Assovini
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 21.08.1996 – G.U. n.202 del 29.08.1996
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte con Prot. 63092, G.U. 203 del 31.08.2016
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Contea di Sclafani (o Valledolmo-Contea di Sclafani) D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Contea di Sclafani” o “Valledolmo-Contea di Sclafani” è riservata ai seguenti vini bianchi e rossi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione. Tali vini sono i seguenti:
- Bianco, anche Riserva e Vendemmia tardiva;
- Rosso, anche Riserva e Vendemmia tardiva;
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Contea di Sclafani
- Contea di Sclafani Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 95% Vitigno Catarratto
- =< 5% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso talvolta con riflessi verdolini, odore fine, caratteristico, persistente e sapore secco, armonico, sapido.
- Contea di Sclafani Bianco Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 95% Vitigno Catarratto
- =< 5% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo paglierino più o meno intenso talvolta con riflessi verdolini, odore gradevole, fine, elegante e sapore armonico, caratteristico, sapido.
- Contea di Sclafani Bianco Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 95% Vitigno Catarratto
- =< 5% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore dal giallo paglierino al giallo dorato, odore caratteristico, persistente e sapore dal secco al dolce, caratteristico, armonico.
- Contea di Sclafani Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 100% Vitigni Nero d'Avola e Perricone, da soli o congiuntamente;
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso con eventuali riflessi violacei, odore fine, caratteristico, fruttato, talvolta speziato e sapore secco, armonico, di struttura.
- Contea di Sclafani Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 100% Vitigni Nero d'Avola e Perricone, da soli o congiuntamente;
- => 12,50% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso invecchiato dal colore dal rosso rubino intenso al granato con l'invecchiamento, odore intenso, fruttato, talvolta speziato e sapore secco, caratteristico, di struttura.
- Contea di Sclafani Rosso Vendemmia Tardiva (Vino Rosso Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 100% Vitigni Nero d'Avola e Perricone, da soli o congiuntamente;
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico.
- Vino Rosso Vendemmia Tardiva dal colore rosso rubino più o meno intenso con eventuali riflessi violacei, odore caratteristico, persistente, fine e sapore dal secco al dolce, caratteristico, armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Contea di Sclafani
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Contea di Sclafani si estende sulle colline e sulle pianure della Sicilia centro-settentrionale in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Contea di Sclafani è localizzata in:
- provincia di Palermo e comprende il territorio dei comuni di Valledolmo, Caltavuturo, Alia, Sclafani Bagni e, in parte, il territorio dei comuni di Petralia Sottana, Castellana Sicula, Castronovo di Sicilia, Cerda, Aliminusa, Montemaggiore Belsito e Polizzi Generosa.
- provincia di Caltanissetta e comprende il territorio dei comuni di Vallelunga Pratameno e Villalba.
- provincia di Agrigento e comprende il territorio del comune di Cammarata.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Contea di Sclafani
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Contea di Sclafani prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Contea di Sclafani non dovrà essere superiore al 70% e del 60% per la tipologia Vendemmia Tardiva; qualora i parametri del 70% vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutte le tipologie.
- Il Vino DOC Contea di Sclafani con menzione Vendemmia Tardiva deve essere ottenuto da uve sottoposte ad appassimento naturale sulla pianta e ad affinamento di almeno 6 mesi in fusti di legno della capacità massima di 500 litri.
- Nella designazione dei Vini DOC Contea di Sclafani può essere menzionata la dizione "Vigna" purchè sia seguita dal relativo toponimo e siano rispettate determinate pratiche di vinificazione.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Contea di Sclafani è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia di Vino Spumante.
4. Produttori di Vino DOC Contea di Sclafani
Con l’utilizzo della DOC Contea di Sclafani i Produttori Vinicoli Siciliani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Contea di Sclafani
antipasti di pesce, carni bianche, torte di verdura, salumi e formaggi freschi.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Contea di Sclafani
La denominazione “Contea di Sclafani” è un nome storico-geografico; la Contea di Sclafani era un antico stato feudale siciliano, sorto durante il dominio dei Normanni; nel 1330, sotto il dominio di Giovanni Sclafani, il possedimento ricevette il titolo di Contea e lo mantenne per quasi 500 anni, fino al 1813, quando fu abolito il feudalesimo.
Della Contea di Sclafani , facevano parte numerosi feudi che si estendevano in quelli che oggi sono gli ambiti territoriali dei comuni compresi nella zona geografica di produzione.
La prima testimonianza di presenza di vigneti risale all’ epoca del domino aragonese in Sicilia, nell’ultimo decennio del 1300, allorquando Antonio Verntimiglia, conte di Collesano, chiedeva al re Martino nel 1391, la conferma della gabella regia sul vino di Bilici, testimoniando l’alta redditività della coltura viticola in una zona adiacente al feudo di Regaliali appartenente alla Contea di Sclafani.
Nel feudo di Valle dell’Olmo, intorno al 1570, la viticoltura fiorì ad opera del conte Giuseppe Cutelli il quale diede lotti di terreno in enfiteusi con l’obbligo di impiantare vigneto, fornendo anche le barbatelle; in questo modo in poco tempo s’incremento notevolmente la produzione di vino del luogo. Molti vigneti furono piantati nelle vicinanze del paese di Valledolmo e lo storico L. Tirrito ci dice che a metà dell’ottocento vi erano nell’agro di Valledolmo 535 ettari di vigneto dai quali si produceva un vino venduto nei paesi limitrofi.
Nel 1828 Nicolò Cacciatore, descrivendo Sclafani, scriveva: “il suolo è feracissimo : vi prosperano a meraviglia le viti, gli olivi e i gelsi, ecc.” Dai “Catasti di Sicilia” di Vincenzo Mortillaro si apprende che tra il 1838 ed il 1840 in quella che fino a 25 anni prima era la Contea di Sclafani, vi erano più di ottocento salme di vigneto corrispondente a circa 1.800 ettari.
Nel corso dei secoli dunque la viticoltura ha mantenuto un ruolo di coltura molto importante per il territorio, fino ad arrivare ad oggi.
La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende, la professionalità degli operatori che hanno contribuito ad accrescer il livello qualitativo e la rinomanza della DOC “Contea di Sclafani”, come testimoniano i riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale dei vini a DOC Contea di Sclafani prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento.
Il Vino DOC Contea di Sclafani ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 21 agosto 1996.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 21.07.1972, G.U. 249 del 22.09.1972
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Alcamo D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Alcamo” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco, anche Spumante
- Bianco Classico
- Vendemmia Tardiva
- Catarratto
- Ansonica (o Inzolia)
- Grillo
- Grecanico
- Chardonnay
- Muller Thurgau
- Sauvignon
- Rosato, anche Spumante
- Rosso, anche Riserva e Novello
- Calabrese (o Nero d'Avola)
- Cabernet Sauvignon
- Merlot
- Syrah
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Alcamo
- Alcamo Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigno Catarratto
- =< 40% Vitigni Ansonica (o Inzolia), Grillo, Grecanico, Chardonnay, Muller Thurgau e Sauvignon, da soli o congiuntamente.
- =< 20% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno carico, talvolta con riflessi verdolini, odore vinoso, intenso, fruttato, armonico e sapore asciutto, fresco, equilibrato.
- Alcamo Bianco Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut-nature /Extra-brut /Brut /Extra-dry
- => 60% Vitigno Catarratto
- =< 40% Vitigni Ansonica (o Inzolia), Grillo, Grecanico, Chardonnay, Muller Thurgau e Sauvignon, da soli o congiuntamente.
- =< 20% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino piu' o meno carico, talvolta con riflessi verdolini, odore intenso, fruttato, armonico e sapore da semisecco a molto secco, fresco, equilibrato.
- Alcamo Vendemmia Tardiva (Vino Bianco Vendemmia Tardiva)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 60% Vitigno Catarratto
- =< 40% Vitigni Ansonica (o Inzolia), Grillo, Grecanico, Chardonnay, Muller Thurgau e Sauvignon, da soli o congiuntamente.
- =< 20% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 14% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Vendemmia Tardiva dal colore variabile dal giallo paglierino al giallo dorato, odore caratteristico, delicato, persistente e sapore dal dolce al secco, tipico, armonico.
- Alcamo Classico (Vino Bianco Classico)
- Versioni: Secco
- => 80% Vitigni Catarratto Bianco Comune e Catarratto Bianco Lucido, da soli o congiuntamente;
- =< 20% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Classico dal colore giallo paglierino piu' o meno carico, odore fragrante, fruttato, con sentori vegetali e sapore gradevole, con retrogusto amarognolo, strutturato.
- Alcamo Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigni Nerello Mascalese, Calabrese o Nero d'Avola, Sangiovese, Frappato, Perricone, Cabernet sauvignon, Merlot e Syrah, da soli o congiuntamente.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa piu' o meno intenso, odore fine, fruttato e sapore fresco, armonico.
- Alcamo Rosato Spumante (Vino Rosato Spumante)
- Versioni: Spumante Brut-nature /Extra-brut /Brut /Extra-dry
- = 100% Vitigni Nerello Mascalese, Calabrese o Nero d'Avola, Sangiovese, Frappato, Perricone, Cabernet sauvignon, Merlot e Syrah, da soli o congiuntamente.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosa piu' o meno carico, odore fine, fruttato e sapore dal semisecco al molto secco, fresco, armonico.
- Alcamo Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigno Calabrese (o Nero d'Avola)
- =< 40% Vitigni Frappato, Sangiovese, Perricone, Cabernet Sauvignon, Merlot o Syrah, da soli o congiuntamente.
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino piu' o meno intenso, odore speziato, fruttato, caratteristico e sapore asciutto, armonico, pieno.
- Alcamo Rosso Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigno Calabrese (o Nero d'Avola)
- =< 40% Vitigni Frappato, Sangiovese, Perricone, Cabernet Sauvignon, Merlot o Syrah, da soli o congiuntamente.
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino piu' o meno carico con riflessi violacei, odore fruttato, tipico, intenso e sapore armonico, equilibrato.
- Alcamo Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigno Calabrese (o Nero d'Avola)
- =< 40% Vitigni Frappato, Sangiovese, Perricone, Cabernet Sauvignon, Merlot o Syrah, da soli o congiuntamente.
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato, odore caratteristico, vinoso, intenso e sapore armonico, pieno, equilibrato.
- Alcamo Catarratto (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Catarratto
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno carico, con riflessi verdolini, odore fragrante, fruttato, con lievi sentori vegetali e sapore gradevole, con retrogusto leggermente amarognolo, strutturato.
- Alcamo Ansonica (o Inzolia) (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Ansonica (o Inzolia)
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno carico, odore intenso, fruttato e sapore morbido, equilibrato.
- Alcamo Grillo (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Grillo
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno carico, odore tipico, con sentori fruttati, con note vegetali e sapore asciutto, fresco, equilibrato.
- Alcamo Grecanico (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Grecanico
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno carico, odore delicato, fruttato, gradevole e sapore secco, tipico, fresco.
- Alcamo Chardonnay (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Chardonnay
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno intenso, odore intenso, fruttato, tipico e sapore asciutto, pieno, armonico.
- Alcamo Muller Thurgau (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Muller Thurgau
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno carico, odore intenso, caratteristico, con sentori erbacei e sapore sapido, equilibrato, tipico.
- Alcamo Sauvignon (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino piu' o meno intenso, odore delicato, caratteristico e sapore tipico, secco, aromatico.
- Alcamo Calabrese (o Nero d'Avola) (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Calabrese (o Nero d'Avola)
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino piu' o meno acceso, odore intenso, fruttato, speziato e sapore pieno, armonico.
- Alcamo Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore caratteristico, gradevole, intenso e sapore asciutto, rotondo, armonico.
- Alcamo Merlot (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Merlot
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino piu' o meno carico, odore fruttato, caratteristico e sapore secco, armonico, tipico.
- Alcamo Syrah (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Syrah
- =< 15% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino piu' o meno acceso, odore caratteristico con note speziate e sapore intenso, pieno, armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Alcamo
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Alcamo si estende sulle colline alcamesi a ovest della Sicilia, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Alcamo è localizzata in:
- provincia di Trapani e comprende il territorio dei comuni di Alcamo e, in parte, il territorio dei comuni di Calatafimi, Castellammare del Golfo e Gibellina.
- provincia di Palermo e comprende il territorio dei comuni di Balestrate, Camporeale, Monreale, Partinico, San Cipirello e San Giuseppe Jato.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Alcamo
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Alcamo prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Alcamo non dovrà essere superiore al 70%, al 65% per la tipologia di Vino Rosato e al 60% per la tipologia di Vino Vendemmia Tardiva; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino DOC Alcamo Rosso con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 in contenitori di legno.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Alcamo è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia dei Vini Spumante, per i quali l'indicazione è facoltativa e concerne la data di sboccatura.
4. Produttori di Vino DOC Alcamo
Con l’utilizzo della DOC Alcamo i Produttori Vinicoli Siciliani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici del Vino DOC Alcamo
Primi con sughi di pesce, pesce azzurro al forno o alla griglia, frittate contadine, formaggi ovini freschi.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Alcamo
L'origine del “Bianco di Alcamo” ha una tradizione di pregio: dalla Rassegna Agricoltura Siciliana, anno IV, II edizione 1856, si rileva che il suddetto vino figura nell'elenco dei vini pregiati da pasto ed ancora nel 1887 ottenne il diploma di onore alla Fiera Vini di Venezia.
La viticoltura ha occupato sempre un posto di rilevante importanza nell'agricoltura alcamese ed il commercio ha dimostrato notevole interesse per questo vino tanto che è nata l'esigenza di espandere alle contrade dei comuni limitrofi, aventi le stesse caratteristiche pedoclimatiche la zona di produzione.
Il Vino DOC Alcamo ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 21 luglio 1972.
Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 29.05.1973, G.U. 221 del 28.08.1973 - Approvato DOCG con D.M. 13.09.2005, G.U. 224 del 26.09.2005
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale Prot. Uscita N.0011013 del 17/02/2020.
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Cerasuolo di Vittoria D.O.C.G.
La denominazione di origine controllata e garantita «Cerasuolo di Vittoria» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Cerasuolo di Vittoria
- Cerasuolo di Vittoria Classico
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
- Cerasuolo di Vittoria (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- >< 50-70% Vitigno Nero d'Avola (o Calabrese)
- >< 30-50% Vitigno Frappato
- => 12.5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore variabile da rosso ciliegia a violaceo, profumo da floreale a fruttato e dal sapore secco, pieno, morbido e armonico.
- Cerasuolo di Vittoria Classico (Vino Rosso Classico)
- Versioni: Secco
- >< 50-70% Vitigno Nero d'Avola (o Calabrese)
- >< 30-50% Vitigno Frappato
- => 12.5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Classico dal colore rosso ciliegia tendente al granato, profumo di ciliegia, che nei vini invecchiati puo' tendere anche a note sensoriali di prugna secca, cioccolato, cuoio, tabacco, dal sapore secco, pieno, morbido e armonico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
La zona geografica delimitata ricade nella Sicilia sud-orientale ed è delimitata a nord dal complesso dei monti Erei, a sud dal mar Mediterraneo, ad est dai rilievi dei monti Iblei e ad ovest dalle colline centro-meridionali della provincia di Caltanissetta. Al suo interno si possono distinguere tre macroaree:
- una zona costiera con altitudine media compresa tra 0 e 200 m. slm
- una zona di media collina con vigneti posti da 200 a 350 m. slm
- una zona di alta collina con altimetria media superiore ai 350 m. slm
Da un punto di vista geologico, la zona di coltivazione della DOCG Cerasuolo di Vittoria, presenta vaste aree di terreni calcarei e argilloso-sabbiose che conferiscono ai vini eccezionali prerogative di longevità, profumo, tenore alcolico, mineralità e una buona acidità naturale grazie anche alle peculiarità climatiche ottimali in fatto di insolazione e ventilazione continua della zona di produzione.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria è localitzzata in:
- provincia di Ragusa, e comprende il territorio dei comuni di Vittoria, Comiso, Acate, Chiaramonte Gulfi, Santa Croce Camerina e, in parte, il territorio del comune di Ragusa.
- provincia di Caltanissetta, e comprende il territorio dei comuni di Niscemi, Gela, Riesi, Butera e Mazzarino.
- provincia di Catania, e comprende il territorio dei comuni di Caltagirone, Licodia Eubea e Mazzarrone.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 65% pari a 52 hl/ettaro per entrambe tipologie di Cerasuolo di Vittoria. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
4. Produttori di Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
Con l’utilizzo della DOCG Cerasuolo di Vittoria i Produttori Vinicoli Siciliani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
Arrosti di carni bianche e rosse, brasati di manzo, selvaggina minuta allo spiedo e formaggi piccanti stagionati.
Gli intenditori più raffinati lo degustano come aperitivo proprio quando è molto vecchio.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Cerasuolo di Vittoria
La vitivinicoltura si diffuse nella Sicilia orientale sin dall’epoca della colonizzazione greca, (VII-VI sec. a.C.), in particolare, nella Sicilia sud-orientale, con la fondazione di Siracusa (733-734 A.C.) la più importante città greca dell’isola e, successivamente, con la fondazione da parte dei siracusani della colonia di Kamarina (598 A.C.), costruita alla foce del fiume Ippari, nell’attuale territorio della provincia di Ragusa e, dunque, nel comprensorio di produzione della docg “Cerasuolo di Vittoria”.
Alcune monete ritrovate nel territorio camarinese riportano, infatti, nell’esergo, la raffigurazione di anfore vinarie, tipiche per la bocca stretta e la pancia allungata, che venivano usate sopratutto per il trasporto e la commercializzazione del vino, così come numerose anfore sono state ritrovate nei fondali del mare antistante Kamarina. Sempre in questo territorio è stato ritrovato un reperto eccezionale costituito da una lamina di piombo arrotolata, che è un vero e proprio atto notarile di vendita di un terreno coltivato a vite, compreso tra i fiumi Ippari ed Irminio, il cui compratore era un donna proprietaria di una rivendita di vini, quindi in quella data (III sec. A.C. ) esisteva già la produzione di vino ed era inoltre oggetto di commercio.
Con l’occupazione romana il vino di questa zona della Sicilia veniva esportato a Roma e nell’Italia centro-meridionale; durante degli scavi a Pompei sono state ritrovate delle anfore vinarie che riportano delle iscrizioni sui luoghi di provenienza del vino: Taormina e Mesopotamio. In epoca romana questa zona ricca e fertile posta tra i due fiumi Ippari e Dirillo, era infatti chiamata “Plaga Mesopotamium” e coincideva con l’attuale zona di produzione del Cerasuolo di Vittoria. Camarina rappresentava lo sbocco naturale dei prodotti agricoli, tra cui il vino, prodotti in questa zona, con un percorso che da Catania passava attraverso Lentini, Caltagirone, Acate, Vittoria e Comiso, la cui attività vitivinicola è testimoniata da ritrovamenti di palmenti, fondaci per le soste, fornaci per la costruzione di anfore da vino.
Nel 1606, la nobildonna Vittoria Colonna Henriquez, contessa di Modica, decise di fondare la città di Vittoria, e per incentivarne l’urbanizzazione regalo ai primi 75 coloni un ettaro di terreno a condizione che ne coltivassero un altro a vigneto. Per tutto il seicento si ebbe un enorme espansione dei vigneti in questa zona grazie ad una politica di incentivazione delle colture intensive pregiate, come appunto la vite, che valorizzavano la naturale fertilità del suolo. Il vino veniva esportato prima soltanto nelle varie altre città della contea di Modica, successivamente, attraverso il porto di Scoglitti e le navi trapanesi e mazaresi, veniva esportato anche a Malta.
Nel 1777 l’esenzione dal dazio sul mosto fece aumentare ancora di più la superficie a vigneto soprattutto ad opera di piccoli e medi possidenti, enfiteuti e mezzadri. L’abate Paolo Balsamo nel suoi appunti di viaggio attraverso la Contea di Modica (1808) asserisce che la campagna di Vittoria è ricca di vigneti e si produce vino che considera il migliore tra quelli da pasto di tutta la Sicilia. Il fiorentino Domenico Sestini trasferitosi a Catania come bibliotecario al servizio del principe di Biscari, dà una importante testimonianza della vitivinicoltura di questa zona della Sicilia; nella lezione che tenne nel 1812 all’Accademia dei Georgofili sui vini del territorio di Vittoria, elogia la qualità di questi vini e ne descrive i vitigni, il sistema di impianto e di coltivazione, la fertilità dei terreni, le modalità di vendemmia e vinificazione.
Nella seconda metà dell’ottocento si ebbe un ulteriore sviluppo economico di questa zona e la città di Vittoria divenne una delle città più floride e produttive della Sicilia. In questo periodo ci fu un massiccio processo di riconversione colturale; migliaia di ettari, prima coltivati a grano furono riconvertiti in colture più redditizie, tra cui il vigneto. Tale trasformazione fu spinta dalla crescita della domanda di vino e dal relativo aumento dei prezzi, dal progresso tecnologico delle operazioni colturali che rese più facile e redditizia la coltivazione dei vigneti. Il porto di Scoglitti fu potenziato per fare fronte alle richieste di esportazione dei vini; nel 1860 l’esportazione dei vini di Vittoria toccò i 300 mila ettolitri.
Ma a partire dalla fine del secolo l’epidemia della Fillossera portò alla distruzione di gran parte dei vigneti della Sicilia e, Vittoria, con la sua spinta specializzazione viticola, pagò a caro prezzo la scelta monoculturale; migliaia di piccoli proprietari caddero in rovina. Agli inizi del XX secolo si diffuse la tecnica dell’innesto su vite americana resistente alla fillossera, ma i piccoli proprietari e mezzadri erano totalmente privi di capitale per procedere ai reimpianti, per cui fu ad opera di grosse famiglie proprietarie terriere che si procedette alla riconversione dei vigneti.
La crisi economica conseguente alla fillossera e la guerra commerciale con la Francia segnarono il declino della produzione dei vini ad alta gradazione ed ad intenso colore, che venivano esportati in Francia come vini da taglio, ed aumentò la produzione dei vini da pasto a più moderato tenore alcolico, profumati e freschi, antesignani degli attuali vini a DOCG “Cerasuolo di Vittoria”.
Nel corso dei secoli dunque la viticoltura ha mantenuto un ruolo di coltura molto importante per il territorio, fino ad arrivare ad oggi. La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende, la professionalità degli operatori che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza della denominazione come testimoniano i riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale dei vini prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento. Questa evoluzione positiva è sancita dal passaggio dei vini “Cerasuolo di Vittoria” da DOC nel 1991 a DOCG avvenuto nel 2005.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 11.08.1971, G.U. 247 del 30.09.1971
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Vernaccia di Oristano D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Vernaccia di Oristano” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Vernaccia di Oristano
- Vernaccia di Oristano Superiore
- Vernaccia di Oristano Riserva
- Vernaccia di Oristano Liquoroso
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Vernaccia di Oristano
- Vernaccia di Oristano (Vino Bianco)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Vernaccia di Oristano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 15% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo dorato, ambrato, odore delicato, alcolico, con sfumature di fior di mandorlo e sapore fine, sottile, caldo, con leggero e gradevole retrogusto di mandorle amare.
- Vernaccia di Oristano Superiore (Vino Bianco Superiore)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Vernaccia di Oristano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 15,50% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Superiore dal colore giallo dorato, ambrato, odore delicato, alcolico, con sfumature di fior di mandorlo e sapore fine, sottile, caldo, con leggero e gradevole retrogusto di mandorle amare.
- Vernaccia di Oristano Riserva (Vino Bianco Invecchiato)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Vernaccia di Oristano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 15,50% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Invecchiato dal colore giallo dorato, ambrato, odore delicato, alcolico, con sfumature di fior di mandorlo e sapore fine, sottile, caldo, con leggero e gradevole retrogusto di mandorle amare.
- Vernaccia di Oristano Liquoroso (Vino Bianco Liquoroso)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Vernaccia di Oristano
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Sardegna.
- => 16,50% Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Liquoroso dal colore giallo dorato, ambrato, odore intenso, complesso, alcolico, dal sapore da secco a dolce.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Vernaccia di Oristano
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Vernaccia di Oristano si estende sulle colline dell'omonima provincia di Oristano situate a nord-ovest della Sardegna, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
La Zona di Produzione del Vino DOC Vernaccia di Oristano è localizzata in:
- provincia di Oristano e comprende il territorio dei comuni di Siamaggiore, Zeddiani, Baratili S. Pietro, Nurachi, Riola Sardo, Oristano (con le frazioni Nuraxinieddu, Massama, Donigala Fenugheddu, Silì), Santa Giusta, Palmas Arborea, Cabras (frazione Solanas), Simaxis (con la frazione S. Vero Congius), Solarussa, Ollastra, Zerfaliu, Tramatza, Milis, S. Vero Milis e Narbolia.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Vernaccia di Oristano
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOC Vernaccia di Oristano prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Vernaccia di Oristano non dovrà essere superiore al 65%.
- Nel corso del mese di marzo dell'anno successivo a quello della vendemmia il vino, previa filtrazione ed eventuale chiarificazione, viene trasferito in botti di castagno o di rovere per essere sottoposto ad almeno 24 mesi di invecchiamento.
- Le uve di Vernaccia di Oristano, dopo il primo travaso, può essere usata per la preparazione del Vino DOC Vernaccia di Oristano Liquoroso mediante la sola pratica dell'aggiunta di alcol da vino o da materie vinose o di acquavite di vino. Il prodotto così trattato deve essere trasferito in botti di castagno o di rovere per essere sottoposto ad invecchiamento minimo di due anni.
- Il Vino DOC Vernaccia di Oristano con la qualifica Superiore deve essere sottoposto ad invecchiamento per per almeno 36 mesi.
- Il vino DOC Vernaccia di Oristano con menzione Riserva deve essere sottoposto ad invecchiamento in fusti per almeno 48 mesi.
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Vernaccia di Oristano è consentito fare precedere alla denominazione del vino il nome geografico "Sardegna".
- Sulle etichette di ciascuna tipologia di Vino DOC Vernaccia di Oristano è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve, ad eccezione della tipologia di Vino Liquoroso.
4. Produttori di Vino DOC Vernaccia di Oristano
Con l’utilizzo della DOC Vernaccia di Oristano i Produttori Vinicoli Sardi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di Qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche e le caratteristiche che lo identificano in un territorio ben definito che l'appassionato o l'estimatore potrà maggiormente percepire ed apprezzare durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Vernaccia di Oristano
Bottarga e salmone affumicato e formaggi piccanti, zuppe di pesce speziate e pesce azzurro grigliato.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Vernaccia di Oristano
La millenaria storia vitivinicola della Vernaccia, comprovata da numerosi documenti storici, rappresenta la testimonianza della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e le peculiarità della “Vernaccia di Oristano”.
Il vino Vernaccia di Oristano è il “vino sardo” per eccellenza, diverso da tutti gli altri vini continentali, omonimi o non; un vino come pochi che ha uno stretto legame con il suo territorio e con tutto il paesaggio che lo circonda, un vino elevato a simbolo dall’intera comunità isolana e in quanto tale considerato patrimonio da proteggere e valorizzare.
Di questo vino, alla fine dell’Ottocento, l’illustre prof. Sante Cettolini, Preside della Regia Scuola di Viticoltura e di Enologia di Cagliari ebbe a scrivere: “la Vernaccia di Oristano va giudicata con i sensi e non con gli strumenti del chimico. E' il suo aroma che vale, è la delicatezza del suo assieme che ti conquista; è quel suo curioso sapore di frutta, di amarognolo, pieno di grazia, che non vi stanca mai, anzi vi seduce...... Uno dei più strani, uno dei più pregevoli, uno dei più desiderabili vini che la Provvidenza ha elargito a chi vive in quella zona del Tirso .......”.
In riferimento al vino prodotto vi sono nella zona di produzione diversi singoli produttori e una cantina cooperativa denominata “Cantina sociale della vernaccia”, che raccoglie la produzione dei soci soci conferitori. E' opportuno rimarcare che i produttori possiedono un prodotto unico che esalta le proprie intrinseche caratteristiche in una piccolissima area geografica. Questa consapevolezza guida le azioni volte alla valorizzazione commerciale di un vino che è l'emblema di questo territorio.
A questo proposito, la storia millenaria del vitigno e delle generazioni che l’hanno utilizzato diventa un ulteriore valore aggiunto che può incrementare la fruizione del territorio e valorizzarne anche le sue aree interne.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione ove sono state sempre più affinate le pratiche enologiche con il contributo del progresso scientifico e tecnologico. Ciò ha permesso di migliorare la professionalità ed accrescere il livello qualitativo e la notorietà della “Vernaccia di Oristano”.
Il Vino DOC Vernaccia di Oristano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 11 agosto 1971.