Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 04.11.1996, G.U. 266 del 13.11.1996
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Castelli Romani D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Castelli Romani» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed a i requisiti del disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco Secco, Amabile, Frizzante
- Rosso Secco, Amabile, Frizzante e Novello
- Rosato Secco, Amabile, Frizzante
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Castelli Romani
- Castelli Romani Bianco Secco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore fruttato, intenso e sapore fresco, armonico, secco.
- Castelli Romani Bianco Amabile (Vino Bianco)
- Versioni: Amabile
- => 70% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore fruttato, intenso e sapore fresco, armonico, amabile.
- Castelli Romani Bianco Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, da soli o congiuntamente;
- =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dal colore paglierino più o meno intenso, odore fruttato, intenso e sapore fresco, armonico, frizzante.
- Castelli Romani Rosso Secco (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo.
- Castelli Romani Rosso Amabile (Vino Rosso)
- Versioni: Amabile
- => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo, amabile.
- Castelli Romani Rosso Frizzante (Vino Rosso Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Frizzante dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, fruttato per il tipo novello, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo, frizzante.
- Castelli Romani Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigni Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Novello dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso, persistente, caratteristico, fruttato, dal sapore fresco, armonico, secco, rotondo, vivace e fragrante.
- Castelli Romani Rosato Secco (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 100% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese (in uvaggio tra uve a bacca bianca e nera o in lavorazione in rosato delle uve a bacca nera).
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, talvolta con tonalità rubino, odore fruttato, intenso, vinoso, dal sapore fresco, armonico, secco.
- Castelli Romani Rosato Amabile (Vino Rosato)
- Versioni: Amabile
- => 100% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese (in uvaggio tra uve a bacca bianca e nera o in lavorazione in rosato delle uve a bacca nera).
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa più o meno intenso, talvolta con tonalità rubino, odore fruttato, intenso, vinoso, dal sapore fresco, armonico, amabile.
- Castelli Romani Rosato Frizzante (Vino Rosato Frizzante)
- Versioni: Secco
- => 100% Vitigni Malvasia di Candia Bianca, Malvasia Puntinata, Trebbiano Toscano, Trebbiano di Soave, Toscano Verde e Toscano Giallo, Cesanese, Merlot, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese (in uvaggio tra uve a bacca bianca e nera o in lavorazione in rosato delle uve a bacca nera).
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Frizzante dal colore rosa più o meno intenso, talvolta con tonalità rubino, odore fruttato, intenso, vinoso, dal sapore fresco, armonico, frizzante.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Castelli Romani
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Castelli Romani si estende nella parte meridionale dell’Agro romano, i Colli Albani, la parte nord orientale dell’Agro Pontino e l’alta valle del fiume Sacco, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Castelli Romani è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio dei comuni di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monteporzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri, Zagarolo, San Cesareo e, in parte, i territori dei comuni di Ardea, Artena, Montecompatri, Pomezia e Roma.
- provincia di Latina e comprende il territorio del comune di Cori e, in parte, il territorio dei comuni di Cisterna di Latina e Aprilia.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Castelli Romani
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Castelli Romani prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Castelli Romani Bianco non dovrà essere superiore al 73% e al 70% per le tipologie Rosso e Rosato; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Nella designazione dei Vini DOC XXX può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
4. Produttori di Vino DOC Castelli Romani
Con l’utilizzo della DOC Castelli Romani i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Castelli Romani
Primi piatti a base di pesce, risotti con verdure, arrosti di carni rosse alla griglia, pollo e coniglio alla cacciatora.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Castelli Romani
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dei “Castelli romani”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Castelli romani”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Castelli romani”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona dei “Castelli romani” è attestata fin dall’epoca romana, in molte opere dei georgici latini. Con la caduta dell'impero romano e le invasioni barbariche, la viticoltura di queste terre, nonostante i danni subiti, sopravvive e non perde la sua continuità con il passato.
Superati i secoli bui, la viticoltura nei Colli albani si diffuse nuovamente, razionalizzandosi, fino a diventare la coltura principale del territorio castellano, grazie anche alla grande richiesta di vino di Roma, sede della corte papale e teatro di un forte aumento della popolazione: tutto ciò è testimoniato dai numerosi documenti, inerenti i terreni vitati, custoditi negli archivi monastici o gli statuti delle città ricadenti nell’area delimitata che dedicano numerosi capitoli alla conduzione delle vigne e alla produzione ed al commercio del vino. Gabelle, proibizioni, bandi ed editti proliferarono intorno al vino, come dimostrano i regesti e i numerosi libri della gabella del vino conservati nell’Archivio di Stato di Roma a partire dal 1422.
In tal modo il potere papale disciplinava la produzione nei vigneti di Roma e dei Castelli Romani: proprio sotto il pontificato di Paolo III il mercato romano fu invaso dai vini dei Castelli, sia perché il vino romanesco non era sufficiente per il consumo della città, sia perché papi e cardinali amavano avere sulle mense vini diversi e di qualità.
La diversificazione tra vino romanesco (quello prodotto entro sette miglia dal Campidoglio) e vino dei Castelli è attestato fino al XIX secolo. Nel 1831 una Notificazione del Tesoriere Generale dello Sato Pontificio, proibisce l’importazione di vino ordinario e di acquavite in fusti in quanto “avendo particolarmente a cuore la utile industria delle vigne e prendendo uno speciale interesse a vantaggio dei Proprietari delle medesime, gran parte de’quali, in ispecie in Roma, e nei vicini Castelli trovansi in possesso di copiose quantità di tuttora invendute di Vini, e di Acquavite”.
Il Mancini che nella monografia Il Lazio viticolo e vinicolo (1888), afferma che nei Castelli Romani “in tutti questi comuni la vigna costituisce la coltivazione predominante, quella sulla quale vivono almeno i due terzi della popolazione”. Il giornalista tedesco Barth, nel suo lavoro Osteria: Guida spirituale alle osterie italiane (1909), scrive dei Castelli Romani “Qui è il campo del Dio coronato dai pampini: i pali delle viti, come le innumerevoli piramidi di fucili di un esercito, e come una apocalittica fortezza, circondano e difendono i luoghi della grazia e l’odor del vino e il sole si spandono poeticamente su tutta questa terra”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori, hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del “Castelli Romani”.
Il Vino DOC Castelli Romani ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 4 novembre 1996.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 19.05.1975, G.U. 292 del 05.11.1975
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Bianco Capena D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Bianco Capena» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Bianco Superiore
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Bianco Capena
- Bianco Capena (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato
- =< 55% Vitigni Malvasia di Candia, del Lazio e Toscana, da soli o congiuntamente;
- => 25% Vitigni Trebbiano Giallo e Toscano, da soli o congiuntamente;
- =< 20% Vitigni Bellone e Bombino Bianco, da soli o congiuntamente.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore leggermente aromatico, fine, caratteristico e sapore asciutto o leggermente abboccato, caratteristico e gradevole.
- Bianco Capena Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato
- =< 55% Vitigni Malvasia di Candia, del Lazio e Toscana, da soli o congiuntamente;
- => 25% Vitigni Trebbiano Giallo e Toscano, da soli o congiuntamente;
- =< 20% Vitigni Bellone e Bombino Bianco, da soli o congiuntamente.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore leggermente aromatico, fine, caratteristico e sapore asciutto o leggermente abboccato, caratteristico e gradevole.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Bianco Capena
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Bianco Capena si estende sui rilievi collinari posti tra la valle del fiume Tevere ed il complesso del Vulcano Sabatino, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Bianco Capena è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio del comune di Capena e, in parte, il territorio dei comuni di Fiano Romano, Morlupo e Castelnuovo di Porto.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Bianco Capena
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Bianco Capena prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Bianco Capena non dovrà essere superiore al 70%; oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Bianco Capena è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Bianco Capena
Con l’utilizzo della DOC Bianco Capena i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Bianco Capena
Antipasti di pesci salsati, primi piatti a base di crostacei e verdure, pesci al forno
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Bianco Capena
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antica “Capena”, dagli Etruschi passando per i Romani, al medioevo, fino ai giorni nostri ed attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Bianco Capena”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Bianco Capena”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Bianco Capena” è attestata fin dall’epoca degli Etruschi, in molti reperti dei georgici latini. Gli Statuti di Castelnuovo, emanati nel 1548, regolamentavano l’ordinamento della Comunità su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale. Diversi Capitoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura.
La coltura della vite passò indenne attraverso i secoli bui, tanto che nel 1703 il Piazza in La Gerarchia cardinalizia, riporta per Castelnuovo “l'amenità del sito, in un colle assai eminente al Territorio, che gli soggiace d'intorno; la fertilità del terreno di vino, ...”; nel 1857 il Palmieri nella Topografia statistica dello stato pontificio, riporta “l’olio di Fiano è squisito, e così il vino..”, Leprignano (l’odierna Capena) “ha un territorio feracissimo di grano, olio, vino eccellente..”, “Morlupo fornisce asssai grano, ed un esquisito e dolce vino, per la situazione delle vigne bellissime su tutte colline esposte al sole.”
Negli Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola (1883), a conferma dell’importanza che la viticoltura ha nella zona delimitata, si riporta, ..a Leprignano la vigna nel colle vale 7000 lire l’ettaro contro le 70 di Farnese e nel piano 8000 come a Marino.
La storia recente, a causa della chiusura della Cantina sociale Feronia, è caratterizzata da una situazione di stasi della denominazione, che nonostante l’impianto di nuovi vigneti e la nascita di nuove aziende non riesce ancora ha riconquistare appieno la notorietà passata.
Il Vino DOC Bianco Capena ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 19 maggio 1975.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 26.04.1999, G.U. 103 del 05.05.1999
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Atina D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Atina» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Rosso Riserva
- Cabernet
- Cabernet Riserva
- Semillon
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Atina
- Atina Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Cabernet Suvignon
- => 10% Vitigno Cabernet Franc
- => 10% Vitigno Merlot
- => 10% Vitigno Syrah
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, odore, fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.
- Atina Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Cabernet Suvignon
- => 10% Vitigno Cabernet Franc
- => 10% Vitigno Merlot
- => 10% Vitigno Syrah
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, odore fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.
- Atina Cabernet (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Franc e Cabernet Suvignon, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, odore fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.
- Atina Cabernet Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Franc e Cabernet Suvignon, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, odore fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.
- Atina Semillon (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Semillon
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato con note floreali e fruttate e sapore secco, sapido, morbido, persistente.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Atina
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Atina si estende nelle alture della Val di Comino (nella parte sud orientale del Lazio), il cui territorio, adeguatamente ventilato e luminoso, favorisce l'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Atina è localizzata in:
- provincia di Frosinone e comprende il territorio dei comuni di Atina, Gallinaro, Belmonte Castello, Picinisco, Sant’Elia Fiumerapido, Alvito, Villa Latina, San Donato Val di Comino, Vicalvi, Casalattico, Casalvieri e Settefrati.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Atina
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Atina prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Atina non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Atina è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
- I Vini DOC Atina Rosso Riserva e Cabernet Riserva, devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 in botti legno.
4. Produttori di Vino DOC Atina
Con l’utilizzo della DOC Atina i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Atina
Piatti corposi a base di carni sia bianche che rosse, selvaggina da pelo.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Atina
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antico “Sannio”, dai Romani, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Atina”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Atina”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Atina” è attestata fin dall’epoca dei Romani, in molte opere dei georgici latini. In tempi più recenti, la valenza dei viticoltori è riportata dal Castrucci nell’opera citata che scrive “Alvito.. vi si trova fra due falde de' monti un'amena e feconda valle a modo d'un triangolo, nella quale il dottor Ascanio Panicali, vi ha fatto un vaghissimo arboreto con copie di viti, e spalliere di ramerini e rose , disposte con uno stradone a modo di giardino, ed una selva di piante, che portano delicati e singolari frutti, e saporiti vini, dove anco vi è un pozzo di fresca e chiara acqua”, “Picinisco.. È tutto il territorio in monti, selve, boschi, e colli, parte coltivati con arboreti e vigne, arbori fruttiferi, con bell' ordine, e vaghezza disposti, circondate da belle fratte, o siepi di verdeggianti frondi tessute, ed avviticchiate in modo di pareti di giardini , che apporta gran diletto, e fa una bellissima vista; portano graziosissimi vini, in gran quantità, non dissimili dalli Albani; vero è, che ha poco territorio fertile a grano”, “Atino (l’odierna Atina)..con molte amene e deliziose colline, e feconde valli ornate d' arboreti, vigne, che portano seco frutti e delicatissimi vini”.
Durante i secoli XIX e XX la viticoltura ha vissuto vicende molto importanti e subito profonde modificazioni che hanno interessato anche la Val di Comino. Infatti, accanto alle varietà tradizionalmente coltivate, ad opera di Pasquale Visocchi insigne agronomo di Atina, furono introdotte numerose varietà francesi sia a bacca bianche che a bacca rossa che trasformarono profondamente la base ampelografica dell’area.
L’opera del Visocchi, anche attraverso la creazione di un campo sperimentale in località S. Michele, da cui prese il nome commerciale uno dei migliori vini dell’azienda, fu volta al miglioramento della produzione vitivinicola della zona che era basata principalmente su vitigni e forme di allevamento tradizionali. Il motto “Il genio del vino è nel vitigno” riportato nel logo della cantina Fratelli Visocchi dell’epoca, fa pensare come la cantina avesse puntato dal punto di vista commerciale sui vitigni francesi: i vini si distinguevano in Sammichele rosso fino (Cabernet), Sammichele rosso extra (Pinot rosso), Sammichele rosso superiore (Malbek e Gamay), Sammichele bianco extra-fine (Pinot Bianco), Sammichele bianco extra (Sauvignon) e Sammichele bianco superiore (Sèmeillon).
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, con la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del vino “Atina”.
Il Vino DOC Atina ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 26 aprile 1999.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 13.05.1966, G.U. 174 del 16.07.1966
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Aprilia D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Aprilia» è riservata ai vini bianchi e rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le tipologie:
- Bianco
- Rosso
- Rosato
- Merlot
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Aprilia
- Bianco di Aprilia (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
- >< 5-35% Vitigno Chardonnay
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino talora con riflessi verdolini, odore intenso, caratteristico, con note floreali e sapore secco, intenso, equilibrato.
- Rosso di Aprilia (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- >< 5-25% Vitigno Cabernet Sauvignon
- >< 5-25% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino con riflessi granati con l’invecchiamento, odore intenso, fine con sentori di frutta matura e sapore secco, intenso, armonico, di giusto corpo.
- Rosato di Aprilia (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- >< 5-25% Vitigno Cabernet Sauvignon
- >< 5-25% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa tenue, odore delicato, floreale e sapore fresco, secco, sapido.
- Merlot di Aprilia (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, tendente al granato con l’invecchiamento, odore vinoso, gradevole e sapore secco, di corpo, caratteristico.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Aprilia
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Aprilia si estende nelle zone pianeggianti comprese tra l’Agro Romano e l’Agro Pontino, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Aprilia è localizzata in:
- provincia di Latina e comprende il territorio del comune di Aprilia e, in parte, il territorio dei comuni di Cisterna e Latina.
- provincia di Roma e comprende il territorio del comune di Nettuno.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Aprilia
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Aprilia prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Aprilia non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Aprilia è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Aprilia
Con l’utilizzo della DOC Aprilia i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Aprilia
Zuppe di verdura, fritture di pesce azzurro, cozze alla marinara, risotti alle erbe, gnocchi alla romana, spaghetti alla carbonara, arrosti di carni bianche, carni rosse alla griglia o stufate, pollame e coniglio alla cacciatora.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Aprilia
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra “Pontina”, purtroppo persa per molti secoli a causa dei fattori naturali ed umani succedutesi nel tempo – ma comunque insita nelle caratteristiche intrinseche del territorio - è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Aprilia”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i vini “Aprilia”.
In particolare il lento e progressivo recupero del territorio paludoso, protrattosi per secoli, ha contribuito alla rinascita dell’agricoltura e segnatamente della viticoltura dell’area: l’opera dell’uomo, in particolare quella dei coloni insediatosi nella prima metà del secolo scorso, hanno dato a questa terra la possibilità di esprimere al meglio il suo potenziale viticolo.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, dovuta alla professionalità degli operatori, all’impianto di nuovi vigneti e alla nascita di nuove aziende, che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del vino “Aprilia”.
Il Vino DOC Aprilia ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 13 maggio 1966.