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PERCORSI ENOGASTRONOMICI

Le specialità gastronomiche e i pregiati vini DOC tipici del territorio possono essere gustati nelle ospitali aziende socie della Strada del Vino dei Colli Tortonesi.


Primo percorso

TORTONA I Baci di Dama sono una golosa specialità dei Colli Tortonesi. La Fragolina profumata di Tortona in questi ultimi anni sta riottenendo il meritato riconoscimento.

VOLPEDO La pesca di Volpedo richiama compratori da tutti i mercati più selettivi del nord Italia. Ultimamente una produzione eccezionale di mele viene offerta per la sua qualità. Dernice, frazione Montebore: Un formaggio di squisita fattura e di caratteristiche forme che affonda le sue radici nel medioevo


Secondo percorso

ALZANO SCRIVIA I fagioli "lingua di fuoco" di Alzano sono un'apprezzata gastronomica adatta ai piatti tipici locali quali pasta e fagioli. Isola Sant'Antonio: i meloni di questo paese non hanno eguali sia per profumo che per sapore.

CASTELNUOVO SCRIVIA/PONTECURONE Senza le cipolle di queste zone la cucina dei Colli Tortonesi non potrebbe mai dare i sapori abitualmente offerti.

GARBAGNA Le ciliege di Garbagna hanno una produzione limitata ma la loro qualità è insuperabile.

La Strada del Vino Monferrato Astigiano si snoda lungo il cuore collinare del Piemonte; qui gli orizzonti sono segnati da profili di antiche pievi, castelli, campanili, suggestivi pendii.

Percorrerla vi permetterà di scoprire un inestimabile patrimonio artistico, culturale, paesaggistico e, naturalmente, enogastronomico. Il contesto perfetto, quindi, per andare alla scoperta di aziende vitivinicole, enoteche, prodotti tipici e botteghe artigiane di alta qualità, soggiornando in suggestivi agriturismi, relais, bed and breakfast…

Un territorio facilmente raggiungibile dai più importanti assi stradali e ferroviari della Regione Piemonte; dista infatti meno di un'ora da Torino e poco più da Milano e Genova.

Le colline attraversate dalla Strada del Vino Monferrato Astigiano ospitano un patrimonio artistico eccezionale, anche se a tutt’oggi poco conosciuto, rappresentato da numerose chiese romaniche, di solito campestri, risalenti al periodo compreso tra il XI ed il XIII secolo. Si tratta di chiese tuttora bellissime, spesso minuscole e costruite a fasce alterne di cotto e arenaria, caratterizzate da resti di decorazioni talvolta bizzarre, con finestre a bifora, bassorilievi, capitelli. Tra queste spiccano l’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano, il più famoso monumento romanico del Piemonte, San Secondo di Cortazzone, San Nazario e Celso di Montechiaro, San Lorenzo di Montiglio e San Lorenzo di Tigliole.

Nei secoli compresi tra il Medioevo e l'età moderna, la fertilità delle terre e la favorevole posizione al centro delle vie di comunicazione tra il Mar Ligure e la Pianura Padana, fecero del Monferrato una regione contesa e divisa, portando alla costruzione di innumerevoli castelli.

Tra Ottocento e primi del Novecento, molti vennero restaurati o ricostruiti in stile medievale, secondo una moda tipica del tempo; nella mappa vengono indicati, tra i principali, quelli ancora in buone condizioni. Quasi tutti sono di proprietà privata per cui la visita si deve spesso limitare alle visite esterne. Tra questi si segnalano il castello di Cortanze, ora albergo e centro congressi, e quelli di Montemagno, Piea, Moncucco, Montiglio e San Martino Alfieri.

Tra le eccellenze del territorio si contano anche numerose chiese barocche: la Parrocchiale di Piovà Massaia è la più importante, ma è possibile ammirarne di imponenti e bellissime nei numerosi borghi “con castello assente”, centri sviluppatisi intorno a un castello, poi distrutto e non più ricostruito.

Il sentiero della Malvasia.

Questo sentiero unisce Castelnuovo don Bosco all’abbazia di Vezzolano di Albugnano.

Una visita alla Chiesa Romanica di Sant’Eusebio (1280) è d’obbligo prima della partenza.

Il primo tratto di strada, recentemente ripristinato a causa di fenomeni erosivi, lascia rapidamente spazio ad un magnifico panorama di vigneti e scavalca la cresta della collina di Cornareto, immersa tra le vigne, dove è possibile ammirare un panorama a 360°.

La strada in cresta prosegue e permette di incrociare, lungo il cammino, uno straordinario esemplare di biancospino di età secolare.

Il percorso, che continua poco sotto la cresta, permette di compiere un ampio arco con cui il percorso termina, lungo un’ampia strada agricola fiancheggiata dai vigneti e frutteti, sul sagrato della chiesa di Vezzolano.

Le strade del vino in Canavese coprono gran parte del territorio. I tre ingressi principali sono rappresentati dai caselli autostradali di Quincinetto da nord (A5 Torino-Aosta), Santhià da est (A4 Milano-Torino) e Chivasso centro da sud (A4 Milano-Torino).

Gli itinerari proposti sono 3, collegati fra loro, e ognuno può essere scelto come punto di partenza.

Il primo itinerario percorre la collina morenica della Serra d'Ivrea, dal lago di Viverone fino all'imbocco della Valle d'Aosta, a Carema, lungo l'antica Via Francigena. Si snoda poi sulla destra orografica del fiume Dora Baltea: da Quincinetto, in una valle stretta e poco soleggiata, si passa al panorama ampio e luminoso della pianura, verso le colline coperte dai vigneti dell'alto Canavese.

Il secondo itinerario è immerso nei vigneti dell'Erbaluce: tocca alcune località famose per i castelli (Torre Canavese, Agliè e San Giorgio Canavese), numerose cantine e aziende agricole intorno a Caluso, giunge al parco naturale del lago di Candia, risale la collina fino al castello di Masino, dove riposano le spoglie di re Arduino, per poi scendere ad Azeglio e proseguire sino a Piverone.

Il terzo itinerario conduce alla scoperta dei luoghi che sono stati testimoni delle vicende di re Arduino (Cuorgnè, Pont Canavese e Sparone), all'imbocco della Valle Orco verso il Parco Nazionale del Gran Paradiso, e si chiude toccando luoghi religiosi come il Santuario di Belmonte e l'Abbazia di Fruttuaria, dove re Arduino si ritirò a vita monastica.

Le strade del vino in Canavese sono state pensate per essere percorse in automobile; tuttavia gli itinerari seguono strade minori e panoramiche che ben si prestano anche al cicloturismo.

L'autunno, periodo di vendemmia, è certamente uno dei momenti più suggestivi per trascorrere qualche giorno in questi luoghi. Ma anche l'inverno offre paesaggi emozionanti e gusti intensi di una gastronomia legata alla tradizione contadina, oltre alla possibilità di seguire la particolare lavorazione delle uve per il vino passito.

In primavera e in estate, infine, è possibile abbinare al percorso enologico passeggiate a piedi, in bicicletta e anche a cavallo, in un ambiente naturale molto vario che passa dalla pianura alle vallate alpine attraverso colline e laghi morenici.

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