Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 23.04.1966, G.U.145 del 14.06.1966 - Approvato DOCG con D.P.R. 03.10.1980, G.U. 242 del 03.09.1981
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 17.04.2015 - G.U. n. 97 del 28.04.2015
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Barbaresco D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita «Barbaresco» è riservata ai vini rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Barbaresco
- Barbaresco Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Barbaresco
- Barbaresco (Vino Rosso)*
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Nebbiolo
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso granato, dall'odore intenso e caratteristico e dal sapore asciutto, pieno, armonico.
- Abbinamenti: Arrosti, Brasato, Lepre in civet, Parmigiano reggiano.
- Barbaresco Riserva (Vino Rosso Invecchiato)*
- Versioni: Secco
- =100% Vitigno Nebbiolo
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso granato, dall'odore intenso e caratteristico e dal sapore asciutto, pieno, armonico.
- Abbinamenti: Arrosti, Brasato, Lepre in civet, Parmigiano reggiano.
(*) Entrambe le tipologie del vino Barbaresco possono riportare una delle seguenti "menzioni geografiche aggiuntive", a loro volta seguite dalla menzione "Vigna" in presenza di determinate condizioni di coltivazione: Albesani, Asili, Ausario, Balluri, Basarin, Bernadot, Bordini, Bricco di Neive, Bricco di Treiso, Bric Micca, Ca' Grossa, Canova, Cars, Casot, Castellizzano, Cavanna, Cole, Cottà, Currà, Faset, Fausoni, Ferrere, Gaia-Principe, Gallina, Garassino, Giacone, Giacosa, Manzola, Marcarini, Marcorino, Martinenga, Meruzzano, Montaribaldi, Montefico, Montersino, Montestefano, Muncagota, Nervo, Ovello, Paje', Pajore', Pora, Rabaja', Rabaja-Bas, Rio Sordo, Rivetti, Rizzi, Roccalini, Rocche Massalupo, Rombone, Roncaglie, Roncagliette, Ronchi, San Cristoforo, San Giuliano, San Stunet, Secondine, Serraboella, Serracapelli, Serragrilli, Starderi, Tre Stelle, Trifolera, Valeirano, Vallegrande e Vicenziana.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Barbaresco
Il Barbaresco nasce nelle langhe, termine che secondo alcuni studiosi deriverebbe da "Langues" che non sono altro che delle lingue di terra che si estendono in un vivace gioco di profili, modulati dal mutare delle stagioni.
Relativamente al territorio, possiamo distinguere i colli di Barbaresco e Neive dove si originano vini caratterizzati da una parte da struttura, pienezza tannica e potenza, dall’altra da morbidezza, ricchezza fruttata e finezza, ed i colli di Treiso che originano vini con caratteristiche più legate alla finezza e all’eleganza che alla struttura.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Barbaresco è localizzata in:
- provincia di Cuneo e comprende il territorio dei comuni di Barbaresco, Neive, Treiso (già frazione di Barbaresco) e la parte della frazione San Rocco Senodelvio già facente parte del comune di Barbaresco ed aggregata al comune di Alba.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Barbaresco
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Barbaresco prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell'uva in vino finito non dovrà essere superiore al 70% per entrambe le tipologie di Barbaresco. Qualora tale resa superi la percentuale indicata, ma non oltre il 75%, l'eccedenza non ha diritto alla denominazione di origine controllata e garantita; oltre detto limite percentuale, decade il diritto alla denominazione di origine per tutto il prodotto.
- Entrambe le tipologie di vino devono essere sottoposte a un periodo di invecchiamento obbligatorio minimo di 26 mesi per il vino Barbaresco e di 50 mesi per il vino Barbaresco Riserva. Finito il periodo di invecchiamento, la resa massima dell'uva in vino non dovrà essere superiore al 68% per ambedue tipologie di Barbaresco.
4. Produttori di Vino DOCG Barbaresco
Con l’utilizzo della DOCG Barbaresco i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Barbaresco
Piatti di carne importanti e saporiti e preparazioni aromatico-speziate come selvaggina, brasati di carne rossa, grigliate con salse brune, coniglio, formaggi gustosi e piccanti, rognoncini trifolati, fegatini, capriolo alla piemontese.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Barbaresco
La coltivazione del Nebbiolo in questa zona ha origini molto antiche: secondo alcuni furono i Galli i primi ad essere attratti dal vino Barbaritium e per questo giunsero in Italia; altri sostengono che il Barbaresco derivi il suo nome dai popoli Barbari che causarono la caduta dell’impero romano. Quale che sia la sua origine, oggi poco importa: certamente è una delle prime denominazioni riconosciute in Italia nel 1966 insieme al Barolo.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.M. 09.07.1967, G.U. 199 del 09.08.1967 - Approvato DOCG con D.M. 29.11.1993, G.U. 287 del 07.12.1993
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U n.159 del 05.07.2021
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Asti D.O.C.G.
La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Asti” con le relative Sottozone, è riservata ai vini rispondenti alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Asti o Asti Spumante
- Asti o Asti Spumante Metodo Classico (metodo tradizionale)
- Moscato d’Asti
- Moscato d’Asti vendemmia tardiva
- Sottozone del Vino Asti DOCG »
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Asti
- Asti (o Asti Spumante) (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Pas-dosè /Brut-nature /Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec /Doux
- => 97% Vitigno Moscato Bianco
- =< 3% Vitigni a bacca bianca aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla Spuma fine e persistente; Colore da giallo paglierino a dorato tenue; Odore caratteristico, delicato; Sapore caratteristico, equilibrato, da pas-dosè a dolce.
- Asti (o Asti Spumante) Metodo Classico (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Pas-dosè /Brut-nature /Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec /Doux
- => 97% Vitigno Moscato Bianco
- =< 3% Vitigni a bacca bianca aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante, dalla Spuma fine e persistente; Colore da giallo paglierino a dorato assai tenue; Odore caratteristico, spiccato, delicato; Sapore caratteristico, equilibrato, da pas-dosè a dolce.
- Moscato d'Asti (Vino Bianco Moscato)
- Versioni: Dolce
- => 97% Vitigno Moscato Bianco
- =< 3% Vitigni a bacca bianca aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Moscato, dal Colore paglierino giallo più o meno intenso; Odore caratteristico e fragrante di Moscato; Sapore dolce, aromatico, caratteristico, talvolta vivace.
- Moscato d'Asti Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Dolce
- => 97% Vitigno Moscato Bianco
- =< 3% Vitigni a bacca bianca aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte
- => 14% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vendemmia Tardiva, dal Colore giallo dorato; Odore fruttato, molto intenso, caratteristico dell’uva appassita con note speziate; Sapore dolce, armonico, vellutato con sentori di uva Moscato che ricorda il favo del miele.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Asti
Il comprensorio da cui nascono Asti docg e Moscato d’Asti docg è nel sistema collinare alla destra orografica del fiume Tanaro, comprende anche Langhe e Alto Monferrato che si identificano nella loro origine sedimentaria, con struttura priva di rocce. Le colline langarole hanno forma allungata con numerosi calanchi a strapiombo, ma anche crinali lunghi in leggera pendenza. I colli monferrini più tondeggianti hanno declivi morbidi e fondovalle freschi che creano magnifici contrasti con i crinali più soleggiati. Due paesaggi diversi, ma decisamente attraenti, dove nulla si ripete, tanto mutevole e sorprendente è lo scenario che si presenta al visitatore. Qui regna la vite, che prospera in filari ordinati, curati, preziosi, capaci di rendere inconfondibile e irripetibile lo straordinario paesaggio del sud Piemonte, unico al mondo.
- La Zona di Produzione dei Vini DOCG Asti Spumante, Asti Spumante Metodo Classico, Moscato d'Asti e Moscato d'Asti Vendemmia Tardiva è localizzata in:
- provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Acqui Terme, Alice Bel Colle, Bistagno, Cassine, Grognardo, Ricaldone, Strevi, Terzo e Visone;
- provincia di Asti, e comprende il territorio dei comuni di Bubbio, Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Castagnole Lanze, Castel Boglione, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Castel Rocchero, Cessole, Coazzolo, Costigliole d'Asti, Fontanile, Incisa Scapaccino, Loazzolo, Maranzana, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone, Nizza Monferrato, Quaranti, San Marzano Oliveto, Moasca, Sessame, Vesime, Rocchetta Palafea e San Giorgio Scarampi;
- provincia di Cuneo, e comprende il territorio dei comuni di Castiglione Tinella, Cossano Belbo, Mango, Neive, Neviglie, Rocchetta Belbo, Serralunga d'Alba, S. Stefano Belbo, S. Vittoria d'Alba, Treiso, Trezzo Tinella, Castino, Perletto e le frazioni di Como e San Rocco Senodelvio del comune di Alba.
- Sottozone del Vino DOCG Moscato d'Asti:
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Moscato d'Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba è localizzata in:
- provincia di Cuneo e comprende il territorio del comune di Santa Vittoria d'Alba.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Moscato d'Asti - Sottozona Strevi è localizzata in:
- provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Acqui Terme, Cassine, Ricaldone, Strevi, Terzo, Alice Bel Colle, Bistagno, Grognardo e Visone.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Moscato d'Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba è localizzata in:
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Asti
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Asti prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima di uva in vino per la produzione dei vini DOCG Asti Spumante e Moscato d'Asti non deve essere superiore ai valori che seguono. Eventuali eccedenze, possibili sino ad un massimo del 5%, non avranno diritto alla Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Ulteriori eccedenze comporteranno la perdita del diritto alla Denominazione di Origine Controllata e Garantita per tutto il prodotto interessato.
- 75% per il Vino Asti Spumante;
- 60% per il Vino Asti Spumante Metodo Classico;
- 75% per il Vino Moscato d'Asti;
- 50% per il Vino Moscato d’Asti Vendemmia Tardiva
- 75% per il Vino Moscato d'Asti - Sottozona Canelli;
- 72% per il Vino Moscato d'Asti - Sottozona Santa Vittoria d'Alba;
- 45% per il Vino Moscato d'Asti Vendemmia Tardiva - Sottozona Santa Vittoria d'Alba;
- 75% per il Vino Moscato d'Asti - Sottozona Strevi.
- Durante la vinificazione sono ammesse altre pratiche enologiche, tra cui in particolare:
- cernita delle uve quando necessario;
- eventuale diraspatura dei grappoli e loro normale pressatura;
- formazione in vasche della cosiddetta coperta;
- aggiunta al mosto di coagulanti e chiarificanti nelle dosi consuetudinarie e comunque nei limiti previsti dalle leggi;
- conseguente decantazione del mosto seguita da filtrazioni o centrifugazioni dello stesso e refrigerazioni.
- Le pratiche di spumantizzazione del mosto utilizzato per la produzione del Vino Asti Spumante prevedono la fermentazione naturale in autoclave (metodo Martinotti), il cui processo di presa di spuma non può avere una durata inferiore ad un mese compreso il periodo di affinamento in bottiglia.
- Le pratiche di spumantizzazione del mosto utilizzato per la produzione del Vino Asti Spumante Metodo Classico prevedono la fermentazione naturale in bottiglia per una durata di nove mesi a contatto con le fecce, che indi verranno separate dal prodotto mediante la pratica di sboccatura.
- Il vino “Moscato d’Asti Vendemmia Tardiva” deve essere sottoposto ad un periodo di affinamento di almeno un anno, calcolato a decorrere dal momento della preparazione.
4. Produttori di Vino DOCG Asti
Con l’utilizzo della DOCG Asti i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Asti
Dolci da forno e a pasta lievitata, poco consistenti e soprattutto a base di frutta, zabaione, panna cotta, dessert piemontesi ricchi di panna, il panettone milanese e il pandoro di Verona.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Asti
La storia dei vini spumanti italiani passa dal Piemonte e in particolare dalla città astigiana di Canelli che per antonomasia è considerata la capitale dello spumante. Nelle cantine delle Case spumantiere canellesi sono state sviluppate, a partire dal 1850, le tecniche di vinificazione le quali, con costanti miglioramenti, permettono a tutt’oggi di produrre uno spumante fine e delicato come l’Asti docg.
Le conoscenze acquisite dagli enologi delle Cantine, l’applicazione di innovazioni tecnologiche e gli studi scientifici mirati sviluppati da ricercatori incuriositi e stimolati dalle caratteristiche dell’Asti docg, hanno portato all’ottimizzazione del processo di produzione, conservando insieme innovazione e esperienze del passato. Alcune importanti applicazioni, indispensabili per assicurare una qualità elevata e costante dell’Asti nel tempo, come ad esempio i processi di stabilizzazione o conservazione delle caratteristiche di freschezza e fragranza del prodotto, derivano proprio da un bagaglio tecnico tramandato nel corso dei decenni.
Inoltre, grazie al Consorzio dell’Asti, primo esempio in Italia, il processo di tracciabilità di ogni bottiglia, attraverso un apposito procedimento telematico e multimediale, svolge un ruolo di tutela del consumatore poiché consente di verificare in tempo reale, partendo dal contrassegno di stato (la cosiddetta fascetta) incollato sul collo di ogni bottiglia, il percorso del vino attraverso l’intero iter di trasformazione, dalla vendemmia agli scaffali di vendita.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.M. 31.10.2002, G.U. 275 del 23.11.2002 - Approvato DOCG con D.M. 21.02.2011, G.U. 56 del 09.03.2011
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 13.10.2014 - G.U. 245 del 21.10.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Alta Langa D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita "Alta Langa" è riservata ai vini spumanti, ottenuti esclusivamente con la rifermentazione in bottiglia, che rispondono alle condizioni ed ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Alta Langa Spumante, anche Riserva
- Alta Langa Spumante Rosato, anche Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Alta Langa
- Alta Langa Spumante Bianco (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut
- => 90% Vitigno Pinot Nero e/o Chardonnay
- =< 10% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore da giallo paglierino tenue ad oro intenso, odore fragrante, complesso, caratteristico della rifermentazione in bottiglia e dal sapore sapido, fine ed armonico.
- Abbinamenti: Aperitivi, Crostacei, Pesci, Molluschi, Dessert.
- Alta Langa Spumante Bianco Riserva (Vino Bianco Spumante Invecchiato)
- Versioni: Spumante Brut
- => 90% Vitigno Pinot Nero e/o Chardonnay
- =< 10% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante Invecchiato dalla spuma fine e persistente, colore da giallo paglierino tenue ad oro intenso, odore fragrante, complesso, caratteristico della rifermentazione in bottiglia e dal sapore sapido, fine ed armonico.
- Abbinamenti: Aperitivi, Crostacei, Pesci, Molluschi, Dessert.
- Alta Langa Spumante Rosato (Vino Rosato Spumante)
- Versioni: Spumante Brut
- => 90% Vitigno Pinot Nero e/o Chardonnay
- =< 10% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosato più o meno intenso, odore fragrante, complesso, caratteristico della rifermentazione in bottiglia e sapore sapido, fine ed armonico.
- Abbinamenti: Aperitivi, Crostacei, Pesci, Molluschi, Dessert.
- Alta Langa Spumante Rosato Riserva (Vino Rosato Spumante Invecchiato)
- Versioni: Spumante Brut
- => 90% Vitigno Pinot Nero e/o Chardonnay
- =< 10% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Spumante Invecchiato dalla spuma fine e persistente, colore rosato più o meno intenso, odore fragrante, complesso, caratteristico della rifermentazione in bottiglia e sapore sapido, fine ed armonico.
- Abbinamenti: Aperitivi, Crostacei, Pesci, Molluschi, Dessert.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Alta Langa
La produzione dei vini spumanti sotto la denominazione Alta Langa include una vasta area del Piemonte che abbraccia una lunga fascia collinare nelle province meridionali del Piemonte alla destra del fiume Tanaro. L’ambiente di coltivazione da la preferenza alle aree a moderata insolazione, dotate di buone escursioni termiche e con umidità relativa contenuta. La sistemazione dei vigneti in aree particolarmente vocate, la grande padronanza tecnica degli operatori agricoli e la lunga esperienza enologica della Case spumantiere si sono felicemente coalizzate nel produrre vini importanti e strutturati.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Alta Langa è localizzata in:
- provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Acqui Terme, Alice Bel Colle, Belforte Monferrato, Bistagno, Bosio, Capriata d'Orba, Carpeneto, Cartosio, Casaleggio Boiro, Castelnuovo Bormida, Castelletto d'Erro, Castelletto d'Orba, Cassine, Cassinelle, Cavatore, Cremolino, Denice, Grognardo, Lerma, Malvicino, Melazzo, Merana, Molare, Montaldeo, Montaldo Bormida, Montechiaro d'Acqui, Morbello, Mornese, Morsasco, Orsara Bormida, Ovada, Pareto, Parodi Ligure, Ponti, Ponzone, Prasco, Predosa, Ricaldone, Rivalta Bormida, Rocca Grimalda, San Cristoforo, Sezzadio, Silvano d'Orba, Spigno Monferrato, Strevi, Tagliolo Monferrato, Terzo, Trisobbio e Visone.
- provincia di Asti e comprende il territorio dei comuni di Bubbio, Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Castel Boglione, Castelletto Molina, Castelrocchero, Cessole, Coazzolo, Fontanile, Loazzolo, Maranzana, Monastero Bormida, Mombaldone, Mombaruzzo, Montabone, Olmo Gentile, Quaranti, Roccaverano, Rocchetta Palafea, San Giorgio Scarampi, San Marzano Oliveto, Serole, Sessame e Vesime.
- provincia di Cuneo e comprende il territorio dei comuni di Alba, Albaretto Torre, Arguello, Bastia, Belvedere Langhe, Benevello, Bergolo, Bonvicino, Borgomale, Bosia, Bossolasco, Briaglia, Camerana, Camo, Carrù, Castellino Tanaro, Castelletto Uzzone, Castiglione Tinella, Castino, Cerretto Langhe, Ceva, Cigliè, Clavesana, Cortemilia, Cossano Belbo, Cravanzana, Diano d'Alba, Dogliani, Farigliano, Feisoglio, Cissone, Gorzegno, Gottasecca, Grinzane Cavour, Igliano, Lequio Berria, Levice, Mango, Marsaglia, Mombarcaro, Monchiero, Mondovi', Monesiglio, Monforte d'Alba, Montelupo Albese, Murazzano, Neviglie, Niella Belbo, Niella Tanaro, Novello, Paroldo, Perletto, Pezzolo Valle Uzzone, Piozzo, Prunetto, Roascio, Rocca di Cigliè, Rocchetta Belbo, Roddino, Rodello, Sale Langhe, Sale San Giovanni, Saliceto, San Benedetto Belbo, Santo Stefano Belbo, Serralunga d'Alba, Serravalle Langhe, Sinio, Somano, Torre Bormida, Torresina, Treiso, Trezzo Tinella e Vicoforte.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Alta Langa
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Alta Langa prevedono, tra l'altro, che:
- Per tutte le tipologie di Vino Alta Langa, la resa massima dell'uva in vino finito non dovrà essere superiore a 65%. Qualora tale resa superi questa percentuale, ma non oltre il 75% l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detto limite di percentuale decade il diritto alla denominazione di origine controllata e garantita per tutto il prodotto.
- Le operazioni di vendemmia sono condotte con la raccolta manuale dei grappoli in piccole cassette forate, mediante le quali vengono anche trasferite ai centri di pressatura e vinificazione. Il trasporto in cantina in piccole cassette consente di trasferire grappoli perfettamente sani ed integri alla prima fase del processo di vinificazione, la pressatura. Si tratta di una fase molto delicata, condotta con l’impiego di una particolare pressa pneumatica, che consente di procedere ad una pressatura con diverse intensità, intervallate da periodi di riposo: il risultato di questo procedimento è la separazione di diverse fasi di mosto, che proseguono poi individualmente il resto del loro processo di vinificazione.
- Nella elaborazione dei vini deve essere applicato il metodo della rifermentazione in bottiglia secondo il metodo tradizionale o classico. È consentito l’uso del travaso isobarico o il trasferimento da una bottiglia ad un’altra per permettere l’utilizzo di contenitori di foggia o capacità diverse. L’introduzione della tipologia Riserva sia per lo spumante bianco che per il rosè prevede un prodotto ottenuto con permanenza sulle fecce di minimo 36 mesi. Da sempre si è sperimentato la maturazione del vino spumante sui lieviti per valutarne la maturazione, lo sviluppo della qualità e la sua evoluzione. Tanto che abbiamo uno spumante con 24 mesi di invecchiamento e ad uno con 36 mesi che ha le caratteristiche per essere millesimato e riserva.
4. Produttori di Vino DOCG Alta Langa
Con l’utilizzo della DOCG Alta Langa i Produttori Vinicoli Piemontesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Alta Langa
Primi piatti delicati ed antipasti di verdure, crostacei e pesci con salse delicate. Perfetto come aperitivo.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Alta Langa
Una fase storica significativa della cultura vinicola piemontese Vino Alta Langa risale alla metà dell'800, allorché il Marchese Leopoldo Incisa aveva incluso diversi vitigni francesi nella sua collezione ampelografica localizzata nei vigneti di Rocchetta Tanaro, in quella che allora era la provincia di Alessandria (che includeva anche Asti). Questi vitigni non incontravano, però, molto favore soprattutto presso i viticoltori. L’avversione dei contadini verso i vitigni stranieri era testimoniata ancora verso la fine del secolo dalle lamentele del proprietario succeduto al Marchese Incisa, che non trovava alcun agricoltore disposto a coltivarli.
In realtà, a metà dell’800, non mancavano in Piemonte impianti di Pinot. Già dai primi decenni del 1800 i Conti di Sambuy avevano incominciato ad introdurre alcuni rinomati vitigni francesi con il preciso scopo di migliorare la produzione vinicola locale. Carlo Gancia, però, aveva favorito la diffusione dei Pinot e Chardonnay tra i viticoltori del circondario di Canelli per averne una certa quantità da impiegare nella produzione dei suoi spumanti.
Con il Progetto Spumante Metodo Classico in Piemonte, del quale la denominazione “Alta Langa” è nata, l’industria spumantistica piemontese ha reso al suo territorio un contributo di impegno economico e tecnologico prezioso ad una vocazionalità che per decenni era rimasta inespressa al di fuori del mero ambito scientifico. Si è dimostrato che le colline piemontesi dove la vite aveva nel tempo sedimentato una presenza significativa e duratura, disponevano anche della vocazione per le varietà specializzate alla produzione di spumanti Metodo Classico, secondo un modello di sviluppo che affiancasse di continuo all’enunciazione teorica la sperimentazione pratica.
La stessa strategia della vendemmia, basata essenzialmente sulla manualità dell’operazione e sulla raccolta esclusiva delle uve in piccole cassette forate, utilizzate anche per il convogliamento alla vinificazione, comporta un impegno specifico, a volte anche rilevante che ripaga con un prodotto che rappresenta gli spumanti piemontesi eccellenti nel mondo.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 01.06.2011, G.U. 139 del 17.06.2011
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate con D.M. 22.09.2022
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Tintilia del Molise D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Tintilia del Molise” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Rosso Riserva
- Rosato
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Tintilia del Molise
- Tintilia del Molise Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 95% Vitigno Tintilia
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Molise.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei, odore vinoso, intenso, gradevole, caratteristico, dal sapore secco, armonico, morbido, caratteristico.
- Tintilia del Molise Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 95% Vitigno Tintilia
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Molise.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso granato con riflessi aranciati, odore speziato, intenso, caratteristico, dal sapore secco, armonico, morbido, caratteristico.
- Tintilia del Molise Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 95% Vitigno Tintilia
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Molise.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosato dal colore rosato più o meno intenso, odore fruttato delicato, dal sapore asciutto, fresco, armonico, fruttato.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Tintilia del Molise
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Tintilia del Molise è situata nell'omonima regione in territori collinari e montani dell'Appennino Centrale, che si alternano a profonde vallate adeguatamente ventilate, luminose e favorevoli all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Tintilia del Molise è localizzata in:
- provincia di Campobasso e comprende il territorio dei comuni di Acquaviva collecroce, Baranello, Boiano, Bonefro, Busso, Campobasso, Campodipietra, Campolieto, Casacalenda, Casalciprano, Castelmauro, Castelbottaccio, Castellino del Biferno, Castropignano, Colletorto, Colle d’Anchise, Ferrazzano, Fossalto, Gambatesa, Guardialfiera, Guglionesi, Larino, Limosano, Lucito, Lupara, Macchia Valfortore, Mafalda, Mirabello Sannitico, Monacilioni, Montagano, Montecilfone, Montefalcone del Sannio, Montelongo, Montemitro, Montenero di Bisaccia, Montorio nei Frentani, Oratino, Palata, Petacciato, Petrella Tifernina, Pietracatella, Portocannone, Ripalimosani, Rotello, Salcito, Sant’Angelo Limosano, San Biase, Santa Croce di Magliano, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni, San Giovanni in Galdo, San Giuliano di Puglia, San Martino in Pensilis, Tavenna, Toro, Tufara, Trivento, Ururi e Vinchiaturo.
- provincia di Isernia e comprende il territorio dei comuni di Agnone, Belmonte del Sannio, Castelverrino, Colli al Volturno, Forlì del Sannio, Fornelli, Isernia, Longano, Macchia d’Isernia, Miranda, Montaquila, Monteroduni, Pesche, Pietrabbondante, Poggio Sannita, Pozzilli e Venafro.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Tintilia del MoliseNelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Tintilia del Molise prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Tintilia del Molise non dovrà essere superiore al 70% e al 55% per la tipologia di Vino Rosso Riserva; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Tintilia del Molise Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Tintilia del Molise è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Tintilia del Molise
Con l’utilizzo della DOC Tintilia del Molise i Produttori Vinicoli Molisani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Tintilia del Molise
Primi con i sughi ragù di carne, selvaggina, carne bianca in umido, formaggi stagionati.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Tintilia del Molise
La coltivazione del vitigno “Tintilia” in Molise ha origini antichissime, testimonianze della sua presenza ci portano alla fine dell’700, in epoca borbonica, ed è sancita, dall’agronomo Raffaele Pepe di Civitacampomarano, nel suo manoscritto del 1810.La introduzione e la diffusione del vitigno, documentata e tramandata a noi da numerose testimonianze e reperti del 700, è stata opera dei vari nobili, notabili e possidenti dei Comuni facenti parte del Contato del Molise. Testimonianza scritta della Casa Vinicola Janigro dimostra che, nella seconda metà dell’800, produceva e imbottigliava Tintilia e che questo vino, prodotto nell’anno 1890, si classificò al primo posto e fu premiato con medaglia d’oro alla mostra vinicola di Parigi nel 1900.
La nostra viticoltura si è consolidata nel medioevo, all’ombra del castello feudale, che con il placet del “Signore” era possibile coltivare la vite e poche altre colture per i vassalli e il fabbisogno delle famiglie dei coloni, anche se testimonianza della sua presenza ci è data dai Greci, dai Sanniti e dagli scritti di Plinio.Le prime notizie dettagliate e ordinate secondo un criterio scientifico sulla produzione dei vini prodotti in Molise, dalle varietà coltivate, risalgono agli scritti di Raffaele Pepe, che nel 1812 invitava i produttori a migliorare la vinificazione delle proprie uve senza ricorrere a sofisticate pratiche enologiche. Giuseppe del Re, nel 1836, indica che “i vigneti, quasi tutti piantati sopra colli e poggi, formano un totale di 56.948 moggi (circa 4.000 ha), e contengono varie specie di uve, che maturano quali presto quali tardi, ma vanno tutte al posto nei giorni di vendemmia”.
Nel 1892, su iniziativa di Angelantuono Baranello, sorge a Ferrazzano la Società Operaia che svolge un’intensa attività di promozione nel sottore agricolo locale.L’influenza dei fattori umani, nel corso dei tempi ha portato alla costituzione di numerose cantine cooperative e cantine private, portando nel contempo a definire aspetti tecnici e produttivi, puntualmente riportati nel vigente disciplinare di produzione.
Il Vino DOC Tintilia del Molise ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 1 giugno 2011.