Assovini
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 20.09.1973, G.U. 32 del 04.02.1974
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale 10.05.2018 e con le modifiche conseguenti alla risposta alle osservazioni della Commissione UE Ares (2020) 218059 del 14.01.2020
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Colli Berici D.O.C. - Sottozona Barbarano
La denominazione di origine controllata “Colli Berici” e alla relativa Sottozona, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco (anche in versione superiore, spumante e passito)
- Rosso (anche in versione superiore e riserva)
- Spumante (metodo classico - anche in versione rosato o rosé)
- Garganego/a
- Tai
- Sauvignon
- Pinot bianco
- Pinot nero
- Pinot grigio
- Chardonnay
- Manzoni bianco
- Tai rosso (anche in versione spumante e riserva)
- Merlot (anche in versione riserva)
- Cabernet (anche in versione riserva)
- Cabernet Sauvignon (anche in versione riserva)
- Cabernet franc (anche in versione riserva)
- Carmenère (anche in versione riserva)
- La denominazione di origine controllata“Colli Berici” con riferimento alla Sottozona Barbarano è riservata ai seguenti vini:
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli Berici - Sottozona Barbarano
- Sottozona Barbarano (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Tai Rosso
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino chiaro, odore vinoso, intenso, caratteristico varietale, sapore gradevole, armonico, giustamente tannico.
- Sottozona Barbarano Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Tai Rosso
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso, odore vinoso, intenso, caratteristico varietale, sapore un po’ amarognolo, armonico, giustamente tannico.
- Sottozona Barbarano Spumante (Vino Rosso Spumante)
- Versioni: Spumante Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec
- = 100% Vitigno Tai Rosso
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosso rubino chiaro, odore fruttato, intenso, caratteristico varietale, e sapore da brut a demisec, fresco, vivace, fruttato, leggermente amarognolo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli Berici - Sottozona Barbarano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli Berici si estende sulle pendici dei Monti Berici situate in prossimità delle Prealpi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Colli Berici è localizzata in:
- provincia di Vicenza e comprende il territorio dei comuni di Albettone, Alonte, Altavilla, Arcugnano, Barbarano Vicentino, Brendola, Castegnero, Grancona, Mossano, Nanto, Orgiano, San Germano dei Berici, Sovizzo, Villaga, Zovencedo e, in parte, il territorio dei comuni di Asigliano Veneto, Campiglia dei Berici, Creazzo, Longare, Lonigo, Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Montegalda, Montegaldella, Monteviale, Sarego, Sossano e Vicenza.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Colli Berici Sottozona Barbarano è localizzata in:
- provincia di Vicenza e comprende il territorio dei comuni di Longare, Castegnero, Villaga, Barbarano vicentino, Mossano e Nanto.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli Berici - Sottozona Barbarano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli Berici prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colli Berici non dovrà essere superiore al 70% e al 50% per le tipologie di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il Vino DOC Colli Berici Spumante (Metodo Classico) anche in versione Rosato (o Rosé), deve permanere per almeno 15 mesi sui lieviti di fermentazione; tale periodo decorre a partire dalla data di tiraggio. Entrambe le tipologie di Vino Spumante devono essere commercializzate nei tipi: extrabrut, brut, extradry, dry e demisec.
- Per ottenere il Vino DOC Colli Berici Spumante Metodo Classico "Millesimato" è obbligatorio l’utilizzo di almeno l’85% del vino dell’annata di riferimento con un periodo di elaborazione e invecchiamento di almeno 30 mesi di permanenza sulle fecce.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Colli Berici Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado alcolometrico di almeno 14°.
- I vini DOC Colli Berici con menzione Riserva devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli Berici è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione delle tipologie di Vino Frizzante e Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Colli Berici - Sottozona Barbarano
Con l’utilizzo della DOC Colli Berici i Produttori Vinicoli Veneti sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli Berici - Sottozona Barbarano
Antipasti delicati, minestre asciutte e in brodo a base di pesce o verdure, piatti di pesce salsati ma non piccanti.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli Berici - Sottozona Barbarano
La coltura della vite, diffusasi in epoca romana, si sviluppò dopo l’anno 1000 finite le invasioni barbariche, grazie alla passione di feudatari, vescovi, amministrazioni comunali che consigliavano ai produttori varietà, tecniche colturali e norme produttive. Cronache raccontano che sin dal XIII secolo tutta la parte nord dei Colli Berici era interamente coltivata a vite, così come le colline di Barbarano, proprietà del vescovo di Vicenza, il quale stabiliva i tempi di vendemmia e di lavorazione cosicché, proprio nel periodo più idoneo, i contadini non si distraessero dal curare le proprie vigne.
Nelle grotte dei Colli Berici, inoltre, si invecchiavano i vini locali: l'ambiente buio, a temperatura costante e bassa ne assicurava la buona conservazione.
L'avvento della Repubblica Veneta diede un forte impulso alla viticoltura, come testimoniano ancor oggi le ville palladiane, luoghi di vacanza dei ricchi aristocratici veneziani, i quali manifestarono una grande attenzione ai criteri di costruzione delle cantine.
Nell'Ottocento, ricerche commissionate dall'Arciduca d'Austria per i vini del Lombardo Veneto, evidenziano aspetti tecnici e scelta di vitigni anche per i vini dei Colli Berici. A partire dai primi anni dell’Ottocento, accanto ai due vitigni autoctoni della Garganega e del Tocai rosso, nei Colli Berici, sono stati importati vitigni internazionali provenienti sia dalla Francia, e in particolare dalla zona di Bordeaux, che messi a dimora nei Colli Berici hanno sviluppato nel tempo caratteristiche peculiari in relazione al terreno e al clima.
Il Cabernet franc dei Colli Berici è stato il primo Cabernet DOC in Italia.
Con la rinascita della produzione negli anni ’50, si è assistito ad un progressivo affinamento delle qualità, dei metodi di coltivazione, della stessa organizzazione produttiva che ha portato il 20 settembre 1973 al riconoscimento da parte del Ministero Italiano, della Denominazione d’origine Controllata “Colli Berici”. Nel 1982 si è costituito il Consorzio Volontario per la Tutela Vini D.O.C. Colli Berici.
La fama dei vini e dei Colli Berici della zona è dovuta sia alle capacità dei produttori vitivinicoli della denominazione Colli Berici, sia all’impegno e alle sinergie fra i diversi attori economici del territorio (cantine, imprese viticole, enoteche, distillerie, frantoi, agriturismo, bed&breakfast, trattorie, ristoranti) che lavorano in sinergia per la valorizzazione della qualità e della rinomanza dei vini dei Colli Berici, nel rispetto del territorio e del contesto paesaggistico. Sul territorio dei Colli Berici operano infatti numerosissime aziende viticole, vitivinicole e commerciali; la maggior parte delle aziende agricole sono associate nelle due principali realtà cooperative di trasformazione e commercializzazione.
Le capacità dei produttori di selezionare i vitigni che meglio si adattano a questo territorio collinare e la disposizione dei vigneti, hanno permesso la tutela del territorio dal degrado e la valorizzazione del paesaggio, favorendo il turismo eno-gastronomico e rurale.
Il riconoscimento della Strada dei vini dei Colli Berici nel 2001 e la rinomanza dei suoi vini, richiamano ogni anno consumatori, appassionati e giornalisti da tutta Europa.
Il Vino DOC Colli Berici ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 20 settembre 1973.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 6.05.1987, G.U. 245 del 20.10.1987
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Lambrusco Mantovano D.O.C. Sottozona Oltrepo Mantovano
La denominazione di origine controllata «Lambrusco Mantovano» e alle relative Sottozone, e' riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Rosato
- Stottozone del Vino Lambrusco Mantovano DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Oltrepo Mantovano
- Sottozona Oltrepò Mantovano Rosso (Vino Rosso Frizzante)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigni Lambrusco Viadanese (o Grappello Ruberti), Lambrusco Maestri (o Grappello Maestri), Lambrusco Marani e Lambrusco Salamino, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa, Ancellotta e Fortana, da soli o congiuntamente.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Frizzante dalla spuma vivace ed evanescente, colore rosso rubino più o meno intenso o granato, odore vinoso, fruttato talvolta con sentore di viola o ribes e sapore sapido, acidulo, asciutto o amabile.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Oltrepo Mantovano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Lambrusco Mantovano si estende a sud della Lombardia, nella zona compresa tra i fiumi Oglio e Po, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Lambrusco Mantovano è localizzata in:
- provincia di Mantova e comprende il territorio dei comuni di Commessaggio, Dòsolo, Gazzuolo, Sabbioneta, Viadana, Borgofranco sul Po, Carbonara sul Po, Gonzaga, Magnacavallo, Moglia, Mottegiana, Pegognaga, Pieve di Coriano, Poggio Rusco, Quingentole, Quistello, Revere, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide, Suzzara e Villa Poma.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Lambrusco Mantovano Sottozona Oltre Po Mantovano è localizzata in:
- provincia di Mantova e comprende il territorio dei comuni di Borgofranco sul Po, Carbonara sul Po, Gonzaga, Magnacavallo, Moglia, Mottegiana, Pegognaga, Pieve di Coriano, Poggio Rusco, Quingentole, Quistello, Revere, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide, Suzzara e Villa Poma.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Oltrepo Mantovano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Lambrusco Mantovano non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Nella designazione dei Vini DOC Lambrusco Mantovano può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Lambrusco Mantovano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve quando si utilizza la menzione delle sottozone.
4. Produttori di Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Oltrepo Mantovano
Con l’utilizzo della DOC Lambrusco Mantovano i Produttori Vinicoli Lombardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Oltrepo Mantovano
Brodini di carne, bolliti misti e cotechini in umido.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Oltrepo Mantovano
Area dell’Oltre Po mantovano
La coltivazione della vite nell’Oltre Po mantovano ha origini antiche, il poeta Virgilio, nativo di Mantova descrive l’esistenza della Vitis labrusca duemila anni fa, nella sua quinta Bucolica.
La coltivazione della vite assume consistenza alla fine del secoloXI con i monaci benedettini nei territori dell’abbazia di Polirone a San Benedetto Po, definita per la sua importanza la Cassino del nord. I monaci stabilivano agli affittuali un imponibile vinicolo. Questo grazie alla politica della contessa Matilde di Canossa che con donazioni favorì l’insediamento di comunità religiose nelle terre di sua pertinenza.
Ad esse affidava il controllo del territorio favorendo con opere di bonifica e di disboscamento la produttività del terreno e la coltivazione della vite. Quindi una coltivazione che nasce da “terre nuove”, strappate alle esondazioni del fiume e messe al sicuro con le arginature. Queste terre caratterizzano le qualità organolettiche della produzione vitivinicola.
L’arte millenaria del vino è testimoniata da un bassorilievo dei mesi, attribuito alla scuola di Wiligelmo, Ottobre che travasa il mosto, (faceva parte della decorazione della basilica romanica). Questo bassorilievo del Mese-agricoltore, con le vesti sollevate e chino nell’atto di versare il mosto evidenzia come l’arte della vinificazione fosse importante, non solo come attività dominante in un periodo dell’anno, ma anche per i suoi significati religiosi e le sue implicazioni liturgiche tanto da essere inclusa nella celebrazione monumentale del processo di insediamento dell’area.
In tempi più recenti la coltivazione del Lambrusco è testimoniata da convegni in particolare il Convegno viticolo della Val Padana, San Benedetto Po, 16 gennaio 1949, che descrive come la vite fosse coltivata maritata all’olmo nelle classiche piantate mantovane.
Area del Viadanese-Sabbionetano
La coltivazione della vite nel Viadanese-Sabbionetano ha origini antiche come nell‘Oltre Po mantovano, dal poeta Virgilio, che cita l’esistenza della vite ai tempi più recenti con la coltivazione della vite in filari spesso accompagnata ad alberi con funzione di sostegno.
La coltivazione avveniva sulle terre strappate alle esondazioni del fiume e messe al sicuro con le arginature, quindi terreni di origine alluvionale, fertili, freschi che caratterizzano le qualità organolettiche della produzione vitivinicola.
L’uomo ha modellato il territorio e reso possibile la coltivazione della vite che è diventata tradizione come i rituali che ruotavano intorno all’uva e al vino con radici antiche che risalgono al cuore del Medioevo.
Importante nella viticoltura della zona è il vitigno Lambrusco Viadanese che prende il nome dal comune in provincia di Mantova dove è maggiormente diffuso: Viadana.
Il Vino DOC Lambrusco Mantovano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 6 maggio 1987.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 6.05.1987, G.U. 245 del 20.10.1987
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Lambrusco Mantovano D.O.C. Sottozona Viadanese-Sabbionetano
La denominazione di origine controllata «Lambrusco Mantovano» e alle relative Sottozone, e' riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Rosato
- Stottozone del Vino Lambrusco Mantovano DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Viadanese-Sabbionetano
- Sottozona Viadanese-Sabbionetano Rosso (Vino Rosso Frizzante)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigni Lambrusco Viadanese (o Grappello Ruberti), Lambrusco Maestri (o Grappello Maestri), Lambrusco Marani e Lambrusco Salamino, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa, Ancellotta e Fortana, da soli o congiuntamente.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Frizzante dalla spuma vivace ed evanescente, colore rosso rubino più o meno intenso o granato, odore vinoso, fruttato talvolta con sentore di viola o ribes e sapore sapido, acidulo, asciutto o amabile.
- Sottozona Viadanese-Sabbionetano Rosato (Vino Rosato Frizzante)
- Versioni: Secco /Amabile
- => 85% Vitigni Lambrusco Viadanese (o Grappello Ruberti), Lambrusco Maestri (o Grappello Maestri), Lambrusco Marani e Lambrusco Salamino, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa, Ancellotta e Fortana, da soli o congiuntamente.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Frizzante dalla spuma vivace ed evanescente, colore rosato più o meno intenso, odore gradevole, fruttato e sapore leggermente acidulo, asciutto o amabile.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Viadanese-Sabbionetano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Lambrusco Mantovano si estende a sud della Lombardia, nella zona compresa tra i fiumi Oglio e Po, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Lambrusco Mantovano è localizzata in:
- provincia di Mantova e comprende il territorio dei comuni di Commessaggio, Dòsolo, Gazzuolo, Sabbioneta, Viadana, Borgofranco sul Po, Carbonara sul Po, Gonzaga, Magnacavallo, Moglia, Mottegiana, Pegognaga, Pieve di Coriano, Poggio Rusco, Quingentole, Quistello, Revere, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide, Suzzara e Villa Poma.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Viadanese-Sabbionetano è localizzata in:
- provincia di Mantova e comprende il territorio dei comuni di Commessaggio, Dòsolo, Gazzuolo, Sabbioneta e Viadana.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Viadanese-Sabbionetano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Lambrusco Mantovano non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Nella designazione dei Vini DOC Lambrusco Mantovano può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Lambrusco Mantovano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve quando si utilizza la menzione delle sottozone.
4. Produttori di Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Viadanese-Sabbionetano
Con l’utilizzo della DOC Lambrusco Mantovano i Produttori Vinicoli Lombardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Viadanese-Sabbionetano
Brodini di carne, bolliti misti e cotechini in umido.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Lambrusco Mantovano - Sottozona Viadanese-Sabbionetano
Area dell’Oltre Po mantovano
La coltivazione della vite nell’Oltre Po mantovano ha origini antiche, il poeta Virgilio, nativo di Mantova descrive l’esistenza della Vitis labrusca duemila anni fa, nella sua quinta Bucolica.
La coltivazione della vite assume consistenza alla fine del secoloXI con i monaci benedettini nei territori dell’abbazia di Polirone a San Benedetto Po, definita per la sua importanza la Cassino del nord. I monaci stabilivano agli affittuali un imponibile vinicolo. Questo grazie alla politica della contessa Matilde di Canossa che con donazioni favorì l’insediamento di comunità religiose nelle terre di sua pertinenza.
Ad esse affidava il controllo del territorio favorendo con opere di bonifica e di disboscamento la produttività del terreno e la coltivazione della vite. Quindi una coltivazione che nasce da “terre nuove”, strappate alle esondazioni del fiume e messe al sicuro con le arginature. Queste terre caratterizzano le qualità organolettiche della produzione vitivinicola.
L’arte millenaria del vino è testimoniata da un bassorilievo dei mesi, attribuito alla scuola di Wiligelmo, Ottobre che travasa il mosto, (faceva parte della decorazione della basilica romanica). Questo bassorilievo del Mese-agricoltore, con le vesti sollevate e chino nell’atto di versare il mosto evidenzia come l’arte della vinificazione fosse importante, non solo come attività dominante in un periodo dell’anno, ma anche per i suoi significati religiosi e le sue implicazioni liturgiche tanto da essere inclusa nella celebrazione monumentale del processo di insediamento dell’area.
In tempi più recenti la coltivazione del Lambrusco è testimoniata da convegni in particolare il Convegno viticolo della Val Padana, San Benedetto Po, 16 gennaio 1949, che descrive come la vite fosse coltivata maritata all’olmo nelle classiche piantate mantovane.
Area del Viadanese-Sabbionetano
La coltivazione della vite nel Viadanese-Sabbionetano ha origini antiche come nell‘Oltre Po mantovano, dal poeta Virgilio, che cita l’esistenza della vite ai tempi più recenti con la coltivazione della vite in filari spesso accompagnata ad alberi con funzione di sostegno.
La coltivazione avveniva sulle terre strappate alle esondazioni del fiume e messe al sicuro con le arginature, quindi terreni di origine alluvionale, fertili, freschi che caratterizzano le qualità organolettiche della produzione vitivinicola.
L’uomo ha modellato il territorio e reso possibile la coltivazione della vite che è diventata tradizione come i rituali che ruotavano intorno all’uva e al vino con radici antiche che risalgono al cuore del Medioevo.
Importante nella viticoltura della zona è il vitigno Lambrusco Viadanese che prende il nome dal comune in provincia di Mantova dove è maggiormente diffuso: Viadana.
Il Vino DOC Lambrusco Mantovano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 6 maggio 1987.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con DM 16.03.1999, G.U. 72 del 27.03.1999
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Val Polcèvera D.O.C. Sottozona Coronata
La denominazione d'origine controllata "Val Polcèvera" e alla relativa Sottozona, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco, anche nelle tipologie Spumante di qualità, Frizzante e Passito
- Rosso, anche nelle tipologie Novello e Frizzante
- Rosato, anche nella tipologia Frizzante
- Bianchetta Genovese, anche nella tipologia Frizzante
- Vermentino, anche nella tipologia Frizzante
- Sottozona de Vino Val Polcévera DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Val Polcèvera - Sottozona Coronata
- Val Polcèvera Sottozona Coronata (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigni Vermentino, Bianchetta Genovese e Albarola, da soli o congiuntamente;
- =< 40% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Liguria.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore delicato, discretamente intenso, persistente e sapore secco, sapido, caratteristico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Val Polcèvera - Sottozona Coronata
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Val Polcèvera si estende lungo il bacino genovese del torrente Polcevera e dei suoi affluenti Sardorella, Secca, Ricco' e Verde, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Val Polcèvera è localizzata in:
- provincia di Genova e comprende il territorio dei comuni di Genova, Sant'Olcese, Serra Ricco', Mignanego, Campomorone, Ceranesi e Mele.
La zona di produzione del vino DOC Val Polcèvera - Sottozona Coronata, è localizzata in
- provincia di Genova e comprende la parte delimitata a est dal confine della zona, a sud dal mare a ovest dal torrente Varenna e a nord dal confine amministrativo.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Val Polcevera - Sottozona Coronata
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Val Polcèvera prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Val Polcèvera non dovrà essere superiore al 70% e al 50% per la tipologia di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il Vino DOC Val Polcèvera Novello deve essere ottenuto con una macerazione carbonica di almeno il 40% delle uve.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Val Polcèvera Bianco Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale sulla pianta o sui graticci.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Val Polcèvera è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, con esclusione delle tipologie Frizzante e Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Val Polcevera - Sottozona Coronata
Con l’utilizzo della DOC Val Polcèvera i Produttori Vinicoli Liguri sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Val Polcevera - Sottozona Coronata
Formaggio di S. Stefano d'Aveto, mitili della Spezia, trenette e trofie al pesto, stoccafisso alla ligure, salame genovese, coniglio e verdure ripiene.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Val Polcevera - Sottozona Coronata
La viticoltura nella Val Polcevera costituisce testimonianza storica antica di un territorio da sempre coltivato in intimo contatto con la vicina città di Genova che fin dal medioevo ne costituiva il principale mercato di sbocco (il “vino di Genova”).
L’apprezzamento dei vini di questa zona (Coronata) trova numerose testimonianze come quella di Stendhal suo celeberrimo resoconto di viaggio intitolato Viaggio in Italia.
Nel 117 a.C. sulla “Tavola Bronzea” (sentenza del senato romano, trascritta su un vergato di bronzo, che definiva una vertenza tra popolazioni locali e trovata casualmente in zona serra Riccò) il vino "Valpolcevera" era indicato come valore di scambio nelle imposte. Da tale data (simbolicamente definita come inizio storico di riferimento) la produzione di vino locale ha sempre accompagnato la vita economica delle popolazioni locali.
Una base ampelografica contenuta ma dalle caratteristiche di peculiarità, come la Bianchetta Genovese, la Lumassina, il Vermentino ecc…, costituiscono elementi di valore che hanno consentito l’affermarsi dei vini prodotti in questa particolare area geografica.
L’introduzione della innovazione tecnologica in campo ed in cantina non hanno comunque mutato una tradizione consolidata nella forma di coltivazione a filare contenuto nella vigoria, e nella conservazione dei vini ancora diffusa i contenitori in legno.
Il Vino DOC Val Polcèvera ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 16 marzo 1999.