Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvata come DOC con D.M. 30.07.98, G.U. 185 del 10.08.98 - Approvato come DOCG con D.M. 09.09.2011, G.U. 221 del 22.09.2011
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche - GU n.5 del 08.01.2024
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Montecucco Sangiovese D.O.C.G.
La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Montecucco Sangiovese”, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Montecucco Sangiovese
- Montecucco Sangiovese Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Montecucco Sangiovese
- Montecucco Sangiovese (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con esclusione della Malvasia Nera, Malvasia Nera di Brindisi e Aleatico.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore fruttato, caratteristico e sapore armonico, asciutto, leggermente tannico.
- Montecucco Sangiovese Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con esclusione della Malvasia Nera, Malvasia Nera di Brindisi e Aleatico.
- => 13,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore ampio vinoso, elegante, caratteristico e sapore pieno, asciutto, caldo, elegante, con eventuale sentore di legno.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Montecucco Sangiovese
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Montecucco Sangiovese si estende X in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Montecucco Sangiovese è localizzata in:
- provincia di Grosseto e comprende il territorio dei comuni di Cinigiano, Civitella Paganico, Campagnatico, Castel del Piano, Roccalbegna, Arcidosso e Seggiano.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Montecucco Sangiovese
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Montecucco Sangiovese prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Montecucco Sangiovese non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
- Il vino DOCG Montecucco Sangiovese deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 12 mesi, di cui 4 di affinamento in bottiglia.
- Il vino DOCG Montecucco Sangiovese con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 30 mesi, di cui 24 in contenitori di legno e 6 mesi di affinamento in bottiglia.
- Nella designazione dei Vini DOCG Montecucco Sangiovese può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Montecucco Sangiovese è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOCG Montecucco Sangiovese
Con l’utilizzo della DOCG Montecucco Sangiovese i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Montecucco Sangiovese
Carne alla griglia, arrosti, cinghiale e formaggi pecorini stagionati
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Montecucco Sangiovese
Partendo dalle epoche più lontane si può sicuramente affermare come la presenza della viticoltura nel territorio del Montecucco risalga quantomeno all’epoca etrusca, come testimoniano alcuni reperti rinvenuti nella zona di Seggiano e del Potentino, tra i quali annotiamo, oltre al vasellame, anche i tradizionali pithoi, recipienti particolari per la raccolta del vino proveniente dalla pigiatura delle uve e dai torchi, i quali venivano interrati fino all’orlo, nelle vicinanze dei torchi, e vi si raccoglieva il pigiato, che poi fermentava.
La successiva dominazione romana accentuò la tendenza al miglioramento delle tecniche di vinificazione, che rimasero insuperate fino al medioevo; di questo periodo storico, sono i documenti conservati presso gli archivi monastici, a confermare la diffusione della coltivazione della vite, che acquista particolare importanza come pianta colonizzatrice, tanto che governanti e feudatari riconobbero la necessità di concedere terre adatte per questa coltura, che ebbe particolare protezione con apposite norme statutarie. In occasione delle lottizzazioni dei terreni feudali e comunali, furono infatti indicati esplicitamente, “concessioni di terre in zone a vocazione viticola”.
In certi casi, come a Castel del Piano nel Cinquecento, l’attività viticola poteva, in parte o completamente, sostituirsi al salario in moneta (Statuti di Castel del Piano), mentre nella zona di Montegiovi essa era fondamentale per il sostentamento delle popolazioni che vivevano del lavoro dei campi e del bosco (Piccinni, 1988). Nella relazione del Dr. Alfonso Ademollo all’inchiesta parlamentare Iacini (1884), si mette chiaramente in evidenza le qualità dei vini prodotti nella maggior parte delle zone viticole del territorio della provincia di Grosseto. L’Ademollo, nel fornire interessanti informazioni sulla situazione viticola della provincia, così scriveva: “La vite ha sempre allignato, fino dalle epoche più remote, nella provincia di Grosseto.
Le varietà di vite da noi conosciute e coltivate sono molte, poiché si può asserire che tutte le varietà di sì prezioso sarmento, anche le esotiche, vegetano bene nel nostro suolo… Le vigne pure da qualche tempo si sono estese ed hanno migliorato nel proprio prodotto, ma tuttavia anche per questo lato la provincia di Grosseto sarebbe capace di più, poiché la vite cresce benissimo e porge preziosi e squisiti grappoli in ogni parte della provincia, perché non abbiamo veramente né caldi né freddi eccessivi,[…] perché dovunque trovasi terreni leggeri, permeabili, aridi nelle parti elevate, dovute a sabbie, a rocce decomposte, a detriti vulcanici e sassaie”. Da ciò la categorica affermazione: “La provincia di Grosseto, per cinque sesti ha terreno adatto alla viticoltura”.
Parlando dei pregi e dei difetti del vino prodotto nella zona Ademollo così si esprimeva: “II vino, questo benefico liquido che ha tanta importanza nella pubblica e privata economia, come nella pubblica e privata salute, viene prodotto dai nostri viticoltori con sempre crescente progresso e accuratezza in ogni parte della provincia di Grosseto, sia nella zona piana, che in quella montuosa, e per la bontà e quantità in alcuni Comuni è di una rendita importante ai proprietari […]”.
Già prima del 1900 i vini prodotti nel comune di Castel del Piano erano conosciuti, come si evince dai risultati delle analisi chimiche effettuate presso l’Istituto di Chimica 8 Agraria dell’Università di Pisa (1895). Più in particolare per la produzione di uno di questi vini rossi concorrevano “Brunello”, “Tintura di Spagna” ed altre uve bianche.
Le testimonianze verbali dei discendenti dei viticoltori del secolo scorso indicano alcune località famose perché capaci di dare un vino di più elevata qualità, come la vigna di Campo Rombolo, le vigne del Poggetto, entrambe ubicate ai Poggi del Sasso (Scalabrelli et al. 2006).
In tempi recenti il recupero, l’identificazione e la valorizzazione di germoplasma locale sta assumendo sempre maggiore importanza in Toscana, regione particolarmente ricca di varietà autoctone, come dimostrato dall’elevato numero di vitigni iscritti al Registro Regionale delle Risorse genetiche Autoctone ai sensi della legge regionale 50/97. E di particolare interesse risultano le zone che dal punto di vista ampelografico non hanno subito interferenze ed introduzioni di materiale nel corso dell’ultimo secolo, particolarmente dopo l’invasione fillosserica; questo accade soprattutto per alcune specifiche zone della Toscana ed in particolare, nella zona del Montecucco, per quelle di Castel del Piano, Cinigiano e Seggiano, come risulta da documenti storici (Imberciadori, 1980, Balestracci, 1988; Piccinini, 1990; Scalabrelli, 1999; Ciuffoletti e Nanni, 2002;) e da recenti indagini compiute sul territorio (Scalabrelli et al. 2006; Scalabrelli, 2007).
La ricchezza del patrimonio ampelografico è sottolineata dal reperimento di una serie di vitigni locali attualmente in studio da parte delle Università di Firenze e di Pisa e dalla realizzazione di un apposito campo di collezione in località Poggi del Sasso ma anche dal ritrovamento di un vigneto franco di piede dell’età di circa 200 anni, recentemente denominato “Vigneto museo”.
Alla fine degli anni ’90, tuttavia, si fece più forte la consapevolezza da parte della filiera vitivinicola che il territorio del Montecucco poteva aspirare al riconoscimento della denominazione di origine controllata per i vini prodotti nella zona, riconoscimento che verrà attribuito col decreto ministeriale del 30 luglio 1998 per i vini bianchi e rossi del «Montecucco» incentrati questi ultimi proprio sul vitigno Sangiovese.
La denominazione «Montecucco Sangiovese» abbraccia una zona più ampia della località Montecucco, sita nel comune di Cinigiano, riconosciuta nel 1989 come Indicazione Geografica: l’utilizzo di questo nome è giustificato dal fatto che i vini prodotti nell’area circostante alla suddetta località avevano dimostrato negli anni di possedere caratteristiche analoghe ai vini della suddetta I.G., tanto da essere facilmente identificati dai consumatori.
Negli anni successivi al riconoscimento della Doc, tuttavia, l’opera di sperimentazione colturale, e la buona espressione delle potenzialità del vitigno sangiovese nell’area del Montecucco hanno esercitato uno stimolo all’incremento degli impianti con questa varietà sia da parte di agricoltori locali sia di nuovi imprenditori, convincendo la filiera vitivinicola a qualificare maggiormente i vini ottenuti sul territorio, estrapolando la tipologia varietale “Sangiovese” per riconoscerla come Docg autonoma e separata dalla Denominazione Montecucco.Il Vino DOC Montecucco Sangiovese ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 30 luglio 1998, poi DOCG in data 9 settembre 2011.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC dal D.P.R. 09.07.1967, G.U. 200 del 10.08.1967 - Approvato DOCG dal D.M. 17.05.2011, G.U. 131 del 08.06.2011
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Elba Aleatico Passito (o Aleatico Passito dell'Elba) D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita “Elba Aleatico Passito”o “Aleatico Passito dell’Elba” è riservata al vino che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.
- Elba Aleatico Passito
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Elba Aleatico Passito
- Elba Aleatico Passito (Vino Rosso Passito)
- Versioni: Dolce
- = 100% Vitigno Aleatico
- => 19% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Passito dal colore rosso rubino carico, talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l’invecchiamento, odore intenso, caratteristico e sapore dolce, di corpo, armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Elba Aleatico Passito
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Elba Aleatico Passito si estende nel territorio dell'Isola d'Elba, adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Elba Aleatico Passito è localizzata in:
- provincia di Livorno e comprende l'intero territorio dell'Isola d'Elba.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Elba Aleatico Passito
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Elba Aleatico Passito prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva fresca in vino DOCG Elba Aleatico Passito non dovrà essere superiore al 35%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOCG Elba Aleatico Passito devono essere sottoposte ad appassimento naturale all'aria per almeno 10 giorni fino a raggiungere un contenuto zuccherino di almeno 30%.
- Nella designazione dei Vini DOCG Elba Aleatico Passito può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Elba Aleatico Passito è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOCG Elba Aleatico Passito
Con l’utilizzo della DOCG Elba Aleatico Passito i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Elba Aleatico Passito
Crostate di frutta, "schiaccia briaca", preparazioni a base di cioccolata e frutti rossi.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Elba Aleatico Passito
La viticoltura dell’isola d’Elba risale al periodo etrusco, anche se l’antico sistema di allevamento ad alberello denota l’influenza greca. Già i Romani la descrivevano come “isola feconda di vino”. (Plinio il Vecchio, Naturalis Historia).
Nei secoli del Rinascimento si definiscono le principali varietà di uve da vino che provengono dalle diverse zone del Mediterraneo che hanno esercitato influenze economiche e sociali sull’isola: dalla Toscana proviene il Trebbiano, il Sangiovese e l’Aleatico, dalla Sicilia l’Ansonica e il Moscato, dalla Corsica e dalla Liguria il Vermentino; tra le tante varietà che sono state coltivate sull’isola nel corso dei secoli e provenienti dalle più diverse zone viticole europee, quelle elencate sono oggi le principali varietà che compongono e caratterizzano le tipologie dei Vini della d.o. “Elba”, per il loro migliore adattamento alle condizioni climatiche e ai diversi tipi di suoli.
La viticoltura è stata fino alla metà del secolo XX la principale attività economica della popolazione dell’isola; è indicativo della sua importanza il calo demografico superiore al 10% che si ebbe alla metà del secolo XIX in concomitanza con l’esplosione della crittogama “Oidio della vite” che portò all’estirpazione di gran parte dei vigneti: solo con l’introduzione dello zolfo come curativo della patologia, anche la popolazione isolana riprese ad aumentare.
Il Vino DOCG Elba Aleatico Passito ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 9 luglio 1967, poi DOCG in data 17 maggio 2011.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC dal D.P.R. 09.08.1967, G.U. 217 del 30.08.1967 - Approvato DOCG dal D.P.R. 02.07.1984, G.U. 290 del 20.10.1984
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n. 152 del 01.07.2023
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Chianti Classico D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita "Chianti Classico" è riservata al vino rosso che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Chianti Classico
- Chianti Classico Riserva
- Chianti Classico Gran Selezione (introdotto nel 2013)
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Chianti Classico
- Chianti Classico (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 80% Vitigno Sangiovese
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana,
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore intenso, floreale, caratteristico e sapore secco, fresco, sapido, leggermente tannico che si affina con il tempo.
- Chianti Classico Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 80% Vitigno Sangiovese
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana,
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso, tendente al granato con l'invecchiamento, odore intenso, fruttato e persistente, dal sapore secco, equilibrato, di buona tannicità.
- Chianti Classico Gran Selezione (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Sangiovese
- =< 10% Vitigni Colorino, Canaiolo, Ciliegiolo, Mammolo, Pugnitello, Malvasia Nera, Foglia Tonda, Sanforte, da soli o congiuntamente,
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato con l'invecchiamento, odore speziato e persistente, dal sapore secco, persistente, equilibrato.
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(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Chianti Classico
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Chianti Classico si estende sulle colline dell'Appennino centrale toscano, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Chianti Classico è localizzata in:
- provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Greve in Chianti e parte del territorio dei comuni di Barberino Val d'Elsa, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa.
- provincia di Siena e comprende il territorio dei comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti e Radda in Chianti e, in parte, il territorio dei comuni di Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Chianti Classico
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Chianti Classico prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Chianti Classico non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOCG Chianti Classico con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 3 di affinamento in bottiglia.
- Il vino DOCG Chianti Classico Gran Selezione deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 30 mesi, di cui almeno 3 di affinamento in bottiglia.
- La DOCG Chianti Classico è contraddistinta in via esclusiva ed obbligatoria dal marchio "Gallo Nero".
- Nella designazione dei Vini DOCG Chianti Classico può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Chianti Classico è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOCG Chianti Classico
Con l’utilizzo della DOCG Chianti Classico i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Chianti Classico
Porchetta allo spiedo, trippa, bistecca alla fiorentina, lardo di Colonnata, il salame e la finocchiona di cinta senese.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Chianti Classico
Il territorio del Chianti Classico è una terra di antiche tradizioni vinicole di cui esistono testimonianze etrusche e romane proprie legale al mondo del vino. In epoca medievale il Chianti fu terra di continue battaglie fra le città di Firenze e Siena e in quel periodo, nacquero villaggi e badie, castelli e roccaforti, trasformati poi in parte in ville e residenze. Fu quindi alla fine del Medioevo che grandi spazi furono dedicati alla coltivazione della vite che acquistò progressivamente importanza economica e fama internazionale.
Del vino che nasce in questa terra se ne fa menzione a partire dal 1200 su manoscritti, cronache, documenti storici. Al 1398 risale il primo documento notarile in cui il nome Chianti appare riferito al vino prodotto in questa zona. Già nel ‘600 le esportazioni in Inghilterra non erano più occasionali.
La zona di produzione del Chianti Classico è la prima zona di produzione vinicola al mondo ad essere stata definita per legge, con un bando del 1716 del granduca di Toscana Cosimo III. Detto bando specificava i confini delle zone entro i quali potevano essere prodotti i vini Chianti (“per il Chianti è restato determinato e sia. Dallo Spedaluzzo fino a Greve; di lì a Panzano, con tutta la Podesteria di Radda, che contiene tre terzi, cioè Radda, Gajole e Castellina, arrivando fino al confine dello Stato di Siena”) ed istituiva una congregazione di vigilanza sulla produzione la spedizione, il controllo contro le frodi ed il commercio dei vini (una sorta di progenitore dei Consorzi).
Fino a tutto il 1700 il vino della zona del Chianti veniva prodotto utilizzando solo le uve del vitigno sangiovese; dai primi anni del 1800 si iniziò ad applicare la pratica di mescolare varietà diverse di uve per migliorare la qualità del vino prodotto. In quel periodo vennero sperimentate varie miscele, ma fu il Barone Bettino Ricasoli, tra il 1834 ed il 1837 a divulgare la composizione da lui ritenuta più idonea per ottenere un vino rosso piacevole, frizzante e di pronta beva e che sarebbe poi diventata la base della composizione ufficiale del vino Chianti: 70% di Sangioveto (denominazione locale per il Sangiovese), 15% di Canaiolo, 15% di Malvasia; e l'applicazione della pratica del governo all'uso Toscano.
Non essendo la produzione del territorio, a quel tempo, in grado di far fronte alla crescente domanda, si cominciò a produrre vino, con i sistemi e gli uvaggi utilizzati nel Chianti, anche nei territori limitrofi, ottenendo prodotti che, in un primo tempo,venivano chiamati all’“uso Chianti”, e che in seguito, vennero addirittura venduti come Chianti tout court. Il famoso vino prodotto nella zona geografica del Chianti veniva quindi “imitato” in altre parti della Toscana rendendo necessaria la creazione di un organismo che lo tutelasse dai plagi.
A tale scopo il 14 maggio 1924 un gruppo di 33 produttori dà vita al Consorzio per la difesa del vino Chianti e della sua marca di origine. Nel 1932 un decreto interministeriale riconobbe al vino della zona di origine più antica Chianti il diritto di avvalersi della specificazione “Classico” in quanto prodotto nella zona storica. Fu quindi in questa occasione che per la prima volta venne definitiva la denominazione Chianti Classico. A conclusione di un iter durato 70 anni con il decreto 5 agosto 1996 al vino Chianti Classico viene riconosciuta la propria autonomia dal Chianti generico con un disciplinare specifico.
I produttori di questa denominazione hanno sempre privilegiato l’utilizzo del vitigno autoctono Sangiovese, tanto che il vino Chianti Classico può essere prodotto anche con il 100% di questo vitigno perpetuando il mantenimento di tecniche colturali che non modificano le caratteristiche peculiari dell’uva. A questo proposito nel 1987 ha avuto inizio un importantissimo Progetto di ricerca denominato “Chianti Classico 2000” che ha selezionato ed omologato nuovi cloni di Sangiovese e Colorino.
Il Vino DOCG Chianti Classico ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 9 agosto 1967, poi DOCG in data 2 luglio 1984.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 09.08.1967, G.U. 217 del 30.08.1967 - Approvato DOCG con D.P.R. 02.07.1984, G.U. 290 del 20.10.1984
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale n. 41283 del 24.05.2017 e con le modifiche apportate in conseguenza delle osservazioni della Commissione UE di cui alla nota ARES n. 6516031 -18/12/2018
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Chianti D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita «Chianti» con le relative Sottozone è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Chianti
- Chianti Superiore
- Sottozone del Vino Chianti DOCG »
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Chianti
- Chianti (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Colli Aretini (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Colli Aretini Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Colli Fiorentini (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento; odore: vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento; sapore: armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Colli Fiorentini Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento; odore: vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento; sapore: armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Colline Pisane (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Colline Pisane Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Montalbano (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Montalbano Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Montespertoli (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Montespertoli Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Rùfina (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Rùfina Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 70% Vitigno Sangiovese
- =< 30% Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che: a) i vitigni a bacca bianca non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%; b) i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, da soli o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento, odore vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento e sapore armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Colli Senesi (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 75% Vitigno Sangiovese
- =< 25% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, da soli o congiuntamente, non potranno superare il limite massimo del 10%.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento; odore: vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento; sapore: armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
- Chianti Sottozona Colli Senesi Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 75% Vitigno Sangiovese
- =< 25% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana, considerando che i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, da soli o congiuntamente, non potranno superare il limite massimo del 10%.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento; odore: vinoso, talvolta con profumo di mammola e con più pronunziato carattere di finezza nella fase di invecchiamento; sapore: armonico, sapido, leggermente tannico, che si affina col tempo al morbido vellutato; il prodotto dell'annata che ha subito il «governo» presenta vivezza e rotondità.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Chianti
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Chianti si estende sulle colline situate lungo la catena appenninica toscana, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Chianti è localizzata in:
- provincia di Arezzo e comprende il territorio dei comuni di Arezzo, Bucine, Capolona, Castelfranco di Sopra, Castiglion Fibocchi, Cavriglia, Civitella in Val di Chiana, Foiano della Chiana, Laterina, Loro Ciuffenna, Lucignano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Montevarchi, Pergine Valdarno, Pian di Sco, Subbiano e Terranuova Bracciolini.
- provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Dicomano, Empoli, Fiesole, Figline Valdarno, Firenze, Gambassi Terme, Impruneta, Incisa Valdarno, Lastra a Signa, Londa, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull'Arno, Rufina, San Casciano in Val di Pesa, Scandicci, Signa, Tavarnelle Val di Pesa e Vinci.
- provincia di Pisa e comprende il territorio dei comuni di Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Fauglia, Lajatico, Lari, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, San Miniato, Santa Luce e Terricciola.
- provincia di Pistoia e comprende il territorio dei comuni di Lamporecchio, Larciano, Monsummano Terme, Montale, Pistoia, Quarrata e Serravalle Pistoiese.
- provincia di Prato e comprende il territorio dei comuni di Carmignano, Montemurlo e Poggio a Caiano.
- provincia di Siena e comprende il territorio dei comuni di Asciano, Casole d'Elsa, Castelnuovo Berardenga, Cetona, Chianciano, Chiusi, Colle Val d'Elsa, Montalcino, Montepulciano, Monteriggioni, Monteroni Val d'Arbia, Murlo, Pienza, Poggibonsi, Radicondoli, Rapolano Terme, San Casciano dei Bagni, San Gimignano, Sarteano, Siena, Sinalunga, Sovicille, Torrita di Siena e Trequanda.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Chianti Sottozona Colli Aretini è localizzata in:
- provincia di Arezzo e comprende il territorio dei comuni di Arezzo, Bucine, Capolona, Castelfranco di Sopra, Castiglion Fibocchi, Cavriglia, Civitella in Val di Chiana, Laterina, Loro Ciuffenna, Montevarchi, Pergine Valdarno, Pian di Sco, Subbiano e Terranuova Bracciolini.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Chianti Sottozona Colli Fiorentini è localizzata in:
- provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Certaldo, Fiesole, Figline Val d'Arno, Impruneta, Incisa, Lastra, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano Sull'Arno, San Casciano Val di Pesa, Scandicci, Signa e Tavarnelle Val di Pesa.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Chianti Sottozona Colline Pisane è localizzata in:
- provincia di Pisa e comprende il territorio dei comuni di Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Fauglia, Lari, Ponsacco e Terricciola.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Chianti Sottozona Colline Senesi è localizzata in:
- provincia di Siena e comprende il territorio dei comuni di Castelnuovo Berardenga, Chiusi, Colle Val d'Elsa, Montalcino, Montepulciano, Monteriggioni, Murlo, Poggibonsi, San Gimignano, Siena, Sinalunga, Sovicille e Torrita di Siena.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Chianti Sottozona Montalbano è localizzata in:
- provincia di Pistoia e comprende il territorio dei comuni di Capraia e Limite, Vinci in provincia di Firenze, Larciano, Lamporecchio, Monsummano Terme e Quarrata.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Chianti Sottozona Montespertoli è localizzata in:
- provincia di Firenze e comprende il territorio del comune di Montespertoli.
- La Zona di Produzione del Vino DOCG Chianti Sottozona Rùfina è localizzata in:
- provincia di Firenze e comprende il territorio dei comuni di Dicomano, Londa, Pelago, Pontassieve e Rùfina.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Chianti
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Chianti prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Chianti non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
- Il vino a denominazione di origine controllata e garantita Chianti, anche con riferimento alle sottozone, può aver diritto alla menzione Riserva se sottoposto ad invecchiamento di almeno 2 anni.
- Per i vini a denominazione di origine controllata e garantita Chianti con i riferimenti alle sottozone «Colli Fiorentini» e «Rufina» l'invecchiamento previsto per aver diritto alla menzione Riserva dovrà essere effettuato per almeno sei mesi in fusti di legno.
- Per il vino Chianti con riferimento alla sottozona «Colli Senesi» l'invecchiamento previsto per aver diritto alla menzione Riserva dovrà essere effettuato per almeno 8 mesi in fusti di legno con un successivo affinamento in bottiglia per almeno 4 mesi.
- Nella designazione dei Vini DOCG Chianti può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Chianti è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOCG Chianti
Con l’utilizzo della DOCG Chianti i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Chianti
Piatti a base di carne e cacciagione come la porchetta allo spiedo, la trippa, la lepre, la bistecca alla fiorentina, il lardo di Colonnata.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Chianti
Il termine Chianti rappresenta, assieme alla tradizioni culturali secolari, alla storia, alla letteratura, alla gastronomia, alla popolazione ivi residente, non solo un grande vino, ma anche un sistema socio-economico più complesso.
Il grande sviluppo della viticoltura si è avuto con l’avvento della famiglia dei Medici. Già nella seconda metà del 1400, Lorenzo dei Medici, nel Simposio e nella Canzone di Bacco, illustra un clima popolaresco, dove il vino è l’essenza di un teatro di arguzie e banalità, al limite grottesco. Fu dunque, il vino per i Medici, già mercanti e banchieri, un bene ed un dono, fu alimento, merce e simbolo.
Si dice che dai tempi del duro e sagace Cosimo il Vecchio fino allo sfortunato Gian Gastone, il vino preferito a casa Medici fosse quello prodotto nella zona del Chianti. Oltre ai vini di provenienza da tali zone, si beveva, prima a Palazzo di Via Larga, poi a Pitti e sempre nelle Ville medicee del contado, anche vini Schiavo, Vernaccia, Moscatello, Greco, Malvasia, il Ribolla ed il vin cotto.
Stretto è il legame che lega la dinastia medicea con la scienza enologica o più semplicemente con il vino. Non a caso, rifacendo nel Cinquecento il duecentesco Palazzo Vecchio, in onore dei Medici, le colonne furono adornate di pampani, tralci ed uve, che ancora, si possono ammirare nel cortile del palazzo. I Medici furono Signori di Firenze, del contado e, dal Cinquecento, furono Granduchi di Toscana. E’ naturale dunque che uno dei prodotti più rinomati, della regione, diventasse cura del mondo della politica.
Ma, il vino segnò anche l’allegria, il fasto, il desiderio di ebrezza e di smemoratezza che molti Medici, e Lorenzo fra tutti, coltivarono, non senza una vena segreta di malinconia. Molte dispute si sono accese per stabilire quanti anni abbia il Chianti, compresa quella del significato del nome: per alcuni significa “battito di ali” o “clamore e suoni di corni” oppure è più semplicemente l’estensione topografica della parola etrusca “Clante”, nome personale, frequente nell’onomastica di quel popolo, di cui sono state trovate tracce in certe scritture contabili del XIV secolo.
Lamberto Paronetto, in un suo libro, ne menziona l’uso in un atto di donazione del 790 appartenente alla Badia di San Bartolomeo a Ripoli. Dall’atto di donazione si passa, con un salto di molti secoli, ai documenti dell’archivio Datini (1383-1410) di Prato, dove viene anche usato, per la prima volta, il termine “Chianti” per designare un tipo speciale di vino. Comunque, una fra le remote e sicure citazioni della parola “Chianti”, riferita al vino, sembra quella apparsa nella sacra rappresentazione di S. Antonio sulla fine del quattrocento o dei primi anni del cinquecento. Tuttavia, nonostante le rare apparizioni quattrocentesche e cinquecentesche della parola, la denominazione corrente di questo vino resterà ancora per parecchio tempo riferita al nome di “vermiglio” o a quello di “vino di Firenze”.
Solo nel seicento, con l’intensificarsi dello smercio e delle esportazioni, il nome della regione verrà universalmente riconosciuto anche per il celebre prodotto di questa territorio. Nel settembre del 1716, gli “illustrissimi signori deputati della nuova congregazione sopra il commercio del vino” fissarono i termini del commercio dentro e fuori “li Stati di Sua Altezza Reale”, formulando, senza volerlo, il primo vero e proprio disciplinare del “Chianti” e degli altri vini, allora famosi, destinati in futuro a fondersi, nella sua denominazione. Il Bando affisso “nei luoghi soliti ed insoliti” di Firenze, regolamentava oltre alla zona originaria del Chianti, anche quella del Carmignano, Pomino, e Valdarno di Sopra. L’editto granducale, tra l’altro, comminava pene severe per tutti i casi di contraffazione e di traffico clandestino, anticipando la disciplina per i luoghi di origine, preludio all’odierna denominazione controllata e garantita.
Scrivevano all’epoca gli illustrissimi controllori: “tutti quei vini che non saranno prodotti e fatti nelle regioni confinate, non si possono, ne’ devono, sotto qualsiasi pretesto o questo colore, contrattare per navigare, per vino Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra, sotto le pene contenute nello enunciato bando”. Il bando parlava chiaro: “Premendo all’Altezza Reale del Serenissimo Granduca di Toscana, nostro signore che si mantenga l’antico credito di qualsiasi genere di mercanzie che si stacchino dai suoi felicissimi Stati, non solo per il decoro della Nazione quale ha conservato sempre un’illibata fede pubblica, che per cooperare al possibile per il sollievo dei suoi amatissimi sudditi ….” Fu deciso, quindi, di ordinare la costituzione di un’apposita congregazione, con il compito di vigilare che i vini toscani commessi per navigare, fossero muniti di una garanzia per maggiore sicurezza della qualità loro: “ … criminalmente contro i vetturali, i navicellai e altri che maneggiassero detti vini per le frodi fino alla consegna nei magazzini del compratore forestiero o ai bastimenti direttamente e a seconda del danno cagionato riguardante il benefizio pubblico”. Fino poi ad arrivare, all’intuizione del Barone Bettino Ricasoli, con la definizione della base ampelografica del vino Chianti e dell’introduzione di speciali tecniche di vinificazione, quali quella del “governo”, utilizzando uve “colorino”, preventivamente appassite su stuoie di canne (cannicci).
La pratica del “governo”, conferisce al vino un più elevato tenore di glicerina e ne risulta una maggiore rotondità di “beva”, che lo rende adatto ad accompagnarsi ai piatti tipici toscani, quali salumi, arrosti, carne alla griglia, etc.
Nel 1870, Ricasoli, scriveva al professor Studiati dell’Università di Pisa: “il vino riceve dal Sangioveto la dose principale del suo profumo e una certa vigoria di sensazione; dal Canaiolo l’amabilità che tempra la durezza del primo senza togliergli nulla del suo profumo, per esserne pur esso dotato; la Malvasia tende a diluire il prodotto delle prime due uve, ne accresce il sapore e lo rende più leggero e più prontamente adoprabile all’uso della tavola quotidiana”.
Il Vino DOCG Chianti ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 9 agosto 1967, poi DOCG in data 2 luglio 1984.