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POMINO DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 25.02.1983, G.U. 262 del 23.09.1983
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Pomino D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Pomino” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco
  2. Rosso
  3. Bianco Riserva
  4. Rosso Riserva
  5. Bianco Vendemmia tardiva
  6. Rosso Vendemmia tardiva
  7. Vin Santo
  8. Vin Santo Occhio di Pernice
  9. Pinot Nero
  10. Merlot
  11. Chardonnay
  12. Sauvignon
  13. Spumante Bianco e Rosato
  14. Spumante Bianco e Rosato Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Pomino

 

  • Pomino Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigni Pinot bianco, Pinot grigio e Chardonnay da soli o congiuntamente
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, odore delicato, fruttato, gradevole e sapore armonico, asciutto con retrogusto lievemente amarognolo.

  • Pomino Bianco Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigni Pinot bianco, Pinot grigio e Chardonnay da soli o congiuntamente
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, odore delicato, fruttato, gradevole e sapore armonico, asciutto con retrogusto lievemente amarognolo.

  • Pomino Bianco Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 70% Vitigni Pinot bianco, Pinot grigio e Chardonnay da soli o congiuntamente
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore giallo paglierino intenso fino all’ambrato, odore etereo, intenso e sapore armonico e vellutato.

  • Pomino Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
  • Versioni: Dolce
  • => 70% Vitigni Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay e Trebbiano da soli o congiuntamente;
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 15,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo paglierino all’ambrato intenso, odore etereo, intenso e sapore armonico, vellutato, caratteristico.

  • Pomino Sauvignon (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, odore delicato, fruttato, gradevole e sapore armonico, asciutto con retrogusto lievemente amarognolo.

  • Pomino Chardonnay (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Chardonnay
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, odore delicato, fruttato, gradevole e sapore armonico, asciutto con retrogusto lievemente amarognolo.

  • Pomino Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni Pinot Nero e Merlot, da soli o congiuntamente;
  • =< 25% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace, con sfumature granate più o meno intense, odore vinoso, intenso, caratteristico e sapore asciutto, armonico, robusto, leggermente tannico nei prodotti giovani.

  • Pomino Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni Pinot Nero e Merlot, da soli o congiuntamente;
  • =< 25% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino con sfumature granate più o meno intense, odore intenso e caratteristico di frutta matura, armonico e sapore asciutto, robusto, morbido e vellutato con sentori di confettura.

  • Pomino Rosso Vendemmia Tardiva (Vino Rosso Vendemmia Tardiva)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni Pinot Nero e Merlot, da soli o congiuntamente;
  • =< 25% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Vendemmia Tardiva dal colore rosso rubino più o meno intenso tendente al granato, odore etereo, intenso e sapore armonico e vellutato.

  • Pomino Rosso Vin Santo Occhio di Pernice (Vino Rosso Vin Santo)
  • Versioni: Dolce
  • => 50% Vitigno Sangiovese
  • =< 50% Vitigni Pinot Nero e Merlot, da soli o congiuntamente;
  • =< 25% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 15,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Vin Santo dal colore rosso rubino più o meno intenso tendente al granato, odore etereo, intenso e sapore armonico e vellutato.

  • Pomino Pinot Nero (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Pinot Nero
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace, con sfumature granate più o meno intense, odore vinoso, intenso, caratteristico e sapore asciutto, armonico, robusto, leggermente tannico nei prodotti giovani.

  • Pomino Merlot (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace, con sfumature granate più o meno intense, odore vinoso, intenso, caratteristico e sapore asciutto, armonico, robusto, leggermente tannico nei prodotti giovani.

  • Pomino Spumante Bianco (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Pas-dosè /Brut-nature /Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec /Doux
  • => 70% Vitigni Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero, da soli o congiuntamente;
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo più o meno carico, odore caratteristico con delicato sentore di lievito e sapore da dosaggio zero a dolce, vivace, armonico.

  • Pomino Spumante Bianco Riserva (Vino Bianco Spumante Invecchiato)
  • Versioni: Spumante Pas-dosè /Brut-nature /Extra-brut /Brut 
  • => 70% Vitigni Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero, da soli o congiuntamente;
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante Invecchiato dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino carico dorato, odore caratteristico e sapore da dosaggio zero a brut, tipico, armonico, pieno.

  • Pomino Spumante Rosato (Vino Rosato Spumante)
  • Versioni: Spumante Pas-dosè /Brut-nature /Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec /Doux
  • => 70% Vitigni Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero, da soli o congiuntamente;
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosato più o meno tenue, odore caratteristico con delicato sentore di lievito, talvolta fruttato e sapore da dosaggio zero a dolce, tipico, armonico, moderatamente corposo.

  • Pomino Spumante Rosato Riserva (Vino Rosato Spumante Invecchiato)
  • Versioni: Spumante Pas-dosè /Brut-nature /Extra-brut /Brut 
  • => 70% Vitigni Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero, da soli o congiuntamente;
  • =< 30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato Spumante Invecchiato dalla spuma fine e persistente, colore rosato più o meno intenso, odore caratteristico e sapore da dosaggio zero a brut, tipico, armonico, pieno.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Pomino

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Pomino si estende sulle colline fiorentine, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Pomino è localizzata in:

  • provincia di Firenze e comprende il territorio del comune di Rùfina.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Pomino

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Pomno prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Pomino non dovrà essere superiore al 70% e al 35% per le tipologie Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice. Qualora la resa uva/vino superi i limiti di cui sopra, ma non il 75% per le tipologie Bianco, Spumante, Rosso, Pinot Nero, Merlot, Chardonnay, Sauvignon, il 63% per le tipologie “Vendemmia tardiva”, il 43% per le tipologie Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice, anche se la produzione a ettaro resta al di sotto del massimo consentito, l’eccedenza non ha diritto alla denominazione d’origine. Oltre detti limiti decade il diritto alla denominazione di origine controllata per tutta la partita.
  • Per le tipologie Bianco Vendemmia Tardiva e Rosso Vendemmia Tardiva, le uve devono aver subito un appassimento sulla pianta tale da presentare alla raccolta un titolo alcolometrico naturale minimo non inferiore a 12,00% vol.
  • Nella elaborazione dei vini spumanti a denominazione di origine controllata “Pomino” devono essere osservate le operazioni relative al tradizionale metodo della rifermentazione in bottiglia con scuotimento e sboccatura.
  • Le tipologie Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice devono essere ottenute da uve appositamente scelte e fatte appassire sulla pianta o in locali idonei.
  • Il Pomino Rosso riserva prevede un affinamento in bottiglia di almeno tre mesi prima della commercializzazione.
  • Nella designazione dei Vini DOC Pomino può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Per il vino a DOC “Pomino” Spumante rosato è ammessa, in alternativa al termine “rosato”, l’indicazione “Rosè”.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Pomino è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

I seguenti vini devono essere sottoposti ad un periodo d’invecchiamento:

  • Pomino rosso: invecchiamento obbligatorio di almeno sei mesi in botti di rovere o in piccoli carati di rovere. Il periodo di invecchiamento obbligatorio decorre dal 1° Novembre dell’anno di produzione delle uve.
  • Pomino rosso riserva: invecchiamento obbligatorio non inferiore a due anni, di cui almeno dodici mesi in botti di rovere o in piccoli carati sempre di rovere. Il periodo di invecchiamento obbligatorio decorre dal 1° Novembre dell’anno di produzione delle uve.
  • Pomino bianco riserva: invecchiamento obbligatorio non inferiore a un anno, di cui almeno otto mesi in botti di rovere o in piccoli carati sempre di rovere. Il periodo di invecchiamento obbligatorio decorre dal 1° Novembre dell’anno di produzione delle uve.
  • Pomino Spumante: deve permanere per almeno quindici mesi sui lieviti di fermentazione; tale periodo decorre dalla data di imbottigliamento e comunque non prima del I° gennaio successivo alla raccolta delle uve.
  • Pomino Spumante riserva: deve permanere per almeno trentasei mesi sui lieviti di fermentazione, ai sensi della normativa vigente. Pomino Vin santo e Pomino Vin santo occhio di pernice: l’invecchiamento obbligatorio deve avvenire in recipienti di legno di capacità non superiore a 4 hl.

4. Produttori di Vino DOC Pomino

Con l’utilizzo della DOC Pomino i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Pomino

Pecorino toscano stagionato, il salame, la salsiccia, la finocchiona, i fegatelli di maiale.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Pomino

Come in molte altre zone della Toscana, regione storicamente vocata alla eccellenza della produzione vitivinicola italiana, anche a Pomino la storia inizia da molto lontano, con l'opera e le idee di un precursore ottocentesco dell'indirizzo specializzato che contraddistingue attualmente il settore vitivinicolo della regione.

Vittorio degli Albizi proveniva dal ramo francese di questa nobile famiglia fiorentina, emigrata in Provenza nel 1523 in seguito alle lotte con i Medici per il potere a Firenze. Fu appunto il padre Alessandro ad entrare in possesso negli anni 40 dell'Ottocento delle proprietà della Valdisieve, tra le quali appunto Pomino, poi confluite nel patrimonio Frescobaldi in seguito al matrimonio della sorella di Vittorio, Leonia, con un membro di quella famiglia.

Dotato di una mentalità pragmatica e razionale di stampo francese, Vittorio si trovò a respirare il clima di fermento che investì l'agricoltura toscana nel periodo pre e post-unitario, inserendosi in quel dibattito che aveva come oggetto l’ammodernamento della vitivinicoltura e come cassa di risonanza l'Accademia dei Georgofili, con interlocutori del calibro di Bettino Ricasoli.

In una "memoria" letta in due adunanze dell’Accademia nel corso del 1867, illustrò il suo progetto in campo vitivinicolo: di fronte alla congiuntura favorevole e alla necessità di ricostituire il patrimonio viticolo depauperato dall’oidio, sviluppò l'idea della vite in coltura esclusiva, all'interno di una fascia altimetrica sottratta ai condizionamenti dell' "alberata" toscana, attraverso una scelta razionale di vitigni sottoposti alla sperimentazione agronomica.

La viticoltura specializzata non era estranea alla tradizione toscana discendendo dall'età classica e medievale, come si evince da una "Lettre de noblesse des vins de Cassis", che recita testualmente: Le vignoble Cassidèn [...] ne commença à prendre de l'extension que vers 1520, lorsque vinren s'établir à Cassis quelques membres d'une très ancienne famille de Florence, le Albizzi, [...] qui apportèrènt à Cassis de nouveaux cepages muscatels provenant de leurs anciens vignobles florentins et en firent des plantations. Vittorio ripercorse così a ritroso le orme dei suoi antenati, importando in Italia la tecnologia vitivinicola e lo spirito d'intrapresa dei francesi e riversando a Pomino larga parte del suo geniale impegno di agronomo e viticoltore. Decise quindi di sostituire o integrare con altri tipi di uve i vitigni, allora in uso a Pomino (Sangioveto, Canaiolo e Trebbiano), tutti a maturazione tardiva, abbandonando al tempo stesso la coltura promiscua in favore della coltura viticola specializzata submontana, tra i 500 e i 650-700 metri di altezza, che ben si prestava a produrre "vini fini e più squisiti", capaci di un raffinato bouquet.

Fin dal 1855 aveva introdotto a Pomino vitigni francesi dalla borgogna quali Pinot Noir, Pinot Gris e Blanc, oltre a Chardonnay e Sauvignon, nell’intento di ottenere lo "chablis di Pomino", consapevole del fatto che: “il mio possesso di Pomino, che si stende sul fianco di uno dei tanti sproni dell'Appennino esposto a mezzogiorno ponente, produce un vino molto apprezzato e decantato anco dal poeta Redi nel poema Bacco in Toscana".

E’ quindi su queste basi storiche che questo vino, migliorato con nuovi vitigni selezionati clonalmente in loco, ha infatti ottenuto la DOC nel 1983, poi costantemente aggiornata nel corso degli anni.

Il Vino DOC Pomino ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 25 febbraio 1983.

PARRINA DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 11.08.1971, G.U. 246 del 29.09.1971
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Parrina D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Parrina” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso
  2. Rosso Riserva
  3. Rosato
  4. Sangiovese
  5. Sangiovese Riserva
  6. Cabernet Sauvignon
  7. Merlot
  8. Bianco
  9. Vermentino
  10. Chardonnay
  11. Sauvignon 
  12. Vin Santo

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Parrina

 

  • Parrina Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Sangiovese
  • =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione dell’Aleatico.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore delicato, gradevole e sapore asciutto, armonico, vellutato.

  • Parrina Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Sangiovese
  • =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione dell’Aleatico.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato, odore intenso, bouquet pieno e complesso e sapore asciutto, austero, notevole carattere.

  • Parrina Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Sangiovese
  • =< 30% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, ad esclusione dell’Aleatico.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosato dal colore rosato brillante, odore delicato con caratteristiche eleganti e sapore asciutto, rotondo, fresco, armonico.

  • Parrina Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • >< 10-30% Vitigno Trebbiano Toscano
  • >< 30-50% Vitigno Ansonica
  • >< 20-40% Vitigno Vermentino
  • =< 20% Vitigni Chardonnay e Sauvignon, da soli o congiuntamente;
  • Possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione nell’ambito della Regione Toscana, ad esclusione del Moscato bianco.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino leggermente dorato, odore vinoso, fine, profumato, persistente e sapore secco ma vellutato con leggero retrogusto amarognolo.

  • Parrina Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • >< 10-30% Vitigno Trebbiano Toscano
  • >< 30-50% Vitigno Ansonica
  • >< 20-40% Vitigno Vermentino
  • =< 20% Vitigni Chardonnay e Sauvignon, da soli o congiuntamente;
  • Possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione nell’ambito della Regione Toscana, ad esclusione del Moscato bianco.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vin Santo dal colore giallo dorato fino all’ambrato intenso, odore etereo, intenso, caratteristico e sapore armonico, vellutato, rotondo.

  • Parrina Sauvignon (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore intenso, elegante, caratteristico, talvolta aromatico e sapore secco, armonico ed elegante.

  • Parrina Vermentino (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Vermentino
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, talvolta con riflessi verdognoli, odore delicato, caratteristico, fruttato e sapore asciutto, sapido, caratteristico.

  • Parrina Chardonnay (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Chardonnay
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore intenso, elegante, caratteristico con sottofondo aromatico e sapore secco, armonico ed elegante.

  • Parrina Sangiovese (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore delicato, gradevole e sapore asciutto, armonico, vellutato.

  • Parrina Sangiovese Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore delicato, gradevole e sapore asciutto, armonico, vellutato.

  • Parrina Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino vivo, odore intenso con note talvolta speziate e sapore corposo, asciutto, giustamente tannico.

  • Parrina Merlot (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino vivo talvolta con riflessi violacei, odore ampio, con sentore talvolta di piccoli frutti e sapore armonico, strutturato, con note speziate tipiche.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Parrina

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Parrina si estende sulle colline grossetane, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Parrina è localizzata in:

  • provincia di Grosseto e comprende il territorio del comune di Orbetello.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Parrina

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Parrina prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Parrina non dovrà essere superiore al 70% e al 35%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Parrina Vin Santo devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26,6%.
  • I vini DOC Parrina Rosso e Sangiovese con menzione Riserva devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di legno e almeno 3 mesi di affinamento in bottiglia.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Parrina è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Parrina

Con l’utilizzo della DOC Parrina i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Parrina

Bistecca alla fiorentina, faraona al cartoccio, legumi e zuppe.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Parrina

La tradizione viticola di questo territorio la possiamo far risalire già al tempo degli Etruschi, i quali avevano appreso la tecnica della coltura della vite attraverso i loro contatti con le civiltà mediterranee dei fenici e dei greci pratiche che vennero successivamente imparate e diffuse dai romani. E ancora in epoca successiva alla Parrina parve continuarsi nel patrimonio personale la tradizione dei Lorena, l'opera di governo di bonificamento e trasformazione dell'assetto fondiario, in Maremma era rimasta, dell'età granducale, la cultura dell'innovazione agraria, sollecitata e diffusa da antiche istituzioni come la Società Agraria e il Comizio Agrario, ispirate dall'Accademia dei Georgofili.

Di epoca successiva è la coniazione del nome La Tenuta la Parrina che da il nome alla denominazione vanta una lunga tradizione nella produzione vitivinicola. Infatti si ritiene che il suo nome sia derivata dalla presenza spagnola del XVI-XVIII secolo. Infatti, dopo la cessione della Toscana ai Medici, gli spagnoli fondarono lo stato dei Presidi (1557-1815) comprendente Portolongone (Isola d’Elba), Porto Ercole, Santo Stefano, Ansedonia ed Orbetello, che ne era la capitale.

Vi sono numerose testimonianze di questa presenza nel territorio, nella lingua, nei monumenti e nei toponimi tra i quali può essere annoverato quello di “Parrina” che deriverebbe da “Parra” ovvero pergola di vite. Numerosi scritti attestano la vocazione vitivinicola di questa zona, tra i quali assume particolare rilievo la relazione del Dr. Alfonso Ademollo (1884) all’inchiesta parlamentare Iacini, sulla situazione vitivinicola della provincia di Grosseto. Inoltre, nella “monografia sulla vite e il vino nel territorio di Orbetello” l’enotecnico Luigi Vivarelli (1906) afferma: “la vite viene coltivata esclusivamente in coltura specializzata utilizzando come sostegni le canne, che sarebbe bene sostituire con i fili di ferro. Inoltre la potatura più comune è a cornetti a 5-6 occhi per vite, ma si potrebbe introdurre con vantaggio il Guyot”.

Il vino della zona della Parrina, ed in particolare quello bianco, era conosciuto ed apprezzato soprattutto nel luogo d’origine, nelle osterie e nelle locande della “frasca”, dove era consumato sfuso ed accompagnava con successo piatti a base di pesce tra i quali le anguille marinate ed affumicate, che venivano prodotte nella laguna di Orbetello.

Nel 1953 la fattoria della Parrina ricevette dall’Ente Autonomo Mostra Mercato Nazionale dei Vini Tipici e Pregiati di Siena un Diploma di Merito per il vino “Ansonica bianca del litorale di Orbetello”, era questo un tangibile segnale di apprezzamento che spinse una decina di aziende a richiedere il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata che venne concesso nel 1971. Da questo momento in poi i vini della denominazione Parrina iniziano ad essere commercializzati e conosciuti in vari paesi d’Europa.

Successivamente, a seguito degli studi condotti sulle caratteristiche produttive e qualitative dei vitigni utilizzati e dopo un’attenta scelta, vengono apportate ulteriori modifiche al disciplinare (D.P.R 11-7-1986 D.P.R 2-9-1993; D.M. 12-1-1994; D.M. 08-9-1997, rettifica G.U. n° 276 del 26- 11-1997), l’ultima della quale evidenzia in maniera piuttosto netta i nuovi orientamenti produttivi che si basano sull’utilizzo negli uvaggi del vitigno Chardonnay, mentre altri vitigni come il Sauvignon tra i bianchi, il Cabernet Sauvignon, il Cabernet franc e il Merlot tra i rossi, vengono ormai utilizzati negli uvaggi dei vini bianchi e rossi, in quanto ammessi alla coltura in provincia di Grosseto ormai da oltre un ventennio.

Con questa fase iniziano anche nuove strategie produttive basate sull’ampliamento dei vitigni utilizzati, l’aumento della densità di piantagione, la diminuzione della produzione unitaria e l’aggiornamento della tecnica enologica, che prevede l’utilizzo del legno per l’affinamento dei vini rossi (Scalabrelli, 2008a).

Il Vino DOC Parrina ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 11 agosto 1971.

ORCIA DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 14.02.2000, G.U. 51 del 02.03.2000
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Orcia D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Orcia” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Orcia (anche con la menzione Riserva)
  2. Orcia Rosato
  3. Orcia Bianco
  4. Orcia Sangiovese (anche con la menzione Riserva)
  5. Orcia Vin Santo (o Vinsanto)

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Orcia

 

  • Orcia (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigno Sangiovese
  • =< 40% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca bianca è ammessa nella misura massima del 10%.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, tendente al granato se invecchiato, odore vinoso, fruttato e sapore secco, sapido, armonico.

  • Orcia Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigno Sangiovese
  • =< 40% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca bianca è ammessa nella misura massima del 10%.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino, tendente al granato se invecchiato, odore vinoso, fruttato e sapore secco, sapido, armonico.

  • Orcia Rosato (Vino Rosato)
  • Versioni: Secco
  • => 60% Vitigno Sangiovese
  • =< 40% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana. La presenza di Vitigni a bacca bianca è ammessa nella misura massima del 10%.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore variabile dal rosa tenue al rosa cerasuolo, odore fine fruttato e sapore secco, armonioso, fresco.

  • Orcia Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino talvolta con riflessi verdognoli, odore fine, fruttato e sapore asciutto, armonico.

  • Orcia Sangiovese (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Sangiovese
  • =< 10% Vitigni Canaiolo nero, Colorino, Ciliegiolo, Foglia tonda, Pugnitello e Malvasia nera.
  • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento, odore vinoso, talvolta con note fruttate di ciliegia e viola, e sapore asciutto, corposo, armonico.

  • Orcia Sangiovese Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 90% Vitigno Sangiovese
  • =< 10% Vitigni Canaiolo nero, Colorino, Ciliegiolo, Foglia tonda, Pugnitello e Malvasia nera.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento, odore vinoso, talvolta con note fruttate di ciliegia e viola, e sapore asciutto, corposo, armonico.

  • Orcia Vin Santo (Vino Bianco Vin Santo)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 50% Vitigno Trebbiano Toscano e Malvasia bianca lunga, da soli o congiuntamente.
  • =< 50% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vin Santo dal colore variabile dal giallo paglierino al dorato, all’ambrato intenso, odore intenso, etereo, aroma caratteristico e sapore dal secco al dolce, armonico, vellutato, morbido.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Orcia

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Orcia si estende sulle colline senesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Orcia è localizzata in:

  • provincia di Siena e comprende il territorio dei comuni di Castiglione d'Orcia, Pienza, Radicofani, S. Giovanni d'Asso, San Quirico d'Orcia, Buonconvento, Trequanda e, in parte, il territorio dei comuni di Abbadia S. Salvatore, Chianciano, Montalcino, Sarteano, San Casciano Bagni e Torrita di Siena.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Orcia

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Orcia prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Orcia non dovrà essere superiore al 70% e al 35% per la tipologia di Vin Santo; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 75% e del 38%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Orcia Vin Santo devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26%.
  • Il vino DOC Orcia con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di legno.
  • Nella designazione dei Vini DOC Orcia può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Orcia è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOC Orcia

Con l’utilizzo della DOC Orcia i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Orcia

Piatti a base di carne e legumi come il pollo, la trippa, il lardo di Colonnata, la zuppa di lenticchie, i fagioli.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Orcia

Storicamente la zona geografica è da sempre stata considerata un’area di eccellenza per la coltivazione della vite e la produzione di vino. Essa si incunea tra due altre aree fortemente valorizzate dal punto di vista vitivinicolo (Montepulciano e Montalcino) e con esse condivide un percorso storico che partendo dall’epoca romana (testimoniata da numerosi ritrovamenti archeologici riferiti alla produzione del vino) arriva al medio-evo, e qui la testimonianza è data da numerosi affreschi e dipinti che raffigurano scene di vita rurale nelle quali non mancano mai soggetti riferiti alla vite, alla vendemmia e alla produzione del vino. Interessanti poi sono anche i reperti e le attrezzature agricole ed enologiche conservate al museo della mezzadria di Buonconvento.

Successivamente, sia in epoca rinascimentale che in epoca più recente, la viticoltura ha sempre rivestito un ruolo cruciale nell’economia agricola della zona, e tutti i poderi mezzadrili producevano vino ed erano dotati di cantine aziendali dove spesso si riusciva a conservare il vino anche per lunghi periodi al fine di migliorarne le caratteristiche qualitative.

Alcuni toponimi dell’area, esmpio “vignoni” e “ Bagno vignoni” testimoniano la presenza di zone particolarmente adatte alla viticoltura e alla produzione di vino di qualità. La base ampelografica dei vigneti è quella consolidatasi negli anni che vede principalmente la presenza del vitigno tradizionale che è il sangiovese, inoltre si annoverano altri vitigni tipici quali il colorino, il foglia tonda, canaiolo nero, ciliegiolo, pugnitello e malvasia nera.

Le forme di allevamento, i sesti d’impianto ed i sistemi di potatura, anche per i nuovi impianti, sono quelli tradizionali e tali da ottenere la migliore e più razionale disposizione sul terreno delle viti. Questa impostazione consente di ottenere una razionale ed ottimale gestione della chioma anche mediante interventi di potatura verde e diradamento delle uve, così da contenere le rese di produzione di uva entro i limiti previsti dal presente disciplinare. Le pratiche enologiche relative alla elaborazione dei vini sono quelle tradizionali e tipiche della zona differenziate in base alle singole tipologie di prodotto.

Il Vino DOC Orcia ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 14 febbraio 2000.

  • NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO

    • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 13.11.1984, G.U. 139 del 14.06.1985
    • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Decreto 16.10.2020

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


  • VINO MOSCADELLO DI MONTALCINO D.O.C.

    La denominazione di origine controllata “Moscadello di Montalcino” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

    1. Tranquillo
    2. Frizzante
    3. Vendemmia tardiva

  • 1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO

     

    • Moscadello di Montalcino Tranquillo (Vino Bianco)
    • Versioni: Dolce
    • => 85% Vitigno Moscato Bianco
    • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
    • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore caratteristico, delicato, fresco, persistente e sapore aromatico, dolce, armonico, caratteristico dell’uva moscato.

    • Moscadello di Montalcino Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
    • Versioni: Dolce
    • => 85% Vitigno Moscato Bianco
    • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
    • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino tenue, odore caratteristico, delicato, fresco, persistente e sapore aromatico, dolce, armonico, caratteristico dell’uva moscato.

    • Moscadello di Montalcino Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
    • Versioni: Dolce
    • => 85% Vitigno Moscato Bianco
    • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
    • => 15% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore variabile dal giallo paglierino al giallo dorato, odore caratteristico, delicato, persistente e sapore aromatico, dolce ed armonico.

    __________

    (Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


  • 2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO

    L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Moscadello di Montalcino si estende sulle colline senesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

    La Zona di Produzione del Vino DOC Moscadello di Montalcino è localizzata in:

    • provincia di Siena e comprende il territorio del comune di Montalcino.

  • 3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO

    Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

    Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Moscadello di Montalcino prevedono, tra l'altro, che:

    • La resa massima dell’uva in vino DOC Moscadello di Montalcino non dovrà essere superiore al 65% e al 45% per la tipologia di Vino Vendemmia Tardva.
    • Il vino DOC Moscadello di Montalcino Vendemmia Tardiva deve essere sottoposto ad un periodo di affinamento di almeno 12 mesi,
    • Nella designazione dei Vini DOC Moscadello di Montalcino può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
    • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Moscadello di Montalcino è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

  • 4. PRODUTTORI DI VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO

    Con l’utilizzo della DOC Moscadello di Montalcino i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


  • 5. ABBINAMENTI GASTRONOMICI CON IL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO

    Trova la sua collocazione naturale a fine pasto, accompagnando piacevolmente pasticceria e dolci secchi. In cucina viene usato come base per alcune salse dolci da abbinare a piatti delicati. Felicissimo risulta l’accompagnamento con formaggi erborinati.


  • 6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC MOSCADELLO DI MONTALCINO

    6. Storia e Letteratura del Vino DOC Moscadello di Montalcino

    Montalcino è conosciuto da secoli come la patria del Moscadello. Esistono notizie storiche risalenti al XV secolo. Nel 1540, in una lettera inviata da Venezia ad un amico, lo scrittore Pietro Aretino lo ringrazia elogiandolo per il dono di un “caratello di prezioso, delicato Moscadello, tondotto, leggiero, e di quel frizzante iscarico che par che biascia, morde e trae di calcio, parole che parrebbon la sete in su’ le labbra ...”.

    Alcuni documenti degli archivi Vaticani risalenti al 1591, dimostrano che nei poderi di proprietà dell’Abbazia di Sant’Antimo i mezzadri producevano il Moscadello; il pontefice Urbano VIII, nei primi decenni del Seicento, lo apprezzava “per la sua gagliardia e sapore” e con grande discrezione “solea spesso richiederlo per sé e per la sua Corte”.

    Nei libri di viaggio e nei racconti dei viandanti famosi del Seicento, del Settecento ed anche dell’Ottocento, non mancava mai la citazione con elogio del Moscadello di Montalcino “fra i più rari e rinomati vini di Toscana”. Molto nota è la citazione di Francesco Redi, il medico e poeta aretino, uomo di raffinate qualità e scienziato insigne, che compose nel 1685 il “Bacco in Toscana”, in onore ai migliori vini della sua terra sulle orme gioiose dei vecchi ditirambi ellenici.

    A proposito del Moscadello di Montalcino decantava: “Del leggiadretto/del sì divino/Moscadelletto/di Montalcino”. Moltissime sono le notizie storiche relative a noti personaggi che testimoniano l’apprezzamento del Moscadello. Primo fra tutti, il grande poeta Ugo Foscolo: nel soggiorno fiorentino sul luminoso colle di Bellosguardo (nel 1812-1813), nel periodo più drammatico della sua vita, fra ristrettezze economiche, sospetti di attività antibonapartiste ed attriti con gli ambienti letterari milanesi, il Foscolo si confortava dalle fatiche letterarie con un buon bicchiere di Moscadello di Montalcino, che offriva con orgoglio ai suoi amici.

    Il Vino DOC Moscadello di Montalcino ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 13 novembre 1984.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

Assovini

Assovini.it è il sito del Vino e delle Cantine ideato nel 1986 e realizzato da un team di Sommelier con la collaborazione di Enologi e Produttori per diffondere i migliori Vini italiani nel mondo.

  • Referente: Salvo Spedale - Sommelier AIS
  • Telefono: +39 389-2856685
  • Email: info@assovini.it

 

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