Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 13.09.2005, G.U. 227 del 29.09.2005
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n.222 del 16.09.2021
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Irpinia D.O.C. Sottozona Campi Taurasini
La Denominazione di Origine Controllata “IRPINIA” e la relativa Sottozona, e' riservata ai mosti e ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per la seguente tipologia:
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Irpinia Sottozona Campi Taurasini
- Irpinia Sottozona Campi Taurasini (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Aglianico
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Campania.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal Colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento; Odore etereo, intenso, caratteristico; Sapore pieno, vellutato, caldo, secco o con pronunciata rotondità per i tipi abboccato, amabile o dolce.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Irpinia Sottozona Campi Taurasini
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Irpinia si estende sulla parte centro-orientale della Campania, non ha uno sbocco al mare e presenta un territorio prevalentemente montuoso. I suoi limiti naturali sono il Subappennino Dauno ad est, il corso del fiume Ofanto ed i Monti Picentini a sud, il massiccio del Partenio ad ovest, la Valle Caudina, il corso del fiume Ufita e la valle del Miscano a nord.
La Zona di Produzione del Vino DOC Irpinia Sottozona Campi Taurasini è localizzata in:
- provincia di Avellino e comprende il territorio dei comuni di Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant'Angelo all'Esca, San Mango sul Calore, Torre le Nocelle, Venticano, Gesualdo, Villamaina, Torella dei Lombardi, Grottaminarda, Melito Irpino, Nusco e Chiusano San Domenico.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Irpinia Sottozona Campi Taurasini
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Irpinia Sottozona Campi Taurasini prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Irpinia non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto. La resa uva/vino per le tipologie di Vino Passito e Vino Liquoroso non dovrà essere superiore al 40%.
- Nella designazione dei Vini DOC Irpinia può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Irpinia, ad eccezione delle tipologie Spumante e Liquoroso, è obbligatiorio riportare l'Annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Irpinia Sottozona Campi Taurasini
Con l’utilizzo della DOC Irpinia Sottozona Campi Taurasini i Produttori Vinicoli Campani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti Cibo-Vino DOC Irpinia Sottozona Campi Taurasini
Pietanze a base di carni bianche servite con salse leggere.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Irpinia Sottozona Campi Taurasini
La viticoltura nell’area di produzione Irpinia ha origini antichissime che risalgono alle popolazioni locali e successivamente all’arrivo di colonizzatori greco–micenei i quali diedero primo impulso alla millenaria coltivazione della vite nell’antico Sabazios, poi ripresa dagli etruschi.
Testimonianza storico-letterarie sulla presenza della vite e, in particolar modo, del vitigno Aglianico nell’attuale area produttiva del Taurasi è data da Tito Livio, nel suo Ab Urbe Condita, che descrive una “Taurasia dalle vigne opime” fornitrice di ottimo vino per l’Impero, dove si allevava la vite Greca o Ellenica.
Confermata da una nota del 5 novembre del 1592, indirizzato al Capitano di Montefusco, capitale del Principato d’Ultra – coincidente in larga parte all’odierna provincia di Avellino -: “L’Università ha ottenuto Regio Assenso, su la gabella del vino per far pagare 4 carlini per ogni soma che entra nella terra. Ora molti particolari di Lapio portano il vino, ma non vogliono pagare perché dicono di venderlo al minuto. Il Capitano li costringa al pagamento.”
Il Giornale Economico del Principato Ulteriore del 1835 dà notizie riguardanti la costruzione di nuove cantine nell’area e dell’ammodernamento di strutture e attrezzature, per quelle esistenti, che rappresentano testimonianze indelebili del passato. L’articolo si chiude con l’elencazione degli accorgimenti da seguire.
Attiva fonte di testimonianze sono poi le cronache del Comizio Agrario nato dalla trasformazione della Società Economica del Principato d’Ultra per Regio Decreto del Ministro dell’Agricoltura il 23.12.1866.
Il Vino DOC Irpinia ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 13 settembre 2005.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 30.09.2011, G.U. 236 del 10.10.2011
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Falanghina del Sannio D.O.C. Sottozona Sant'Agata de' Goti
La denominazione di origine controllata «Falanghina del Sannio» e le relative Sottozone, è riservata ai vini bianchi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti categorie e tipologie:
- Falanghina del Sannio
- Falanghina del Sannio Spumante
- Falanghina del Sannio Spumante di Qualità
- Falanghina del Sannio Spumante di Qualità Metodo Classico
- Falanghina del Sannio Vendemmia tardiva
- Falanghina del Sannio Passito
- Sottozone Falanghina del Sannio DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Sant'Agata dei Goti
- Falanghina del Sannio Sottozona Sant'Agata dei Goti (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore fine, floreale, fruttato, dal sapore secco, fresco, equilibrato.
- Falanghina del Sannio Sottozona Sant'Agata dei Goti Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut, Brut, Extra-dry
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente e colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi verdolini o dorati; odore fine, floreale, fruttato, fragrante, dal sapore fine, fresco e armonico, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
- Falanghina del Sannio Sottozona Sant'Agata dei Goti Spumante di Qualità (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut /Extra dry
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi verdolini o dorati; odore fine, floreale, fruttato, fragrante, dal sapore fine, fresco e armonico, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
- Falanghina del Sannio Sottozona Sant'Agata dei Goti Spumante di Qualità Metodo Classico (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi dorati; odore fine, floreale, fruttato, fragrante, dal sapore fine, fresco e armonico, nelle tipologie extra brut e brut.
- Falanghina del Sannio Sottozona Sant'Agata dei Goti Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 13,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso tendente al dorato, odore floreale, fruttato, composito e sapore secco, pieno, equilibrato.
- Falanghina del Sannio Sottozona Sant'Agata dei Goti Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 16,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore giallo dorato più o meno intenso tendente all’ambrato, odore intenso, ampio e composito, caratteristico del vitigno di provenienza e dal sapore amabile o dolce, pieno, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Sant'Agata dei Goti
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Falanghina del Sannio Sottozona Sant'Agata dei Goti è ubicata nell'ambiro dell'Appennino Campano, inserita in un ambiente verdeggiante tracciato dai fiumi Sabato e Calore. Il territorio di produzione favorito dalle ottime condizioni microclimatiche e l'esposizione prevalente dei vigneti, orientati a sud, sud-est, concorrono a determinare un ambiente adeguatamente ventilato, luminoso, favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive della pianta.
La Zona di Produzione del Vino DOC Falanghina del Sannio Sottozona Sant'Agata dei Goti è localizzata in:
- provincia di Benevento e comprende il territorio del comune di Sant'Agata dei Goti.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Sant'Agata dei Goti
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Falanghina del Sannio Sottozona Sant'Agata dei Goti prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Falanghina del Sannio Sottozona Sant'Agata dei Goti non dovrà essere superiore al 70%, al 40% per le tipologie di Vino Passito e al 65% per le tipologie di Vino Vendemmia Tardiva. Qualora tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le operazioni di vinificazione, di elaborazione, di spumantizzazione, di invecchiamento e di imbottigliamento dei vini a denominazione di origine controllata Falanghina del Sannio, anche con la specificazione delle sottozone Solopaca, Guardia Sanframondi o Guardiolo, Taburno, Sant’Agata dei Goti, devono essere effettuate nell'ambito della provincia di Benevento e, per ciascuna sottozona, all’interno della zona di produzione delimitata per ciascuna sottozona.
- I Vini DOC Falanghina del Sannio Spumante Metodo Classico devono essere ottenuti attraverso la tradizionale rifermentazione in bottiglia con permanenza sui lieviti di fermentazione per almeno 12 mesi.
- I Vini DOC Falanghina del Sannio Passito devono essere ottenuti da uve sottoposte in tutto o in parte, sulle piante o dopo la raccolta, ad appassimento naturale.
4. Produttori di Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Sant'Agata dei Goti
Con l’utilizzo della DOC Falanghina del Sannio Sottozona Sant'Agata dei Goti i Produttori Vinicoli Campani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Sant'Agata dei Goti
Aperitivi, piatti di pesce grigliato o fritto, primi con frutti di mare.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Sant'Agata dei Goti
Di fondamentale importanza nella produzione del vino Falanghina del Sannio DOC sono i fattori umani legati al territorio di produzione.
In base ai ritrovamenti effettuati ed a studi realizzati si può affermare che la coltivazione della vite nella provincia di Benevento ha origini antiche risalenti al II secolo a.C. Nel paese di Dugenta fu ritrovato un imponente deposito, con relativo forno di produzione, di anfore utilizzate per la conservazione ed il commercio del vino. Gli studiosi hanno convenuto che sicuramente questa era una fabbrica di anfore costruita in una area particolarmente idonea alla produzione e allo smercio del vino, situata lungo la riva sinistra del fiume Volturno del quale è affluente il fiume Calore che attraversa l’intera provincia di Benevento.
In base agli studi effettuati da Attilio Scienza, una forte classe di produttori di vino di origine sannita sarebbe stata presente nella composizione etnica di Pompei, a conferma che la cultura del vino nel Sannio è stata contemporanea se non precedente, all’epoca romana. Il Sannio per molti secoli ha rappresentato il collegamento naturale tra la Puglia e la Campania. Attraverso i sentieri della transumanza i Sanniti hanno conosciuto il mondo del vino Abruzzese e Pugliese attraverso i quali hanno portato nel Sannio i vitigni greci dell’Epiro.
Attilio Scienza afferma che del vino sannita troviamo citazioni di Platone comico, commediografo ateniese della seconda metà del V secolo a.C., che parlava dell’eccellente vino di Benevento dal lieve aroma fumé; inoltre secondo Scienza del vino sannita ne parla anche Plinio nella Naturalis Historia, il quale sosteneva che il vino Kapnios avesse nel Sannio una delle sue patrie d’elezione.
Anche Carlo Magno si occupò attraverso il Capitulare de Villis della cura della vite, ma fu grazie alla chiesa che intorno all’anno 1000 si ebbe il definitivo rilancio della coltivazione della vite che coinvolse anche il territorio sannita. Fu proprio un sacerdote, il vescovo di Benevento Landulfo, a pretendere che vicino ad ogni monastero fossero impiantati dei vigneti, favorendo il rilancio della viticultura soprattutto nella zona di Solopaca come dimostra la presenza di venditori di vino in documenti del 1100.
In questo periodo, e fino al 1400, molti vini beneventani grazie alla possibilità di sfruttare i fiumi navigabili che attraversavano la provincia, arrivavano ai porti di Gaeta e di Napoli i più grandi porti di smistamento dei vini per l’intero Mediterraneo e per i mari del Nord. A Napoli in quegli anni venivano trasportati ingenti quantità di vino dall’entroterra Beneventano ed Avellinese, ed assieme ai vini fermi venivano trasportati anche vini dolci molto richiesti dal mercato europeo in quel periodo.
La classe mercantile beneventana in quegli anni diventò la più forte della regione Campania, in quanto poteva godere degli enormi benefici derivanti dal fatto che i territori della provincia di Benevento erano sotto il governo dello Stato della Chiesa. Per una prima descrizione su base scientifica della viticoltura beneventana dobbiamo attendere la Statistica murattiana del 1811, il primo e vero studio del territorio sannita che ha permesso di conoscere le produzioni della provincia di Benevento e di ricostruire le condizioni economiche- sociali e gli stili di vita della popolazione sannita.
Da questo studio si evince che che la provincia di Benevento produceva vini che soddisfacevano le diverse richieste del mercato infatti il vino di Cerreto Sannita veniva considerato molto pregiato assieme a quello di Solopaca, Frasso Telesino, Melizzano e venivano venduti sul mercato regionale ed extra-regionale; quelli di Sant’Agata dei Goti venivano venduti solo sul mercato provinciale, mentre a Guardia Sanframondi si produceva un vino dolce e liquoroso simile a quello di Malaga. Da Cerreto Sannita e Guardia Sanframondi partiva nel 1811 il più alto numero di barili di vino per la capitale, 79.229, contro i 31.281 di Airola, i 12.557 di Solopaca e i 10.470 di Sant’Agata dei Goti.
Per quanto riguarda il numero di vigne Cerreto Sannita e Guardia Sanframondi non superavano di molto Solopaca infatti nei due comuni se ne trovavano circa 3.480 ed invece nel solo comune di Solopaca se ne potevamo trovare circa 2.880.
Dopo l’unità d’Italia nel vigneto sannita vengono coltivate anche altri tipi di vitigni nazionali ed internazionali come il Sangiovese, Barbera, Cabernet Sauvignon, Malbek, Sirah, Erbaluce, Semillon, Pinot e Riesling renano. 14 Dopo le due grandi guerre mondiali, vi fu un risveglio in tutti i settori produttivi che influenzò anche quello agricolo, e nella provincia di Benevento si verificò che i contadini, fino ad allora solo conduttori dei terreni, ne acquisirono anche le proprietà. In questo periodo la produzione delle uve aumentò sensibilmente nella provincia di Benevento, favorendo da una parte la nascita del primo Enopolio nella provincia a Solopaca che vantava una capacità di 13 mila ettolitri contro i soli cinquemila dell’Enopolio napoletano, ma dall’altra lo sfruttamento dei grossi mediatori nei confronti dei piccoli produttori.
Negli anni settanta ad opera di un produttore della provincia di Benevento avviene un cambiamento radicale nelle produzioni del territorio sannita. Il produttore Leonardo Mustilli infatti riscopre la Falanghina, vitigno autoctono a bacca bianca, poco conosciuto e poco coltivato. La Falanghina di Mustilli fece compiere il salto di qualità ai vini della provincia di Benevento, in quanto ebbe un apprezzamento unanime e diffuso, che i vini sanniti, seppur riconosciuti come ottimi vini, non avevano mai riscosso.
La Falanghina fu lavorata per la prima volta in purezza e questo tipo di lavorazione diede ottimi risultati. Grazie alla lavorazione della Falanghina in purezza, nel territorio sannita si sgretolò l’idea dei blend e si incominciarono ad elaborare vini in assoluta purezza anche con gli altri vitigni da sempre presenti sul territorio sannita. Il lavoro di Leonardo Mustilli fu importante per l’intero comparto vitivinicolo sannita che, a partire dagli anni Ottanta, ha intrapreso un lento ma graduale percorso verso la qualità. Da venti anni a questa parte, Benevento è la prima provincia campana per quantità di vino prodotto oltre che per vigneti.
Il Vino DOC Falanghina del Sannio ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 30 settembre 2011.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 30.09.2011, G.U. 236 del 10.10.2011
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Falanghina del Sannio D.O.C. Sottozona Taburno
La denominazione di origine controllata «Falanghina del Sannio» e le relative Sottozone, è riservata ai vini bianchi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti categorie e tipologie:
- Falanghina del Sannio
- Falanghina del Sannio Spumante
- Falanghina del Sannio Spumante di Qualità
- Falanghina del Sannio Spumante di Qualità Metodo Classico
- Falanghina del Sannio Vendemmia tardiva
- Falanghina del Sannio Passito
- Sottozone Falanghina del Sannio DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Taburno
- Falanghina del Sannio Sottozona Taburno (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Uve a bacca bianca non aromatiche prodotte da altri Vitigni coltivati nella provincia di Benevento
- => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore fine, floreale, fruttato, dal sapore secco, fresco, equilibrato.
- Falanghina del Sannio Sottozona Solopaca Taburno (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut /Extra dry
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Uve a bacca bianca non aromatiche prodotte da altri Vitigni coltivati nella provincia di Benevento
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente e colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi verdolini o dorati; odore fine, floreale, fruttato, fragrante, dal sapore fine, fresco e armonico, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
- Falanghina del Sannio Sottozona Taburno Spumante di Qualità (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut /Extra dry
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Uve a bacca bianca non aromatiche prodotte da altri Vitigni coltivati nella provincia di Benevento
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi verdolini o dorati; odore fine, floreale, fruttato, fragrante, dal sapore fine, fresco e armonico, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
- Falanghina del Sannio Sottozona Taburno Spumante di Qualità Metodo Classico (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Uve a bacca bianca non aromatiche prodotte da altri Vitigni coltivati nella provincia di Benevento
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi dorati; odore fine, floreale, fruttato, fragrante, dal sapore fine, fresco e armonico, nelle tipologie extra brut e brut.
- Falanghina del Sannio Sottozona Taburno Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Uve a bacca bianca non aromatiche prodotte da altri Vitigni coltivati nella provincia di Benevento
- => 13,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso tendente al dorato, odore floreale, fruttato, composito e sapore secco, pieno, equilibrato.
- Falanghina del Sannio Sottozona Taburno Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Uve a bacca bianca non aromatiche prodotte da altri Vitigni coltivati nella provincia di Benevento
- => 16,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore giallo dorato più o meno intenso tendente all’ambrato, odore intenso, ampio e composito, caratteristico del vitigno di provenienza e dal sapore amabile o dolce, pieno, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Taburno
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Falanghina del Sannio Sottozona Taburno è ubicata nell'ambiro dell'Appennino Campano, inserita in un ambiente verdeggiante tracciato dai fiumi Sabato e Calore. Il territorio di produzione favorito dalle ottime condizioni microclimatiche e l'esposizione prevalente dei vigneti, orientati a sud, sud-est, concorrono a determinare un ambiente adeguatamente ventilato, luminoso, favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Falanghina del Sannio Sottozona Taburno è localizzata in:
- provincia di Benevento e comprende il territorio dei comuni di Apollosa, Bonea, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Foglianise, Montesarchio, Paupisi, Torrecuso, Ponte e, in parte, il territorio dei comuni di Benevento, Cautano, Vitulano e Tocco Caudio.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Taburno
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Falanghina del Sannio Sottozona Taburno prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Falanghina del Sannio Sottozona Taburno non dovrà essere superiore al 70%, al 40% per le tipologie di Vino Passito e al 65% per le tipologie di Vino Vendemmia Tardiva. Qualora tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le operazioni di vinificazione, di elaborazione, di spumantizzazione, di invecchiamento e di imbottigliamento dei vini a denominazione di origine controllata Falanghina del Sannio, anche con la specificazione delle sottozone Solopaca, Guardia Sanframondi o Guardiolo, Taburno, Sant’Agata dei Goti, devono essere effettuate nell'ambito della provincia di Benevento e, per ciascuna sottozona, all’interno della zona di produzione delimitata per ciascuna sottozona.
- I Vini DOC Falanghina del Sannio Spumante Metodo Classico devono essere ottenuti attraverso la tradizionale rifermentazione in bottiglia con permanenza sui lieviti di fermentazione per almeno 12 mesi.
- I Vini DOC Falanghina del Sannio Passito devono essere ottenuti da uve sottoposte in tutto o in parte, sulle piante o dopo la raccolta, ad appassimento naturale.
4. Produttori di Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Taburno
Con l’utilizzo della DOC Falanghina del Sannio Sottozona Taburno i Produttori Vinicoli Campani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Taburno
Aperitivi, piatti di pesce grigliato o fritto, primi con frutti di mare.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Taburno
Di fondamentale importanza nella produzione del vino Falanghina del Sannio DOC sono i fattori umani legati al territorio di produzione.
In base ai ritrovamenti effettuati ed a studi realizzati si può affermare che la coltivazione della vite nella provincia di Benevento ha origini antiche risalenti al II secolo a.C. Nel paese di Dugenta fu ritrovato un imponente deposito, con relativo forno di produzione, di anfore utilizzate per la conservazione ed il commercio del vino. Gli studiosi hanno convenuto che sicuramente questa era una fabbrica di anfore costruita in una area particolarmente idonea alla produzione e allo smercio del vino, situata lungo la riva sinistra del fiume Volturno del quale è affluente il fiume Calore che attraversa l’intera provincia di Benevento.
In base agli studi effettuati da Attilio Scienza, una forte classe di produttori di vino di origine sannita sarebbe stata presente nella composizione etnica di Pompei, a conferma che la cultura del vino nel Sannio è stata contemporanea se non precedente, all’epoca romana. Il Sannio per molti secoli ha rappresentato il collegamento naturale tra la Puglia e la Campania. Attraverso i sentieri della transumanza i Sanniti hanno conosciuto il mondo del vino Abruzzese e Pugliese attraverso i quali hanno portato nel Sannio i vitigni greci dell’Epiro.
Attilio Scienza afferma che del vino sannita troviamo citazioni di Platone comico, commediografo ateniese della seconda metà del V secolo a.C., che parlava dell’eccellente vino di Benevento dal lieve aroma fumé; inoltre secondo Scienza del vino sannita ne parla anche Plinio nella Naturalis Historia, il quale sosteneva che il vino Kapnios avesse nel Sannio una delle sue patrie d’elezione.
Anche Carlo Magno si occupò attraverso il Capitulare de Villis della cura della vite, ma fu grazie alla chiesa che intorno all’anno 1000 si ebbe il definitivo rilancio della coltivazione della vite che coinvolse anche il territorio sannita. Fu proprio un sacerdote, il vescovo di Benevento Landulfo, a pretendere che vicino ad ogni monastero fossero impiantati dei vigneti, favorendo il rilancio della viticultura soprattutto nella zona di Solopaca come dimostra la presenza di venditori di vino in documenti del 1100.
In questo periodo, e fino al 1400, molti vini beneventani grazie alla possibilità di sfruttare i fiumi navigabili che attraversavano la provincia, arrivavano ai porti di Gaeta e di Napoli i più grandi porti di smistamento dei vini per l’intero Mediterraneo e per i mari del Nord. A Napoli in quegli anni venivano trasportati ingenti quantità di vino dall’entroterra Beneventano ed Avellinese, ed assieme ai vini fermi venivano trasportati anche vini dolci molto richiesti dal mercato europeo in quel periodo.
La classe mercantile beneventana in quegli anni diventò la più forte della regione Campania, in quanto poteva godere degli enormi benefici derivanti dal fatto che i territori della provincia di Benevento erano sotto il governo dello Stato della Chiesa. Per una prima descrizione su base scientifica della viticoltura beneventana dobbiamo attendere la Statistica murattiana del 1811, il primo e vero studio del territorio sannita che ha permesso di conoscere le produzioni della provincia di Benevento e di ricostruire le condizioni economiche- sociali e gli stili di vita della popolazione sannita.
Da questo studio si evince che che la provincia di Benevento produceva vini che soddisfacevano le diverse richieste del mercato infatti il vino di Cerreto Sannita veniva considerato molto pregiato assieme a quello di Solopaca, Frasso Telesino, Melizzano e venivano venduti sul mercato regionale ed extra-regionale; quelli di Sant’Agata dei Goti venivano venduti solo sul mercato provinciale, mentre a Guardia Sanframondi si produceva un vino dolce e liquoroso simile a quello di Malaga. Da Cerreto Sannita e Guardia Sanframondi partiva nel 1811 il più alto numero di barili di vino per la capitale, 79.229, contro i 31.281 di Airola, i 12.557 di Solopaca e i 10.470 di Sant’Agata dei Goti.
Per quanto riguarda il numero di vigne Cerreto Sannita e Guardia Sanframondi non superavano di molto Solopaca infatti nei due comuni se ne trovavano circa 3.480 ed invece nel solo comune di Solopaca se ne potevamo trovare circa 2.880.
Dopo l’unità d’Italia nel vigneto sannita vengono coltivate anche altri tipi di vitigni nazionali ed internazionali come il Sangiovese, Barbera, Cabernet Sauvignon, Malbek, Sirah, Erbaluce, Semillon, Pinot e Riesling renano. 14 Dopo le due grandi guerre mondiali, vi fu un risveglio in tutti i settori produttivi che influenzò anche quello agricolo, e nella provincia di Benevento si verificò che i contadini, fino ad allora solo conduttori dei terreni, ne acquisirono anche le proprietà. In questo periodo la produzione delle uve aumentò sensibilmente nella provincia di Benevento, favorendo da una parte la nascita del primo Enopolio nella provincia a Solopaca che vantava una capacità di 13 mila ettolitri contro i soli cinquemila dell’Enopolio napoletano, ma dall’altra lo sfruttamento dei grossi mediatori nei confronti dei piccoli produttori.
Negli anni settanta ad opera di un produttore della provincia di Benevento avviene un cambiamento radicale nelle produzioni del territorio sannita. Il produttore Leonardo Mustilli infatti riscopre la Falanghina, vitigno autoctono a bacca bianca, poco conosciuto e poco coltivato. La Falanghina di Mustilli fece compiere il salto di qualità ai vini della provincia di Benevento, in quanto ebbe un apprezzamento unanime e diffuso, che i vini sanniti, seppur riconosciuti come ottimi vini, non avevano mai riscosso.
La Falanghina fu lavorata per la prima volta in purezza e questo tipo di lavorazione diede ottimi risultati. Grazie alla lavorazione della Falanghina in purezza, nel territorio sannita si sgretolò l’idea dei blend e si incominciarono ad elaborare vini in assoluta purezza anche con gli altri vitigni da sempre presenti sul territorio sannita. Il lavoro di Leonardo Mustilli fu importante per l’intero comparto vitivinicolo sannita che, a partire dagli anni Ottanta, ha intrapreso un lento ma graduale percorso verso la qualità. Da venti anni a questa parte, Benevento è la prima provincia campana per quantità di vino prodotto oltre che per vigneti.
Il Vino DOC Falanghina del Sannio ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 30 settembre 2011.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 30.09.2011, G.U. 236 del 10.10.2011
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Falanghina del Sannio D.O.C. Sottozona Guardia Sanframondi (o Guardiolo)
La denominazione di origine controllata «Falanghina del Sannio» e le relative Sottozone, è riservata ai vini bianchi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti categorie e tipologie:
- Falanghina del Sannio
- Falanghina del Sannio Spumante
- Falanghina del Sannio Spumante di Qualità
- Falanghina del Sannio Spumante di Qualità Metodo Classico
- Falanghina del Sannio Vendemmia tardiva
- Falanghina del Sannio Passito
- Sottozone Falanghina del Sannio DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Guardia Sanframondi
- Falanghina del Sannio Sottozona Guardia Sanframondi (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore fine, floreale, fruttato, dal sapore secco, fresco, equilibrato.
- Falanghina del Sannio Sottozona Guardia Sanframondi Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut /Extra dry
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente e colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi verdolini o dorati; odore fine, floreale, fruttato, fragrante, dal sapore fine, fresco e armonico, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
- Falanghina del Sannio Sottozona Guardia Sanframondi Spumante di Qualità (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut /Extra dry
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi verdolini o dorati; odore fine, floreale, fruttato, fragrante, dal sapore fine, fresco e armonico, nelle tipologie extra brut, brut ed extra dry.
- Falanghina del Sannio Sottozona Guardia Sanframondi Spumante di Qualità Metodo Classico (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi dorati; odore fine, floreale, fruttato, fragrante, dal sapore fine, fresco e armonico, nelle tipologie extra brut e brut.
- Falanghina del Sannio Sottozona Guardia Sanframondi Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 13,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso tendente al dorato, odore floreale, fruttato, composito e sapore secco, pieno, equilibrato.
- Falanghina del Sannio Sottozona Guardia Sanframondi Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Falanghina
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Benevento
- => 16,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore giallo dorato più o meno intenso tendente all’ambrato, odore intenso, ampio e composito, caratteristico del vitigno di provenienza e dal sapore amabile o dolce, pieno, armonico, caratteristico del vitigno di provenienza.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Guardia Sanframondi
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Falanghina del Sannio Sottozona Guardia Sanframondi è ubicata nell'ambiro dell'Appennino Campano, inserita in un ambiente verdeggiante tracciato dai fiumi Sabato e Calore. Il territorio di produzione favorito dalle ottime condizioni microclimatiche e l'esposizione prevalente dei vigneti, orientati a sud, sud-est, concorrono a determinare un ambiente adeguatamente ventilato, luminoso, favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive della pianta.
La Zona di Produzione del Vino DOC Falanghina del Sannio Sottozona Guardia Sanframondi è localizzata in:
- provincia di Benevento e comprende il territorio dei comuni di Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore, San Lupo e Castelvenere.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Guardia Sanframondi
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Falanghina del Sannio Sottozona Guardia Sanframondi prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Falanghina del Sannio Sottozona Guardia Sanframondi non dovrà essere superiore al 70%, al 40% per le tipologie di Vino Passito e al 65% per le tipologie di Vino Vendemmia Tardiva. Qualora tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le operazioni di vinificazione, di elaborazione, di spumantizzazione, di invecchiamento e di imbottigliamento dei vini a denominazione di origine controllata Falanghina del Sannio, anche con la specificazione delle sottozone Solopaca, Guardia Sanframondi o Guardiolo, Taburno, Sant’Agata dei Goti, devono essere effettuate nell'ambito della provincia di Benevento e, per ciascuna sottozona, all’interno della zona di produzione delimitata per ciascuna sottozona.
- I Vini DOC Falanghina del Sannio Spumante Metodo Classico devono essere ottenuti attraverso la tradizionale rifermentazione in bottiglia con permanenza sui lieviti di fermentazione per almeno 12 mesi.
- I Vini DOC Falanghina del Sannio Passito devono essere ottenuti da uve sottoposte in tutto o in parte, sulle piante o dopo la raccolta, ad appassimento naturale.
4. Produttori di Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Guardia Sanframondi
Con l’utilizzo della DOC Falanghina del Sannio Sottozona Guardia Sanframondi i Produttori Vinicoli Campani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Guardia Sanframondi
Aperitivi, piatti di pesce grigliato o fritto, primi con frutti di mare.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Falanghina del Sannio - Sottozona Guardia Sanframondi
Di fondamentale importanza nella produzione del vino Falanghina del Sannio DOC sono i fattori umani legati al territorio di produzione.
In base ai ritrovamenti effettuati ed a studi realizzati si può affermare che la coltivazione della vite nella provincia di Benevento ha origini antiche risalenti al II secolo a.C. Nel paese di Dugenta fu ritrovato un imponente deposito, con relativo forno di produzione, di anfore utilizzate per la conservazione ed il commercio del vino. Gli studiosi hanno convenuto che sicuramente questa era una fabbrica di anfore costruita in una area particolarmente idonea alla produzione e allo smercio del vino, situata lungo la riva sinistra del fiume Volturno del quale è affluente il fiume Calore che attraversa l’intera provincia di Benevento.
In base agli studi effettuati da Attilio Scienza, una forte classe di produttori di vino di origine sannita sarebbe stata presente nella composizione etnica di Pompei, a conferma che la cultura del vino nel Sannio è stata contemporanea se non precedente, all’epoca romana. Il Sannio per molti secoli ha rappresentato il collegamento naturale tra la Puglia e la Campania. Attraverso i sentieri della transumanza i Sanniti hanno conosciuto il mondo del vino Abruzzese e Pugliese attraverso i quali hanno portato nel Sannio i vitigni greci dell’Epiro.
Attilio Scienza afferma che del vino sannita troviamo citazioni di Platone comico, commediografo ateniese della seconda metà del V secolo a.C., che parlava dell’eccellente vino di Benevento dal lieve aroma fumé; inoltre secondo Scienza del vino sannita ne parla anche Plinio nella Naturalis Historia, il quale sosteneva che il vino Kapnios avesse nel Sannio una delle sue patrie d’elezione.
Anche Carlo Magno si occupò attraverso il Capitulare de Villis della cura della vite, ma fu grazie alla chiesa che intorno all’anno 1000 si ebbe il definitivo rilancio della coltivazione della vite che coinvolse anche il territorio sannita. Fu proprio un sacerdote, il vescovo di Benevento Landulfo, a pretendere che vicino ad ogni monastero fossero impiantati dei vigneti, favorendo il rilancio della viticultura soprattutto nella zona di Solopaca come dimostra la presenza di venditori di vino in documenti del 1100.
In questo periodo, e fino al 1400, molti vini beneventani grazie alla possibilità di sfruttare i fiumi navigabili che attraversavano la provincia, arrivavano ai porti di Gaeta e di Napoli i più grandi porti di smistamento dei vini per l’intero Mediterraneo e per i mari del Nord. A Napoli in quegli anni venivano trasportati ingenti quantità di vino dall’entroterra Beneventano ed Avellinese, ed assieme ai vini fermi venivano trasportati anche vini dolci molto richiesti dal mercato europeo in quel periodo.
La classe mercantile beneventana in quegli anni diventò la più forte della regione Campania, in quanto poteva godere degli enormi benefici derivanti dal fatto che i territori della provincia di Benevento erano sotto il governo dello Stato della Chiesa. Per una prima descrizione su base scientifica della viticoltura beneventana dobbiamo attendere la Statistica murattiana del 1811, il primo e vero studio del territorio sannita che ha permesso di conoscere le produzioni della provincia di Benevento e di ricostruire le condizioni economiche- sociali e gli stili di vita della popolazione sannita.
Da questo studio si evince che che la provincia di Benevento produceva vini che soddisfacevano le diverse richieste del mercato infatti il vino di Cerreto Sannita veniva considerato molto pregiato assieme a quello di Solopaca, Frasso Telesino, Melizzano e venivano venduti sul mercato regionale ed extra-regionale; quelli di Sant’Agata dei Goti venivano venduti solo sul mercato provinciale, mentre a Guardia Sanframondi si produceva un vino dolce e liquoroso simile a quello di Malaga. Da Cerreto Sannita e Guardia Sanframondi partiva nel 1811 il più alto numero di barili di vino per la capitale, 79.229, contro i 31.281 di Airola, i 12.557 di Solopaca e i 10.470 di Sant’Agata dei Goti.
Per quanto riguarda il numero di vigne Cerreto Sannita e Guardia Sanframondi non superavano di molto Solopaca infatti nei due comuni se ne trovavano circa 3.480 ed invece nel solo comune di Solopaca se ne potevamo trovare circa 2.880.
Dopo l’unità d’Italia nel vigneto sannita vengono coltivate anche altri tipi di vitigni nazionali ed internazionali come il Sangiovese, Barbera, Cabernet Sauvignon, Malbek, Sirah, Erbaluce, Semillon, Pinot e Riesling renano. 14 Dopo le due grandi guerre mondiali, vi fu un risveglio in tutti i settori produttivi che influenzò anche quello agricolo, e nella provincia di Benevento si verificò che i contadini, fino ad allora solo conduttori dei terreni, ne acquisirono anche le proprietà. In questo periodo la produzione delle uve aumentò sensibilmente nella provincia di Benevento, favorendo da una parte la nascita del primo Enopolio nella provincia a Solopaca che vantava una capacità di 13 mila ettolitri contro i soli cinquemila dell’Enopolio napoletano, ma dall’altra lo sfruttamento dei grossi mediatori nei confronti dei piccoli produttori.
Negli anni settanta ad opera di un produttore della provincia di Benevento avviene un cambiamento radicale nelle produzioni del territorio sannita. Il produttore Leonardo Mustilli infatti riscopre la Falanghina, vitigno autoctono a bacca bianca, poco conosciuto e poco coltivato. La Falanghina di Mustilli fece compiere il salto di qualità ai vini della provincia di Benevento, in quanto ebbe un apprezzamento unanime e diffuso, che i vini sanniti, seppur riconosciuti come ottimi vini, non avevano mai riscosso.
La Falanghina fu lavorata per la prima volta in purezza e questo tipo di lavorazione diede ottimi risultati. Grazie alla lavorazione della Falanghina in purezza, nel territorio sannita si sgretolò l’idea dei blend e si incominciarono ad elaborare vini in assoluta purezza anche con gli altri vitigni da sempre presenti sul territorio sannita. Il lavoro di Leonardo Mustilli fu importante per l’intero comparto vitivinicolo sannita che, a partire dagli anni Ottanta, ha intrapreso un lento ma graduale percorso verso la qualità. Da venti anni a questa parte, Benevento è la prima provincia campana per quantità di vino prodotto oltre che per vigneti.
Il Vino DOC Falanghina del Sannio ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 30 settembre 2011.