Assovini
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato come DOC con D.P.R. 03.03.1966, G.U. 110 del 06.05.1966 - Approvato come DOCG con D.M. 09.07.1993, G.U. 169 del 21.07.1993
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Vernaccia di San Gimignano D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita «Vernaccia di San Gimignano» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Vernaccia di San Gimignano
- Vernaccia di San Gimignano Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano
- Vernaccia di San Gimignano (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Vernaccia di San Gimignano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con esclusione dei vitigni Traminer, Moscato bianco, Muller Thurgau, Malvasia di Candia, Malvasia Istriana, Incrocio Bruni 54. I Vitigni Sauvignon e Riesling possono concorrere, da soli o congiuntamente, fino a un massimo del 10%.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino con rilessi dorati che sono più accentuati con l’invecchiamento, odore delicato, fine con iniziali note fruttate; possono poi, con l’affinamento e l’invecchiamento, evolvere note minerali; sapore asciutto, armonico, sapido, a volte con caratteristico retrogusto di mandorla.
- Vernaccia di San Gimignano Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Vernaccia di San Gimignano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con esclusione dei vitigni Traminer, Moscato bianco, Muller Thurgau, Malvasia di Candia, Malvasia Istriana, Incrocio Bruni 54. I Vitigni Sauvignon e Riesling possono concorrere, da soli o congiuntamente, fino a un massimo del 10%.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo paglierino con rilessi dorati che sono più accentuati con l’invecchiamento, odore delicato, fine con iniziali note fruttate; possono poi, con l’affinamento e l’invecchiamento, evolvere note minerali; sapore asciutto, armonico, sapido, a volte con caratteristico retrogusto di mandorla.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano si estende sulle colline senesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano è localizzata in:
- provincia di Siena e comprende il territorio del comune di San Gimignano.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Vernaccia di San Gimignano non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOCG Vernaccia di San Gimignano con menzione Riserva deve essere sottoposto ad un periodo di affinamento di almeno 11 mesi, di cui almeno 3 in bottiglia.
- Nella designazione dei Vini DOCG Vernaccia di San Gimignano può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano
Con l’utilizzo della DOCG Vernaccia di San Gimignano i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano
Piatti di cucina marinara: molluschi, crostacei e salmone brasato; pietanze tipiche toscane: la panzanella, il marzolino e l'acquacotta.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano
La presenza della viticoltura nell’area di San Gimignano risale all’epoca etrusca, di cui si hanno numerose testimonianze archeologiche. Per secoli la produzione e la vendita del vino ha rappresentato la principale attività agricola ed economica.
Per quanto riguarda la Vernaccia di San Gimignano si hanno documentazioni storiche della sua produzione e commercializzazione già negli Ordinamenti delle Gabelle del Comune risalenti al 1276.
Il vitigno della Vernaccia è stato introdotto nel territorio di San Gimignano nel corso del XII secolo; a questo proposito è molto interessante quanto rilevato da uno studio condotto da Sergè - genomics, azienda spin-off dell’Università degli Studi di Siena, incaricata dal Consorzio della Denominazione San Gimignano di definire il genoma della Vernaccia di San Gimignano, che ha evidenziato una sostanziale uniformità genetica delle viti oggi produttive, riconducibile al fatto che tutte hanno una radice comune, senza infiltrazioni nel corso dei secoli di altri vitigni provenienti da altre regioni: “I dati ottenuti hanno consentito di individuare con chiarezza il profilo genotipico della Vernaccia coltivata nel comune di San Gimignano, confermando che questo coincide con il vitigno conservato nelle collezioni ufficiali di riferimento (C.R.A.- vit Conegliano Veneto) ……”
Nel corso dei secoli il lavoro umano ha plasmato la campagna, ha codificato le varie forme di allevamento, i sesti d’impianto, ha aggiornato le tecniche di vinificazione, ha introdotto l’utilizzo di altri vitigni a bacca bianca, complementari alla Vernaccia di San Gimignano, fino a giungere alla realtà odierna descritta dall’attuale disciplinare di produzione, frutto della tradizione e dell’innovazione che si pone l’obiettivo dell’ottenimento di vini di qualità sempre superiore.
Il disciplinare prevede ampia libertà nell’utilizzo delle forme di allevamento tradizionali toscane esclude tutte le forme di allevamento espanse perché incompatibili in ambiente collinare con clima sub mediterraneo.
Le pratiche relative all’elaborazione dei vini sono quelle tradizionalmente consolidate in zona per la vinificazione in bianco dei vini tranquilli, adeguatamente differenziate per tipologia; la Vernaccia di San Gimignano infatti è uno dei pochissimi vini bianchi italiani prodotti anche nella tipologia riserva: quest’ultima maggiormente strutturata e la cui elaborazione comporta un periodo di affinamento.
Il Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 3 marzo 1966, poi DOCG in data 9 luglio 1993.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 18.11. 2011, G.U. 284 del 06.12.2011
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Val di Cornia Rosso (o Rosso della Val di Cornia) D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita «Val di Cornia Rosso» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Val di Cornia Rosso
- Val di Cornia Rosso Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Val di Cornia
- Val di Cornia Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 40% Vitigno Sangiovese
- =< 60% Vitigni Cabernet Sauvignon e Merlot, da soli o congiuntamente;
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino di buona intensità, brillante, tendente al granato, odore vinoso, delicato e sapore asciutto, vellutato, armonico, di buon corpo, con eventuale sentore di legno.
- Val di Cornia Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 40% Vitigno Sangiovese
- =< 60% Vitigni Cabernet Sauvignon e Merlot, da soli o congiuntamente;
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino di buona intensità, brillante, tendente al granato, odore vinoso, delicato e sapore asciutto, vellutato, armonico, di buon corpo, con eventuale sentore di legno.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Val di Cornia
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Val di Cornia Rosso si estende sulle colline situate a ovest della Toscana, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino Val di Cornia Rosso è localizzata in:
- provincia di Livorno e comprende il territorio dei comuni di Suvereto, Sassetta e, in parte, il territorio dei comuni di Piombino, San Vincenzo e Campiglia Marittima.
- provincia di Pisa e comprende il territorio del comune di Monteverdi Marittimo.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Val di Cornia
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Val di Cornia prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Val di Cornia Rosso non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
- Il vino DOCG Val di Cornia Rosso con la qualifica Riserva non può essere immesso al consumo prima del 1° gennaio del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve, fermo restando il periodo di affinamento obbligatorio minimo di diciotto mesi in contenitori di legno e di sei mesi in bottiglia.
- Nella designazione dei Vini DOCG Val di Cornia Rosso può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Val di Cornia Rosso è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOCG Val di Cornia
Con l’utilizzo della DOCG Val di Cornia Rosso i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Val di Cornia
Pientanze a base di carne bianca, polpettone alla fiorentina, coniglio, fagioli al fiasco, scottiglia.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Val di Cornia
La storia della viticoltura in Val di Cornia parte da molto lontano, e si intreccia con la storia degli Etruschi, dei Romani, per poi passare dal basso ed alto medio evo ed arrivare ai giorni nostri. Probabilmente il primo segno della presenza e della coltivazione della vite in questa zona ci è testimoniato da Plinio il Vecchio il quale nella sua “Naturalis Historia” – libro XIV segnala che in Populonia c’era una vite talmente grande da averci scolpito il volto di Giove.
Questa vite è ricordata anche da Targioni Terzetti nel XVII secolo d.C. nel suo “Viaggio in Toscana”. L’impero Romano da queste parti sviluppò la coltivazione della vite e l’uso del vino in modo razionale ed esteso.
Nel XIV secolo la famiglia Della Gherardesca, proprietari feudali da Cecina fino a Follonica, dette un ulteriore impulso alla diffusione dell’attività vitivinicola effettuando piantagioni di vigneti nei nelle aree di Campiglia Marittima, Sassetta e Suvereto.
Un incremento più consistente ed esteso delle attività viticole ed enologiche si ebbe a partire dal XVII secolo, con la nascita dell’Accademia dei Georgofili e con lo spezzettamento del latifondo a causa della eredità e dei fallimenti economici dei proprietari, che dettero impulso ad una impostazione agricola diversa dal passato.
Intorno al 1830 si ebbero le prime bonifiche, ed esse portarono nuovi spazi agricoli ed anche nuovi vigneti e nuove cantine. Emanuele Repetti nel suo dizionario del 1843 scrive a proposito dei terreni bonificati “ …pianure e campi tramezzati di vignetie oliveti. Ora colui che attraversasse il piano di Campiglia e le pendici del suo poggio stupirebbe in vedere l’uno e l’altre coperte di vigne, di oliveti…vedrebbe vaste campagne adorne di vigneti disposti a filari, poggianti alle canne (anche se) alcune moderne piantagioni sono all’uso fiorentino…”
Gli archivi comunali offrono alcuni dati sulla consistenza dei vigneti molto interessanti. Nel 1834 la superficie vitata è di 530 ettari; nel 1842 sale a 748 ettari; nel 1875 scende a 582 ettari.
Agli inizi si pigiava l’uva nel vigneto per poi portare il mosto in fattoria o nella proprietà, nelle quali c’era la grande cantina. In seguito si fecero piccole cantine poderali. Il consumo del vino continuò ad avere i suoi canali: la maggior parte venduto in botti ed il resto per autoconsumo dei proprietari.
Le prime testimonianze di un certo valore culturale – eroico l’abbiamo nel 1886 con la partecipazione di cinque produttori di Suvereto all’Esposizione Mondiale di Roma; sette anni dopo tre produttori di Campiglia partecipano alla mostra di Zurigo; nel 1907 alcuni produttori sono ad un concorso enologico sui vini di Toscana.
Con il dopoguerra l’area cerca lentamente di avviare un percorso di valorizzazione e riconoscimento delle produzioni 6 vitivinicole, e con un progressivo lavoro di qualificazione dei vini, nel 1980 nasce la prima mostra dei vini della Val di Cornia e negli anni a venire il riconoscimento della DOC “Val di Cornia”.
Il Vino DOCG Val di Cornia Rosso ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita in data 18 novembre 2011.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato come DOCG con D.M. 18.11.2011, G.U. 284 del 06.12.2011
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Suvereto D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita «Suvereto», è riservata ai vini rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Suvereto, anche Riserva
- Suvereto Sangiovese, anche Riserva
- Suvereto Merlot, anche Riserva
- Suvereto Cabernet Sauvignon, anche Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Suvereto
- Suvereto (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigni Cabernet Sauvignon e Merlot, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, anche intenso, brillante, tendente al granato, odore vinoso, delicato e sapore asciutto, vellutato, armonico, di buon corpo, con eventuale sentore di legno.
- Suvereto Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigni Cabernet Sauvignon e Merlot, da soli o congiuntamente;
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, anche intenso, brillante, tendente al granato, odore vinoso, delicato e sapore asciutto, vellutato, armonico, di buon corpo, con eventuale sentore di legno.
- Suvereto Sangiovese (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso o granato, brillante, tendente al granato, odore delicato, fine, caratteristico e sapore asciutto, vellutato, armonico, di corpo, con eventuale sentore di legno.
- Suvereto Sangiovese Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso o granato, brillante, tendente al granato, odore delicato, fine, caratteristico e sapore asciutto, vellutato, armonico, di corpo, con eventuale sentore di legno.
- Suvereto Merlot (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso o granato, odore delicato caratteristico e sapore asciutto, armonico, di corpo.
- Suvereto Merlot Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso o granato, odore delicato caratteristico e sapore asciutto, armonico, di corpo.
- Suvereto Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso o granato, odore delicato e caratteristico, elegante e sapore asciutto ed armonico, di corpo.
- Suvereto Cabernet Sauvignon Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso o granato, odore delicato e caratteristico, elegante e sapore asciutto ed armonico, di corpo.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Suvereto
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Suvereto si estende sulle colline livornesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Suvereto è localizzata in:
- provincia di Livorno e comprende il territorio del comune di Suvereto.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Suvereto
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Suvereto prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Suvereto non dovrà essere superiore al 68%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
- I vini a denominazione di origine controllata e garantita Suvereto, Suvereto Sangiovese, Suvereto Merlot, e Suvereto Cabernet Sauvignon, che provengano da uve la cui resa ad ettaro è pari ad 8 tonnellate e con un titolo alcolometrico volumico naturale minimo di 13,00%, sottoposti ad un periodo di invecchiamento non inferiore a 24 mesi di cui almeno 18 in contenitori di rovere, possono ottenere la qualifica Riserva.
- In presenza di determinate condizioni previste dal disciplinare, i prodotti vitivinicoli atti a divenire vino a denominazione di origine controllata e garantita Suvereto, Suvereto Sangiovese, Suvereto Merlot e Suvereto Cabernet Sauvignon possono essere riclassificati, con la denominazione di origine controllata Val di Cornia Sangiovese, Val di Cornia Merlot, e Val di Cornia Cabernet Sauvignon.
- I vini Suvereto, Suvereto Sangiovese, Suvereto Merlot e Suvereto cabernet Sauvignon con la qualifica Riserva non possono essere immessi al consumo prima del 1° gennaio del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve, fermo restando il periodo di affinamento obbligatorio minimo di diciotto mesi in contenitori di rovere e di sei mesi in bottiglia.
- Nella designazione dei Vini DOCG Suvereto può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Suvereto è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori di Vino DOCG Suvereto
Con l’utilizzo della DOCG Suvereto i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Suvereto
Pietanze a base di cinghiale e cacciagione, formaggi semistagionati.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Suvereto
La storia della viticoltura a Suvereto si può assimilare a quella della Val di Cornia, e come questa parte da molto lontano, e si intreccia con la storia degli Etruschi, dei Romani, per poi passare dal basso ed alto medio evo ed arrivare ai giorni nostri.
L’impero Romano sviluppò la coltivazione della vite e l’uso del vino in modo razionale ed esteso. Nel XIV secolo la famiglia Della Gherardesca, proprietari feudali da Cecina fino a Follonica, dette un ulteriore impulso alla diffusione dell’attività vitivinicola a Suvereto.
Un incremento più consistente ed esteso delle attività viticole ed enologiche si ebbe a partire dal XVII secolo, con la nascita dell’Accademia dei Georgofili e con lo spezzettamento del latifondo a causa della eredità e dei fallimenti economici dei proprietari, che dettero impulso ad una impostazione agricola diversa dal passato.
Intorno al 1830 si ebbero le prime bonifiche , ed esse portarono nuovi spazi agricoli ed anche nuovi vigneti e nuove cantine. Emanuele Repetti nel suo dizionario del 1843 scrive a proposito dei terreni bonificati “ …pianure e campi tramezzati di vigneti e oliveti. Ora colui che attraversasse il piano di Campiglia e le pendici del suo poggio stupirebbe in vedere l’uno e l’altre coperte di vigne, di oliveti…vedrebbe vaste campagne adorne di vigneti disposti a filari, poggianti alle canne (anche se) alcune moderne piantagioni sono all’uso fiorentino…” Agli inizi si pigiava l’uva nel vigneto per poi portare il mosto in fattoria o nella proprietà, nelle quali c’era la grande cantina. In seguito si fecero piccole cantine poderali.
Il consumo del vino continuò ad avere i suoi canali: la maggior parte venduto in botti ed il resto per autoconsumo dei proprietari.
Le prime testimonianze di un certo valore culturale – enoico l’abbiamo nel 1886 con la partecipazione di cinque produttori di Suvereto all’Esposizione Mondiale di Roma; nel 1907 alcuni produttori sono ad un concorso enologico sui vini di Toscana.
Con il dopoguerra i produttori di Suvereto avviano un graduale percorso di valorizzazione e promozione delle produzioni vitivinicole, e con un progressivo lavoro di qualificazione dei vini, nel 1989 viene riconosciuta la DOC “Val di Cornia” e nel 2000 la sottozona “Suvereto”.
Il Vino DOCG Suvereto ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita in data 18 novembre 2011.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato come DOC con D.P.R. 06.01.1978, G.U. 92 del 04.04.1978 - Approvato come DOCG con D.M. 14.11.06, G.U. 278 del 29.11.2006
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportata in G.U. 68 del 19.03.2021
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Morellino di Scansano D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita «Morellino di Scansano», è riservata ai vini rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Morellino di Scansano
- Morellino di Scansano Riserva
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Morellino di Scansano
- Morellino di Scansano (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal Colore rosso rubino, tendente al granato con l'invecchiamento; Odore profumato, etereo, intenso, gradevole, fine; Sapore asciutto, caldo, leggermente tannico.
- Morellino di Scansano Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sangiovese
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal Colore rosso rubino, tendente al granato con l'invecchiamento; Odore profumato, etereo, intenso, gradevole, fine; Sapore asciutto, caldo, leggermente tannico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Morellino di Scansano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Morellino di Scansano si estende sulle colline dell'Appennino Centrale, tra i fiumi Ombrone e Albegna, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Morellino di Scansano è localizzata in:
- provincia di Grosseto e comprende il territorio dei comuni di Scansano e, in parte, il territorio dei comuni di Manciano, Magliano in Toscana, Grosseto, Campagnatico, Semproniano e Roccalbegna.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Morellino di Scansano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Morellino di Scansano prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOCG Morellino di Scansano non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
- Il vino DOCG Morellino di Scansano con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di legno.
- Nella designazione dei Vini DOCG Morellino di Scansano può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Morellino di Scansano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.
4. Produttori Vino DOCG Morellino di Scansano
Con l’utilizzo della DOCG Morellino di Scansano i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Morellino di Scansano
Carne alla griglia, alle zuppe di legumi e ai formaggi stagionati.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Morellino di Scansano
La coltivazione della vite in Scansano e zone limitrofe ha origini antichissime, testimonianza della sua presenza ci porta agli Etruschi, dimostrata dai ritrovamenti di attrezzi agricoli per la potatura e raccolta delle uve presso il sito archeologico di Ghiaccioforte.
Nel periodo medioevale interessanti citazioni di studiosi e ricercatori esaltano l’eccellenza delle condizioni pedo-climatiche che l’area Scansanese offre per la preziosa coltura della vite.
Governanti e feudatari nel medio evo riconobbero la necessità di concedere, distinguendole, terre adatte per questa coltura, che ebbe particolare protezione con apposite norme statutarie. In occasione delle lottizzazioni di terreni feudali e comunali, erano infatti indicate esplicitamente le concessioni di terre in zone a vocazione viticola: negli statuti della Comunità del Cotone, in quello di Montorgiali ed in quello di Scansano le norme stabilite per la protezione delle viti e dell’uva erano molto severe, tanto che stabilivano una multa per i possessori di animali che provocavano danno alle vigne.
Le prime notizie dettagliate o scientificamente ordinate sulla produzione risalgono al 1813, quando il “Maire della Comune di Scansano”in una lettera inviata al Vice Prefetto del Circondario di Grosseto comunicava che nell’anno precedente nella zona di Scansano venivano prodotti 5.540 ettolitri di vino in gran parte di qualità superiore. Luigi Villafranchi-Giorgini in una memoria letta nel 1847 alla Società Agraria Grossetana, affermava che all’orto Botanico di Pisa esisteva un tronco di vite alto cinque braccia - metri 2,92 - e della circonferenza di quattro - metri 2,36 - , proveniente da “Castagneta Valle”, in Comune di Scansano.
Nel 1884 in uno studio sullo sviluppo dell’agricoltura, dell’industria e del commercio nella provincia di Grosseto, Giacomo Barabino riporta l’alta qualità dei vini di Magliano, di Pereta e di Scansano. Il 21 dicembre del 1884 il socio ordinario dell’Accademia dei Georgofili Luigi Vannuccini tiene in Scansano una conferenza per sostenere la necessità di una cantina sociale Inoltre in materia di notizie di carattere storico sulla viticoltura Scansanese, ancora Luigi Vannuccini, che nel 1887 pubblicò una monografia sulla “Coltivazione della vite a basso ceppo con sostegni ad un solo sperone o tralcio a frutto nel territorio scansanese in relazione alle viti ad alberello o a cornetto senza sostegno”.
A dimostrazione del radicamento della tradizione vitivinicola nel territorio, si tiene a Scansano dal 1969 la “Festa dell’Uva”, festeggiamenti legati al periodo della vendemmia, nelle decine di cantine medievali del paese, a loro volta testimonianza della diffusa consuetudine popolare della produzione per consumo familiare e vendita.
Una pubblicazione dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Grosseto sulla “Viticoltura Grossetana”, edita nel 1972, riportando i risultati di una ricerca storica sulle origini e sulla espansione della vite nelle zone collinari della Provincia, conferma la preminente importanza dei vini dello Scansanese, noti da oltre un secolo per l’eccellente qualità e serbevolezza.
Il Vino DOCG Morellino di Scansano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 6 gennaio 1978, poi DOCG in data 7 gennaio 1997.