Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 01.08.2008, G.U. 196 del 22.08.2008
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Recioto di Gambellara D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita «Recioto di Gambellara» è riservata ai seguenti vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Classico
- Spumante
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Recioto di Gambellara
- Recioto di Gambellara Classico (Vino Bianco Classico)
- Versioni: Amabile /Dolce
- = 100% Vitigno Garganega
- => 14% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico dal colore variabile da giallo paglierino a giallo dorato più o meno intenso con eventuali sfumature ambrate, odore intenso, profumo di frutta matura con eventuali sfumature di vaniglia e sapore caratteristico, armonico, tipico, amabile o dolce, con leggero retrogusto amarognolo, anche vivace come da tradizione, con eventuale percezione di legno.
- Recioto di Gambellara Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Demi-sec /Doux
- = 100% Vitigno Garganega
- => 14% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore variabile da giallo paglierino a giallo dorato più o meno intenso, odore intenso, profumo di fruttato e sapore caratteristico, vellutato, armonico, fruttato, tipico, con eventuali sfumature di vaniglia.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Recioto di Gambellara
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Recioto di Gambellara si estende sulle colline del territorio vicentino situate allo sbocco della valle del Chiampo, sulle ultime propaggini dei Monti Lessini, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Recioto di Gambellara è localizzata in:
- provincia di Vicenza e comprende il territorio dei comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Recioto di Gambellara
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Recioto di Gambellara prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Recioto di Gambellara non dovrà essere superiore al 40% per la tipologia Classico, e al 50% per la tipologia di Vino Spumante.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOCG Recioto di Gambellara devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado alcolometrico di almeno 14°.
- Nella designazione dei Vini DOCG Recioto di Gambellara può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Recioto di Gambellara è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOCG Recioto di Gambellara
Con l’utilizzo della DOCG Recioto di Gambellara i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
La vinificazione per la produzione del Recioto deve essere effettuata con uve provenienti da una zona ben delimitata facente parte dei Comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Zermeghedo e Montorso Vicentino, previo appassimento naturale.
Il Recioto di Gambellara può essere prodotto nelle tipologie classico (anche vivace come da Tradizione), e spumante, vini di buona struttura, di alta eleganza aromatica e di pienezza gustativa con evidenti note di frutta e fiori.
L’appassimento delle uve è il passaggio caratterizzante dell’intero processo produttivo, stante la molteplicità di fenomeni chimici- fisici ed enzimatici che avvengono. L’appassimento avviene tramite i “picai”, eseguiti da mani esperte per far si che i grappoli non siano troppo in contatto tra di loro, la cui “arte” viene tramandata da generazioni, in particolari luoghi, come sottotetti e granai, dove l’aereazione, l’umidità relativa dell’aria e la temperatura sono fattori determinanti il processo e ne caratterizzano anche i risultati finali. In sostituzione dei “picai”, l’uva può venire posizionata su dei graticci chiamati “rèle”.
Durante il periodo di appassimento, che tradizionalmente può durare dai 60 ai 90 giorni, ed in relazione alla velocità di disidratazione della bacca, possono verificarsi reazioni e processi che interessano l’intero biochimismo cellulare ed in particolare i rapporti fra gli zuccheri, il metabolismo dell’acido malico, il metabolismo dei polifenoli, la trasformazione delle sostanza volatili responsabili dell’aroma primario, la modifica nella composizione dei costituenti delle pareti cellulari, l’alterazione della permeabilità delle membrane e il conseguente miglioramento della estraibilità di alcuni componenti dai tessuti.
Questi processi condizionano alcune caratteristiche organolettiche (intensità del colore, profilo aromatico, corpo, astringenza…) del vino nonché le sue proprietà benefiche nei confronti della salute umana riconducibili alla carica di sostanze antiossidanti. La cura e l’attenzione poste nella vinificazione tutta particolare del “Recioto di Gambellara”, ne fanno sicuramente il più nobile dei vini dolci vicentini e viene classificato come uno tra i migliori vini da dessert italiani.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Recioto di Gambellara
Dolci (esclusi quelli al cioccolato), gelati, zabaione e biscotti di tutti i tipi: savoiardi, integrali, secchi, di pasta frolla, farciti.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Recioto di Gambellara
Antiche e profonde sono le origini del Recioto e numerose sono le testimonianze che raccontano la storia di questo grande vino a partire da secoli lontani fino ad arrivare ai giorni nostri. Le prime tracce della coltivazione della vite risalgono all’epoca romana, ma fu nella prima metà degli anni 500 che venne attestata la presenza di un vino bianco, dolce, simile all’attuale Recioto con una epistola dove vengono descritte le caratteristiche del vino e il metodo di preparazione, molto simile a quello dei giorni nostri.
I pregi e le virtù del vino “acinato”, come fu definito dai Romani, vennero illustrate, elogiate e decantate durante tutto il periodo del rinascimento e dell’illuminismo.
Nel 1800 poi vi fu il primo chiaro riferimento alla cultura dell’uva garganega della zona di Gambellara, in questi anni iniziarono anche i primi studi sulla composizione e sulle caratteristiche organolettiche del Recioto. L’elevata classe dei vini Gambellara e specificamente del Recioto o Vecchiotto di Gambellara, come veniva chiamato al tempo, divennero ricorrenza nelle testimonianze relative al territorio di Gambellara.
Nel 1970 il Recioto di Gambellara ottenne la “denominazione di origine controllata”, premio degli studi e delle esperienze compiute nel corso degli anni che ne hanno indubbiamente impreziosito la qualità, e nel 2008 ha ricevuto l’ennesimo riconoscimento ufficiale della “denominazione dell’origine controllata e garantita”, che è sinonimo di garanzia per il consumatore come vino altamente e qualitativamente ricercato grazie all’attenzione e alla meticolosità dedicate come sempre dai produttori in tutte le fasi produttive: la scelta dei vigneti meglio esposti, la cernita dei grappoli per l’appassimento, la vinificazione dei grappoli all’ottimale appassimento e la vinificazione nei periodi più freddi e con la migliore pulizia dei mosti e dei vini.
Anche per questo riconoscimento il Recioto viene ora servito non solo entro i confini nazionali, ma anche in America e nel resto d’Europa, come uno tra i più prestigiosi vini da dessert a livello mondiale.
Il Vino DOCG Recioto di Gambellara ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 1 agosto 2008.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 24.03.2010, G.U. 85 del 13.04.2010
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n. 142 del 20.06.2023
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Recioto della Valpolicella D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita “Recioto della Valpolicella”, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Recioto della Valpolicella, designabile anche con i riferimenti “Classico” e “Valpantena”
- Recioto della Valpolicella Spumante, designabile anche con il riferimento “Valpantena”
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Recioto della Valpolicella
- Recioto della Valpolicella (Vino Rosso)
- Versioni: Dolce
- >< 45-95% Vitigno Corvina Veronese (ammessa presenza di Vitigno Corvinone per max 50%)
- >< 5-30% Vitigno Rondinella
- =< 25% a) Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona nella misura massima del 15%, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato; b) Uve a bacca rossa prodotte da Vitigni autoctoni italiani coltivati nella provincia di Verona, per il rimanente 10%.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso carico, talvolta con riflessi violacei eventualmente tendente al granato con l’invecchiamento, odore caratteristico, accentuato e sapore pieno, vellutato, caldo, delicato, dolce.
- Recioto della Valpolicella Classico (Vino Rosso Classico)
- Versioni: Dolce
- >< 45-95% Vitigno Corvina Veronese (ammessa presenza di Vitigno Corvinone per max 50%)
- >< 5-30% Vitigno Rondinella
- =< 25% a) Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona nella misura massima del 15%, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato; b) Uve a bacca rossa prodotte da Vitigni autoctoni italiani coltivati nella provincia di Verona, per il rimanente 10%.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Classico dal colore rosso carico, talvolta con riflessi violacei eventualmente tendente al granato con l’invecchiamento, odore caratteristico, accentuato e sapore pieno, vellutato, caldo, delicato, dolce.
- Recioto della Valpolicella Valpantena (Vino Rosso)
- Versioni: Dolce
- >< 45-95% Vitigno Corvina Veronese (ammessa presenza di Vitigno Corvinone per max 50%)
- >< 5-30% Vitigno Rondinella
- =< 25% a) Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona nella misura massima del 15%, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato; b) Uve a bacca rossa prodotte da Vitigni autoctoni italiani coltivati nella provincia di Verona, per il rimanente 10%.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso carico, talvolta con riflessi violacei eventualmente tendente al granato con l’invecchiamento, odore caratteristico, accentuato e sapore pieno, vellutato, caldo, delicato, dolce.
- Recioto della Valpolicella Spumante (Vino Rosso Spumante)
- Versioni: Spumante Doux
- >< 45-95% Vitigno Corvina Veronese (ammessa presenza di Vitigno Corvinone per max 50%)
- >< 5-30% Vitigno Rondinella
- =< 25% a) Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona nella misura massima del 15%, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato; b) Uve a bacca rossa prodotte da Vitigni autoctoni italiani coltivati nella provincia di Verona, per il rimanente 10%.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosso carico talvolta con riflessi violacei, odore caratteristico, accentuato, intenso e sapore delicato, pieno, caldo, dolce.
- Recioto della Valpolicella Spumante Valpantena (Vino Rosso Spumante)
- Versioni: Spumante Doux
- >< 45-95% Vitigno Corvina Veronese (ammessa presenza di Vitigno Corvinone per max 50%)
- >< 5-30% Vitigno Rondinella
- =< 25% a) Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona nella misura massima del 15%, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato; b) Uve a bacca rossa prodotte da Vitigni autoctoni italiani coltivati nella provincia di Verona, per il rimanente 10%.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosso carico talvolta con riflessi violacei, odore caratteristico, accentuato, intenso e sapore delicato, pieno, caldo, dolce.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Recioto della Valpolicella
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Recioto della Valpolicella si estende sull’intera fascia pedemontana della provincia di Verona fino quasi al confine con la provincia di Vicenza, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Recioto della Valpolicella è localizzata in:
- provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Cazzano di Tramigna, Cerro Veronese, Colognola ai Colli, Dolcè, Fumane, Grezzana, Illasi, Lavagno, Marano, Mezzane, Montecchia di Crosara, Negrar, Pescantina, S. Ambrogio, S. Martino Buon Albergo, S. Mauro di Saline, S. Pietro in Cariano, Tregnago e Verona.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Recioto della Valpolicella Classico è localizzata in:
- provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Fumane, Marano, Negrar, Sant'Ambrogio e S. Pietro in Cariano.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Recioto della Valpolicella Valpantena è localizzata in:
- provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Grezzana, limitatamente alla frazione di Stallavena, e Verona, limitatamente alle frazioni di Marzana, Quinto di Valpantena, Santa Maria di Stelle e San Felice Extra.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Recioto della Valpolicella
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Recioto della Valpolicella prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Recioto della Valpolicella non dovrà essere superiore al 40%; nel caso tali parametri venissero superati, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOCG Recioto della Valpolicella devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado alcolometrico di almeno 14°.
- Nella designazione dei Vini DOCG Recioto della Valpolicella può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Recioto della Valpolicella è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOCG Recioto della Valpolicella
Con l’utilizzo della DOCG Recioto della Valpolicella i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Recioto della Valpolicella
Particolarmente adatto ad accompagnare dessert e formaggi erborinati.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Recioto della Valpolicella
Le prime tracce del “Recioto della Valpolicella” si hanno nel quarto secolo dopo Cristo, quando Cassiodoro descriveva l’Acinatico come un vino dolce, «regio per colore... denso e carnoso», ottenuto da una speciale tecnica d'appassimento delle uve, per cui è stato ritenuto identificabile come l’antenato del “Recioto della Valpolicella”.
Il nome deriva dal termine dialettale "recia", cioè orecchia, perché solo la parte più alta e meglio esposta del grappolo, quindi più pregiata, poteva accedere al processo di appassimento.
Nella seconda metà dello stesso secolo, S. Zeno, ottavo vescovo di Verona ed effigiato nel marchio del “Recioto della Valpolicella” Doc, convertiva la città al cristianesimo e comunicava agli agricoltori, con gli insegnamenti viticoli, il miracolo del «sole che si fa vino» e la necessità di conservare lungamente il prodotto nelle botti: «ut melius veterascendo reddatur» (affinché invecchiando migliori).
Nei secoli IX e X la coltura della vite nel territorio veronese era già alquanto diffusa. Abati, vescovi e monaci furono i primi ad interessarsi alla coltivazione ed alla diffusione della vite, fra cui le varietà utilizzate per produrre il “Recioto della Valpolicella”. Gli Statuti di Alberto I della Scala, del 1276, detti Albertini, regolavano, oltre che la vendita al dettaglio, il trasporto dell'uva e del vino in città. L'epoca della vendemmia veniva fissata di comune accordo ed era proibito a chiunque prima del tempo stabilito di vendemmiare e di ammostare. Dopo la vendemmia si vietava, fra l'altro, di conservare l'uva in casa, ma questa disposizione, che contrastava con metodologie tradizionali ben radicate, fra cui quella di produzione del “Recioto della Valpolicella”, non ebbe il consenso dei viticoltori e dei vinificatori.
Anche nei secoli successivi si continuò dunque a produrre il “Recioto della Valpolicella”, per arrivare alla prima catalogazione ampelografia del XIX secolo, che ufficializzava, tra l’altro, la Corvina quale cultivar tipica della Valpolicella.
La definizione della zona ed il miglioramento delle tecniche di produzione e vinificazione del vino “Recioto della Valpolicella” hanno portato nel 1968 all’approvazione ufficiale del primo disciplinare di produzione e al riconoscimento della DOC.
Il Vino DOCG Recioto della Valpolicella ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 24 marzo 2010.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 22.12.2010, G.U. 4 del 07.01.2011
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Piave Malanotte (o Malanotte del Piave) D.O.C.G.
La Denominazione di Origine Controllata e Garantita «Piave Malanotte» o «Malanotte del Piave» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per la seguente tipologia:
- Piave Malanotte o Malanotte del Piave
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Piave Malanotte
- Piave Malanotte (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Raboso Piave
- =< 30% Vitigno Raboso Veronese (una quota pari al 5% massimo può essere sostituita da altri Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nelle province di Treviso e Venezia).
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, tendente al granato con l’invecchiamento, odore tipico, di marasca/ciliegia, speziato e sapore austero, sapido, caratteristico.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Piave Malanotte
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Piave Malanotte ricade in una zona di media-bassa pianura, lungo l’asse del fiume Piave, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Piave Malanotte è localizzata in:
- provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Arcade, Breda di Piave, Casale sul Sile, Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Codognè, Fontanelle, Godega Sant’Urbano, Gorgo al Monticano, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Monastier, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Ponzano Veneto, Portobuffolè, Povegliano, Roncade, Salgareda, San Biagio di Callalta, San Fior, San Polo di Piave, Santa Lucia di Piave, Spresiano, Vazzola, Zenson di Piave e, in parte, il territorio dei comunidi Carbonera, Casier, Gaiarine, Mansuè, Mogliano Veneto, Orsago, Preganziol, Silea, Villorba, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Giavera del Montello, Montebelluna, Motta di Livenza, Nervesa della Battaglia, Paese, San Vendemiano, Susegana, Trevignano, Vittorio Veneto, Volpago del Montello.
- provincia di Venezia e comprende il territorio dei comuni di Fossalta di Piave, Marcon, Meolo, Noventa di Piave, Quarto d’Altino, San Donà di Piave e, in parte, il territorio dei comuni di Venezia, Ceggia, Eraclea, Jesolo, Musile di Piave, Torre di Mosto.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Piave Malanotte
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Piave Malanotte prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Piave Malanotte non dovrà essere superiore al 70% per le uve fresche e al 40% per le uve appassite; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
- Nella preparazione del vino DOCG Piave Malanotte devono essere utilizzate uve delle varietà Raboso Piave e/o Raboso veronese, sottoposte ad appassimento, per un minimo del 15% ad un massimo del 30%, rispetto al quantitativo totale destinato alla produzione del vino a DOCG.
- Il vino DOCG Piave Malanotte deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 36 mesi, di cui almeno 12, cui almeno 12 in botte e 4 mesi di affinamento in bottiglia.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Piave Malanotte è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOCG Piave Malanotte
Con l’utilizzo della DOCG Piave Malanotte i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
Piave Malanotte o Malanotte del Piave è la denominazione che indica il vino ottenuto dalla più prestigiosa elaborazione delle uve di Raboso Piave e Raboso veronese nonché una parte di uve passite in una percentuale che varia dal 15 al 30% in funzione dell’annata.
I “Rabosi” sono da sempre considerati vitigni di difficile gestione, caratterizzati da maturazione molto tardiva, elevato contenuto in acido malico e tartarico, da tannini difficili da maturare e da note vegetali sgradevoli. Essi però, quando sia il viticoltore che il vinificatore riescono a controllare la produzione e la qualità dell’uva, sono in grado di dare dei vini di grande carattere e qualità, come nel caso del Malanotte, infatti, dal colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, tendente al granato con l’invecchiamento. Il profumo è tipico di marasca, mora, ciliegia, mirtillo; con la maturazione, si presenta speziato con note di menta ed eucalipto. Il sapore è austero, sapido, caratteristico, la tannicità elevata ma morbida, e, se viene invecchiato in botte, può avere sentori di legno. Per questo, nel vino Malanotte, gli elevati contenuti in acidità, tannini e sostanze aromatiche, vengono sapientemente gestiti con il taglio tradizionale di vino ottenuto da uve fresche e appassite in graticci. Tale tecnica pratica consente di ammorbidire la spigolosità originaria di questo vino, dando la morbidezza necessaria senza per questo togliere le note di freschezza e fragranza che caratterizzano il Malanotte del Piave DOCG.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Piave Malanotte
Carni rosse e cacciagione, formaggi stagionati.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Piave Malanotte
La DOCG Piave Malanotte prende il nome da Borgo Malanotte, borgo medievale sito in Tezze di Piave (TV), cuore della produzione di questo vino. La zona di produzione inizia dove il fiume Piave si apre nella pianura trevigiana e confina con la laguna di Venezia.
In questo territorio la presenza della coltura della vite risale al 181 a.C. con la costruzione della via consolare Postumia da parte dei Romani. Dopo le varie invasioni barbariche che hanno portato alla distruzione delle viti, la coltivazione riprende con forza sotto il dominio della Repubblica di Venezia.
La vite si espande in tutta l’area e la qualità del prodotto migliora in modo netto grazie alla volontà dei nobili veneziani di gareggiare fra loro per superarsi nella qualità del proprio prodotto. Negli anni ‘50 i produttori della zona prendono coscienza delle peculiarità del prodotto e delle sue potenzialità e si riuniscono in un consorzio finalizzato alla tutela e alla gestione dei vini di qualità della zona.
Nel 1971 il vino “Malanotte” è conosciuto dai consumatori come tipologia Raboso Piave Malanotte all’interno della denominazione DOC Piave, ed è considerato uno dei vini di maggior pregio qualitativo, le cui bottiglie sono state apprezzate per la prima volta all’inizio degli anni ’80. La forte caratterizzazione di questo vino, costituito anche da una parte di uva appassita, ha incontrato fortemente i gusti dei consumatori tanto da divenire più famoso della denominazione nella quale era inserito come tipologia di vino. Ciò ha indotto la necessità di una maggior tutela nazionale ed internazionale del nome attraverso il riconoscimento di una denominazione geografica propria.
Il Vino DOCG Piave Malanotte ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita in data 22 dicembre 2010.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 13.10.2011, G.U. 248 del 24.10.2011
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Montello Rosso (o Montello) D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita "Montello rosso" o "Montello" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Montello Rosso
- Montello Rosso Superiore
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Montello Rosso
- Montello Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- >< 40-70% Vitigno Cabernet Sauvignon
- >< 30-60% Vitigni Merlot, Cabernet Franc e Carmenère, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Treviso.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento, odore intenso, caratteristico, gradevole, tendente all'etereo se invecchiato e sapore secco sapido, robusto, lievemente, speziato armonico.
- Montello Rosso Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco
- >< 40-70% Vitigno Cabernet Sauvignon
- >< 30-60% Vitigni Merlot, Cabernet Franc e Carmenère, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Treviso.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento, odore intenso, caratteristico, gradevole, tendente all'etereo se invecchiato e sapore secco sapido, robusto, lievemente, speziato armonico.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Montello Rosso
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Montello Rosso si estende sulle colline trevigiane, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Montello Rosso è localizzata in:
- provincia di Treviso e comprende il territorio dei comuni di Castelcucco, Cornuda, Monfumo e, in parte, il territorio dei comuni di Asolo, Borso del Grappa, Caerano S. Marco, Cavaso del Tomba, Crespano del Grappa, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa Pederobba, Possagno, S. Zenone degli Ezzelini e Volpago del Montello.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Montello Rosso
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Montello Rosso prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Montello Rosso non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
- Il vino DOCG Montello Rosso deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 18 mesi, di cui almeno 9 in botti di rovere e 6 mesi di affinamento in bottiglia.
- Il vino DOCG Montello Rosso Superiore deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere e 6 mesi di affinamento in bottiglia.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Montello Rosso è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOCG Montello Rosso
Con l’utilizzo della DOCG Montello Rosso i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Montello Rosso
Carne rossa, in particolare anche arrosti di cacciagione e selvaggina, i formaggi di media stagionatura e piccanti, ma anche i piatti tipicamente veneti come la classica “Pasta e fasoi”, la “Luganega con i funghi”, o la “Sopa coada”, una zuppa cotta al forno con piccioni e formaggio.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Montello Rosso
La presenza e lo sviluppo della vite sui Colli Asolani e sul Montello si deve ai monaci benedettini prima e alla presenza della Repubblica Veneta poi. I monaci benedettini si insediarono intorno all’anno mille in particolare nel monastero di S. Bona a Vidor e nella Certosa del Montello a Nervesa; con il loro operato essi hanno influenzato in modo molto importante la storia agraria e vitivinicola del territorio, determinando la profonda cultura per la vite e il vino che persiste tutt’ora, tanto che la specializzazione degli impianti è più volte sottolineata nei testi storici.
Nella seconda metà del 1300, quando quest’area passò ai veneziani, i Colli Asolani e il Montello vennero subito riconosciuti come un’importante area enoica e i suoi vini venivano esportati all’estero già nel 1400.
Nel Cinquecento, che vede il trionfo della nobiltà veneziana con la costruzione di ville, barchesse e case di caccia con relativi vigneti, si ha il diffondersi nella zona di un pensiero aristocratico di ricerca del bello e del buono che si trasmette nel sapere viticolo ed enologico popolare. I colli sono ammirati dalle più prestigiose personalità e il vino è un prodotto ricercato che si confronta a Venezia con i vini portati dalla Grecia. Nel 1500 Giovanni Alvise Salamon afferma che i vini rossi del Montello e dei Colli Asolani venivano venduti all’interno della Repubblica “pagandosi molto più degli altri vini di altre parti, per essere questi molto buoni e delicati”.
A partire dal 1977 questi vini sono stati oggetto di tutela con il riconoscimento della DOC “Montello e Colli Asolani” e continuano a ottenere riconoscimenti a livello nazionale e internazionale.
Il Vino DOCG Montello Rosso ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita in data 13 ottobre 2011.