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La "Strada del Vino Cannonau" è un'Associazione senza scopo di lucro, fondata il 15 gennaio 2009 con la partecipazione di 21 soci fondatori, per la promozione e valorizzazione turistica dei territori rurali a vocazione vitivinicola delle Provincie di Nuoro ed Ogliastra, riconosciuta dalla Regione Sardegna ai sensi della normativa vigente in materia, denominata "Disciplina sulle strade del vino".

E' un percorso tematico che abbraccia le aree geografiche del Nuorese, del Mandrolisai e dell'Ogliastra dove si alternano scenari incantevoli di grande pregio naturalistico che spaziano dalla montagna al mare, a paesaggi agricoli modellati dall'attività umana, in un contesto ricco di emergenze archeologiche e testimonianze di una storia millenaria, siti nuragici, tombe dei giganti e domus de Janas.

La Strada prende il nome del vino più conosciuto e rinomato della tradizione enologica sarda e dell'omonimo vitigno, diffuso in tutta la Sardegna, ma con una grande prevalenza nel Nuorese e nell'Ogliastra, aree in cui le comunità locali attribuiscono al vino Cannonau grande importanza economica, storica e culturale. Grazie al sapiente lavoro delle generazioni di vignaioli che si sono susseguiti, che hanno selezionato e propagato sino ai giorni nostri, apprezzandone sia la vocazione naturale che la capacità di abbinarsi con alcune pietanze tipiche della gastronomia locale.

Il profondo legame con il territorio ha radici molto antiche, come testimoniano numerosi reperti rinvenuti nei diversi siti archeologici. La coltivazione del Cannonau interessa una costellazione di piccoli produttori, che presidiano con i loro vigneti un paesaggio collinare e montano ricco di biodiversità e che lo trasformano in proprio o in associazione nelle numerose cantine ove è possibile conoscere e degustare il vino della Strada.

L'itinerario mette in rete le aziende agricole e il paniere dei prodotti agroalimentari tipici di quest'area, come ad esempio i rinomati formaggi di pecora, tra i quali il Fiore Sardo Dop, di capra, il famoso "porcetto tipico sardo" ed i salumi, l'olio extra vergine d'oliva, il pane carasau ed il pane pistoccu, le paste fresche quali i culurgionis, i dolci, nonché le aziende di ricezione turistica e della ristorazione, che garantiscono ospitalità rurale e alberghiera improntata alla riscoperta dei costumi locali e a menù e ricette della tradizione enogastronomica locale.

La produzione artigianale fortemente legata alle tradizioni suscita particolare interesse, sia per l'originalità delle sue forme che per le materie prime utilizzate: tra gli esempi più significativi si citano le lavorazioni tipiche del ferro battuto, del legno e del sughero, del cuoio e del pellame, il tappeto, i tessuti e i ricami, la ceramica, l'oreficeria ed altre.

Nel territorio della Strada infine sono ubicate le istituzioni culturali e le strutture museali, che favoriscono la diffusione e la conoscenza del territorio e delle tradizioni popolari, gli usi e i costumi di una civiltà contadina e agropastorale quanto mai presente e vitale nelle aree rurali delle provincie di Nuoro ed Ogliastra.

Il Sulcis è la patria del Carignano, uno dei rossi emergenti della viticoltura isolana, affiancato da Monica e da Vermentino di Sardegna.

L’itinerario prende il via da Iglesias, florido centro minerario di fondazione pisana sorto, dall’unione di più abitati, attorno a diversi edifici di culto che le diedero il nome: Villa Ecclesiarum. La città iniziò, così, la sua storia come un comune toscano posto sotto dominio pisano: l’amministrazione venne affidata al Conte Ugolino della Gherardesca. Carbonia è nata, invece, dalla scelta di utilizzare a pieno i giacimenti carboniferi del Sulcis. Fu progettata a tavolino, costruita in due anni e inaugurata nel dicembre 1938.

Percorrendo l’istmo di tre chilometri che la collega all’isola madre, la Strada approda sull’isola di Sant’Antioco omonima della città principale. La città è l’erede della fenicia Sulci, sorta su un insediamento nuragico. La popolano i discendenti di gruppi di liguri, come la vicina isola di S. Pietro, a cui si aggiunsero gruppi di piemontesi. Sono le isole della solitudine, delle calette nascoste e delle spiagge deserte, dei faraglioni di trachite rossa e delle pareti di roccia chiara che si inabissano nel mare turchese. Boschi di pini d’Aleppo e cespugli della macchia mediterranea mescolano i loro profumi a quelli dell’aria salsa del mare. L’esiguità del territorio non impedisce alle vigne di prosperare sull’ isola minore e di produrre una vasta gamma delle Doc più rappresentative dell’enologia sarda.

Di nuovo nel Sulcis, la Strada attraversa le colline distese ad arco fra Tratalias e Teulada, coperte dai vigneti della Igt Valli di Porto Pino. Nel territorio di Santadi il clima caldo e asciutto esalta le qualità delle uve locali. Protagonisti della produzione di estesi vigneti sono il bianco Doc Nasco di Cagliari e soprattutto il rosso Doc Carignano del Sulcis.

L'ambiente, la gente, la sua storia e le sue tradizioni. Un territorio è definito dal complesso di questi elementi e un grande vino ha la capacità di descrivere l'armonia che tra questi si è creata in secoli di convivenza. La Planargia è un'antica terra abitata da genti orgogliose del proprio passato e profondamente legate a questo.

La Strada della Malvasia di Bosa è una proposta di visita del territorio che, partendo dal suo simbolo più nobile, vi conduce, tramite i diversi percorsi di interesse paesaggistico-ambientale, culturale ed umano, al cuore profondo dell'anima della nostra terra.

La Strada della Malvasia di Bosa è costituita da aziende vitivinicole, agrituristiche, da hotel, da ristoranti, da sei comuni e dalla Comunità Montana Marghine Planargia: questi soggetti, tramite propri rappresentanti, hanno dato vita all'Associazione della Strada della Malvasia di Bosa, organismo deputato alla sua gestione.

Il versante a mare del territorio si segnala soprattutto per la potente produzione di Cannonau di Sardegna, d’impronta tradizionale o più innovativo. Notevoli sono anche il Monica, il Moscato, il Vermentino di Sardegna, il Sardegna Semidano, il Nepente di Oliena.

La Strada compie un circuito che, partendo dall’Ogliastra, si snoda nel territorio alle spalle del Golfo di Orosei, nel Supramonte e alle pendici del Gennargentu. Qui l’incredibile voragine del monte Tìscali nasconde, a 518 metri di quota, un insediamento nuragico del VI secolo a.C. che avrebbe saputo resistere forse per secoli all’incalzare delle truppe romane.

Dal mare di Arbatax fino alle Barbagie si stende il territorio dell’Ogliastra, di aspre rocce variate, ma anche di pascoli, di uliveti annosi, di vigneti. I paesi si arrampicano a mezza costa, sul versante meridionale dei rilievi, con case dai ballatoi di legno e dai tetti di pietre sporgenti.

Arbatax offre lo scenario splendido delle sue Rocce Rosse, il porfido, che colora anche l’Isola dell’Ogliastra, al largo di S. Maria Navarrese. Percorso un tratto parallelo alla costa, la Strada si inerpica lungo le pendici del Gennargentu e, dopo Baunei, raggiunge Urzulei.

Quindi ritorna sul mare e scende a Cala Gonone, dove la Grotta del Bue Marino aspetta ancora che la foca monaca torni a far riecheggiare le volte dei suoi “muggiti”. Poco distante, Dorgali è famosa per i vini, tra i quali il più noto è il rosso, forte Cannonau, ma anche per la lunga tradizione artigiana che produce raffinate filigrane d’oro e d’argento, ceramiche, manufatti in cuoio e in pelle, opere di tessitura.

Presso Oliena, nota per gli scialli delle donne e per le belle case, i vigneti si stagliano sulle rocce dirupate e brulle del Supramonte. Il centro deve il nome alla coltivazione dell’ulivo, introdotta dai Gesuiti nel ‘600, ma Oliena è nota per il Nepente, un rosso forte decantato da Gabriele D’Annunzio che chiamò così il Cannonau locale, assimilandolo alla bevanda cui i Greci antichi attribuivano la proprietà di suscitare sogni e visioni.

La tradizione e l’originalità culturale della Sardegna interna sono adagiati sopra un’accidentata dorsale granitica che si allunga dal monte Ortobene: qui si stende Nuoro, che ha il mare non lontano, ma che è legata profondamente alla montagna. Qui nacque nel 1871 Grazia Deledda, che ha narrato e fatto conoscere la sua terra. Un Museo ospitato nella sua casa ne conserva ricordi e cimeli.

Attraversando le Barbagie, la Strada raggiunge Fonni, tra i boschi delle pendici settentrionali del monte Spada. A 1000 metri di altitudine, è il centro più elevato della Sardegna, e l’unico in cui si possa sciare. Costeggiando il Lago alto del Flumendosa, arriva a Lanusei, capoluogo storico dell’Ogliastra, immersa nei boschi e rivolta a guardare il mare dal pendio montano. Scendendo a Tortolì, vede stagliarsi all’orizzonte gli agrumeti che fanno corona ad Arbatax.

La Strada si allunga in un altro circuito minore che raggiunge Jerzu, paese antico sullo sfondo dei “tacchi”, le guglie calcaree dell’Ogliastra.

I vigneti che scendono verso Barisardo da Villagrande, da Cardedu, dalla valle del Pardu si allargano a riempire ogni lembo di terra soleggiata e conservano i segreti del Cannonau, il rosso per eccellenza, che nei secoli passati riempiva le stive delle navi genovesi e pisane.

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