
Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 19.05.1975, G.U. 292 del 05.11.1975
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Bianco Capena D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Bianco Capena» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Bianco Superiore
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Bianco Capena
- Bianco Capena (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato
- =< 55% Vitigni Malvasia di Candia, del Lazio e Toscana, da soli o congiuntamente;
- => 25% Vitigni Trebbiano Giallo e Toscano, da soli o congiuntamente;
- =< 20% Vitigni Bellone e Bombino Bianco, da soli o congiuntamente.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore leggermente aromatico, fine, caratteristico e sapore asciutto o leggermente abboccato, caratteristico e gradevole.
- Bianco Capena Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato
- =< 55% Vitigni Malvasia di Candia, del Lazio e Toscana, da soli o congiuntamente;
- => 25% Vitigni Trebbiano Giallo e Toscano, da soli o congiuntamente;
- =< 20% Vitigni Bellone e Bombino Bianco, da soli o congiuntamente.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore paglierino più o meno intenso, odore leggermente aromatico, fine, caratteristico e sapore asciutto o leggermente abboccato, caratteristico e gradevole.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Bianco Capena
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Bianco Capena si estende sui rilievi collinari posti tra la valle del fiume Tevere ed il complesso del Vulcano Sabatino, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Bianco Capena è localizzata in:
- provincia di Roma e comprende il territorio del comune di Capena e, in parte, il territorio dei comuni di Fiano Romano, Morlupo e Castelnuovo di Porto.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Bianco Capena
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Bianco Capena prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Bianco Capena non dovrà essere superiore al 70%; oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Bianco Capena è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Bianco Capena
Con l’utilizzo della DOC Bianco Capena i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Bianco Capena
Antipasti di pesci salsati, primi piatti a base di crostacei e verdure, pesci al forno
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Bianco Capena
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antica “Capena”, dagli Etruschi passando per i Romani, al medioevo, fino ai giorni nostri ed attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Bianco Capena”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Bianco Capena”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Bianco Capena” è attestata fin dall’epoca degli Etruschi, in molti reperti dei georgici latini. Gli Statuti di Castelnuovo, emanati nel 1548, regolamentavano l’ordinamento della Comunità su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale. Diversi Capitoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura.
La coltura della vite passò indenne attraverso i secoli bui, tanto che nel 1703 il Piazza in La Gerarchia cardinalizia, riporta per Castelnuovo “l'amenità del sito, in un colle assai eminente al Territorio, che gli soggiace d'intorno; la fertilità del terreno di vino, ...”; nel 1857 il Palmieri nella Topografia statistica dello stato pontificio, riporta “l’olio di Fiano è squisito, e così il vino..”, Leprignano (l’odierna Capena) “ha un territorio feracissimo di grano, olio, vino eccellente..”, “Morlupo fornisce asssai grano, ed un esquisito e dolce vino, per la situazione delle vigne bellissime su tutte colline esposte al sole.”
Negli Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola (1883), a conferma dell’importanza che la viticoltura ha nella zona delimitata, si riporta, ..a Leprignano la vigna nel colle vale 7000 lire l’ettaro contro le 70 di Farnese e nel piano 8000 come a Marino.
La storia recente, a causa della chiusura della Cantina sociale Feronia, è caratterizzata da una situazione di stasi della denominazione, che nonostante l’impianto di nuovi vigneti e la nascita di nuove aziende non riesce ancora ha riconquistare appieno la notorietà passata.
Il Vino DOC Bianco Capena ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 19 maggio 1975.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 26.04.1999, G.U. 103 del 05.05.1999
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Atina D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Atina» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Rosso Riserva
- Cabernet
- Cabernet Riserva
- Semillon
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Atina
- Atina Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Cabernet Suvignon
- => 10% Vitigno Cabernet Franc
- => 10% Vitigno Merlot
- => 10% Vitigno Syrah
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, odore, fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.
- Atina Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Cabernet Suvignon
- => 10% Vitigno Cabernet Franc
- => 10% Vitigno Merlot
- => 10% Vitigno Syrah
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, odore fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.
- Atina Cabernet (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Franc e Cabernet Suvignon, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, odore fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.
- Atina Cabernet Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Franc e Cabernet Suvignon, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, odore fruttato, caratteristico del vitigno base e sapore armonico, pieno, asciutto, talvolta erbaceo.
- Atina Semillon (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Semillon
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore delicato con note floreali e fruttate e sapore secco, sapido, morbido, persistente.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Atina
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Atina si estende nelle alture della Val di Comino (nella parte sud orientale del Lazio), il cui territorio, adeguatamente ventilato e luminoso, favorisce l'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Atina è localizzata in:
- provincia di Frosinone e comprende il territorio dei comuni di Atina, Gallinaro, Belmonte Castello, Picinisco, Sant’Elia Fiumerapido, Alvito, Villa Latina, San Donato Val di Comino, Vicalvi, Casalattico, Casalvieri e Settefrati.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Atina
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Atina prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Atina non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Atina è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
- I Vini DOC Atina Rosso Riserva e Cabernet Riserva, devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 in botti legno.
4. Produttori di Vino DOC Atina
Con l’utilizzo della DOC Atina i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Atina
Piatti corposi a base di carni sia bianche che rosse, selvaggina da pelo.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Atina
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antico “Sannio”, dai Romani, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Atina”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Atina”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona del “Atina” è attestata fin dall’epoca dei Romani, in molte opere dei georgici latini. In tempi più recenti, la valenza dei viticoltori è riportata dal Castrucci nell’opera citata che scrive “Alvito.. vi si trova fra due falde de' monti un'amena e feconda valle a modo d'un triangolo, nella quale il dottor Ascanio Panicali, vi ha fatto un vaghissimo arboreto con copie di viti, e spalliere di ramerini e rose , disposte con uno stradone a modo di giardino, ed una selva di piante, che portano delicati e singolari frutti, e saporiti vini, dove anco vi è un pozzo di fresca e chiara acqua”, “Picinisco.. È tutto il territorio in monti, selve, boschi, e colli, parte coltivati con arboreti e vigne, arbori fruttiferi, con bell' ordine, e vaghezza disposti, circondate da belle fratte, o siepi di verdeggianti frondi tessute, ed avviticchiate in modo di pareti di giardini , che apporta gran diletto, e fa una bellissima vista; portano graziosissimi vini, in gran quantità, non dissimili dalli Albani; vero è, che ha poco territorio fertile a grano”, “Atino (l’odierna Atina)..con molte amene e deliziose colline, e feconde valli ornate d' arboreti, vigne, che portano seco frutti e delicatissimi vini”.
Durante i secoli XIX e XX la viticoltura ha vissuto vicende molto importanti e subito profonde modificazioni che hanno interessato anche la Val di Comino. Infatti, accanto alle varietà tradizionalmente coltivate, ad opera di Pasquale Visocchi insigne agronomo di Atina, furono introdotte numerose varietà francesi sia a bacca bianche che a bacca rossa che trasformarono profondamente la base ampelografica dell’area.
L’opera del Visocchi, anche attraverso la creazione di un campo sperimentale in località S. Michele, da cui prese il nome commerciale uno dei migliori vini dell’azienda, fu volta al miglioramento della produzione vitivinicola della zona che era basata principalmente su vitigni e forme di allevamento tradizionali. Il motto “Il genio del vino è nel vitigno” riportato nel logo della cantina Fratelli Visocchi dell’epoca, fa pensare come la cantina avesse puntato dal punto di vista commerciale sui vitigni francesi: i vini si distinguevano in Sammichele rosso fino (Cabernet), Sammichele rosso extra (Pinot rosso), Sammichele rosso superiore (Malbek e Gamay), Sammichele bianco extra-fine (Pinot Bianco), Sammichele bianco extra (Sauvignon) e Sammichele bianco superiore (Sèmeillon).
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, con la nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del vino “Atina”.
Il Vino DOC Atina ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 26 aprile 1999.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 13.05.1966, G.U. 174 del 16.07.1966
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Aprilia D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Aprilia» è riservata ai vini bianchi e rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le tipologie:
- Bianco
- Rosso
- Rosato
- Merlot
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Aprilia
- Bianco di Aprilia (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Trebbiano Toscano
- >< 5-35% Vitigno Chardonnay
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino talora con riflessi verdolini, odore intenso, caratteristico, con note floreali e sapore secco, intenso, equilibrato.
- Rosso di Aprilia (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- >< 5-25% Vitigno Cabernet Sauvignon
- >< 5-25% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino con riflessi granati con l’invecchiamento, odore intenso, fine con sentori di frutta matura e sapore secco, intenso, armonico, di giusto corpo.
- Rosato di Aprilia (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Sangiovese
- >< 5-25% Vitigno Cabernet Sauvignon
- >< 5-25% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa tenue, odore delicato, floreale e sapore fresco, secco, sapido.
- Merlot di Aprilia (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, tendente al granato con l’invecchiamento, odore vinoso, gradevole e sapore secco, di corpo, caratteristico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Aprilia
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Aprilia si estende nelle zone pianeggianti comprese tra l’Agro Romano e l’Agro Pontino, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Aprilia è localizzata in:
- provincia di Latina e comprende il territorio del comune di Aprilia e, in parte, il territorio dei comuni di Cisterna e Latina.
- provincia di Roma e comprende il territorio del comune di Nettuno.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Aprilia
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Aprilia prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Aprilia non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Aprilia è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Aprilia
Con l’utilizzo della DOC Aprilia i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Aprilia
Zuppe di verdura, fritture di pesce azzurro, cozze alla marinara, risotti alle erbe, gnocchi alla romana, spaghetti alla carbonara, arrosti di carni bianche, carni rosse alla griglia o stufate, pollame e coniglio alla cacciatora.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Aprilia
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra “Pontina”, purtroppo persa per molti secoli a causa dei fattori naturali ed umani succedutesi nel tempo – ma comunque insita nelle caratteristiche intrinseche del territorio - è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Aprilia”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i vini “Aprilia”.
In particolare il lento e progressivo recupero del territorio paludoso, protrattosi per secoli, ha contribuito alla rinascita dell’agricoltura e segnatamente della viticoltura dell’area: l’opera dell’uomo, in particolare quella dei coloni insediatosi nella prima metà del secolo scorso, hanno dato a questa terra la possibilità di esprimere al meglio il suo potenziale viticolo.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, dovuta alla professionalità degli operatori, all’impianto di nuovi vigneti e alla nascita di nuove aziende, che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del vino “Aprilia”.
Il Vino DOC Aprilia ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 13 maggio 1966.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 21.06.1972, G.U. 217 del 22.08.1972
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Aleatico di Gradoli D.O.C.
La denominazione d’origine controllata “Aleatico di Gradoli” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le tipologie:
- Aleatico di Gradoli
- Aleatico di Gradoli Liquoroso
- Aleatico di Gradoli Liquoroso Riserva
- Aleatico di Gradoli Passito
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Aleatico di Gradoli
- Aleatico di Gradoli (Vino Rosso)
- Versioni: Dolce
- => 95% Vitigno Aleatico
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso granato con tonalità violacee, odore finemente aromatico, caratteristico, dal sapore di frutto fresco, morbido, vellutato, dolce.
- Aleatico di Gradoli Liquoroso (Vino Rosso Liquoroso)
- Versioni: Dolce
- => 95% Vitigno Aleatico
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 17,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Liquoroso dal colore rosso granato più o meno intenso, talvolta con riflessi violacei, odore aromatico, delicato, caratteristico, dal sapore pieno, dolce, armonico, gradevole.
- Aleatico di Gradoli Liquoroso Riserva (Vino Rosso Liquoroso Invecchiato)
- Versioni: Dolce
- => 95% Vitigno Aleatico
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 17,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Liquoroso Invecchiato dal colore rosso granato più o meno intenso, tendente talvolta all’arancione con l’invecchiamento, odore aromatico, caratteristico dell’invecchiamento in botte di rovere, dal sapore pieno, dolce più o meno tannico, armonico, gradevole.
- Aleatico di Gradoli Passito (Vino Rosso Passito)
- Versioni: Dolce
- => 95% Vitigno Aleatico
- =< 5% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lazio.
- => 16% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Passito dal colore rosso rubino talvolta con riflessi violacei, odore fruttato, finemente aromatico, caratteristico, dal sapore di frutta matura, dolce.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Aleatico di Gradoli
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Aleatico di Gradoli si estende sulle pendici del distretto vulcanico Vulsino a nord del Lazio, in un territorio di media-alta collina adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Aleatico di Gradoli è localizzata in:
- provincia di Viterbo e comprende il territorio dei comuni di Gradoli, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo e, in parte, il territorio del comune di Latera.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Aleatico di Gradoli
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Aleatico di Gradoli non dovrà essere superiore al 70% e al 45% per la tipologia Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Aleatico di Gradoli è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Aleatico di Gradoli Passito devono essere sottoposte ad un periodo di appassimento naturale.
- Il Vino DOC Aleatico di Gradoli Liquoroso deve essere ottenuto mediante pratica di alcolizzazione ed essere sottoposto ad affinamento per 6 mesi.
- Il Vino a denominazione di origine controllata Aleatico di Gradoli Liquoroso può fregiarsi della menzione Riserva dopo essere stato sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi in botti di rovere di capacità massima di 250 litri ed un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia per almeno 12 mesi.
4. Produttori di Vino DOC Aleatico di Gradoli
Con l’utilizzo della DOC Aleatico di Gradoli i Produttori Vinicoli Laziali sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Aleatico di Gradoli
Pasticceria a base di cioccolato e secca (dolci alle mandorle, biscotti con nocciole), crostate con confetture di frutta.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Aleatico di Gradoli
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra di “Gradoli”, dagli etruschi, passando dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Aleatico di Gradoli”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Aleatico di Gradoli”.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona di “Gradoli” è attestata fin dall’epoca romana, in molte opere dei georgici latini. Nel medioevo: i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.
In tempi più recenti, nell’opera Viaggi ai vulcani spenti d’Italia nello Stato Romano verso il Mediterraneo (1814), il Procaccini Ricci, esperto geologo, descrive un viaggio in cui passa nei territori di Bolsena, Latera, Gradoli, ed oltre a descrivere le caratteristiche delle rocce e dei terreni riporta anche l’agricoltura presente. A proposito di vitivinicoltura scrive: “Gradoli…I vigneti qui attorno vi prosperano assai bene, e danno uve eccellenti, capaci di formare vini squisiti.
L’Aleatico vi è stato introdotto da qualche industre viticoltore, e vi ha provato a maraviglia, ed io stesso ho bevuto questo vino così buono allo stomaco e soavissimo al palato, che mi è paruto non cedere al tanto celebre ed a ragione encomiatissimo di Toscana, e di Firenze segnatamente”.
Successivamente il Moroni nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica (1854), nel parlare di Gradoli riporta “..Il territorio è fertile, fruttifero di eccellenti vini bianchi e rossi, massimo l’aleatico”. Anche il Nigrisoli nella Rivista dei più importanti prodotti naturali e manifatturieri dello Stato Pontificio (1857), parla dei prodotti naturali esistenti nella Delegazione di Viterbo e scrive: “.. La cultura delle viti è giunta ad un alto grado di sviluppo, raccogliendosi dai campi, e dalle vigne vini rossi, e bianchi vigorosi”, ed ancora “mentre tra i vini rossi sono in maggior credito quelli delle Grotte di San Lorenzo, di Gradoli, di Castro”.
Sempre nel 1857, nella Topografia statistica dello stato pontificio il Palmieri scrive per Gradoli “Il ridetto popolo di Gradoli, ove sono molto belle le donne, è occupato con attività parte nella pesca, parte in lavorare botti, tini, cerchi, ed il più negli agrarii lavori del proprio territorio della superficie di tavole 131419, dove sono assai feraci le terre, in specie quelle dette del Piano del Lago di Gradoli, ove raccolgono in copia castagne, legumi, tutta sorta di buone frutta, e vini bianchi e rossi così prelibati, che si fa di essi grande commercio nella Capitale, ed in ispecie dell'eccellente Alleatico vino”, per Latera “..vi si raccolgono buoni vini bianchi, e rossi” e per Grotte di Castro “il territorio..assai ben coltivato, feracissimo, e abbonda di squisito vino”.
Negli Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola (1883), si riporta “Dei vini di lusso nella provincia di Roma, non se ne producono in quantità apprezzabile; e soltanto l’Aleatico di Gradoli gode di una qualche reputazione”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, dall’impianto di nuovi vigneti, dalla nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del vino “Aleatico di Gradoli”.
Il Vino DOC Aleatico di Gradoli ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 21 giugno 1972.