Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvato DOC con D.P.R. 26.03.1970, G.U. 130 del 26.05.1970 - Approvato DOCG con D.M. 18.07.2003, G.U. 180 del 05.08.2003
Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Greco di Tufo D.O.C.G.
La Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Greco di Tufo”, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Bianco
- Spumante
1. Tipologie e Uve del Vino DOCG Greco di Tufo
- Greco di Tufo Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Greco bianco
- =< 15% Vitigno Coda di Volpe bianca
- => 11,50% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore gradevole, intenso, fine, caratteristico e dal sapore fresco, secco e armonico.
- Greco di Tufo Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Extra-brut /Brut
- => 85% Vitigno Greco bianco
- =< 15% Vitigno Coda di Volpe bianca
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso con riflessi verdognoli o dorati, odore caratteristico, gradevole, con delicato sentore di lievito e dal sapore sapido, fine e armonico, del tipo "extrabrut" o del tipo "brut".
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOCG Greco di Tufo
L’orografia collinare del territorio di produzione e l’esposizione prevalente dei vigneti, orientati ad Sud-Est/Sud-Ovest, e localizzati in zone particolarmente vocate alla coltivazione della vite, concorrono a determinare un ambiente adeguatamente ventilato, luminoso, favorevole all’espletamento equilibrato di tutte le funzioni vegeto-produttive della pianta.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Greco di Tufo è localizzata in:
- provincia di Avellino e comprende il territorio dei comuni di Tufo, Altavilla Irpina, Chianche, Montefusco, Prata di Principato Ultra, Petruro Irpino, Santa Paolina e Torrioni.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOCG Greco di Tufo
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOCG Greco di Tufo prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell'uva in vino finito, pronto per il consumo, non deve essere superiore al 70%. Nella vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti, atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche.
- Il vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Greco di Tufo” può essere elaborato nella tipologia "Spumante" con il metodo della rifermentazione in bottiglia (metodo classico) purché affinato per almeno 36 mesi in bottiglia.
4. Produttori di Vino DOCG Greco di Tufo
Con l’utilizzo della DOCG Greco di Tufo i Produttori Vinicoli Campani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOCG Greco di Tufo
Crostacei bolliti, risotto ai funghi porcini, dentice al rosmarino e olio di oliva, sformati di verdura e formaggi giovani e molli. La versione Spumante, vivace e delicata, accompagna i primi piatti più ricercati della cucina marinara: dalle aragoste alla cardinale, al baccalà alla napoletana, pesci alla griglia e calamari in umido.
6. Storia e Letteratura del Vino DOCG Greco di Tufo
La viticoltura nell’area di produzione del Greco di Tufo ha origini antichissime che risalgono alle popolazioni locali e successivamente all’arrivo di colonizzatori greco–micenei i quali diedero primo impulso alla millenaria coltivazione della vite nell’antico Sabazios, poi ripresa dagli etruschi.
Il vitigno più antico dell'Avellinese è senza dubbio il Greco di Tufo, da cui si ricava l'omonimo vino, importato dalla regione greca della Tessaglia, dai Pelagi. La conferma dell'origine millenaria di questa vite è data dal ritrovamento a Pompei di un affresco risalente al I secolo a.C. dove si menziona esplicitamente il "vino Greco".
La coltivazione del vitigno Greco fu diffusa all'inizio sulle pendici del Vesuvio e successivamente in altre zone della in provincia di Avellino, dove prese il nome di Greco di Tufo. Il suo nome “Greco” ci dichiara apertamente le origini geografiche e storiche, in principio era chiamato Aminea Gemina: Aristotele riteneva che il vitigno delle Aminee arrivasse dalla Tessaglia, terra di origine degli Aminei, popolo che colonizzò la costa napoletana ed impiantò questo pregiato vitigno sui pendii fertili del Vesuvio. Ne testimonia la remota presenza sul vulcano un affresco ritrovato nell’antica Pompei risalente al I secolo a.c., dove viene chiaramente nominato il vino “greco”. Plinio il Vecchio invece ne conferma il pregio scrivendo “ In verità il vino Greco era così pregiato che nei banchetti veniva versato una sola volta”.
Nel corso del tempo, l’antico popolo ellenico si spinse verso l’interno della Campania e l’Aminea Gemina (gemina sta per gemella in quanto produceva numerosi grappoli doppi) raggiunse l’ Irpinia, zona notoriamente vocata per la produzione di vini di qualità. Scrittori come Catone, Varrone, Virgilio, Plinio e Columella lodavano la fertilità di queste viti che si distinguevano non solo per la qualità del prodotto ma anche per la costanza di produzione, tanto che, si legge in Columella, da un pergolato, pare, si potessero ottenere cinquanta litri di vino per ciascun ceppo. Lo stesso autore vissuto all’inizio dell’era cristiana, proprietario e coltivatore, descrisse cinquanta vitigni e fra questi dette maggior risalto alle viti Aminee che annoverò tra le più produttive.