Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 29.05.1973, G.U. 221 del 28.08.1973 - Approvato DOCG con D.M. 13.09.2005, G.U. 224 del 26.09.2005
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale Prot. Uscita N.0011013 del 17/02/2020.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Cerasuolo di Vittoria D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita «Cerasuolo di Vittoria» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Cerasuolo di Vittoria
- Cerasuolo di Vittoria Classico
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
- Cerasuolo di Vittoria (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- >< 50-70% Vitigno Nero d'Avola (o Calabrese)
- >< 30-50% Vitigno Frappato
- => 12.5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore variabile da rosso ciliegia a violaceo, profumo da floreale a fruttato e dal sapore secco, pieno, morbido e armonico.
- Cerasuolo di Vittoria Classico (Vino Rosso Classico)
- Versioni: Secco
- >< 50-70% Vitigno Nero d'Avola (o Calabrese)
- >< 30-50% Vitigno Frappato
- => 12.5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Classico dal colore rosso ciliegia tendente al granato, profumo di ciliegia, che nei vini invecchiati puo' tendere anche a note sensoriali di prugna secca, cioccolato, cuoio, tabacco, dal sapore secco, pieno, morbido e armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
La zona geografica delimitata ricade nella Sicilia sud-orientale ed è delimitata a nord dal complesso dei monti Erei, a sud dal mar Mediterraneo, ad est dai rilievi dei monti Iblei e ad ovest dalle colline centro-meridionali della provincia di Caltanissetta. Al suo interno si possono distinguere tre macroaree:
- una zona costiera con altitudine media compresa tra 0 e 200 m. slm
- una zona di media collina con vigneti posti da 200 a 350 m. slm
- una zona di alta collina con altimetria media superiore ai 350 m. slm
Da un punto di vista geologico, la zona di coltivazione della DOCG Cerasuolo di Vittoria, presenta vaste aree di terreni calcarei e argilloso-sabbiose che conferiscono ai vini eccezionali prerogative di longevità, profumo, tenore alcolico, mineralità e una buona acidità naturale grazie anche alle peculiarità climatiche ottimali in fatto di insolazione e ventilazione continua della zona di produzione.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria è localitzzata in:
- provincia di Ragusa, e comprende il territorio dei comuni di Vittoria, Comiso, Acate, Chiaramonte Gulfi, Santa Croce Camerina e, in parte, il territorio del comune di Ragusa.
- provincia di Caltanissetta, e comprende il territorio dei comuni di Niscemi, Gela, Riesi, Butera e Mazzarino.
- provincia di Catania, e comprende il territorio dei comuni di Caltagirone, Licodia Eubea e Mazzarrone.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 65% pari a 52 hl/ettaro per entrambe tipologie di Cerasuolo di Vittoria. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
4. Produttori di Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
Con l’utilizzo della DOCG Cerasuolo di Vittoria i Produttori Vinicoli Siciliani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
Arrosti di carni bianche e rosse, brasati di manzo, selvaggina minuta allo spiedo e formaggi piccanti stagionati.
Gli intenditori più raffinati lo degustano come aperitivo proprio quando è molto vecchio.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
La vitivinicoltura si diffuse nella Sicilia orientale sin dall’epoca della colonizzazione greca, (VII-VI sec. a.C.), in particolare, nella Sicilia sud-orientale, con la fondazione di Siracusa (733-734 A.C.) la più importante città greca dell’isola e, successivamente, con la fondazione da parte dei siracusani della colonia di Kamarina (598 A.C.), costruita alla foce del fiume Ippari, nell’attuale territorio della provincia di Ragusa e, dunque, nel comprensorio di produzione della docg “Cerasuolo di Vittoria”.
Alcune monete ritrovate nel territorio camarinese riportano, infatti, nell’esergo, la raffigurazione di anfore vinarie, tipiche per la bocca stretta e la pancia allungata, che venivano usate sopratutto per il trasporto e la commercializzazione del vino, così come numerose anfore sono state ritrovate nei fondali del mare antistante Kamarina. Sempre in questo territorio è stato ritrovato un reperto eccezionale costituito da una lamina di piombo arrotolata, che è un vero e proprio atto notarile di vendita di un terreno coltivato a vite, compreso tra i fiumi Ippari ed Irminio, il cui compratore era un donna proprietaria di una rivendita di vini, quindi in quella data (III sec. A.C. ) esisteva già la produzione di vino ed era inoltre oggetto di commercio.
Con l’occupazione romana il vino di questa zona della Sicilia veniva esportato a Roma e nell’Italia centro-meridionale; durante degli scavi a Pompei sono state ritrovate delle anfore vinarie che riportano delle iscrizioni sui luoghi di provenienza del vino: Taormina e Mesopotamio. In epoca romana questa zona ricca e fertile posta tra i due fiumi Ippari e Dirillo, era infatti chiamata “Plaga Mesopotamium” e coincideva con l’attuale zona di produzione del Cerasuolo di Vittoria. Camarina rappresentava lo sbocco naturale dei prodotti agricoli, tra cui il vino, prodotti in questa zona, con un percorso che da Catania passava attraverso Lentini, Caltagirone, Acate, Vittoria e Comiso, la cui attività vitivinicola è testimoniata da ritrovamenti di palmenti, fondaci per le soste, fornaci per la costruzione di anfore da vino.
Nel 1606, la nobildonna Vittoria Colonna Henriquez, contessa di Modica, decise di fondare la città di Vittoria, e per incentivarne l’urbanizzazione regalo ai primi 75 coloni un ettaro di terreno a condizione che ne coltivassero un altro a vigneto. Per tutto il seicento si ebbe un enorme espansione dei vigneti in questa zona grazie ad una politica di incentivazione delle colture intensive pregiate, come appunto la vite, che valorizzavano la naturale fertilità del suolo. Il vino veniva esportato prima soltanto nelle varie altre città della contea di Modica, successivamente, attraverso il porto di Scoglitti e le navi trapanesi e mazaresi, veniva esportato anche a Malta.
Nel 1777 l’esenzione dal dazio sul mosto fece aumentare ancora di più la superficie a vigneto soprattutto ad opera di piccoli e medi possidenti, enfiteuti e mezzadri. L’abate Paolo Balsamo nel suoi appunti di viaggio attraverso la Contea di Modica (1808) asserisce che la campagna di Vittoria è ricca di vigneti e si produce vino che considera il migliore tra quelli da pasto di tutta la Sicilia. Il fiorentino Domenico Sestini trasferitosi a Catania come bibliotecario al servizio del principe di Biscari, dà una importante testimonianza della vitivinicoltura di questa zona della Sicilia; nella lezione che tenne nel 1812 all’Accademia dei Georgofili sui vini del territorio di Vittoria, elogia la qualità di questi vini e ne descrive i vitigni, il sistema di impianto e di coltivazione, la fertilità dei terreni, le modalità di vendemmia e vinificazione.
Nella seconda metà dell’ottocento si ebbe un ulteriore sviluppo economico di questa zona e la città di Vittoria divenne una delle città più floride e produttive della Sicilia. In questo periodo ci fu un massiccio processo di riconversione colturale; migliaia di ettari, prima coltivati a grano furono riconvertiti in colture più redditizie, tra cui il vigneto. Tale trasformazione fu spinta dalla crescita della domanda di vino e dal relativo aumento dei prezzi, dal progresso tecnologico delle operazioni colturali che rese più facile e redditizia la coltivazione dei vigneti. Il porto di Scoglitti fu potenziato per fare fronte alle richieste di esportazione dei vini; nel 1860 l’esportazione dei vini di Vittoria toccò i 300 mila ettolitri.
Ma a partire dalla fine del secolo l’epidemia della Fillossera portò alla distruzione di gran parte dei vigneti della Sicilia e, Vittoria, con la sua spinta specializzazione viticola, pagò a caro prezzo la scelta monoculturale; migliaia di piccoli proprietari caddero in rovina. Agli inizi del XX secolo si diffuse la tecnica dell’innesto su vite americana resistente alla fillossera, ma i piccoli proprietari e mezzadri erano totalmente privi di capitale per procedere ai reimpianti, per cui fu ad opera di grosse famiglie proprietarie terriere che si procedette alla riconversione dei vigneti.
La crisi economica conseguente alla fillossera e la guerra commerciale con la Francia segnarono il declino della produzione dei vini ad alta gradazione ed ad intenso colore, che venivano esportati in Francia come vini da taglio, ed aumentò la produzione dei vini da pasto a più moderato tenore alcolico, profumati e freschi, antesignani degli attuali vini a DOCG “Cerasuolo di Vittoria”.
Nel corso dei secoli dunque la viticoltura ha mantenuto un ruolo di coltura molto importante per il territorio, fino ad arrivare ad oggi. La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende, la professionalità degli operatori che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza della denominazione come testimoniano i riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale dei vini prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento. Questa evoluzione positiva è sancita dal passaggio dei vini “Cerasuolo di Vittoria” da DOC nel 1991 a DOCG avvenuto nel 2005.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 11.08.1971, G.U. 247 del 30.09.1971
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Vernaccia di Oristano D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Vernaccia di Oristano” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Vernaccia di Oristano
- Vernaccia di Oristano Superiore
- Vernaccia di Oristano Riserva
- Vernaccia di Oristano Liquoroso
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Vernaccia di Oristano
- Vernaccia di Oristano (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Vernaccia di Oristano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 15% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo dorato, ambrato, odore delicato, alcolico, con sfumature di fior di mandorlo e sapore fine, sottile, caldo, con leggero e gradevole retrogusto di mandorle amare.
- Vernaccia di Oristano Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Vernaccia di Oristano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 15,50% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo dorato, ambrato, odore delicato, alcolico, con sfumature di fior di mandorlo e sapore fine, sottile, caldo, con leggero e gradevole retrogusto di mandorle amare.
- Vernaccia di Oristano Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Vernaccia di Oristano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 15,50% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo dorato, ambrato, odore delicato, alcolico, con sfumature di fior di mandorlo e sapore fine, sottile, caldo, con leggero e gradevole retrogusto di mandorle amare.
- Vernaccia di Oristano Liquoroso (Vino Bianco Liquoroso)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Vernaccia di Oristano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 16,50% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Liquoroso dal colore giallo dorato, ambrato, odore intenso, complesso, alcolico, dal sapore da secco a dolce.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Vernaccia di Oristano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Vernaccia di Oristano si estende sulle colline dell'omonima provincia di Oristano situate a nord-ovest della Sardegna, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Vernaccia di Oristano è localizzata in:
- provincia di Oristano e comprende il territorio dei comuni di Siamaggiore, Zeddiani, Baratili S. Pietro, Nurachi, Riola Sardo, Oristano (con le frazioni Nuraxinieddu, Massama, Donigala Fenugheddu, Silì), Santa Giusta, Palmas Arborea, Cabras (frazione Solanas), Simaxis (con la frazione S. Vero Congius), Solarussa, Ollastra, Zerfaliu, Tramatza, Milis, S. Vero Milis e Narbolia.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Vernaccia di Oristano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Vernaccia di Oristano prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Vernaccia di Oristano non dovrà essere superiore al 65%.
- Nel corso del mese di marzo dell'anno successivo a quello della vendemmia il vino, previa filtrazione ed eventuale chiarificazione, viene trasferito in botti di castagno o di rovere per essere sottoposto ad almeno 24 mesi di invecchiamento.
- Le uve di Vernaccia di Oristano, dopo il primo travaso, può essere usata per la preparazione del Vino DOC Vernaccia di Oristano Liquoroso mediante la sola pratica dell'aggiunta di alcol da vino o da materie vinose o di acquavite di vino. Il prodotto così trattato deve essere trasferito in botti di castagno o di rovere per essere sottoposto ad invecchiamento minimo di due anni.
- Il Vino DOC Vernaccia di Oristano con la qualifica Superiore deve essere sottoposto ad invecchiamento per per almeno 36 mesi.
- Il vino DOC Vernaccia di Oristano con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento in fusti per almeno 48 mesi.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Vernaccia di Oristano è consentito fare precedere alla denominazione del vino il nome geografico "Sardegna".
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Vernaccia di Oristano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia di Vino Liquoroso.
4. Produttori di Vino DOC Vernaccia di Oristano
Con l’utilizzo della DOC Vernaccia di Oristano i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Vernaccia di Oristano
Bottarga e salmone affumicato e formaggi piccanti, zuppe di pesce speziate e pesce azzurro grigliato.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Vernaccia di Oristano
La millenaria storia vitivinicola della Vernaccia, comprovata da numerosi documenti storici, rappresenta la testimonianza della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e le peculiarità della “Vernaccia di Oristano”.
Il vino Vernaccia di Oristano è il “vino sardo” per eccellenza, diverso da tutti gli altri vini continentali, omonimi o non; un vino come pochi che ha uno stretto legame con il suo territorio e con tutto il paesaggio che lo circonda, un vino elevato a simbolo dall’intera comunità isolana e in quanto tale considerato patrimonio da proteggere e valorizzare.
Di questo vino, alla fine dell’Ottocento, l’illustre prof. Sante Cettolini, Preside della Regia Scuola di Viticoltura e di Enologia di Cagliari ebbe a scrivere: “la Vernaccia di Oristano va giudicata con i sensi e non con gli strumenti del chimico. E' il suo aroma che vale, è la delicatezza del suo assieme che ti conquista; è quel suo curioso sapore di frutta, di amarognolo, pieno di grazia, che non vi stanca mai, anzi vi seduce...... Uno dei più strani, uno dei più pregevoli, uno dei più desiderabili vini che la Provvidenza ha elargito a chi vive in quella zona del Tirso .......”.
In riferimento al vino prodotto vi sono nella zona di produzione diversi singoli produttori e una cantina cooperativa denominata “Cantina sociale della vernaccia”, che raccoglie la produzione dei soci soci conferitori. E' opportuno rimarcare che i produttori possiedono un prodotto unico che esalta le proprie intrinseche caratteristiche in una piccolissima area geografica. Questa consapevolezza guida le azioni volte alla valorizzazione commerciale di un vino che è l'emblema di questo territorio.
A questo proposito, la storia millenaria del vitigno e delle generazioni che l’hanno utilizzato diventa un ulteriore valore aggiunto che può incrementare la fruizione del territorio e valorizzarne anche le sue aree interne.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione ove sono state sempre più affinate le pratiche enologiche con il contributo del progresso scientifico e tecnologico. Ciò ha permesso di migliorare la professionalità ed accrescere il livello qualitativo e la notorietà della “Vernaccia di Oristano”.
Il Vino DOC Vernaccia di Oristano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 11 agosto 1971.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 23.02.1988, G.U. 3 del 04.01.1989
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Vermentino di Sardegna D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Vermentino di Sardegna” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Vermentino di Sardegna
- Vermentino di Sardegna Frizzante
- Vermentino di Sardegna Spumante
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Vermentino di Sardegna
- Vermentino di Sardegna (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
- => 85% Vitigno Vermentino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 12% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, con leggeri riflessi verdolini, odore caratteristico delicato e gradevole e sapore dal secco all’amabile, caratteristico, fruttato, fresco, sapido, con leggero retrogusto amarognolo.
- Vermentino di Sardegna Frizzante (Vino Bianco Frizzante)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile
- => 85% Vitigno Vermentino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 12% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Frizzante dalla spuma fine ed evanescente, colore giallo paglierino, con leggeri riflessi verdolini, odore gradevole, fruttato, caratteristico e sapore dal secco all’amabile, caratteristico, frizzante.
- Vermentino di Sardegna Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut-nature /Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec
- => 85% Vitigno Vermentino
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 12% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma intensa, fine e persistente, colore giallo paglierino, con leggeri riflessi verdolini, odore caratteristico, delicato e gradevole, dal sapore da brut nature a demi–sec, fresco, caratteristico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Vermentino di Sardegna
La zona geografica vocata alla produzione del Vino DOC Vermentino di Sardegna si estende nelle aree collinari e pianeggianti più ventilate e luminose del territorio sardo che favoriscono l'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Vermentino di Sardegna è localizzata nella:
- regione Sardegna e comprende l'intero territorio regionale.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Vermentino di Sardegna
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Vermentino di Sardegna prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Vermentino di Sardegna non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 10%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC, ma potrà essere riclassificato per la produzione di Vini IGT Isola dei Nuraghi. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Vermentino di Sardegna è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad esclusione delle tipologie di Vino Frizzante e Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Vermentino di Sardegna
Con l’utilizzo della DOC Vermentino di Sardegna i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Vermentino di Sardegna
Antipasti di pesce non salsati, ostriche e conchigliacei, pesce alla griglia, primi piatti regionali.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Vermentino di Sardegna
La diffusione del vitigno, avvenuta massicciamente nell’Isola a seguito della ricostituzione dei vigneti decimati dalle infestazioni fillosseriche, ha riguardato in modo particolare la Gallura, dove ha saputo fornire un prodotto che è andato sempre più affermandosi, fino a diventare un eccezionale vino di classe, allorché sono entrate in funzione tre Cantine Sociali ed alcuni Enopoli privati. Il vitigno è andato quindi diffondendosi oltre i confini della Gallura, interessando altri territori quali l’Anglona, l’Algherese, il Meilogu, i Campidani di Cagliari e di Oristano, e successivamente tutti i territori vitati dell’Isola.
L’espansione del vitigno è avvenuta dapprima in forma sporadica e successivamente, avendo il vitigno incontrato pienamente il favore dei coltivatori, in forma sempre più massiccia. Pertanto, molti viticoltori hanno realizzato vigneti a Vermentino su superfici importanti, ottenendo notevoli successi, dovuti ai pregi di questo vino che ha incontrato il favore dei consumatori.
Le pratiche relative all’elaborazione dei vini sono quelle rispettose della tradizione per la vinificazione del vino Vermentino di Sardegna, ed attualmente differenziate per le differenti tipologie.
Il Vino DOC Vermentino di Sardegna ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 23 febbraio 1988.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 28.08.1995, G.U. 248 del 23.10.1995
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Sardegna Semidano D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Sardegna Semidano” e alla relativa Sottozona, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Sardegna Semidano
- Sardegna Semidano Superiore
- Sardegna Semidano Spumante
- Sardegna Semidano Passito
- Sottozona Sardegna Semidano DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Sardegna Semidano
- Sardegna Semidano (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Semidano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 11,50% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino con riflessi tendenti al dorato, profumo delicato di fruttato, caratteristico dal sapore morbido, sapido, fresco.
- Sardegna Semidano Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Semidano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 13% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo paglierino con riflessi tendenti al dorato, odore profumo delicato di fruttato, caratteristico, dal sapore morbido, sapido, fresco.
- Sardegna Semidano Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec /Doux
- => 85% Vitigno Semidano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 11,50% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino con riflessi tendenti al verdognolo, odore caratteristico, delicato e sapore sapido, fresco, secco o amabile o dolce, leggermente aromatico.
- Sardegna Semidano Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Dolce
- => 85% Vitigno Semidano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 11,50% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore giallo oro, odore intenso, etereo, di frutta matura, dal sapore dolce, pieno, mielato.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Sardegna Semidano
La zona geografica vocata alla produzione del Vino DOC Sardegna Semidano si estende nelle aree collinari e pianeggianti più ventilate e luminose del territorio sardo che favoriscono l'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Sardegna Semidano è localizzata nella:
- regione Sardegna e comprende l'intero territorio regionale.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Sardegna Semidano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Sardegna Semidano prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Sardegna Semidano non dovrà essere superiore al 70% e al 50% della tipologia di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Sardegna Semidano devono essere sottoposte ad appassimento naturale sulla pianta o su graticci.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Sardegna Semidano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia di Vino Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Sardegna Semidano
Con l’utilizzo della DOC Sardegna Semidano i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Sardegna Semidano
Risotti di terra e di mare, fritture e grigliate miste di pesce.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Sardegna Semidano
Le prime ricerche su vitigno Semidano di cui non si conoscono le origini e la provenienza risalgono al 1780 (A.Manca, in Agricoltura di Sardegna); nel 1837 viene classificato dal Moris, in Flora Sardoa. Sarà il Cara a indicarlo con il nome di Semidano nel Vocabolarietto botanico sardo-italiano nel 1879.
Nel corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principale del territorio, fino ai nostri giorni. Nel tempo, i fattori umani sono stati particolarmente incisivi soprattutto per quanto concerne gli aspetti tecnico produttivi, che costituiscono parte integrante del vigente disciplinare di produzione.
Per la produzione del vino “Sardegna Semidano”, vengono utilizzate esclusivamente le uve coltivate nell’area geografica individuata dal disciplinare di produzione e provenienti per almeno l'85% dal vitigno Semidano.
Il vitigno Semidano, a cavallo dei secoli XIX e XX, risentì degli attacchi della fillossera che falcidiò anche gli altri vigneti della Sardegna, i quali avevano registrato alla fine dell’ottocento la loro espansione massima. La ripresa della viticoltura nell’Isola su nuovi portainnesti, ha dato nuovo slancio alla coltivazione della varietà, tanto da essere riconosciuta della denominazione di origine fin dal 1995.
La storia più recente è infatti caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione e dall'accresciuta professionalità degli operatori che hanno contribuito ad elevare il livello qualitativo e la notorietà del “Sardegna Semidano”.
Il Vino DOC Sardegna Semidano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 28 agosto 1995.