui in particolare:
    • cernita delle uve quando necessario;
    • eventuale diraspatura dei grappoli e loro normale pressatura;
    • formazione in vasche della cosiddetta coperta;
    • aggiunta al mosto di coagulanti e chiarificanti nelle dosi consuetudinarie e comunque nei limiti previsti dalle leggi;
    • conseguente decantazione del mosto seguita da filtrazioni o centrifugazioni dello stesso e refrigerazioni.
  • Le pratiche di spumantizzazione del mosto utilizzato per la produzione del Vino Asti Spumante prevedono la fermentazione naturale in autoclave (metodo Martinotti), il cui processo di presa di spuma non può avere una durata inferiore ad un mese compreso il periodo di affinamento in bottiglia.
  • Le pratiche di spumantizzazione del mosto utilizzato per la produzione del Vino Asti Spumante Metodo Classico prevedono la fermentazione naturale in bottiglia per una durata di nove mesi a contatto con le fecce, che indi verranno separate dal prodotto mediante la pratica di sboccatura.
  • Il vino “Moscato d’Asti Vendemmia Tardiva” deve essere sottoposto ad un periodo di affinamento di almeno un anno, calcolato a decorrere dal momento della preparazione.

4. Produttori di Vino DOCG Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba

Con l’utilizzo della DOCG Asti i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba

Dolci da forno e a pasta lievitata, poco consistenti e soprattutto a base di frutta, zabaione, panna cotta, dessert piemontesi ricchi di panna, il panettone milanese e il pandoro di Verona.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba

La storia dei vini spumanti italiani passa dal Piemonte e in particolare dalla città astigiana di Canelli che per antonomasia è considerata la capitale dello spumante. Nelle cantine delle Case spumantiere canellesi sono state sviluppate, a partire dal 1850, le tecniche di vinificazione le quali, con costanti miglioramenti, permettono a tutt’oggi di produrre uno spumante fine e delicato come l’Asti docg.

Le conoscenze acquisite dagli enologi delle Cantine, l’applicazione di innovazioni tecnologiche e gli studi scientifici mirati sviluppati da ricercatori incuriositi e stimolati dalle caratteristiche dell’Asti docg, hanno portato all’ottimizzazione del processo di produzione, conservando insieme innovazione e esperienze del passato. Alcune importanti applicazioni, indispensabili per assicurare una qualità elevata e costante dell’Asti nel tempo, come ad esempio i processi di stabilizzazione o conservazione delle caratteristiche di freschezza e fragranza del prodotto, derivano proprio da un bagaglio tecnico tramandato nel corso dei decenni.

Inoltre, grazie al Consorzio dell’Asti, primo esempio in Italia, il processo di tracciabilità di ogni bottiglia, attraverso un apposito procedimento telematico e multimediale, svolge un ruolo di tutela del consumatore poiché consente di verificare in tempo reale, partendo dal contrassegno di stato (la cosiddetta fascetta) incollato sul collo di ogni bottiglia, il percorso del vino attraverso l’intero iter di trasformazione, dalla vendemmia agli scaffali di vendita.

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.M. 09.07.1967, G.U. 199 del 09.08.1967 - Approvato DOCG con D.M. 29.11.1993, G.U. 287 del 07.12.1993

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n. 159 del 05.07.2021


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione         Sottozona

 


Vini Asti D.O.C.G. Sottozona Strevi

La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Asti” con le relative Sottozone, è riservata ai vini rispondenti alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Asti o Asti Spumante
  2. Asti o Asti Spumante Metodo Classico (metodo tradizionale)
  3. Moscato d’Asti
  4. Moscato d’Asti vendemmia tardiva
  5. Sottozone del Vino Asti DOCG »

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Asti - Sottozona Strevi

 

  • Moscato d'Asti - Sottozona Strevi (Vino Bianco Moscato)
  • Versioni: Dolce
  • = 100% Vitigno Moscato Bianco
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Moscato dal Colore giallo paglierino più o meno intenso fino al dorato, Odore caratteristico e fragrante di moscato, dal Sapore dolce, aromatico, caratteristico, con aroma di uva moscato, talvolta vivace.
  • Abbinamenti: Dessert, Dolci secchi, Formaggi erborinati.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Asti - Sottozona Strevi

Il comprensorio da cui nascono Asti docg e Moscato d’Asti docg è nel sistema collinare alla destra orografica del fiume Tanaro, comprende anche Langhe e Alto Monferrato che si identificano nella loro origine sedimentaria, con struttura priva di rocce. Le colline langarole hanno forma allungata con numerosi calanchi a strapiombo, ma anche crinali lunghi in leggera pendenza. I colli monferrini più tondeggianti hanno declivi morbidi e fondovalle freschi che creano magnifici contrasti con i crinali più soleggiati. Due paesaggi diversi, ma decisamente attraenti, dove nulla si ripete, tanto mutevole e sorprendente è lo scenario che si presenta al visitatore. Qui regna la vite, che prospera in filari ordinati, curati, preziosi, capaci di rendere inconfondibile e irripetibile lo straordinario paesaggio del sud Piemonte, unico al mondo.

  • La Zona di Produzione dei Vini DOCG Asti Spumante, Asti Spumante Metodo Classico, Moscato d'Asti e Moscato d'Asti Vendemmia Tardiva è localizzata in:
    • provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Acqui Terme, Alice Bel Colle, Bistagno, Cassine, Grognardo, Ricaldone, Strevi, Terzo e Visone;
    • provincia di Asti, e comprende il territorio dei comuni di Bubbio, Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Castagnole Lanze, Castel Boglione, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Castel Rocchero, Cessole, Coazzolo, Costigliole d'Asti, Fontanile, Incisa Scapaccino, Loazzolo, Maranzana, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone, Nizza Monferrato, Quaranti, San Marzano Oliveto, Moasca, Sessame, Vesime, Rocchetta Palafea e San Giorgio Scarampi;
    • provincia di Cuneo, e comprende il territorio dei comuni di Camo, Castiglione Tinella, Cossano Belbo, Mango, Neive, Neviglie, Rocchetta Belbo, Serralunga d'Alba, S. Stefano Belbo, S. Vittoria d'Alba, Treiso, Trezzo Tinella, Castino, Perletto e le frazioni di Como e San Rocco Senodelvio del comune di Alba.
  • La Zona di Produzione del Vino DOCG Moscato d'Asti - Sottozona Strevi  è localizzata in:
    • provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Acqui Terme, Cassine, Ricaldone, Strevi, Terzo, Alice Bel Colle, Bistagno, Grognardo e Visone.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Asti - Sottozona Strevi

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Asti prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima di uva in vino per la produzione dei vini DOCG Asti Spumante e Moscato d'Asti non deve essere superiore ai valori che seguono. Eventuali eccedenze, possibili sino ad un massimo del 5%, non avranno diritto alla Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Ulteriori eccedenze comporteranno la perdita del diritto alla Denominazione di Origine Controllata e Garantita per tutto il prodotto interessato.
    • 75% per il Vino Asti Spumante;
    • 60% per il Vino Asti Spumante Metodo Classico;
    • 75% per il Vino Moscato d'Asti;
    • 50% per il Vino Moscato d’Asti Vendemmia Tardiva
    • 75% per il Vino Moscato d'Asti - Sottozona Canelli;
    • 72% per il Vino Moscato d'Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba;
    • 45% per il Vino Moscato d'Asti Vendemmia Tardiva - Sottozona Santa Vittoria d'Alba;
    • 75% per il Vino Moscato d'Asti - Sottozona Strevi.
  • Durante la vinificazione sono ammesse altre pratiche enologiche, tra cui in particolare:
    • cernita delle uve quando necessario;
    • eventuale diraspatura dei grappoli e loro normale pressatura;
    • formazione in vasche della cosiddetta coperta;
    • aggiunta al mosto di coagulanti e chiarificanti nelle dosi consuetudinarie e comunque nei limiti previsti dalle leggi;
    • conseguente decantazione del mosto seguita da filtrazioni o centrifugazioni dello stesso e refrigerazioni.
  • Le pratiche di spumantizzazione del mosto utilizzato per la produzione del Vino Asti Spumante prevedono la fermentazione naturale in autoclave (metodo Martinotti), il cui processo di presa di spuma non può avere una durata inferiore ad un mese compreso il periodo di affinamento in bottiglia.
  • Le pratiche di spumantizzazione del mosto utilizzato per la produzione del Vino Asti Spumante Metodo Classico prevedono la fermentazione naturale in bottiglia per una durata di nove mesi a contatto con le fecce, che indi verranno separate dal prodotto mediante la pratica di sboccatura.
  • Il vino “Moscato d’Asti Vendemmia Tardiva” deve essere sottoposto ad un periodo di affinamento di almeno un anno, calcolato a decorrere dal momento della preparazione.

4. Produttori di Vino DOCG Asti - Sottozona Strevi

Con l’utilizzo della DOCG Asti i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Asti - Sottozona Strevi

Dolci da forno e a pasta lievitata, poco consistenti e soprattutto a base di frutta, zabaione, panna cotta, dessert piemontesi ricchi di panna, il panettone milanese e il pandoro di Verona.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Asti - Sottozona Strevi

La storia dei vini spumanti italiani passa dal Piemonte e in particolare dalla città astigiana di Canelli che per antonomasia è considerata la capitale dello spumante. Nelle cantine delle Case spumantiere canellesi sono state sviluppate, a partire dal 1850, le tecniche di vinificazione le quali, con costanti miglioramenti, permettono a tutt’oggi di produrre uno spumante fine e delicato come l’Asti docg.

Le conoscenze acquisite dagli enologi delle Cantine, l’applicazione di innovazioni tecnologiche e gli studi scientifici mirati sviluppati da ricercatori incuriositi e stimolati dalle caratteristiche dell’Asti docg, hanno portato all’ottimizzazione del processo di produzione, conservando insieme innovazione e esperienze del passato. Alcune importanti applicazioni, indispensabili per assicurare una qualità elevata e costante dell’Asti nel tempo, come ad esempio i processi di stabilizzazione o conservazione delle caratteristiche di freschezza e fragranza del prodotto, derivano proprio da un bagaglio tecnico tramandato nel corso dei decenni.

Inoltre, grazie al Consorzio dell’Asti, primo esempio in Italia, il processo di tracciabilità di ogni bottiglia, attraverso un apposito procedimento telematico e multimediale, svolge un ruolo di tutela del consumatore poiché consente di verificare in tempo reale, partendo dal contrassegno di stato (la cosiddetta fascetta) incollato sul collo di ogni bottiglia, il percorso del vino attraverso l’intero iter di trasformazione, dalla vendemmia agli scaffali di vendita.

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