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PIAVE MALANOTTE DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 22.12.2010, G.U. 4 del 07.01.2011

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Piave Malanotte (o Malanotte del Piave) D.O.C.G.

La Denominazione di Origine Controllata e Garantita «Piave Malanotte» o «Malanotte del Piave» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per la seguente tipologia:

  • Piave Malanotte o Malanotte del Piave

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Piave Malanotte

 

  • Piave Malanotte (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Raboso Piave
  • =< 30% Vitigno Raboso Veronese (una quota pari al 5% massimo può essere sostituita da altri Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nelle province di Treviso e Venezia).
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, tendente al granato con l’invecchiamento, odore tipico, di marasca/ciliegia, speziato e sapore austero, sapido, caratteristico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Piave Malanotte

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Piave Malanotte ricade in una zona di media-bassa pianura, lungo l’asse del fiume Piave, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Piave Malanotte è localizzata in:

  • provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Arcade, Breda di Piave, Casale sul Sile, Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Codognè, Fontanelle, Godega Sant’Urbano, Gorgo al Monticano, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Monastier, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Ponzano Veneto, Portobuffolè, Povegliano, Roncade, Salgareda, San Biagio di Callalta, San Fior, San Polo di Piave, Santa Lucia di Piave, Spresiano, Vazzola, Zenson di Piave e, in parte, il territorio dei comunidi Carbonera, Casier, Gaiarine, Mansuè, Mogliano Veneto, Orsago, Preganziol, Silea, Villorba, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Giavera del Montello, Montebelluna, Motta di Livenza, Nervesa della Battaglia, Paese, San Vendemiano, Susegana, Trevignano, Vittorio Veneto, Volpago del Montello.
  • provincia di Venezia e comprende il territorio dei comuni di Fossalta di Piave, Marcon, Meolo, Noventa di Piave, Quarto d’Altino, San Donà di Piave e, in parte, il territorio dei comuni di Venezia, Ceggia, Eraclea, Jesolo, Musile di Piave, Torre di Mosto.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Piave Malanotte

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Piave Malanotte prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOCG Piave Malanotte non dovrà essere superiore al 70% per le uve fresche e al 40% per le uve appassite; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • Nella preparazione del vino DOCG Piave Malanotte devono essere utilizzate uve delle varietà Raboso Piave e/o Raboso veronese, sottoposte ad appassimento, per un minimo del 15% ad un massimo del 30%, rispetto al quantitativo totale destinato alla produzione del vino a DOCG.
  • Il vino DOCG Piave Malanotte deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 36 mesi, di cui almeno 12, cui almeno 12 in botte e 4 mesi di affinamento in bottiglia.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Piave Malanotte è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOCG Piave Malanotte

Con l’utilizzo della DOCG Piave Malanotte i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.

Piave Malanotte o Malanotte del Piave è la denominazione che indica il vino ottenuto dalla più prestigiosa elaborazione delle uve di Raboso Piave e Raboso veronese nonché una parte di uve passite in una percentuale che varia dal 15 al 30% in funzione dell’annata.

I “Rabosi” sono da sempre considerati vitigni di difficile gestione, caratterizzati da maturazione molto tardiva, elevato contenuto in acido malico e tartarico, da tannini difficili da maturare e da note vegetali sgradevoli. Essi però, quando sia il viticoltore che il vinificatore riescono a controllare la produzione e la qualità dell’uva, sono in grado di dare dei vini di grande carattere e qualità, come nel caso del Malanotte, infatti, dal colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, tendente al granato con l’invecchiamento. Il profumo è tipico di marasca, mora, ciliegia, mirtillo; con la maturazione, si presenta speziato con note di menta ed eucalipto. Il sapore è austero, sapido, caratteristico, la tannicità elevata ma morbida, e, se viene invecchiato in botte, può avere sentori di legno. Per questo, nel vino Malanotte, gli elevati contenuti in acidità, tannini e sostanze aromatiche, vengono sapientemente gestiti con il taglio tradizionale di vino ottenuto da uve fresche e appassite in graticci. Tale tecnica pratica consente di ammorbidire la spigolosità originaria di questo vino, dando la morbidezza necessaria senza per questo togliere le note di freschezza e fragranza che caratterizzano il Malanotte del Piave DOCG.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Piave Malanotte

Carni rosse e cacciagione, formaggi stagionati.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Piave Malanotte

La DOCG Piave Malanotte prende il nome da Borgo Malanotte, borgo medievale sito in Tezze di Piave (TV), cuore della produzione di questo vino. La zona di produzione inizia dove il fiume Piave si apre nella pianura trevigiana e confina con la laguna di Venezia.

In questo territorio la presenza della coltura della vite risale al 181 a.C. con la costruzione della via consolare Postumia da parte dei Romani. Dopo le varie invasioni barbariche che hanno portato alla distruzione delle viti, la coltivazione riprende con forza sotto il dominio della Repubblica di Venezia.

La vite si espande in tutta l’area e la qualità del prodotto migliora in modo netto grazie alla volontà dei nobili veneziani di gareggiare fra loro per superarsi nella qualità del proprio prodotto. Negli anni ‘50 i produttori della zona prendono coscienza delle peculiarità del prodotto e delle sue potenzialità e si riuniscono in un consorzio finalizzato alla tutela e alla gestione dei vini di qualità della zona.

Nel 1971 il vino “Malanotte” è conosciuto dai consumatori come tipologia Raboso Piave Malanotte all’interno della denominazione DOC Piave, ed è considerato uno dei vini di maggior pregio qualitativo, le cui bottiglie sono state apprezzate per la prima volta all’inizio degli anni ’80. La forte caratterizzazione di questo vino, costituito anche da una parte di uva appassita, ha incontrato fortemente i gusti dei consumatori tanto da divenire più famoso della denominazione nella quale era inserito come tipologia di vino. Ciò ha indotto la necessità di una maggior tutela nazionale ed internazionale del nome attraverso il riconoscimento di una denominazione geografica propria. 

Il Vino DOCG Piave Malanotte ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita in data 22 dicembre 2010.

MONTELLO ROSSO DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 13.10.2011, G.U. 248 del 24.10.2011

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Montello Rosso (o Montello) D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita "Montello rosso" o "Montello" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Montello Rosso
  2. Montello Rosso Superiore

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Montello Rosso

 

  • Montello Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • >< 40-70% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • >< 30-60% Vitigni Merlot, Cabernet Franc e Carmenère, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Treviso.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento, odore intenso, caratteristico, gradevole, tendente all'etereo se invecchiato e sapore secco sapido, robusto, lievemente, speziato armonico.

  • Montello Rosso Superiore (Vino Rosso Superiore)
  • Versioni: Secco
  • >< 40-70% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • >< 30-60% Vitigni Merlot, Cabernet Franc e Carmenère, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Treviso.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento, odore intenso, caratteristico, gradevole, tendente all'etereo se invecchiato e sapore secco sapido, robusto, lievemente, speziato armonico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Montello Rosso

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Montello Rosso si estende sulle colline trevigiane, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Montello Rosso è localizzata in:

  • provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Castelcucco, Cornuda, Monfumo e, in parte, il territorio dei comuni di Asolo, Borso del Grappa, Caerano S. Marco, Cavaso del Tomba, Crespano del Grappa, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa Pederobba, Possagno, S. Zenone degli Ezzelini e Volpago del Montello.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Montello Rosso

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Montello Rosso prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOCG Montello Rosso non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • Il vino DOCG Montello Rosso deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 18 mesi, di cui almeno 9 in botti di rovere e 6 mesi di affinamento in bottiglia.
  • Il vino DOCG Montello Rosso Superiore deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere e 6 mesi di affinamento in bottiglia.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Montello Rosso è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOCG Montello Rosso

Con l’utilizzo della DOCG Montello Rosso i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Montello Rosso

Carne rossa, in particolare anche arrosti di cacciagione e selvaggina, i formaggi di media stagionatura e piccanti, ma anche i piatti tipicamente veneti come la classica “Pasta e fasoi”, la “Luganega con i funghi”, o la “Sopa coada”, una zuppa cotta al forno con piccioni e formaggio.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Montello Rosso

La presenza e lo sviluppo della vite sui Colli Asolani e sul Montello si deve ai monaci benedettini prima e alla presenza della Repubblica Veneta poi. I monaci benedettini si insediarono intorno all’anno mille in particolare nel monastero di S. Bona a Vidor e nella Certosa del Montello a Nervesa; con il loro operato essi hanno influenzato in modo molto importante la storia agraria e vitivinicola del territorio, determinando la profonda cultura per la vite e il vino che persiste tutt’ora, tanto che la specializzazione degli impianti è più volte sottolineata nei testi storici.

Nella seconda metà del 1300, quando quest’area passò ai veneziani, i Colli Asolani e il Montello vennero subito riconosciuti come un’importante area enoica e i suoi vini venivano esportati all’estero già nel 1400.

Nel Cinquecento, che vede il trionfo della nobiltà veneziana con la costruzione di ville, barchesse e case di caccia con relativi vigneti, si ha il diffondersi nella zona di un pensiero aristocratico di ricerca del bello e del buono che si trasmette nel sapere viticolo ed enologico popolare. I colli sono ammirati dalle più prestigiose personalità e il vino è un prodotto ricercato che si confronta a Venezia con i vini portati dalla Grecia. Nel 1500 Giovanni Alvise Salamon afferma che i vini rossi del Montello e dei Colli Asolani venivano venduti all’interno della Repubblica “pagandosi molto più degli altri vini di altre parti, per essere questi molto buoni e delicati”.

A partire dal 1977 questi vini sono stati oggetto di tutela con il riconoscimento della DOC “Montello e Colli Asolani” e continuano a ottenere riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. 

Il Vino DOCG Montello Rosso ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita in data 13 ottobre 2011.

LISON DOCG

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 22.12.2010, G.U. 4 del 07.01.2011
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale prot. n. 53673 del 19/07/2018

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Lison D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita “Lison”, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Lison
  2. Lison Classico

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Lison

 

  • Lison (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Tai
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nelle province di Venezia, Treviso e Pordenone.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso talvolta con riflessi dal verdognolo al dorato, odore caratteristico, gradevole, dal sapore asciutto, vellutato, con eventuale percezione gradevole di legno.

  • Lison Classico (Vino Bianco Classico)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Tai
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nelle province di Venezia, Treviso e Pordenone.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso talvolta con riflessi dal verdognolo al dorato, odore caratteristico, gradevole, dal sapore asciutto, vellutato, con eventuale percezione gradevole di legno.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Lison

L’area dei vini a denominazione Lison, situata nella pianura a pochi chilometri dal litorale veneziano, fra i fiumi Tagliamento e Livenza, è da sempre testimone della coltivazione della vite a garanzia della tipicità e della peculiarità dei vini del territorio.

Per il Vino DOCG Lison, la zona di produzione è localizzata in: 

  • provincia di Venezia, e comprende il territorio dei comuni di Annone Veneto, Cinto Caomaggiore, Gruaro, Fossalta di Portogruaro, Pramaggiore, Teglio Veneto, e parte del territorio dei comuni di Caorle, Concordia Sagittaria, Portogruaro, San Michele al Tagliamento e Santo Stino di Livenza.
  • provincia di Treviso, e comprende il territorio dei comuni di Meduna di Livenza e parte del territorio di Motta di Livenza.
  • provincia di Pordenone, e comprende il territorio dei comuni di Chions, Cordovado, Pravisdomini e parte dei territori di Azzano Decimo, Morsano al Tagliamento, Sesto al Reghena.

Per il vino DOCG Lison Classico, la zona di produzione è localizzata in:

  • provincia di Venezia ed è così suddivisa: 
    • comune di Portogruaro, il territorio delle frazioni di Lison, Pradipozzo e Summaga.
    • comune di Pramaggiore, il territorio delle frazioni di Belfiore, Blessaglia e Salvarolo.
    • comune di Annone Veneto, il territorio delle frazioni di Carline, Loncon e parte del territorio dei comuni di S. Stino di Livenza e Cinto Caomaggiore.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Lison

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Lison prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino non deve essere superiore al 70%. Qualora tale resa superi i limiti di cui sopra indicati, ma non oltre il 75%, l’eccedenza non avrà diritto alla denominazione di origine. Qualora la resa uva/vino superi il 75% decade il diritto alla denominazione di origine controllata e garantita per tutto il prodotto.
  • Relativamente alle pratiche di vinificazione, va tenuto conto che l’ottimo equilibrio tra le peculiarità pedoclimatiche, l’esperienza dei viticoltori che si tramanda da generazioni e gli approfondimenti scientifici permettono di ottenere vini bianchi adatti anche al medio periodo di invecchiamento.

4. Produttori di Vino DOCG Lison

Con l’utilizzo della DOCG Lison i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Lison

Vino di tutto pasto ideale con le carni bianche e bolliti, piatti di cucina marinara: rombo al forno con patate, sgombri e l’anguilla in umido, tartara di tonno e le tipiche sarde in saor; primi piatti: ravioli burro e salvia, ravioli agli asparagi, maccheroncini di pasta fresca con porcini e Parmigiano Reggiano, soufflé di asparagi, le minestre in brodo, i bigoli in salsa – pasta tipica veneta condita con una salsa a base di cipolla e acciughe –, linguine gamberetti e zucchine, il risotto alla sbirraglia – a base di pollo –, il risotto con la zucca. Ottimo anche con formaggi di media stagionatura, come il Montasio, e salumi tra cui il prosciutto crudo di Montagnana.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Lison

La Denominazione prende il nome dal borgo romano di Lison a dimostrazione che la coltivazione della vite era già viva all’epoca dei romani. Tuttavia è solo con l’avvento dei monaci benedettini nel X secolo d.C., che la zona scopre una viticoltura razionale. Lungo il corso dei secoli, la viticoltura della zona si arricchisce infatti prima del sapere benedettino, che segnò la svolta soprattutto in termini agronomici, poi con la Repubblica Serenissima di Venezia, epoca nella quale la viti-enologia del veneziano compì un balzo in avanti. Dopo il declino della Repubblica di Venezia, la dominazione asburgica segna un’altra tappa importante per il rifiorire della viticoltura della zona. Dalla metà del ‘800 si espande in modo sensibile la coltivazione del vitigno Tocai a bacca bianca che trova in quest’area il suo habitat ideale alla produzione di uve dalle quali si ricava un vino che dimostra una qualità superiore agli altri vini della zona. Pertanto, al fine proprio di tutelare il Tocai ottenuto nella zona di Lison, già nel 1971 era stata riconosciuta la Denominazione d’origine “Lison DOC. Tale denominazione, nel 1974 è stata fusa con la DOC Pramaggiore per formare la denominazione “DOC Lison-Pramaggiore”.

Grazie alla lungimiranza dei produttori della zona che hanno voluto legare questo vino al suo territorio, nel 2000, con la modifica del disciplinare della DOC Lison-Pramaggiore, al vino Tocai è stato inserito il sinonimo “Lison” e, nel 2007, al vitigno Tocai è stato aggiunto il sinonimo Tai per la regione Veneto. Oggi il Lison è conosciuto e stimato dai consumatori tanto da ottenere, nel 2010, il riconoscimento della denominazione DOCG “Lison”. A seguito dello sviluppo viticolo degli ultimi cinquant’anni, con l’adozione di una viticoltura specializzata e professionale, il Lison, assume un ruolo fondamentale per l’enologia della zona: la continua ricerca per il miglioramento del prodotto e gli studi sulla zonazione hanno reso possibile sviluppare tecniche produttive e di vinificazione specifiche per questi vini, in grado di esaltare le caratteristiche organolettiche e legarle indissolubilmente al territorio di produzione.

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 17.07.2009, G.U. 173 del 28.07.2009
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale N.0050357 del 12/07/2019

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco D.O.C.G.

La denominazione d'origine controllata e garantita "Conegliano Valdobbiadene - Prosecco", o "Conegliano - Prosecco" o "Valdobbiadene - Prosecco", e alla relativa Sottozona, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Conegliano Valdobbiadene Prosecco (Categoria Vino)
  2. Conegliano Valdobbiadene Prosecco frizzante (Categoria Vino Frizzante)
  3. Conegliano Valdobbiadene Prosecco Spumante Superiore (Categoria Vino Spumante, Vino Spumante di Qualità e Vino Spumante di Qualità del tipo aromatico), tale tipologia può essere accompagnata dalle seguenti menzioni: “Sui lieviti”; “Rive
  4. Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG »

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco

 

  • Conegliano Valdobbiadene Prosecco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato
    • => 85% Vitigno Glera
    • =< 15% Vitigni Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga.
    • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, brillante, odore vinoso, caratteristico con profumo leggero di fruttato e sapore da secco ad abboccato, gradevolmente amarognolo e giustamente sapido.

  • Conegliano Valdobbiadene Prosecco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
    • => 85% Vitigno Glera
    • =< 15% Vitigni Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga.
    • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino più o meno intenso, brillante, odore gradevole e caratteristico di fruttato e sapore fresco, armonico, fruttato.

  • Conegliano Valdobbiadene Prosecco Spumante Superiore (Vino Bianco Spumante Superiore)
  • Versioni: Spumante Extra-Brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec
    • => 85% Vitigno Glera
    • =< 15% Vitigni Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga.
    • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco Spumante Superiore dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso, brillante, odore gradevole e caratteristico di fruttato e sapore fresco, armonico, gradevolmente fruttato, caratteristico.

  • Conegliano Valdobbiadene Prosecco Spumante Superiore Rive (Vino Bianco Spumante Superiore)
  • Versioni: Spumante Extra-Brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec
    • => 85% Vitigno Glera
    • =< 15% Vitigni Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga.
    • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco Spumante Superiore dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso, brillante, odore gradevole e caratteristico di fruttato e sapore fresco, armonico, gradevolmente fruttato, caratteristico.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco si estende sulle colline situate a nord del Veneto, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

  • La Zona di Produzione del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco è localizzata in:
    • provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto.
  • La Zona di Produzione delle uve che possono essere impiegate nella "pratica tradizionale dell'aggiunta con vini ottenuti dalla vinificazione di uve Pinot bianco, Pinot nero, Pinot grigio e Chardonnay" è localizzata in:
    • provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Cappella Maggiore, Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Farra di Soligo, Follina, Fregona, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, Revine Lago, San Fior, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Sarmede, Segusino, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor, Vittorio Veneto, Asolo, Caerano S. Marco, Castelcucco, Cavaso del Tomba, Cornuda, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Monfumo, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno, S. Zenone degli Ezzelini, Volpago del Montello, Borso del Grappa e Crespano del Grappa.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • I vini DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco elaborati nella versione Spumante possono essere messi in commercio in tutte le tipologie ammesse dalla normativa vigente, con esclusione dei tipi "extra-brut" e "dolce".
  • I vini DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco elaborati nella versione Frizzante devono essere messi in commercio nelle tipologie da “Secco” ad “Amabile”.
  • Nella elaborazione del Vino Spumante DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco è consentita la "pratica tradizionale dell'aggiunta con vini ottenuti dalla vinificazione di uve Pinot bianco, Pinot nero, Pinot grigio e Chardonnay", da sole o congiuntamente.
  • Nella designazione del Vino Spumante DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco è consentito riportare il termine "Millesimato", purché il prodotto sia ottenuto con almeno l’85% del vino dell’annata di riferimento, che va indicata in etichetta.

4. Produttori di Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco

Con l’utilizzo della DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco

Aperitivi con stuzzichini saporiti.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco

L’area collinare del Conegliano Valdobbiadene Prosecco vanta un’antichissima tradizione legata alla coltura della vite, le cui prime testimonianze scritte risalgono alle lapidi dei coloni romani. Già alla fine del VI secolo, il vescovo di Poitier, Venanzio Fortunato, nato a Valdobbiadene, ricordava le sue colline come “la terra in cui eternamente fiorisce la vite sotto la montagna dalla nuda sommità ove il verde ombroso protegge e ristora”.

Successivamente la vocazione alla produzione di vini bianchi nella zona di Conegliano Valdobbiadene è testimoniata da numerosissimi documenti, a partire dagli “Statuti Coneglianesi” del 1282, a quelli relativi alla dominazione della Repubblica Veneziana, alle testimonianze per l’apprezzamento del “vino bianco delle colline di Conegliano Valdobbiadene” dei regnanti inglesi, asburgici e polacchi dei secoli successivi.

La prima citazione scritta della coltivazione del Prosecco nelle colline di Conegliano Valdobbiadene, è opera del nobile coneglianese Francesco Maria Malvolti, che nell’VIII numero del Giornale d’Italia del 1772, parla della coltivazione della vite in quest’area. Da questo periodo le citazioni e la fama del Prosecco crebbero in tutto il comprensorio del Conegliano Valdobbiadene, tanto che, verso la metà dell’800, iniziò ad essere coltivato in purezza. Importanti in questo senso sono le citazioni di due studiosi; il Conte Balbi Valier, selezionatore del biotipo chiamato Prosecco Balbi “con acini tondi e dal sapore e gusto fine, tendente all’aromatico”, ancor oggi apprezzato e largamente coltivato in tutto il comprensorio e quello dello storico Semenzi che, cita in un suo scritto “…squisitissimi vini bianchi sono la verdisa, la Prosecco e la bianchetta”, vitigni che ancora oggi compongono l’uvaggio del Conegliano Valdobbiadene.

La tradizione vitivinicola di questo territorio e la cultura scientifica, trovano concreta applicazione con la nascita nel 1876 a Conegliano della prima Scuola di Viticoltura ed Enologia d’Italia, dalla quale si è sviluppata, nel 1923, la prima Stazione Sperimentale di Viticoltura ed Enologia, ancor oggi sede di riferimento per la ricerca e sperimentazione viticola per il Ministero dell’Agricoltura Italiana.

Nel 1962 i produttori, al fine di tutelare il territorio e il vino, si riuniscono in Consorzio di tutela per definire il disciplinare di produzione, che consente di ottenere, nel 1969 dal Ministero dell’Agricoltura, il riconoscimento a Denominazione di Origine Controllata del “Prosecco dei Colli di Conegliano Valdobbiadene”.

Nel 1966, nasce la prima Strada del vino Italiana, a conferma della tradizione produttiva e della rinomanza e bellezza di questo territorio. Il particolare valore del Conegliano Valdobbiadene viene riconosciuto dalla Regione Veneto, nel 2003, con l’istituzione del primo distretto spumantistico italiano, certificando anche sotto il profilo economico la rilevanza nazionale della denominazione.

Nel 2009, grazie al continuo miglioramento della qualità e alla notorietà che ha raggiunto in 40 anni di successi nazionali ed internazionali, la Denominazione Conegliano Valdobbiadene, è stata riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, ponendo questo territorio al vertice qualitativo della Denominazione Prosecco. Nel 2010, i Ministeri dell’Agricoltura e dei Beni Culturali, inseriscono il Conegliano Valdobbiadene Prosecco nella lista Prioritaria delle candidature italiane per il riconoscimento come Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Il Vino DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 17 luglio 2009.

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