Assovini
La Vallagarina, la zona meridionale della valle dell’Adige, l’antica Via Maestra che collega il nord e il sud d’Europa, si è da sempre caratterizzata per la spiccata vivacità culturale. In un territorio favorito da un clima connaturato dall’incontro delle Alpi con la pianura e protetto dal Lago di Garda nasce la prima Strada del vino e dei sapori riconosciuta in Trentino.La ricchezza del suolo e di microclimi ha influenzato nel tempo la varietà di prodotti enogastronomici: oltre ai vini la cui produzione supera il 40% di quella provinciale possiamo trovare la carne equina, il vezzena, i formaggi del Monte Baldo, i marroni di Castione e gli ortaggi biologici della Val di Gresta.
In Vallagarina i vigneti, coltivati in ordinati filari, tra un borgo e un castello medievale, riappacificano lo spirito. Il prodotto enoico più rappresentativo è sicuramente il Marzemino, vino gentile per antonomasia.
Itinerario: Altopiano di Brentonico.
Un itinerario suggestivo e panoramico permette di visitare l’Altopiano di Brentonico, terra di formaggi e castagne. Oltrepassato l’abitato di Mori, si prende la strada provinciale del Monte Baldo: tornante dopo tornante ci si immerge in un paesaggio incontaminato. Superato il paese di Besagno, si raggiunge Castione, terra da sempre vocata alla Castanicoltura: in questa frazione ha sede l’Associazione Tutela dei Marroni, che in autunno lavora alacremente per far conoscere questo pregiato frutto.
Alla scoperta dell'altopiano di Brentonico
Un itinerario suggestivo e panoramico permette di visitare l’Altopiano di Brentonico, terra di formaggi e castagne.
- Durata: 1 giorno
- Periodo: tutto l’anno
- Target / Adatto a: Singoli e Gruppi
- Tematica: Enogastronomia
Gli appassionati di trekking possono esplorare i numerosi itinerari all’interno della Riserva Naturale Bes CornaPiana o raggiungere il panoramico Monte Altissimo, che domina il lago di Garda. La ricca flora che caratterizza i pascoli del Baldo ha da sempre permesso unaproduzione lattiero casearia di gran pregio, che merita di essere scopertanelle varie malghe presenti sull’altipiano.
1^ Tappa
Oltrepassato l’abitato di Mori, si prende la strada provinciale del Monte Baldo: tornante dopo tornante ci si immerge in un paesaggio incontaminato. Superato il paese di Besagno, si raggiunge Castione, terra da sempre vocata alla Castanicoltura: in questa frazione ha sede l’Associazione Tutela dei Marroni, che in autunno lavora alacremente per far conoscere questo pregiato frutto. Contattando l’associazione è possibile programmare dei percorsi guidati, in ogni periodo dell’anno, nello splendido castagneto secolare.
2^ Tappa
Giunti a Brentonico, dopo la passeggiata tra i castagneti, vi consigliamo un bel pranzetto presso il Locale Tipico Maso Palù di Brentonico oppure presso Malga Mortigola, entrambi situati a Brentonico.
3^ Tappa
Nel pomeriggio vi consigliamo la visita al Museo del fossile ed al Giardino Botanico, ospitati presso il settecentesco Palazzo Eccheli Baisi.
Il territorio delle Colline pisane è molto ampio. Sorge interamente nella provincia di Pisa ed è caratterizzata dalla presenza del fiume Arno in molte sue sfaccettature. Infatti, la zona storica della Strada (la Valdera) è attraversata da un affluente del maggiore fiume toscano (l’Era appunto) così come anche la zona di San Miniato è lambita dall’Elsa.
Questa peculiarità dei territori della Strada ne fanno un territorio motlo interessante: il fiume è un veciolo importante per la vitcoltura e la valle dell’Arno “mette in contatto” queste zone con il vicino Mare Tirreno.
La Strada, che guarda anche ad allargarsi verso la zona di Montescudaio (attraversata dal fiume Cecina) e vicinissima all’influsso del Tirreno, ha quindi un percorso che si snoda tra le valli dei fiumi e le dolci colline, con eleganti e storici borghi che sembrano essere delle sentinelle che proteggono i territori.
Un territorio, in sostanza, dove è possibile godere di tutti gli aspetti della geografia (mare, collina, monti, pianura, lago, fiume) nel corso di pochi chilometri. Questa sua ricchezza si riscontra, poi, nei prodotti della sua enogastronomia e nella sua accoglienza.
Bolgheri
Siamo nella culla della nuova enologia italiana che ha visto un vino della costa toscana arrivare nell’olimpo dei migliori vini del mondo e dare via allo stile definito Supertuscan. Mario Incisa della Rocchetta impianta un vigneto di cabernet per cercare di produrre vini simili a quelli del Bordeaux da lui molto amati. Oltre ad aver introdotto un vitigno insolito per la zona, l’altra innovazione è l’utilizzo di piccoli contenitori di rovere per l’affinamento del vino.
Dopo anni di prove, nel 1968 esce la prima bottiglia di Sassicaia. Gli anni ’70 sono l’inizio di una lunga serie di successi. Ma il fenomeno non resta isolato, perché tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90 molte altre aziende si aggiungono, dimostrando che il territorio è in grado di dare la migliore qualità in assoluto con uve come il cabernet sauvignon, il merlot e il cabernet franc. Basti pensare che alla fine degli anni ’90 gli ettari di produzione erano 260, mentre oggi Bolgheri è una realtà con 1140 ettari impiantati e con una qualità diffusa molto alta.
Percorrendo la strada provinciale conosciuta come “Bolgherese”, troviamo da nord i vigneti di recente impianto e continuando verso sud incontriamo il vigneto”Sassicaia” fino a scoprire i nomi più famosi dell’enologia bolgherese. I vigneti si allargano ad est verso la collina e a ovest tra la “Bolgherese” e la Vecchia Aurelia. Dai piedi della collina di Castagneto si prosegue nella località Pianali dove si trovano gli impianti più recenti della DOC. Naturalmente Bolgheri non è solo vino, non scordiamo le prelibatezze gastronomiche castagnetane, mentre lungo il mare è di rigore un pescato fresco e saporito. A est della Vecchia Aurelia si entra nel regno della cucina di terra, selvaggina e cacciagione, ideale compagna dei grandi rossi superiori di Bolgheri.