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NURAGUS DI CAGLIARI DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 28.11.1974, G.U. 66 del 10.03.1975
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Nuragus di Cagliari D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Nuragus di Cagliari” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Nuragus di Cagliari
  2. Nuragus di Cagliari Frizzante

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Nuragus di Cagliari

 

  • Nuragus di Cagliari (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
  • => 85% Vitigno Nuragus
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore dal giallo paglierino tenue a giallo paglierino, con leggeri riflessi verdognoli, odore caratteristico, delicato e gradevole, dal sapore da secco ad amabile, caratteristico.

  • Nuragus di Cagliari Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
  • => 85% Vitigno Nuragus
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore paglierino tenue, talvolta con leggeri riflessi verdognoli, odore vinoso, gradevole e sapore dal secco all'amabile, armonico, leggermente acidulo.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Nuragus di Cagliari

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Nuragus di Cagliari si estende su di un ampio territorio della Sardegna centrale e sud-orientale, che presenta caratteristiche ottimali per l'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Nuragus di Cagliari è localizzata in:

  • provincia di Cagliari e comprende il territorio dei comuni di Armungia, Assemini, Ballao, Barrali, Burcei, Cagliari, Capoterra, Castiadas, Decimomannu, Decimoputzu, Dolianova, Domus De Maria, Donori, Elmas, Escolca, Gergei, Gesico, Goni, Guamaggiore, Guasila, Isili, Mandas, Maracalagonis, Monastir, Monserrato, Muravera, Nuraminis, Orroli, Ortacesus, Nuragus, Nurallao, Nurri, Pimentel, Pula, Quartu Sant'Elena, Quartucciu, Samatzai, San Basilio, San Nicolò Gerrei, San Sperate, San Vito, Sant'Andrea Frius, Sarroch, Selargius, Selegas, Senorbì, Serdiana, Serri, Sestu, Settimo San Pietro, Siliqua, Silius, Sinnai, Siurgus Donigala, Soleminis, Suelli, Teulada, Ussana, Uta, Vallermosa, Villa San Pietro, Villaputzu, Villasalto, Villasimius, Villasor e Villaspeciosa.
  • provincia di Carbonia-Iglesias e comprende il territorio dei comuni di Buggerru, Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domusnovas, Fluminimaggiore, Giba, Gonnesa, Iglesias, Masainas, Musei, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant'Anna Arresi, Sant'Antioco, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio.
  • provincia di Medio Campidano e comprende il territorio dei comuni di Arbus, Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Gesturi, Gonnosfanadiga, Guspini, Las Plassas, Lunamatrona, Pabillonis, Pauli Arbarei, Samassi, San Gavino Monreale, Sanluri, Sardara, Segariu, Serramanna, Serrenti, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villacidro, Villamar, Villanovaforru e Villanovafranca.
  • provincia di Oristano e comprende il territorio dei comuni di Abbasanta, Aidomaggiore, Albagiara, Ales, Allai, Arborea, Ardauli, Assolo, Asuni, Baradili, Baratili San Pietro, Baressa, Bauladu, Bidonì, Bonarcado Boroneddu, Busachi, Cabras, Fordongianus, Genoni, Ghilarza, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Marrubiu, Masullas, Milis, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Narbolia, Neoneli, Norbello, Nughedu Santa Vittoria, Nurachi, Nureci, Ollastra Simaxis, Oristano, Palmas Arborea, Pau, Paulilatino, Pompu, Riola Sardo, Ruinas, Samugheo, San Nicolò d'Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Santu Lussurgiu, Sedilo, Seneghe, Senis, Sennariolo, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simala, Simaxis, Sini, Siris, Solarussa, Sorradile, Tadasuni, Terralba, Tramatza, Ulà Tirso, Uras, Usellus, Villa Sant'Antonio, Villa Verde, Villanova Truschedu, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Nuragus di Cagliari

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Nuragus di Cagliari prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Nuragus di Cagliari non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 10%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Nuragus di Cagliari è consentito fare precedere alla denominazione del vino il nome geografico "Sardegna".
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Nuragus di Cagliari è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia Frizzante.

4. Produttori di Vino DOC Nuragus di Cagliari

Con l’utilizzo della DOC Nuragus di Cagliari i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Nuragus di Cagliari

Antipasti magri, primi piatti al sugo bianco di pesce, zuppe di conchigliacei, crostacei lessati conditi con olio d'oliva.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Nuragus di Cagliari

Il vitigno “Nuragus”, da cui si ottengono le categorie “vino” e “vino frizzante” della DOP “Nuragus di Cagliari”, è coltivato da epoche remote; tanto antiche che risulta difficile perfino stabilire con esattezza l’origine del vitigno, nonché quella del nome che l’accompagna.

Il termine “Nuragus” associato al vino compare nel ‘700 in riferimento ad uno dei vini maggiormente prodotti nel periodo, il “Muscadeddu de Nuragus”. Lo studioso Moris, lo inserisce tra le uve a bacca giallo –rosata e lo definisce “Vitis abundans vern. Nuragus frequentissime culta”. Cettolini lo descrive accuratamente nel 1893-95, sottolineando l’incerta origine e i numerosi sinonimi tra cui “axina de margiani” e “axina del popurus”. Il Cara (1909) cita invece come suo sinonimo “abbondosa” e ne ipotizza un’origine fenicia. (fonte: Vitigni della Sardegna, a cura di Gianni Nieddu, progetto Convisar - pag. 123).

Il vitigno “Nuragus”, e quindi il vino che da esso si ottiene, ha seguito attraverso i secoli le alterne vicende della viticoltura sarda, dalle epoche remote fino ai nostri giorni.

Si diffuse nell’Isola durante il periodo storico del “Regno di Sardegna”, a seguito della politica viticola attuata dal viceré, il marchese di Rivarolo, che a partire dal 1736 favorì la diffusione della viticoltura nell’Isola, rendendola obbligatoria nei terreni ritenuti idonei alla vite e rimettendo in vigore integralmente le norme della “Carta de Logu” di Eleonora d'Arborea emanata nel 1392, durante il periodo “Giudicale”, e rimasta in vigore fino al 1827.

La ristrutturazione dei vigneti sardi su piede americano, a seguito delle infestazioni filloseriche che si diffusero in Europa a cavallo dei secoli XIX e XX, non solo riconsegnò al Nuragus l’importanza del passato, ma lo fece risultare come il vitigno largamente più rappresentato nella viticoltura del Centro-Sud della Sardegna. Il convegno vitivinicolo regionale svoltosi a Cagliari nel 1933 fornì, grazie alla relazione di Sante Cettolini, un preciso quadro sulla viticoltura nell’Isola, e precisò che a caratterizzare la produzione vinicola del sud Sardegna erano soprattutto i bianchi, e fra i bianchi asciutti, il vino Nuragus era quello che si era maggiormente imposto fra i consumatori e gli esperti degustatori (fonte: Storia della vite e del vino in Sardegna a cura di Maria Luisa Di Felice e Antonello Mattone, editore Laterza, pag. 310).

Il significativo miglioramento qualitativo del vino Nuragus è stato poi dimostrato dal riconoscimento ottenuto all’esposizione nazionale di Siena del 1935 (fonte: Storia della vite e del vino in Sardegna a cura di Maria Luisa Di Felice e Antonello Mattone, editore Laterza, pag. 311).

Il Vino DOC Nuragus di Cagliari ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 28 novembre 1974.

NASCO DI CAGLIARI DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 21.06.1972, G.U. 220 del 24.08.1972
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 30.11.2011

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Nasco di Cagliari D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Nasco di Cagliari” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Nasco di Cagliari
  2. Nasco di Cagliari Liquoroso
  3. Nasco di Cagliari Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Nasco di Cagliari

 

  • Nasco di Cagliari (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 95% Vitigno Nasco
  • =< 5% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 13,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore dal giallo paglierino al giallo dorato, odore fine, delicato e sapore gradevole, caratteristico, dal secco al dolce.

  • Nasco di Cagliari Liquoroso (Vino Bianco Liquoroso)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 95% Vitigno Nasco
  • =< 5% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 13,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Liquoroso dal colore dal giallo paglierino all’ambrato, odore intenso, etereo, con sentore di frutta matura, dal sapore gradevole, dal secco al dolce.

  • Nasco di Cagliari Liquoroso Riserva (Vino Bianco Liquoroso Invecchiato)
  • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
  • => 95% Vitigno Nasco
  • =< 5% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 13,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Liquoroso Invecchiato dal colore dal giallo paglierino all’ambrato, odore intenso, etereo, con sentore di frutta matura, dal sapore gradevole, dal secco al dolce.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Nasco di Cagliari

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Nasco di Cagliari si estende su un ampio territorio della Sardegna centrale e sud-orientale, che presenta caratteristiche ottimali per l'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Nasco di Cagliari è localizzata in:

  • provincia di Cagliari e comprende il territorio dei comuni di Armungia, Assemini, Ballao, Barrali, Burcei, Cagliari, Capoterra, Castiadas, Decimomannu, Decimoputzu, Dolianova, Domus De Maria, Donorì, Elmas, Gesico, Goni, Guamaggiore, Guasila, Mandas, Maracalagonis, Monastir, Monserrato, Muravera, Nuraminis, Ortacesus, Pimentel, Pula, Quartu Sant'Elena, Quartucciu, Samatzai, San Basilio, San Nicolò Gerrei, San Sperate, San Vito, Sant'Andrea Frius, Sarroch, Selargius, Selegas, Senorbì, Serdiana, Sestu, Settimo San Pietro, Siliqua, Silius, Sinnai, Siurgus Donigala, Soleminis, Suelli, Teulada, Ussana, Uta, Vallermosa, Villa San Pietro, Villaputzu, Villasalto, Villasimius, Villasor e Villaspeciosa.
  • provincia di Carbonia-Iglesias e comprende il territorio dei comuni di Buggerru, Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domusnovas, Fluminimaggiore, Giba, Gonnesa, Iglesias, Masainas, Musei, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant'Anna Arresi, Sant'Antioco, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio.
  • provincia di Medio Campidano e comprende il territorio dei comuni di Arbus, Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Gesturi, Gonnosfanadiga, Guspini, Las Plassas, Lunamatrona, Pabillonis, Pauli Arbarei, Samassi, San Gavino Monreale, Sanluri, Sardara, Segariu, Serramanna, Serrenti, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villacidro, Villamar, Villanovaforru e Villanovafranca.
  • provincia di Oristano e comprende il territorio dei comuni di Abbasanta, Aidomaggiore, Albagiara, Ales, Allai, Arborea, Ardauli, Assolo, Asuni, Baradili, Baratili San Pietro, Baressa, Bauladu, Bidonì, Bonarcado Boroneddu, Busachi, Cabras, Fordongianus, Ghilarza, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Marrubiu, Masullas, Milis, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Narbolia, Neoneli, Norbello, Nughedu Santa Vittoria, Nurachi, Nureci, Ollastra Simaxis, Oristano, Palmas Arborea, Pau, Paulilatino, Pompu, Riola Sardo, Ruinas, Samugheo, San Nicolò d'Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Santu Lussurgiu, Sedilo, Seneghe, Senis, Sennariolo, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simala, Simaxis, Sini, Siris, Solarussa, Sorradile, Tadasuni, Terralba, Tramatza, Ulà Tirso, Uras, Usellus, Villa Sant'Antonio, Villa Verde, Villanova Truschedu, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Nasco di Cagliari

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

 Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Nasco di Cagliari prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Nasco di Cagliari non dovrà essere superiore al 65%.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Nasco di Cagliari Passito possono essere sottoposte ad un leggero appassimento naturale sulla pianta o su stuoie.
  • Il vino DOC Nasco di Cagliari Liquoroso con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere o di castagno.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Nasco di Cagliari è consentito fare precedere alla denominazione del vino il nome geografico "Sardegna".
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Nasco di Cagliari è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia di Vino Liquoroso.

4. Produttori di Vino DOC Nasco di Cagliari

Con l’utilizzo della DOC Nasco di Cagliari i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Nasco di Cagliari

Pasticceria secca, torte con creme, confetture di frutta, biscotti alla pasta di mandorle.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Nasco di Cagliari

Il “Nasco” è fra i vitigni più anticamente coltivati in Sardegna. Il suo nome, che in origine era “Nascu”, deriverebbe a sua volta dal latino “Muscus” avente il significato di “muschio” e dal quale la parola vernacola sarda “Nuscu” sarebbe una corruzione. Tale tesi sarebbe confermata dal leggero aroma che gli esperti sentono nell’uva un po’ appassita ed anche dal profumo di fiori di prato appena sbocciati percepito dai degustatori del vino.

Secondo i più noti autori l’origine del vino sarebbe ignota; si dovrebbe pertanto concludere che esso costituisce un ecotipo, cioè una varietà originatasi in loco in tempi remoti. Come tale, senza dubbio il Nasco si ritiene abbia dovuto seguire attraverso i secoli le alterne vicende della viticoltura sarda almeno dal tempo dei Giudicati (sec. XV) fino ai nostri giorni.

Ed il vitigno omonimo doveva essere di certo abbondantemente presente nei vigneti sardi all’epoca della massima espansione viticola, toccata alla fine dell’ottocento, se il Nasco era presente all’Esposizione Universale di Vienna del 1873 come valido rappresentante dei vini tipici della Sardegna e se nelle “Notes sur l’Industrie et le Commerce du vin en Italie” Roma 1889 della Societé Generale des Viticulteurs Italiens a Rome, troviamo citato il “Nasco” tra i più rinomati vini speciali che dall’antichità hanno contribuito a rendere celebre la produzione vinicola di Sardegna.

Il Vino DOC Nasco di Cagliari ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 21 giugno 1972.

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 31.03.1972, G.U. 193 del 26.07.1972
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Moscato di Sorso-Sennori (o Moscato di Sorso) (o Moscato di Sennori) D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Moscato di Sorso Sennori (o Moscato di Sorso o Moscato di Sennori)” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco
  2. Liquoroso
  3. Passito
  4. Spumante

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Moscato di Sorso-Sennori

 

  • Moscato di Sorso-Sennori Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Dolce
  • => 90% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 14% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo dorato, odore intenso, caratteristico e sapore dolce, fine, vellutato.

  • Moscato di Sorso-Sennori Liquoroso (Vino Bianco Liquoroso)
  • Versioni: Dolce
  • => 90% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 17,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Liquoroso dal colore giallo dorato, odore intenso, caratteristico, etereo e sapore dolce, complesso, fine.

  • Moscato di Sorso-Sennori Passito (Vino Bianco Passito)
  • Versioni: Dolce
  • => 90% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Passito dal colore giallo dorato, odore intenso, etereo, di frutta matura e sapore dolce, pieno, mielato.

  • Moscato di Sorso-Sennori Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Doux
  • => 90% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino, odore aromatico, delicato, caratteristico, dal sapore dolce, delicato, fruttato, caratteristico di Moscato.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Moscato di Sorso-Sennori

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Moscato di Sorso-Sennori si estende sulle colline della Ramangia, situate a nord-ovest della Sardegna, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Moscato di Sorso-Sennori è localizzata in:

  • provincia di Sassari e comprende il territorio del comune di Sorso-Sennori.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Moscato di Sorso-Sennori

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Moscato di Sorso-Sennori prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Moscato di Sorso-Sennori non dovrà essere superiore al 70% e al 50% per la tipologia di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 10%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC, ma potrà essere riclassificata per la produzione di Vini IGT corrispondenti. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione dei Vini DOC Moscato di Sorso-Sennori Passito possono essere sottoposte ad un leggero appassimento naturale sulla pianta o su telai in appositi locali.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Moscato di Sorso-Sennori è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve ad eccezione delle tipologie di Vino Liquoroso e Spumante.

4. Produttori di Vino DOC Moscato di Sorso-Sennori

Con l’utilizzo della DOC Moscato di Sorso-Sennori i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Moscato di Sorso-Sennori

Pasticceria secca a base di mandorle o frutta secca, crostata alla frutta gialla, formaggi piccanti.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Moscato di Sorso-Sennori

La storia viticola della Romangia è strettamente intrecciata con la cultura popolare, ricca di valori umani semplici, nella quale l’ospite gode sempre dell’accoglienza propria di una gente laboriosa, gelosa di un’identità storica, culturale e linguistica orgogliosamente preservata e tramandata, nota ed apprezzata anche oltre i confini della Sardegna.

La coltivazione della vite nel territorio ha origini antichissime, come suggerisce il nome stesso, di derivazione romanica, “ Romangia”, testimoniato in letteratura e confermato da diversi studi archeologici, fra i quali quelli effettuati in località “Geridu”, in Comune di Sorso, con reperti e ritrovamenti di vinaccioli carbonizzati, roncole per la potatura e per la vendemmia, boccali di ceramiche usati per bere il vino e vasi vinari.

Nel corso dei secoli la tradizione viticola si è tramandata e rafforzata; nella zona della “Pedraia”, nel territorio comunale di Sorso, gli archeologi hanno trovato un impianto di vinificazione scavato nella roccia calcarea, che reca incisa su un pilastro la data del 1602.

La vite nella Romangia è considerata tuttora coltura principe del territorio. Il Vino DOC Moscato di Sorso-Sennori ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 31 marzo 1972.

MOSCATO DI SARDEGNA DOC

  • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con DPR 13.12.1979, G.U. 149 del 02.06.1980
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Moscato di Sardegna D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Moscato di Sardegna” e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Bianco
  2. Passito
  3. Da uve stramature
  4. Spumante
  5. Sottozona Tempio Pausania (o Tempio)
  6. Sottozona Gallura

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Moscato di Sardegna

 

  • Moscato di Sardegna Bianco (Vino Bianco)
  • Versioni: Dolce
  • => 90% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 10% Uve a bacca bianco prodotte da altri Vitigni coltivati nella regione Sardegna.
  • => 14% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo dorato, odore, aroma caratteristico e sapore dolce, vellutato.

  • Moscato di Sardegna Passito (Vino Bianco Passito)
  • Versioni: Dolce
  • => 90% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 10% Uve a bacca bianco prodotte da altri Vitigni coltivati nella regione Sardegna.
  • => 16% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Passito dal colore da giallo dorato ad ambrato, odore intenso, caratteristico, e sapore dolce, vellutato.

  • Moscato di Sardegna da Uve stramature (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
  • Versioni: Dolce
  • => 90% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 10% Uve a bacca bianco prodotte da altri Vitigni coltivati nella regione Sardegna.
  • => 15% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore giallo da dorato ad ambrato, odore intenso, caratteristico e sapore fine, dolce, vellutato.

  • Moscato di Sardegna Spumante (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Doux
  • => 90% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 10% Uve a bacca bianco prodotte da altri Vitigni coltivati nella regione Sardegna.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino, odore aromatico, delicato, caratteristico e sapore dolce, delicato, fruttato, caratteristico di Moscato.

  • Moscato di Sardegna Spumante Sottozona Gallura (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Doux
  • => 90% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 10% Uve a bacca bianco prodotte da altri Vitigni coltivati nella regione Sardegna.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino, odore aromatico, delicato, caratteristico e sapore dolce, delicato, fruttato, caratteristico di Moscato.

  • Moscato di Sardegna Spumante Sottozona Tempio Pausania (o Tempio) (Vino Bianco Spumante)
  • Versioni: Spumante Doux
  • => 90% Vitigno Moscato Bianco
  • =< 10% Uve a bacca bianco prodotte da altri Vitigni coltivati nella regione Sardegna.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Spumante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino, odore aromatico, delicato, caratteristico e sapore dolce, delicato, fruttato, caratteristico di Moscato.

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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Moscato di Sardegna

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Monica di Sardegna si estende su tutto il territorio sardo e in particolare nelle zone adeguatamente ventilate, luminose e favorevoli all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOC Moscato di Sardegna è localizzata in:

  • regione Sardegna e comprende l'intero territorio regionale.

La Zona di Produzione del Vino DOC Moscato di Sardegna Sottozone Tempio Pausania e Gallura è localizzata in:

  • provincia di Olbia-Tempio e comprende il territorio dei comuni di Tempio Pausania e nel territorio geograficamente definito “Gallura”, il quale comprende l'intero territorio dei comuni di Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Berchidda, Bortigiadas, Budoni, Calangianus, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Monti, Olbia, Oschiri, Palau, Sant’Antonio di Gallura, San Teodoro, Santa Teresa di Gallura, Telti, Tempio Pausania e Trinità d'Agultu.
  • provincia di Sassari e comprende il territorio del comune di Viddalba.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Moscato di Sardegna

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Moscato di Sardegna prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOC Moscato di Sardegna non dovrà essere superiore al 70% e al 50% per la tipologia di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 10%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC, ma potrà essere riclassificato per la produzione del Vino IGT Isola dei Nuraghi Oltre detti limiti decade il diritto alla Moscato di Sardegna per tutto il prodotto.
  • Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Moscato di Sardegna Passito devono essere sottoposte ad appassimento su stuoiefino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 272 g/l.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Moscato di Sardegna è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve ad eccezione della tipologia di vino Spumante.

4. Produttori di Vino DOC Moscato di Sardegna

Con l’utilizzo della DOC Moscato di Sardegna i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Moscato di Sardegna

Piccola pasticceria, dolci a pasta non lievitata con uva passita e canditi e torte di pandispagna alla panna.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Moscato di Sardegna

Il Moscato bianco è fra i vitigni più anticamente coltivati in Sardegna. È un vitigno conosciuto fin dai tempi dell’antica Roma, citato dal Columella con il nome di uva “Apiana” in quanto uva prediletta dalle api per la dolcezza dei suoi acini. Il moscato ha seguito attraverso i secoli le alterne vicende della viticoltura sarda, dalle menzionate epoche remote fino ai nostri giorni. Il vitigno si diffuse nell’Isola nel periodo dell’Amministrazione piemontese, a seguito della politica viticola attuata dal vicerè, il marchese di Rivarolo, che a partire dal 1736 favorì la diffusione della viticoltura nell’Isola, rendendola obbligatoria nei terreni ritenuti idonei alla vite e rimettendo in vigore integralmente le norme della Carta de Logu di Eleonora d'Arborea emanata nel 1392 e rimasta in vigore fino al 1827, durante il regno di Carlo Felice.

La Regia Società Agraria ed Economica di Cagliari, fondata nel 1804, iniziò a fare conoscere fuori dell’Isola i vini di lusso sardi, tra cui il Moscato, in occasione del 6° Congresso Scientifico Italiano svoltosi a Milano nel 1845.

Nella seconda metà del secolo, si è cercato di disciplinare e razionalizzare il comparto vitivinicolo con l’istituzione della Regia Scuola di Viticoltura ed Enologia di Cagliari, la quale diede un certo impulso al settore. Il vitigno Moscato, a cavallo dei secoli XIX e XX, risentì degli attacchi della fillossera che falcidiò anche i vigneti della Sardegna, i quali avevano registrato alla fine dell’ottocento la loro espansione massima.

La ripresa della viticoltura nell’Isola su nuovi portainnesti, ha dato nuovo slancio alla coltivazione della varietà, tanto da essere riconosciuta della denominazione di origine fin dal 1979. Le tecniche di vinificazione utilizzate comprendono pratiche enologiche che coniugano le tradizioni locali con e l’evoluzione delle pratiche enologiche, che conferiscono al vino, nelle diverse tipologie, le sue peculiari caratteristiche.

Il Vino DOC Moscato di Sardegna ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 13 dicembre 1979.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

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