Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 28.08.1995, G.U. 248 del 23.10.1995
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Sardegna Semidano D.O.C. - Sottozona Mogoro
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Sardegna Semidano - Sottozona Mogoro
- Sottozona Mogoro (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Semidano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 11,50% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino con riflessi tendenti al dorato, profumo delicato di fruttato, caratteristico, dal sapore morbido, sapido, fresco.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Sardegna Semidano - Sottozona Mogoro
La zona geografica vocata alla produzione del Vino DOC Sardegna Semidano si estende nelle aree collinari e pianeggianti più ventilate e luminose del territorio sardo che favoriscono l'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Sardegna Semidano è localizzata nella:
- regione Sardegna e comprende l'intero territorio regionale.
La Zona di Produzione del Vino DOC Sardegna Semidano Sottozona Mogoro è localizzata in:
- provincia di Oristano e comprende il territorio dei comuni di Baressa, Gonnoscodina, Gonnostramatza, Masullas, Mogoro, Pompu, Simala, Siris e Uras.
- provincia di Medio Campidano e comprende il territorio dei comuni di Collinas, Sardara e Villanovaforru.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Sardegna Semidano - Sottozona Mogoro
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Sardegna Semidano prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Sardegna Semidano non dovrà essere superiore al 70% e al 50% della tipologia di Vino Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le uve destinate alla produzione del Vino DOC Sardegna Semidano devono essere sottoposte ad appassimento naturale sulla pianta o su graticci.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Sardegna Semidano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia di Vino Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Sardegna Semidano - Sottozona Mogoro
Con l’utilizzo della DOC Sardegna Semidano i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Sardegna Semidano - Sottozona Mogoro
Risotti di terra e di mare, fritture e grigliate miste di pesce.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Sardegna Semidano - Sottozona Mogoro
Le prime ricerche su vitigno Semidano di cui non si conoscono le origini e la provenienza risalgono al 1780 (A.Manca, in Agricoltura di Sardegna); nel 1837 viene classificato dal Moris, in Flora Sardoa. Sarà il Cara a indicarlo con il nome di Semidano nel Vocabolarietto botanico sardo-italiano nel 1879.
Nel corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principale del territorio, fino ai nostri giorni. Nel tempo, i fattori umani sono stati particolarmente incisivi soprattutto per quanto concerne gli aspetti tecnico produttivi, che costituiscono parte integrante del vigente disciplinare di produzione.
Per la produzione del vino “Sardegna Semidano”, vengono utilizzate esclusivamente le uve coltivate nell’area geografica individuata dal disciplinare di produzione e provenienti per almeno l'85% dal vitigno Semidano.
Il vitigno Semidano, a cavallo dei secoli XIX e XX, risentì degli attacchi della fillossera che falcidiò anche gli altri vigneti della Sardegna, i quali avevano registrato alla fine dell’ottocento la loro espansione massima. La ripresa della viticoltura nell’Isola su nuovi portainnesti, ha dato nuovo slancio alla coltivazione della varietà, tanto da essere riconosciuta della denominazione di origine fin dal 1995.
La storia più recente è infatti caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione e dall'accresciuta professionalità degli operatori che hanno contribuito ad elevare il livello qualitativo e la notorietà del “Sardegna Semidano”.
Il Vino DOC Sardegna Semidano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 28 agosto 1995.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 05.06.1998, G.U.152 del 02.07.1998
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Sciacca D.O.C. Sottozona Rayana
La denominazione di origine controllata “Sciacca” e alla relativa Sottozona, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Inzolia
- Grecanico
- Chardonnay
- Riserva Rayana
- Rosso
- Nero d'Avola
- Cabernet Sauvignon
- Merlot
- Sangiovese
- Rosso Riserva
- Rosato
- Sottozona Vino Sciacca DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Sciacca - Sottozona Rayana
- Sottozona Riserva Rayana (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 80% Vitigni Catarratto Bianco Lucido e Inzolia, da soli o congiuntamente;
- =< 20% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 10,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo dorato carico, odore intenso, persistente e sapore pieno, gradevole.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Sciacca - Sottozona Rayana
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Sciacca si estende sulle colline agrigentine situate a sud-ovest della Sicilia, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Sciacca è localizzata in:
- provincia di Agrigento e comprende il territorio dei comuni di Sciacca e Caltabellotta.
- La Zona di Produzione del Vino DOC Sciacca Sottozona Rayana è localizzata in:
- provincia di Agrigento e comprende il territorio provinciale così delimitato: partendo dal fiume Carboj segue in direzione est la ferrovia fino al punto di incontro con il vallone foce S. Marco che risale fino alla strada comunale Raganella in contrada Purgatorio. Imbocca detta strada fino a raggiungere l'ex S.S. 115 che segue fino all'incrocio con l'ex reggia trazzera Maragani e la consortile di collegamento tra l'ex S.S. 115 e Sciacca-Palermo a scorrimento veloce. Da qui la linea di delimitazione imbocca la strada consortile fino all'incrocio con la Sciacca-Palermo a scorrimento veloce che percorre per un breve tratto fino ad incontrare il fiume Carboj..
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Sciacca - Sottozona Rayana
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Sciacca prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Sciacca non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- I vini DOC Sciacca Rosso e Rayana con menzione Riserva devono essere sottoposti ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 12 in botte di legno.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Sciacca è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOC Sciacca - Sottozona Rayana
Con l’utilizzo della DOC Sciacca i Produttori Vinicoli Siciliani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Sciacca - Sottozona Rayana
Antipasti di mare, pesce alla griglia, pasta con le sarde, braciole di vitello, polpettone siciliano, formaggi tipici siciliani.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Sciacca - Sottozona Rayana
L’origine della viticoltura nel territorio della DOC Sciacca, così come nel più ampio territorio selinuntino, risale a tempi immemorabili. Numerosi sono i ritrovamenti nei vari siti archeologici che testimoniano l’uso del vino nelle civiltà risalenti al periodo greco-selinuntino ed in altre colonie che nel corso dei secoli vi si sono insediate. Inoltre, dai fondali marini, sono state portate alla luce anfore vinarie risalenti al periodo romano imperiale e bizantino.
La viticoltura si diffuse largamente nel territorio della DOC Sciacca nel 1966, con la conversione dei seminativi e dei mandorleti in vigneti, poiché l’uva assicurava un reddito maggiore. Dal 1970 si assistette ad una considerevole espansione della viticoltura, tant’è che presso la Cantina Sociale Enocarboj furono conferite 45.000 quintali d’uva, con una produzione pari a 33.000 ettolitri di vino. Il prodotto veniva venduto ai commercianti marsalesi che lo vendevano in Francia. Il vino Siciliano e quello di Sciacca in particolare avevano trovato un sicuro mercato. Il primo vino in bottiglia prodotto dalla Cantina Sociale Enocarboj ebbe il nome di Trebbiano di Sicilia.
Nel 1971 venne costituito a Sciacca il Consorzio Enologico Agrigentino Kronion soc. coop. a r.l., di cui facevano parte dieci cantine sociali della provincia di Agrigento, e precisamente la cantina Acli Mons. Licata di Ribera, l’Aurora Valle dei Templi di Favara, la cantina Progresso di Menfi, La Vite di S. Margherita di Belice, la Primavera di Ribera, la Cellaro di Sambuca di Sicilia, la Eraclea di Cattolica Eraclea, la Viticoltori Associati di Canicattì e la Grappolo d’Oro di Sciacca.
Scopo del Consorzio era il coordinamento dell’attività di commercializzazione e lavorazione dei vini, sia sfusi che in bottiglia, come pure la distillazione dei vini da tavola e la lavorazione dei sottoprodotti: vinacce e fecce.
Il Vino DOC Sciacca ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 5 giugno 1998.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 02.06.1972, G.U. 207 del 09.08.1972
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Colli Pesaresi D.O.C. Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo
La denominazione di origine controllata “Colli Pesaresi” e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Biancame
- Trebbiano
- Rosso
- Rosato (o rosè)
- Sangiovese (anche nella tipologia Riserva e Novello)
- Spumante
- Sottozone del Vino Colli Pesaresi DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo
- Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo Sangiovese (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso dal colore rosso granato più o meno carico con riflessi violacei, odore delicato, caratteristico e sapore asciutto, armonico, con fondo leggermente amarognolo.
- Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo Sangiovese Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso granato più o meno carico con riflessi violacei, odore delicato, caratteristico e sapore asciutto, armonico, con fondo leggermente amarognolo.
- Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore intenso, leggermente erbaceo, gradevole e sapore secco, armonico, di buon corpo.
- Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo Cabernet Sauvignon Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino, odore intenso, leggermente erbaceo, gradevole e sapore secco, armonico, di buon corpo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli Pesaresi si estende nel territorio del Montefeltro, tra i bacini dei fiumi Metauro e Foglia fino alla superficie del monte S. Bartolo che è la propaggine sul mare della catena montuosa e collinare dell’entroterra della valle del Foglia. Il territorio adeguatamente ventilato e luminoso risulta favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colli Pesaresi è localizzata in:
- provincia di Pesaro-Urbino (relativamente alle tipologie Bianco, Rosso, Rosato, Sangiovese e Sangiovese Novello) e comprende il territorio dei comuni di Barchi, Cartoceto, Colbordolo, Fano, Fossombrone, Fratte Rosa, Gabicce Mare, Gradara, Isola del Piano, Montebaroccio, Mondavio, Mondolfo, Montecalvo in Foglia, Monteciccardo, Montefelcino, Montelabbate, Montemaggiore al Metauro, Monteporzio, Orciano di Pesaro, Pergola, Pesaro, Petriano, Piagge, Saltara, San Costanzo, San Giorgio, San Lorenzo in Campo, Sant’Angelo in Lizzola, Sant’Ippolito, Serrungarina, Tavullia e, in parte, il territorio dei comuni di Tavoleto, Auditore, Sassocorvaro, Urbino, Fermignano e Cagli.
- provincia di Pesaro-Urbino (relativamente alla tipologia DOC Colli Pesaresi Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo) e comprende parte del territorio dei comuni di Pesaro, Cattabrighe, Gradara, Gabicce Mare.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli Pesaresi prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colli Pesaresi non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il Vino DOC Colli Pesaresi Rosato deve essere ottenuti con la vinificazione "in rosato" delle uve rosse.
- I Vini DOC Colli Pesaresi Roncaglia bianco, Roncaglia Pinot nero vinificato in bianco, Focara Pinot nero vinificato in bianco, invecchiati per almeno 18 mesi, possono fregiarsi della menzione "Riserva".
- I Vini DOC Colli Pesaresi Sangiovese, Focara, Focara Pinot nero, Roncaglia Pinot nero, Parco Naturale Monte San Bartolo Sangiovese, Parco Naturale Monte San Bartolo Cabernet-sauvignon, invecchiati per almeno 24 mesi, possono essere qualificati “Riserva”.
- Nella designazione dei Vini DOC Colli Pesaresi può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli Pesaresi è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad esclusione della tipologia di vino Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo
Con l’utilizzo della DOC Colli Pesaresi i Produttori Vinicoli Marchigiani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo
Piatti a base di carni bianche, piatti ripici a base di maiale, preparazioni al tartufo e al formaggio di fossa.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Parco Naturale Monte San Bartolo
L’area pesarese ed il Montefeltro sono un territorio oggetto del processo di romanizzazione dal 295 a.c. con la vittoria sui Galli e la “lex Flaminia” che assegna le terre interessate ai veterani dell’esercito. Seguirà la battaglia contro i Cartaginesi di Asdrubale. Plinio riferisce di “questo terre fertili, presenti le vigne” tanto che ne descrive un centinaio di varietà coltivate e di vini.
La fine dell’Impero romano riporta l’agricoltura nelle Marche ad essere quella di mera sussistenza. Sarà la Chiesa e la sua struttura a riportare vita nei territori tra mare ed Appennino ove Ordini ed Abbazie fanno rinascere l’attività agricola non più limitata alla sussistenza bensì come illuminata conduzione economica del bene e della terra in cui si comprende anche la gestione delle vigne e la preparazione del vino.
Nel periodo medioevale la vite riprende un suo ruolo nell’economia rurale e nella società. Nell’area pesarese si scontrano le vicende militari ed umane delle due Signorie di Urbino e Rimini che, nelle campagne creano ricchezza, insediamenti diffusi, investimenti agricoli, la capillare diffusione della vigna e del contratto mezzadrile.
Seguono due secoli di decadimento e di normalizzazione fino alla seconda metà del ‘700 che mostra uno sviluppo complessivo e nel paesaggio agrario compaiono “l’alberata” e la “piantata” ovvero il passaggio dalla vigna all’arboreto simbolo della coltura promiscua. L’istituto mezzadrile che prevedeva l’insediamento del colono sul fondo, si diffonde il tutto il territorio perché consente il controllo del terreno, delle colture, il possesso di una casa, la policoltura, l’attivazione di un’economia rurale.
Grano e vite sono le prime colture che il mezzadro impianta nel territorio. La vite è diffusa: vitigni bianchi e neri vinificati separati o insieme davano un vino che si “beveva bene”. Da questa plurisecolare storia dell’area pesarese ed urbinate ove l’attività agricola ha sempre manifestato interesse per la viticoltura nasce la richiesta della denominazione d’origine. Certamente viticoltura promiscua nata dal processo evolutivo del contratto mezzadrile e da una società prima dedita a fatti d’armi e poi capace di svilupparsi in impresa agricola, sensibile alle influenze bolognesi per i vitigni coltivati e per le forme di allevamento.
Il Vino DOC Colli Pesaresi ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 2 giugno 1972.
Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 02.06.1972, G.U. 207 del 09.08.1972
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Colli Pesaresi D.O.C. Sottozona Roncaglia
La denominazione di origine controllata “Colli Pesaresi” e alle relative Sottozone, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Biancame
- Trebbiano
- Rosso
- Rosato (o rosè)
- Sangiovese (anche nella tipologia Riserva e Novello)
- Spumante
- Sottozone del Vino Colli Pesaresi DOC »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
- Sottozona Roncaglia Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 25% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 75% Vitigni Trebbiano toscano (o Albanella), Chardonnay, Sauvignon, Pinot grigio, Pinot bianco, da soli o congiuntamente.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore gradevole, delicatamente profumato e sapore asciutto, sapido, armonico.
- Sottozona Roncaglia Bianco Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 25% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 75% Vitigni Trebbiano toscano (o Albanella), Chardonnay, Sauvignon, Pinot grigio, Pinot bianco, da soli o congiuntamente.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo paglierino, odore gradevole, delicatamente profumato e sapore asciutto, sapido, armonico.
- Sottozona Roncaglia Pinot Nero (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi ramati, odore gradevole, delicatamente profumato, caratteristico e sapore secco, sapido, armonico.
- Sottozona Roncaglia Pinot Nero Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 10% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi ramati, odore gradevole, delicatamente profumato, caratteristico e sapore secco, sapido, armonico.
- Sottozona Roncaglia Pinot Nero (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pinot Nero
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso dal colore rosso granato, più o meno carico, con eventuali riflessi violacei, odore gradevole, profumato, caratteristico e sapore secco, armonico, giustamente tannico.
- Sottozona Roncaglia Pinot Nero Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Pinot Nero
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso granato, più o meno carico, con eventuali riflessi violacei, odore gradevole, profumato, caratteristico e sapore secco, armonico, giustamente tannico.
- Sottozona Roncaglia Pinot Nero Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut /Extra-dry /Dry /Demi-sec
- => 85% Vitigno Pinot Nero (da vinificare in bianco)
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Marche.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali tenui riflessi ramati, odore caratteristico, delicato e sapore da extra brut a demi-sec, sapido, fresco, fine e armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Colli Pesaresi si estende nel territorio del Montefeltro, tra i bacini dei fiumi Metauro e Foglia fino alla superficie del monte S. Bartolo che è la propaggine sul mare della catena montuosa e collinare dell’entroterra della valle del Foglia. Il territorio adeguatamente ventilato e luminoso risulta favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Colli Pesaresi è localizzata in:
- provincia di Pesaro-Urbino (relativamente alle tipologie Bianco, Rosso, Rosato, Sangiovese e Sangiovese Novello) e comprende il territorio dei comuni di Barchi, Cartoceto, Colbordolo, Fano, Fossombrone, Fratte Rosa, Gabicce Mare, Gradara, Isola del Piano, Montebaroccio, Mondavio, Mondolfo, Montecalvo in Foglia, Monteciccardo, Montefelcino, Montelabbate, Montemaggiore al Metauro, Monteporzio, Orciano di Pesaro, Pergola, Pesaro, Petriano, Piagge, Saltara, San Costanzo, San Giorgio, San Lorenzo in Campo, Sant’Angelo in Lizzola, Sant’Ippolito, Serrungarina, Tavullia e, in parte, il territorio dei comuni di Tavoleto, Auditore, Sassocorvaro, Urbino, Fermignano e Cagli.
- provincia di Pesaro-Urbino (relativamente alla tipologia DOC Colli Pesaresi Sottozona Roncaglia) e comprende parte del territorio del comune di Pesaro.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Colli Pesaresi prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Colli Pesaresi non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il Vino DOC Colli Pesaresi Rosato deve essere ottenuti con la vinificazione "in rosato" delle uve rosse.
- I Vini DOC Colli Pesaresi Roncaglia bianco, Roncaglia Pinot nero vinificato in bianco, Focara Pinot nero vinificato in bianco, invecchiati per almeno 18 mesi, possono fregiarsi della menzione "Riserva".
- I Vini DOC Colli Pesaresi Sangiovese, Focara, Focara Pinot nero, Roncaglia Pinot nero, Parco Naturale Monte San Bartolo Sangiovese, Parco Naturale Monte San Bartolo Cabernet-sauvignon, invecchiati per almeno 24 mesi, possono essere qualificati “Riserva”.
- Nella designazione dei Vini DOC Colli Pesaresi può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Colli Pesaresi è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad esclusione della tipologia di vino Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
Con l’utilizzo della DOC Colli Pesaresi i Produttori Vinicoli Marchigiani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
Piatti a base di carni bianche, piatti ripici a base di maiale, preparazioni al tartufo e al formaggio di fossa.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Colli Pesaresi - Sottozona Roncaglia
L’area pesarese ed il Montefeltro sono un territorio oggetto del processo di romanizzazione dal 295 a.c. con la vittoria sui Galli e la “lex Flaminia” che assegna le terre interessate ai veterani dell’esercito. Seguirà la battaglia contro i Cartaginesi di Asdrubale. Plinio riferisce di “questo terre fertili, presenti le vigne” tanto che ne descrive un centinaio di varietà coltivate e di vini.
La fine dell’Impero romano riporta l’agricoltura nelle Marche ad essere quella di mera sussistenza. Sarà la Chiesa e la sua struttura a riportare vita nei territori tra mare ed Appennino ove Ordini ed Abbazie fanno rinascere l’attività agricola non più limitata alla sussistenza bensì come illuminata conduzione economica del bene e della terra in cui si comprende anche la gestione delle vigne e la preparazione del vino.
Nel periodo medioevale la vite riprende un suo ruolo nell’economia rurale e nella società. Nell’area pesarese si scontrano le vicende militari ed umane delle due Signorie di Urbino e Rimini che, nelle campagne creano ricchezza, insediamenti diffusi, investimenti agricoli, la capillare diffusione della vigna e del contratto mezzadrile.
Seguono due secoli di decadimento e di normalizzazione fino alla seconda metà del ‘700 che mostra uno sviluppo complessivo e nel paesaggio agrario compaiono “l’alberata” e la “piantata” ovvero il passaggio dalla vigna all’arboreto simbolo della coltura promiscua. L’istituto mezzadrile che prevedeva l’insediamento del colono sul fondo, si diffonde il tutto il territorio perché consente il controllo del terreno, delle colture, il possesso di una casa, la policoltura, l’attivazione di un’economia rurale.
Grano e vite sono le prime colture che il mezzadro impianta nel territorio. La vite è diffusa: vitigni bianchi e neri vinificati separati o insieme davano un vino che si “beveva bene”. Da questa plurisecolare storia dell’area pesarese ed urbinate ove l’attività agricola ha sempre manifestato interesse per la viticoltura nasce la richiesta della denominazione d’origine. Certamente viticoltura promiscua nata dal processo evolutivo del contratto mezzadrile e da una società prima dedita a fatti d’armi e poi capace di svilupparsi in impresa agricola, sensibile alle influenze bolognesi per i vitigni coltivati e per le forme di allevamento.
Il Vino DOC Colli Pesaresi ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 2 giugno 1972.