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Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 12.07.1966, G.U. del 19.09.1966 - 
Approvato DOCG con D.P.R. 01.07.1980, G.U. 47 del 17.02.1981

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche riportate in G.U. n. 142 del 20.06.2022 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita "Vino Nobile di Montepulciano" è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso
  2. Rosso Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Vino Nobile di Montepulciano

 

  • Vino Nobile di Montepulciano (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Sangiovese (o Prugnolo Gentile)
  • =< 30% Vitigni non aromatici, ad eccezione della Malvasia Bianca Lunga, idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con il limite massimo del 5% per i vitigni a bacca bianca.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento, odore intenso, etereo, caratteristico, etereo e sapore asciutto, equilibrato e persistente, con possibile sentore di legno.

  • Vino Nobile di Montepulciano Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 70% Vitigno Sangiovese (o Prugnolo Gentile)
  • =< 30% Vitigni non aromatici, ad eccezione della Malvasia Bianca Lunga, idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con il limite massimo del 5% per i vitigni a bacca bianca.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato, dal colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento, odore intenso, etereo, caratteristico, etereo e sapore asciutto, equilibrato e persistente, con possibile sentore di legno.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Vino Nobile di Montepulciano

L'area geografica vocata alla produzione del Vino Nobile di Montepulciano DOCG si estende sulle colline senesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino Nobile di Montepulciano DOCG è localizzata in:

  • provincia di Siena e comprende il territorio del comune di Montepulciano.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Vino Nobile di Montepulciano

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Vino Nobile di Montepulciano prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in Vino Nobile di Montepulciano DOCG non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • Il Vino Nobile di Montepulciano DOCG deve essere sottoposto ad un periodo di maturazione di almeno 24 mesi. Entro questo periodo sono lasciate alla discrezione dei produttori le seguenti possibili opzioni: 1) 24 mesi di maturazione in legno; 2) 18 mesi minimo di maturazione in legno più i restanti mesi in altro recipiente; 3) 12 mesi minimo in legno più 6 mesi minimo in bottiglia più i restanti mesi in altro recipiente.

  • Il Vino Nobile di Montepulciano DOCG con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 36 mesi, di cui almeno 6 di affinamento in bottiglia. 

  • In presenza di determinate caratteristiche previste dal disciplinare, il Vino Nobile di Montepulciano DOCG può essere riclassificato nella DOC Rosso di Montepulciano.

  • Nella designazione dei Vini Nobile di Montepulciano DOCG può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.

  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino Nobile di Montepulciano DOCG è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOCG Vino Nobile di Montepulciano

Con l’utilizzo della DOCG Vino Nobile di Montepulciano i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Vino Nobile di Montepulciano

Bistecca alla fiorentina, il salame, la salsiccia, la finocchiona, la carne rossa brasata e i fegatelli.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Vino Nobile di Montepulciano

Le radici della viticoltura e dell’enologia sono parte integrante del territorio, della cultura, della storia, dell’economia e delle tradizioni locali di Montepulciano.

Il vino prodotto in questo comprensorio riveste storicamente una connotazione nobiliare ed aristocratica, con le produzioni destinate non all’autoconsumo ma al commercio, come testimoniano tanti atti di vendita registrati dal 789 in poi. Con un documento del 1350 furono stabilite le prime clausole per il commercio e l’esportazione del vino di Montepulciano.

Il vino ha assunto fama internazionale fino dal XVII secolo, quando fu celebrato da Francesco Redi come “Re di ogni vino”, e nel corso dei secoli la viticoltura ha poi mantenuto il ruolo di coltura principale del territorio.

La prima citazione conosciuta di “Vino Nobile” è datata 1787 “per rimborso al cuoco di casa Marsichi per spesa per il vitto, non compreso il vino portato da Monte Pulciano per nostro servizio L. 50,15. Vino Nobile portato per regalare al Conservatorio detto il Conventino per le obbligazioni contratte...” . Quanto sopra si legge in una lunga “Nota di Viaggio per suor Luisa Sisti e signore Maestre” redatta da Giovan Filippo Neri, Governatore del Regio Ritiro di S.Girolamo in Montepulciano. Cosimo Villifranchi, medico fiorentino, nell’anno 1773 riporta nella sua celebre Oenologia Toscana la maniera di fare il vino a Montepulciano descrivendo le varietà delle uve, ma anche il territorio (il territorio di Montepulciano che produce il vino migliore si stende dalla Città per la parte di levante da due in tre miglia dall’una all’altra banda di tal direzione, territorio tutto situato in costa…).

Segue la descrizione delle aziende produttrici, dei sistemi di coltivazione e vinificazione nonché ulteriori informazioni sulla natura del suolo: “il suolo o terreno della costa di Monte Pulciano è per la maggior parte tufo, e terra sciolta arenosa, e sassola”. Nella “Statistica Agraria della Val Di Chiana” di Giuseppe Giulj (1830), nel capitolo relativo a “Delle specie di vino scelto e dei modi di fabbricarlo”, è riportato che: “a cinque specie si possono ridurre i vini scelti, che si fabbricano in una certa quantità nella valle, e sono quelli neri, il Vino Nobile di Monte Pulciano, e l’aleatico; fra quelli bianchi vi si contano il Moscadello, il vermut ed il Vin Santo; parlerò del modo tenuto per fabbricarli, e comincerò a dare la descrizione di questi dettagli da quelli relativi al vino di Monte Pulciano, per essere quello che è conosciuto in tutta l’Europa ……

Le vigne destinate per la coltivazione di questa specie di vino sono poste in collina in terreno tufaceo, ed in conseguenza sterile, ed esposte al mezzogiorno, onde le viti siano dominate dal sole. Poco è il prodotto di dette piante, ma l’uva vi giunge a perfetta maturità, ed ha un odore ed un sapore non comune all’uva delle stesse specie prodotta da viti non coltivate in tali località”. L’Autore prosegue elencando i vitigni, le caratteristiche delle uve e del sistema di fermentazione e condizionamento.

A qualche anno prima (1828) risale la prima spedizione del Vino Nobile in America via nave, come riportato dal Giornale Agrario della Toscana, edito dall’Accademia dei Georgofili. A giustificazione dell’importanza assegnata alla produzione enologica locale, è da citare la storica presenza delle cantine nel sottosuolo dei palazzi signorili della città di Montepulciano, cantine in parte tuttora utilizzate per l’invecchiamento del vino Dumas, nel celebre romanzo “Il Conte di Montecristo” scritto fra il 1844 ed il 1846 afferma che con la cacciagione “… un fiasco di vino di Montepulciano dovevano completare il pranzo.”

Il Vino Nobile di Montepulciano è stato il primo vino in assoluto in Italia ad avere apposto il contrassegno sostitutivo della fascetta di Stato da apporre sui sistemi di chiusura della bottiglia come sistema anti sofisticazione che certifica l’autenticità del prodotto a garanzia della sua origine.

Il Vino Nobile di Montepulciano DOCG ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 12 luglio 1966, poi DOCG in data 1 luglio 1980.

VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato come DOC con D.P.R. 03.03.1966, G.U. 110 del 06.05.1966 - Approvato come DOCG con D.M. 09.07.1993, G.U. 169 del 21.07.1993

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014  


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Vernaccia di San Gimignano D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita «Vernaccia di San Gimignano» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Vernaccia di San Gimignano
  2. Vernaccia di San Gimignano Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano

 

  • Vernaccia di San Gimignano (Vino Bianco)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Vernaccia di San Gimignano
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con esclusione dei vitigni Traminer, Moscato bianco, Muller Thurgau, Malvasia di Candia, Malvasia Istriana, Incrocio Bruni 54. I Vitigni Sauvignon e Riesling possono concorrere, da soli o congiuntamente, fino a un massimo del 10%.
  • => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco dal colore giallo paglierino con rilessi dorati che sono più accentuati con l’invecchiamento, odore delicato, fine con iniziali note fruttate; possono poi, con l’affinamento e l’invecchiamento, evolvere note minerali; sapore asciutto, armonico, sapido, a volte con caratteristico retrogusto di mandorla.

  • Vernaccia di San Gimignano Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Vernaccia di San Gimignano
  • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana, con esclusione dei vitigni Traminer, Moscato bianco, Muller Thurgau, Malvasia di Candia, Malvasia Istriana, Incrocio Bruni 54. I Vitigni Sauvignon e Riesling possono concorrere, da soli o congiuntamente, fino a un massimo del 10%.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo paglierino con rilessi dorati che sono più accentuati con l’invecchiamento, odore delicato, fine con iniziali note fruttate; possono poi, con l’affinamento e l’invecchiamento, evolvere note minerali; sapore asciutto, armonico, sapido, a volte con caratteristico retrogusto di mandorla.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano si estende sulle colline senesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano è localizzata in:

  • provincia di Siena e comprende il territorio del comune di San Gimignano.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

 Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOCG Vernaccia di San Gimignano non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
  • Il vino DOCG Vernaccia di San Gimignano con menzione Riserva deve essere sottoposto ad un periodo di affinamento di almeno 11 mesi, di cui almeno 3 in bottiglia.
  • Nella designazione dei Vini DOCG Vernaccia di San Gimignano può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano

Con l’utilizzo della DOCG Vernaccia di San Gimignano i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano

Piatti di cucina marinara: molluschi, crostacei e salmone brasato; pietanze tipiche toscane: la panzanella, il marzolino e l'acquacotta.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano

La presenza della viticoltura nell’area di San Gimignano risale all’epoca etrusca, di cui si hanno numerose testimonianze archeologiche. Per secoli la produzione e la vendita del vino ha rappresentato la principale attività agricola ed economica.

Per quanto riguarda la Vernaccia di San Gimignano si hanno documentazioni storiche della sua produzione e commercializzazione già negli Ordinamenti delle Gabelle del Comune risalenti al 1276.

Il vitigno della Vernaccia è stato introdotto nel territorio di San Gimignano nel corso del XII secolo; a questo proposito è molto interessante quanto rilevato da uno studio condotto da Sergè - genomics, azienda spin-off dell’Università degli Studi di Siena, incaricata dal Consorzio della Denominazione San Gimignano di definire il genoma della Vernaccia di San Gimignano, che ha evidenziato una sostanziale uniformità genetica delle viti oggi produttive, riconducibile al fatto che tutte hanno una radice comune, senza infiltrazioni nel corso dei secoli di altri vitigni provenienti da altre regioni: “I dati ottenuti hanno consentito di individuare con chiarezza il profilo genotipico della Vernaccia coltivata nel comune di San Gimignano, confermando che questo coincide con il vitigno conservato nelle collezioni ufficiali di riferimento (C.R.A.- vit Conegliano Veneto) ……”

Nel corso dei secoli il lavoro umano ha plasmato la campagna, ha codificato le varie forme di allevamento, i sesti d’impianto, ha aggiornato le tecniche di vinificazione, ha introdotto l’utilizzo di altri vitigni a bacca bianca, complementari alla Vernaccia di San Gimignano, fino a giungere alla realtà odierna descritta dall’attuale disciplinare di produzione, frutto della tradizione e dell’innovazione che si pone l’obiettivo dell’ottenimento di vini di qualità sempre superiore.

Il disciplinare prevede ampia libertà nell’utilizzo delle forme di allevamento tradizionali toscane esclude tutte le forme di allevamento espanse perché incompatibili in ambiente collinare con clima sub mediterraneo.

Le pratiche relative all’elaborazione dei vini sono quelle tradizionalmente consolidate in zona per la vinificazione in bianco dei vini tranquilli, adeguatamente differenziate per tipologia; la Vernaccia di San Gimignano infatti è uno dei pochissimi vini bianchi italiani prodotti anche nella tipologia riserva: quest’ultima maggiormente strutturata e la cui elaborazione comporta un periodo di affinamento.

Il Vino DOCG Vernaccia di San Gimignano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 3 marzo 1966, poi DOCG in data 9 luglio 1993.

VAL DI CORNIA ROSSO DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato con D.M. 18.11. 2011, G.U. 284 del 06.12.2011

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014 


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Val di Cornia Rosso (o Rosso della Val di Cornia) D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita «Val di Cornia Rosso» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Val di Cornia Rosso
  2. Val di Cornia Rosso Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Val di Cornia

 

  • Val di Cornia Rosso (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 40% Vitigno Sangiovese
  • =< 60% Vitigni Cabernet Sauvignon e Merlot, da soli o congiuntamente;
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino di buona intensità, brillante, tendente al granato, odore vinoso, delicato e sapore asciutto, vellutato, armonico, di buon corpo, con eventuale sentore di legno.

  • Val di Cornia Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 40% Vitigno Sangiovese
  • =< 60% Vitigni Cabernet Sauvignon e Merlot, da soli o congiuntamente;
  • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino di buona intensità, brillante, tendente al granato, odore vinoso, delicato e sapore asciutto, vellutato, armonico, di buon corpo, con eventuale sentore di legno.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Val di Cornia

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Val di Cornia Rosso si estende sulle colline situate a ovest della Toscana, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino Val di Cornia Rosso è localizzata in:

  • provincia di Livorno e comprende il territorio dei comuni di Suvereto, Sassetta e, in parte, il territorio dei comuni di Piombino, San Vincenzo e Campiglia Marittima.
  • provincia di Pisa e comprende il territorio del comune di Monteverdi Marittimo.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Val di Cornia

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Val di Cornia prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOCG Val di Cornia Rosso non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • Il vino DOCG Val di Cornia Rosso con la qualifica Riserva non può essere immesso al consumo prima del 1° gennaio del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve, fermo restando il periodo di affinamento obbligatorio minimo di diciotto mesi in contenitori di legno e di sei mesi in bottiglia.
  • Nella designazione dei Vini DOCG Val di Cornia Rosso può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Val di Cornia Rosso è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOCG Val di Cornia

Con l’utilizzo della DOCG Val di Cornia Rosso i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Val di Cornia

Pientanze a base di carne bianca, polpettone alla fiorentina, coniglio, fagioli al fiasco, scottiglia.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Val di Cornia

La storia della viticoltura in Val di Cornia parte da molto lontano, e si intreccia con la storia degli Etruschi, dei Romani, per poi passare dal basso ed alto medio evo ed arrivare ai giorni nostri. Probabilmente il primo segno della presenza e della coltivazione della vite in questa zona ci è testimoniato da Plinio il Vecchio il quale nella sua “Naturalis Historia” – libro XIV segnala che in Populonia c’era una vite talmente grande da averci scolpito il volto di Giove.

Questa vite è ricordata anche da Targioni Terzetti nel XVII secolo d.C. nel suo “Viaggio in Toscana”. L’impero Romano da queste parti sviluppò la coltivazione della vite e l’uso del vino in modo razionale ed esteso.

Nel XIV secolo la famiglia Della Gherardesca, proprietari feudali da Cecina fino a Follonica, dette un ulteriore impulso alla diffusione dell’attività vitivinicola effettuando piantagioni di vigneti nei nelle aree di Campiglia Marittima, Sassetta e Suvereto.

Un incremento più consistente ed esteso delle attività viticole ed enologiche si ebbe a partire dal XVII secolo, con la nascita dell’Accademia dei Georgofili e con lo spezzettamento del latifondo a causa della eredità e dei fallimenti economici dei proprietari, che dettero impulso ad una impostazione agricola diversa dal passato.

Intorno al 1830 si ebbero le prime bonifiche, ed esse portarono nuovi spazi agricoli ed anche nuovi vigneti e nuove cantine. Emanuele Repetti nel suo dizionario del 1843 scrive a proposito dei terreni bonificati “ …pianure e campi tramezzati di vignetie oliveti. Ora colui che attraversasse il piano di Campiglia e le pendici del suo poggio stupirebbe in vedere l’uno e l’altre coperte di vigne, di oliveti…vedrebbe vaste campagne adorne di vigneti disposti a filari, poggianti alle canne (anche se) alcune moderne piantagioni sono all’uso fiorentino…”

Gli archivi comunali offrono alcuni dati sulla consistenza dei vigneti molto interessanti. Nel 1834 la superficie vitata è di 530 ettari; nel 1842 sale a 748 ettari; nel 1875 scende a 582 ettari.

Agli inizi si pigiava l’uva nel vigneto per poi portare il mosto in fattoria o nella proprietà, nelle quali c’era la grande cantina. In seguito si fecero piccole cantine poderali. Il consumo del vino continuò ad avere i suoi canali: la maggior parte venduto in botti ed il resto per autoconsumo dei proprietari.

Le prime testimonianze di un certo valore culturale – eroico l’abbiamo nel 1886 con la partecipazione di cinque produttori di Suvereto all’Esposizione Mondiale di Roma; sette anni dopo tre produttori di Campiglia partecipano alla mostra di Zurigo; nel 1907 alcuni produttori sono ad un concorso enologico sui vini di Toscana.

Con il dopoguerra l’area cerca lentamente di avviare un percorso di valorizzazione e riconoscimento delle produzioni 6 vitivinicole, e con un progressivo lavoro di qualificazione dei vini, nel 1980 nasce la prima mostra dei vini della Val di Cornia e negli anni a venire il riconoscimento della DOC “Val di Cornia”.

Il Vino DOCG Val di Cornia Rosso ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita in data 18 novembre 2011.

SUVERETO DOCG

Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato come DOCG con D.M. 18.11.2011, G.U. 284 del 06.12.2011

Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014   


--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


Vino Suvereto D.O.C.G.

La denominazione di origine controllata e garantita «Suvereto», è riservata ai vini rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:

  1. Suvereto, anche Riserva
  2. Suvereto Sangiovese, anche Riserva
  3. Suvereto Merlot, anche Riserva
  4. Suvereto Cabernet Sauvignon, anche Riserva

1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Suvereto

 

  • Suvereto (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigni Cabernet Sauvignon e Merlot, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, anche intenso, brillante, tendente al granato, odore vinoso, delicato e sapore asciutto, vellutato, armonico, di buon corpo, con eventuale sentore di legno.

  • Suvereto Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigni Cabernet Sauvignon e Merlot, da soli o congiuntamente;
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino, anche intenso, brillante, tendente al granato, odore vinoso, delicato e sapore asciutto, vellutato, armonico, di buon corpo, con eventuale sentore di legno.

  • Suvereto Sangiovese (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso o granato, brillante, tendente al granato, odore delicato, fine, caratteristico e sapore asciutto, vellutato, armonico, di corpo, con eventuale sentore di legno.

  • Suvereto Sangiovese Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Sangiovese
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso o granato, brillante, tendente al granato, odore delicato, fine, caratteristico e sapore asciutto, vellutato, armonico, di corpo, con eventuale sentore di legno.

  • Suvereto Merlot (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso o granato, odore delicato caratteristico e sapore asciutto, armonico, di corpo.

  • Suvereto Merlot Riserva  (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Merlot
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso o granato, odore delicato caratteristico e sapore asciutto, armonico, di corpo.

  • Suvereto Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso o granato, odore delicato e caratteristico, elegante e sapore asciutto ed armonico, di corpo.

  • Suvereto Cabernet Sauvignon Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
  • Versioni: Secco
  • => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
  • =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Toscana.
  • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
  • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso o granato, odore delicato e caratteristico, elegante e sapore asciutto ed armonico, di corpo.

__________

(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Suvereto

L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOCG Suvereto si estende sulle colline livornesi, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Suvereto è localizzata in:

  • provincia di Livorno e comprende il territorio del comune di Suvereto.

3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Suvereto

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. 

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Suvereto prevedono, tra l'altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino DOCG Suvereto non dovrà essere superiore al 68%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • I vini a denominazione di origine controllata e garantita Suvereto, Suvereto Sangiovese, Suvereto Merlot, e Suvereto Cabernet Sauvignon, che provengano da uve la cui resa ad ettaro è pari ad 8 tonnellate e con un titolo alcolometrico volumico naturale minimo di 13,00%, sottoposti ad un periodo di invecchiamento non inferiore a 24 mesi di cui almeno 18 in contenitori di rovere, possono ottenere la qualifica Riserva.
  • In presenza di determinate condizioni previste dal disciplinare, i prodotti vitivinicoli atti a divenire vino a denominazione di origine controllata e garantita Suvereto, Suvereto Sangiovese, Suvereto Merlot e Suvereto Cabernet Sauvignon possono essere riclassificati, con la denominazione di origine controllata Val di Cornia Sangiovese, Val di Cornia Merlot, e Val di Cornia Cabernet Sauvignon.
  • I vini Suvereto, Suvereto Sangiovese, Suvereto Merlot e Suvereto cabernet Sauvignon con la qualifica Riserva non possono essere immessi al consumo prima del 1° gennaio del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve, fermo restando il periodo di affinamento obbligatorio minimo di diciotto mesi in contenitori di rovere e di sei mesi in bottiglia.
  • Nella designazione dei Vini DOCG Suvereto può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e che siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
  • Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOCG Suvereto è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.

4. Produttori di Vino DOCG Suvereto

Con l’utilizzo della DOCG Suvereto i Produttori Vinicoli Toscani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.


5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Suvereto

Pietanze a base di cinghiale e cacciagione, formaggi semistagionati.


6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Suvereto

La storia della viticoltura a Suvereto si può assimilare a quella della Val di Cornia, e come questa parte da molto lontano, e si intreccia con la storia degli Etruschi, dei Romani, per poi passare dal basso ed alto medio evo ed arrivare ai giorni nostri.

L’impero Romano sviluppò la coltivazione della vite e l’uso del vino in modo razionale ed esteso. Nel XIV secolo la famiglia Della Gherardesca, proprietari feudali da Cecina fino a Follonica, dette un ulteriore impulso alla diffusione dell’attività vitivinicola a Suvereto.

Un incremento più consistente ed esteso delle attività viticole ed enologiche si ebbe a partire dal XVII secolo, con la nascita dell’Accademia dei Georgofili e con lo spezzettamento del latifondo a causa della eredità e dei fallimenti economici dei proprietari, che dettero impulso ad una impostazione agricola diversa dal passato.

Intorno al 1830 si ebbero le prime bonifiche , ed esse portarono nuovi spazi agricoli ed anche nuovi vigneti e nuove cantine. Emanuele Repetti nel suo dizionario del 1843 scrive a proposito dei terreni bonificati “ …pianure e campi tramezzati di vigneti e oliveti. Ora colui che attraversasse il piano di Campiglia e le pendici del suo poggio stupirebbe in vedere l’uno e l’altre coperte di vigne, di oliveti…vedrebbe vaste campagne adorne di vigneti disposti a filari, poggianti alle canne (anche se) alcune moderne piantagioni sono all’uso fiorentino…” Agli inizi si pigiava l’uva nel vigneto per poi portare il mosto in fattoria o nella proprietà, nelle quali c’era la grande cantina. In seguito si fecero piccole cantine poderali.

Il consumo del vino continuò ad avere i suoi canali: la maggior parte venduto in botti ed il resto per autoconsumo dei proprietari.

Le prime testimonianze di un certo valore culturale – enoico l’abbiamo nel 1886 con la partecipazione di cinque produttori di Suvereto all’Esposizione Mondiale di Roma; nel 1907 alcuni produttori sono ad un concorso enologico sui vini di Toscana.

Con il dopoguerra i produttori di Suvereto avviano un graduale percorso di valorizzazione e promozione delle produzioni vitivinicole, e con un progressivo lavoro di qualificazione dei vini, nel 1989 viene riconosciuta la DOC “Val di Cornia” e nel 2000 la sottozona “Suvereto”.

Il Vino DOCG Suvereto ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita in data 18 novembre 2011.

Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

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