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3 proposte calabresi interessanti e per tutte le tasche

La Calabria è una delle regioni d’Italia più sottovalutate dal punto di vista enologico. Questa terra è baciata da ben due mari, il Tirreno e lo Ionio, ed è attraversata da una catena montuosa nel mezzo, la parte finale degli Appennini.

Con l’arrivo dell’estate molti preferiscono bere vini leggeri e aromatici, con bassa gradazione alcolica, sia da soli che abbinati ad altre bevande o aromi.

Lo champagne, da sempre, è considerato la bevanda dei festeggiamenti e degli auguri. Che sia un successo professionale, una tappa importante della propria vita, una ricorrenza o semplicemente uno sfizio, lo champagne si candida come uno dei vini più versatili che si possano assaporare.

  • Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 24.05.1968, G.U. 178 del 15.07.1968
  • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 19.01.2023 - G.U. n. 30 del 06.02.2023

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione         Sottozona

 


Vino Montepulciano d'Abruzzo D.O.C. Sottozona Terre di Chieti

La denominazione d'origine controllata "Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre di Chieti" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Sottozona Terre di Chieti Superiore
  2. Sottozona Terre di Chieti Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre di Chieti

 

  • Sottozona Terre di Chieti Superiore (Vino Rosso Superiore)
  • Versioni: Secco 
  • => 90% Vitigno Montepulciano
  • =< 10% Uve di altri Vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Abruzzo.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal Colore colore rosso rubino intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, Odore etereo, profumi di frutti rossi, speziee con caratteri fini nella fase di invecchiamento e con sentodi di confettura se sottoposto a parziale appassimento, el Sapore secco, armonico, sapido, leggermente tannico che si affina con il tempo al morbido.

  • Sottozona Terre di Chieti Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco 
  • => 90% Vitigno Montepulciano
  • =< 10% Uve di altri Vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione bruzzo.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal Colore colore rosso rubino intenso tendente al granato con l'invecchiamento, Odore speziato e persistente, dal Sapore secco, persistente, equilibrato.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre di Chieti

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo Sottozona Terre di Chieti è costituita da un'ampia ed estesa fascia della collina litoranea, che va dal fiume Foro al Trigno, seguita dalla collina interna ed infine da quella pedemontana che giunge nella parte nord-occidentale sino ai piedi della Maiella.

La Zona di Produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre di Chieti è localizzata in:

  • provincia di Chieti, e comprende il territorio dei comuni di Altino, Archi, Ari, Arielli, Atessa, Bomba, Bucchianico, Canosa Sannita, Casacanditella, Casalanguida, Casalincontrada, Carpineto Sinello, Casalbordino, Casoli, Castel Frentano, Celenza sul Trigno, Chieti, Crecchio, Cupello, Fara Filiorum Petri, Filetto, Fossacesia, Francavilla, Fresagrandinaria, Frisa, Furci, Gissi, Giuliano Teatino, Guardiagrele, Lanciano, Lentella, Miglianico, Monteodorisio, Mozzagrogna, Orsogna, Ortona, Paglieta, Palmoli, Perano, Poggiofiorito, Pollutri, Ripa Teatina, Roccamontepiano, Rocca San Giovanni, San Buono, Sant'Eusanio del Sangro, San Giovanni Teatino, Santa Maria Imbaro, San Martino sulla Marrucina, San Salvo, San Vito Chietino, Scerni, Tollo, Torino di Sangro, Torrevecchia Teatina, Treglio, Vasto, Villalfonsina, Villamagna e Vacri.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre di Chieti

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre di Chieti prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% per entrambe le tipologie di Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo Sottozona Casauria e Riserva. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Il Vino Sottozona Terre di Chieti Superiore deve essere sottoposto ad Invecchiamento per un periodo non inferiore a 6 mesi. Per la versione Riserva l'Invecchiamento non è inferiore a 24 mesi di cui 6 in recipienti di legno.

4. Produttori di Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre di Chieti

Con l’utilizzo della DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Casauria i Produttori vinicoli abruzzesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la visita alle cantine vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre di Chieti

Primi piatti con ragù di carne, carni rosse grigliate e al forno, agnello alla griglia, pecora al caldaro, maiale in porchetta, spezzatino di maiale, formaggi vari, minestre e cacciagione.


6. Storia e Letteratura del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre di Chieti

Le notizie storiche sulla presenza della vite e del vino nell’area delimitata, come testimoniano diversi autori di differenti epoche, è legata soprattutto all’instancabile opera dei padri benedettini presenti nelle diverse abbazie sorte sul territorio quali quella di S. Clemente a Casauria e quella di Santa Maria d’Arabona del 1209 (Manoppello).

Il toponimo “Casauria” fu reso celebre nel Medioevo dal fatto che il territorio che esso identificava fu scelto per la costruzione del monastero di S. Clemente a Casauria per volere dell’imperatore Ludovico II che acquistò le terre nell’871.

Nel Chronicon Casauriense, che racconta la storia del monastero con tutte le vicissitudini che ne caratterizzarono la costruzione e l’evoluzione, c’è un tentativo da parte del cronista di attribuire al termine “Casauria” un’origine legata alla costruzione dell’edificio sacro. Ma i documenti di compravendita dell’871 per l’acquisizione delle terre nonché altri atti, attestano che il termine “Casauria” già esisteva e con ogni probabilità risaliva all’epoca romana. Una volta accorpati in un’unica proprietà i terreni di pertinenza della badia, il toponimo fu esteso all’intero corpo e, per la sacralità ad esso associata, anche a tutta l’area geografica circostante.

Ma, facendo un salto di alcuni secoli, come afferma il Prof. Franco Cercone in uno dei suoi numerosi scritti “dobbiamo sicuramente alle famiglie dei Mezzana e dei Tabassi, alla fine del 1700, l’ampliamento dell’area di coltivazione del vitigno Montepulciano poiché queste, benché proprietarie di vasti possedimenti in Sulmona e nei centri limitrofi, indirizzarono le proprie mire sui fertili territori posti oltre le Gole di Popoli e lungo la Valle Pescara”. In quest’area vengono infatti a formarsi ricchi feudi, per lo più in tenimento di Torre dei Passeri, Tocco da Casauria e Musellaro.

E’ da ritenersi che le condizioni climatiche e le caratteristiche geologiche dell’alta Val Pescara, particolarmente favorevoli alla viticoltura, siano alla base delle motivazioni che indussero esponenti della nobiltà sulmonese ad espandere i loro possedimenti in quest’area ed è probabile che diversi vitigni, tra cui il Montepulciano, siano stati trapiantati dai Mezzana a Torre dei Passeri e da qui, il “vitigno portabandiera dell’Abruzzo”, sia migrato agli inizi del 1900 verso il chietino, la costa pescarese ed il teramano.

La zona interna della provincia di Pescara vanta antiche tradizioni viticole tanto che un sinonimo del vitigno Montepulciano è “Montepulciano di Torre dé Passeri” o semplicemente “Torre dé Passeri” come ricorda Bruno Bruni nel capitolo dedicato al Montepulciano in una pubblicazione del Ministero dell’Agricoltura - Commissione per lo studio ampelografico dei principali vitigni ad uve da vino coltivati in Italia del 1955.

Da quanto detto si evince che la presenza del vitigno Montepulciano nell’entroterra della provincia di Pescara, ossia nella zona casauriense, risale ormai ad oltre due secoli ed è proprio in questa zona che esso ha potuto esprimere tutte le sue potenzialità, evidenziando peculiari caratteristiche legate sia agli aspetti olfattivi che gustativi. Esso costituisce oggi la base del vino abruzzese più importante ed apprezzato, simbolo enoico di un’intera regione, il “Montepulciano d’Abruzzo” DOC, riconosciuto nel 1968, il cui disciplinare è stato negli anni oggetto di alcune modifiche volte alla qualificazione del prodotto ed alla identificazione territoriale mediante la individuazione di specifiche sottozone quali quella di “Casauria” o “Terre di Casauria”.

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