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  • NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI

    • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvata con D.M. 04.09.2003, G.U. 214 del 15.09.2003
    • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


  • VINO TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI D.O.C.

    La denominazione di origine controllata «Terre dell'Alta Val D'Agri» e' riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

    1. Rosso
    2. Rosso Riserva
    3. Rosato

  • 1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI

     

    • Terre dell'Alta Val d'Agri Rosso (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco
    • => 50% Vitigno Merlot
    • => 30% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato, odore gradevole, fruttato, dal sapore armonico, rotondo, tipico, caratteristico.

    • Terre dell'Alta Val d'Agri Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
    • Versioni: Secco
    • => 50% Vitigno Merlot
    • => 30% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato, odore gradevole, fruttato, dal sapore armonico, rotondo, tipico, caratteristico.

    • Terre dell'Alta Val d'Agri Rosato (Vino Rosato)
    • Versioni: Secco
    • => 50% Vitigno Merlot
    • => 20% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • => 10% Malvasia di Basilicata
    • =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosato dal colore rosa, di odore gradevole, caratteristico e dal sapore tipico, caratteristico.

    __________

    (Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


  • 2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI

    L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Terre dell'Alta Val d'Agri fa parte dell'omonimo comprensorio dell’Alta Val d’Agri, una vallata intrappenninica in prossimità del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano, a confine con la regione Campania. Il territorio beneficia dei particolari influssi pedoclimatici che concorrono a determinare un ambiante adeguatamente ventilato, luminoso, idealmente vocato per la coltivazione dei vigneti i cui grappoli crescono ricchi di pregiate sostanze aromatiche e coloranti che si riconoscono nella degustazione dei vini.

    La Zona di Produzione del Vino DOC Terre dell'Alta Val d'Agri è localizzata in:

    • provincia di Potenza e comprende il territorio dei comuni di Viggiano, Grumento Nova e Moliterno.

  • 3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI

    Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

    Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Terre dell'Alta Val d'Agri prevedono, tra l'altro, che:

    • La resa massima dell’uva in vino DOC Terre dell'Alta Val d'Agri non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
    • I seguenti vini devono essere sottoposti ad un periodo di invecchiamento:
      • Terre dell'Alta Val d'Agri Rosso: 12 mesi;
      • Terre dell'Alta Val d'Agri Rosso Riserva: 24 mesi di cui 6 in legno.

  • 4. PRODUTTORI DI VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI

    Con l’utilizzo della DOC Terra dell'Alta Val d'Agri i Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione. 


  • 5. ABBINAMENTI GASTRONOMICI CON IL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI

    Primi piatti al forno, selvaggina, formaggi pecorini, salumi.


  • 6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI

    La millenaria storia vitivinicola riferita al territorio della Valle dell’Agri, dai primi insediamenti del IV sec. a.C., ai contatti successivi coi coloni della Magna Grecia, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Terre dell’Alta Val d’Agri”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.

    In particolare la presenza della viticoltura nell’area della Valle dell’Agri è attestata da numerosi reperti archeologici come vasi, coppe, attingitoi ritrovati nel sito di Grumentum, che documentano l’uso quotidiano del vino e contribuiscono a definire il panorama culturale in cui avvenne la sintesi tra la tradizione greca e quella indigena appulo-lucana.

    La coltivazione della vite in epoca medievale nell’agro di Grumento e nell’Alta Val d’Agri è provata da una ricca documentazione storica relativi testamenti, atti di vendita di poderi con vigna e lasciti ereditari delle famiglie nobili a favore della Badia di Cava (XII secolo). La documentazione storica, nota come gli Statuti di Montemurro (XIII-XIV secolo), contempla le sanzioni e gli indennizzi relativi ai danni arrecati ai vigneti dagli uomini e dal loro bestiame, inoltre stabilisce regole sule modalità di vendita del vino e sui ricavi ottenuti.

    Tra il XV e il XVII secolo la coltura della vite e la produzione del vino sono ben rappresentate nei catasti onciari dei comuni dell’area di produzione, la vigna rappresenta un elemento fondamentale nelle descrizioni del paesaggio e dell’ambiente socio-economico rappresentato dagli storici.

    La "Statistica murattiana" del 1811 illustra le produzioni viticole dell’area e loda le caratteristiche dei vini prodotti; notizie ancora più precise sull’estensione delle vigne, sull’entità delle produzioni e metodologie utilizzate ci vengono fornite dai dati della Mostra Enologica di Potenza del 1887.

    La DOC “Terre dell’Alta Val d’Agri” è stata riconosciuta con Decreto Ministeriale del 4 settembre 2003.

MATERA DOC

  • NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC MATERA

    • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 06.07.2005, G.U. 163 del 15.07.2005 
    • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale Prot. Uscita N.0050348 del 12/07/2019

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


  • VINO MATERA D.O.C.

    La denominazione di origine controllata «Matera» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

    1. Rosso
    2. Primitivo
    3. Primitivo Passito
    4. Rosato
    5. Moro
    6. Moro Riserva
    7. Greco
    8. Bianco
    9. Bianco Passito
    10. Spumante
    11. Spumante Rosé

  • 1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC MATERA

    1. Tipologie e Uve del Vino DOC Matera

     

    • Matera Rosso (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco
    • => 60% Vitigno Sangiovese
    • => 30% Vitigno Primitivo
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore complesso, fruttato e sapore armonico, caratteristico.

    • Matera Primitivo (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco /Abboccato
    • => 90% Vitigno Primitivo
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al violaceo ed al granato con l'invecchiamento, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore da secco ad abboccato, con residuo zuccherino massimo di 14.0 g/l, pieno, armonico, tendente al vellutato.

    • Matera Rosato (Vino Rosato)
    • Versioni: Secco
    • => 90% Vitigno Primitivo
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosato dal colore rosato cerasuolo, odore intenso, persistente caratteristico e sapore secco, pieno, armonico.

    • Matera Primitivo Passito (Vino Rosso Passito)
    • Versioni: Dolce
    • => 90% Vitigno Primitivo
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 14,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso Passito dal colore rosso più o meno carico tendente al granato, odore caratteristico ed intenso e sapore dolce, armonico e vellutato.

    • Matera Moro (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco
    • => 60% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • => 20% Vitigno Primitivo
    • => 10% Vitigno Merlot
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore intenso, persistente e sapore secco, pieno, armonico tendente al vellutato.

    • Matera Moro Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
    • Versioni: Secco
    • => 60% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • => 20% Vitigno Primitivo
    • => 10% Vitigno Merlot
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore intenso, persistente e sapore secco, di corpo, armonico tendente al vellutato.

    • Matera Greco (Vino Bianco)
    • Versioni: Secco
    • => 85% Vitigno Greco
    • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 11% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore caratteristico, intenso, persistente e sapore tipico, caratteristico.

    • Matera Bianco (Vino Bianco)
    • Versioni: Secco
    • => 85% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
    • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 11° Gradazione alcolica 
    • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore intenso, fruttato e sapore tipico, secco, sapido.

    • Matera Bianco Passito (Vino Bianco Passito)
    • Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
    • => 85% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
    • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 13% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco Passito dal colore dal giallo carico all’ambrato a seconda dell’invecchiamento, odore intenso, fruttato e sapore caratteristico, da secco a dolce, sapido.

    • Matera Spumante (Vino Bianco Spumante)
    • Versioni: Spumante Brut
    • => 85% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
    • =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino, odore fruttato, tipico, gradevole e sapore tipico, caratteristico.

    • Matera Spumante Rosè (Vino Rosato Spumante)
    • Versioni: Spumante Brut
    • => 90% Vitigno Primitivo
    • =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • => 12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosato Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosato cerasuolo, odore fruttato, caratteristico, gradevole e sapore caratteristico.

    __________

    (Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


  • 2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC MATERA

    L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Matera ricade nella parte ovest sud-ovest della Regione Basilicata, su una superficie abbastanza ampia che interessa tutta la provincia di Matera e comprende un territorio di media collina e fascia litorale costiera.

    La Zona di Produzione riguarda la provincia di Matera e comprende:

    • l'intero territorio della provincia di Matera.

  • 3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC MATERA

    La resa massima dell’uva in vino DOC Matera non dovrà essere superiore al 70% e del 50% per la tipologia Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.

    Le pratiche enologiche relative alla producione dei Vini DOC Matera prevedono, tra l'altro, che:

    • la spumantizzazione dei Vini DOC Matera Spumante e Spumante Rosè devono essere effettuate con la fermentazione in bottiglia;
    • Le tipologie di Vino DOC Matera Rosso, Primitivo, Moro devono essere sottoposti ad un periodo di maturazione obbligatorio di 12 mesi; per la versione Riserva il periodo è di 36 mesi di cui almeno 24 in botte.

  • 4. PRODUTTORI DI VINO DOC MATERA

    Con l’utilizzo della DOC Matera Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.

    CANTINE VINICOLE



  • 6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC MATERA

    La millenaria storia vitivinicola legata a questo territorio, dalla Magna Grecia, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Matera”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.

    In particolare la presenza della viticoltura nell’area è attestata fin dall’età del bronzo da una serie di piccoli insediamenti, tra il Basento e il Sinni, le cui necropoli hanno rivelato la presenza di personaggi con ricchissimi corredi funerari che già attestano la coltivazione della vite.

    Le figurazioni presenti su vasellame rinvenuto nell’area mostrano la caratteristica forma di coltivazione utilizzata nel periodo della Magna Grecia, l’alberello con speroni corti.

    Documento ancora più importante, che testimonia la presenza di una viticoltura evoluta nell’area, è costituito dalle Tavole di Heraclea, risalenti al VII sec. a.C e conservate al museo di Metaponto, che rappresentano la prima mappa catastale che riporta fedelmente la disposizione dei campi coltivati a vite nelle terre di pertinenza del tempio di Atena ad Eraclea (Policoro).

    Risalgono al 1200 i primi documenti relativi alla vendita di vigne; nel corso dei secoli successivi i poderi coltivati a vite diventano base dell’imposizione censuaria. Nel 1677 il territorio di Montescaglioso, situato tra la marina e la montagna, produceva buonissima qualità di vini bianchi e rossi, i migliori di tutta la provincia tanto da essere venduti ai vicini paesi della Puglia. Del resto l’economia della città ruotava attorno al monastero benedettino di S. Michele ed i monaci da sempre avevano imparato a separare nelle cantine del monastero il vino da consumare da quello da vendere.

    Nel 1887 si tiene la prima mostra enologica lucana , in quella occasione l’archeologo materano Domenico Ridola, esperto anche di enologia, fu premiato con menzione onorevole per un vino color rosso ciliegia, odore fragrante, con sapore squisito da dessert con 15,60% di alcool, chiamato San Bardo.

    Il vino, di cui si conserva ancora l’etichetta datata 1885 nel Museo Archeologico Nazionale di Matera, era prodotto con uve del vitigno Primitivo. In quel periodo Matera con i suoi 2000 ettari di suolo coltivato a vigna e con un prodotto di circa 50.000 ettolitri di vino all’anno su una popolazione di 15.593 abitanti (documentata nel 1881), era ancora il maggior produttore di vino della Basilicata.

    Una parte rilevante dell’economia vinicola dell’area è legata alla produzione degli spumanti, questi prodotti hanno rappresentato una forma di specializzazione produttiva dell’area che ha permesso di far conseguire agli operatori del posto rilevante notorietà. I produttori di vini della provincia di Matera commercializzavano fuori regione grandi quantità di vino spumante destinato a banchetti nuziali, feste patronali e festività religiose. Le prime produzioni di vino spumante risalgono agli inizi del 1900 ma intorno agli anni 1950-1960 che si raggiunge il picco, infatti alcune aziende ancor oggi in attività si specializzano in tale settore. Tale fenomeno si spiega con una notevole richiesta del mercato, segno di apprezzamento del prodotto, che determinava un prezzo medio di vendita superiore di tre quattro volte al prezzo medio di mercato del vino fermo.

    La DOC Matera è stata riconosciuta con Decreto Ministeriale del 6 luglio 2005.

  • NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 24.07.2009, G.U. 184 del 10.09.2009
    • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


  • VINO GROTTINO DI ROCCANOVA D.O.C.

    La denominazione di origine controllata “Grottino di Roccanova” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

    1. Rosso
    2. Rosso Riserva
    3. Bianco
    4. Rosato

  • 1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA


    • Grottino di Roccanova Bianco (Vino Bianco)
    • Versioni: Secco
    • => 80% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
    • =< 20% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • =>11% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore intenso, fruttato, dal sapore tipico, secco.

    • Grottino di Roccanova Rosato (Vino Rosato)
    • Versioni: Secco
    • ><60-85% Vitigno Sangiovese
    • ><5-30% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • ><5-30% Vitigno Malvasia Nera di Basilicata
    • ><5-30% Vitigno Montepulciano
    • =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • =>12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosato dal colore rosa, odore intenso fruttato e sapore fresco, equilibrato, secco. 

    • Grottino di Roccanova Rosso (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco
    • ><60-85% Vitigno Sangiovese
    • ><5-30% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • ><5-30% Vitigno Malvasia Nera di Basilicata
    • ><5-30% Vitigno Montepulciano
    • =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • =>12% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore intenso, persistente, dal sapore tipico, caratteristico, secco.

    • Grottino di Roccanova Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
    • Versioni: Secco
    • ><60-85% Vitigno Sangiovese
    • ><5-30% Vitigno Cabernet Sauvignon
    • ><5-30% Vitigno Malvasia Nera di Basilicata
    • ><5-30% Vitigno Montepulciano
    • =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
    • =>13% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato, odore intenso, persistente, dal sapore tipico, caratteristico, secco.

    __________

    (Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


  • 2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Grottino di Roccanova è rappresentata da un territorio collinare risalente all'epoca Pleistocene medio. Le componenti del terreno e i fattori climatici, che favoriscono escursioni termiche nel periodo estivo e invernale, regolano la formazione di sostanze aromatiche e coloranti, che conferiscono al vino caratteristiche di grande pregio.

    La Zona di Produzione del Vino DOC Grottino di Roccanova è localizzata in:

    • provincia di Potenza e comprende il territorio dei comuni di Roccanova, Sant’Arcangelo e Castronuovo di S. Andrea.

  • 3.VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

    Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Grottino di Roccanova prevedono, tra l'altro, che:

    • La resa massima dell’uva in vino DOC Grottino di Roccanova non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
    • Le seguenti tipologie di vino devono essere sottoposte ad un periodo di invecchiamento:
      • Grottino di Roccanova Bianco: 5 mesi;
      • Grottino di Roccanova Rosato: 5 mesi;
      • Grottino di Roccanova Rosso: 9 mesi;
      • Grottino di Roccanova Rosso Riserva: 36 mesi almeno di maturazione in grotta.

  • 4. PRODUTTORI DI VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    Con l’utilizzo della DOC Grottino di Roccanova i Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione. 


  • 5. ABBINAMENTI GASTRONOMICI CON IL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    Piatti di Pesce, funghi freschi, carni bianche, formaggi freschi.


  • 6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    La millenaria storia vitivinicola riferita al territorio di produzione, dai rinvenimenti delle prime fattorie di età repubblicana (V sec. a.C.) fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Grottino di Roccanova”.

    Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.

    I documenti che attestano non solo l’importanza della viticoltura nell’area ma descrivono anche una realtà socio-economica basata in maniera prevalente sulla produzione di vino sono costituiti dalle ricognizioni catastali relative a Roccanova e risalenti 1753, in esse si contano 363 capifamiglia conduttori di vigneti su 387 e oltre 50 grotte ad esclusivo uso di vino, capillarmente distribuite sul territorio, urbano e rurale.

    Nel più dettagliato catasto rurale del 1816 le grotte da vino censite nel comune di Roccanova sono 212, ma un consistente numero di vigne e cantine risulta presente anche nei comuni limitrofi, se ne contano 130 a Castronuovo S. Andrea 130 e 307 a S. Arcangelo. Nel corso del tempo le tradizionali grotte-cantine scavate al di sotto dell’abitato hanno lasciato il posto a nuove cantine localizzate in punti più distanti dal nucleo centrale dell’abitato.

    Nel corso degli anni la produzione del vino e la caratterizzazione del paesaggio rurale e urbano, legata a tale attività, si sono legate in maniera così profonda da rappresentare un tratto distintivo dell’attività socio-economica della comunità.

    La DOC “Grottino di Roccanova” è stata riconosciuta con Decreto Ministeriale del 24 luglio 2009.


  • 7. PACCHETTI ENOTURISTICI SULLE STRADE DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA

    Visita Cantina e Degustazione by www.EnoViaggi.com

  • NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

    • Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 18.02.1971, G.U. 129 del 22.05.1971
    • Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014

--- Confine regionale    --- Confine provinciale  ♦ Zona di produzione

 


  • VINO AGLIANICO DEL VULTURE D.O.C.

    La Denominazione di Origine Controllata «Aglianico del Vulture» è riservata ai vino  che risponde alle condizioni ed ai requisiti del disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

    1. Aglianico del Vulture
    2. Aglianico del Vulture Spumante

  • 1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE


    • Aglianico del Vulture (Vino Rosso)
    • Versioni: Secco /Abboccato
    • =>100% Vitigno Aglianico del Vulture e Aglianico, da soli o congiuntamente.
    • =>12,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore tipico, gradevole ed intenso e sapore dal secco all'abboccato, giustamente tannico e sapido.

    • Aglianico del Vulture Spumante (Vino Rosso Spumante)
    • Versioni: Spumante Brut /Extra-dry
    • =>100% Vitigno Aglianico del Vulture e Aglianico, da soli o congiuntamente.
    • =>12,5% Vol. Titolo alcolometrico
    • Vino Rosso Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosso rubino tendente al granato (con l'evoluzione puo' assumere riflessi aranciati), odore fruttato, tipico, gradevole e sapore tipico e caratteristico, da brut a extra dry.

    __________

    (Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).


  • 2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

    L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Aglianico del Vulture è situata nella parte nord della Regione Basilicata, in un territorio di alta e media collina sulle pendici del Monte Vulture, vulcano spento, ma attivo fino al Pleistocene superiore, che ha la sua vetta maggiore a 1.327 mt s.l.m. e che degrada progressivamente verso ovest lungo il fiume Ofanto e verso Est verso la piana della Puglia.

    La Zona di Produzione del Vino DOC Aglianico del Vulture è localizzata in:

    • provincia di Potenza e comprende il territorio dei comuni di Rionero in Vulture, Barile, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Banzi e Genzano di Lucania.

  • 3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

    Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

    Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Aglianico del Vulture prevedono, tra l'altro, che:

    • La resa massima dell’uva in vino DOC Aglianico del Vulture non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
    • Le pratiche di vinificazione del Vino DOC Aglianico del Vulture Spumante prevedono la rifermentazione naturale in bottiglia per un periodo di almeno 9 mesi.

  • 4. PRODUTTORI DI VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

    Con l’utilizzo della DOC Aglianico del Vulture i Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione. 

    CANTINE VINICOLE  
    Cantina del Vulture »  
    Cantine Strapellum »  


  • 6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

    La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra del “Vulture”, dalla Magna Grecia, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Aglianico del Vulture”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.

    In particolare la presenza della viticoltura nell’area del Vulture è attestata da numerosi reperti archeologici come vasi, coppe, attingitoi ed una serie di utensili per la mescita del vino, decorati con scene legate al mondo del mito greco ed in particolare a Dioniso, prodotti in loco o importati dalla Grecia (fine IV e inizio III secolo), che documentano il panorama culturale in cui avvenne la sintesi tra la tradizione greca e quella indigena appulo-lucana.

    Reperti trovati nella pars rustica delle antiche ville romane scavate nel territorio tra Lavello e Venosa, Melfi, Atella e Rapolla, utili a ricostruire la loro utilizzazione produttiva, le relazioni e i rapporti di scambio tra l’agrum e Venosa suggeriscono l’esistenza di una pratica della viticoltura e della vinificazione.

    In epoca medievale si assiste ad una rinascita della viticoltura e della produzione vinicola. Ciò determina un incremento dell’estensione dei vigneti nei terreni di proprietà ecclesiastica, anche nell’area del Vulture, collegata anche ai diversi impieghi cui il vino veniva destinato come le celebrazioni delle messe e la medicina e l’alimentazione per le sue proprietà nutritive.

    Tra il XI e il XIV secolo la pratica viticola incide notevolmente sulla formazione del paesaggio agrario nelle campagne del Vulture. Tra il XIII e XV secolo tutte le pendici del Vulture sono coltivate a vigneto e le vigne sono per lo più concentrate nei terreni attaccati alle mura delle città ed in quelli più vicini.

    Le cantine sono sovente sistemate nelle grotte, a Melfi se ne contavano a centinaia. Un inventario eseguito nel 1589 ne registrava 110. A Melfi, a Rionero, a Barile, a Maschito e a Ripacandida le cantine erano tutte ricavate nelle grotte e negli ipogei naturali o scavati con modesti interventi. Oggi tutte le più importati case vitivinicole sono dotate di cantine ottenute dalla rivisitazione di quelle esistenti o ricostruite ex novo.

    In tempi più recenti all’esposizione universale di Milano del 1906 parteciparono anche dieci campioni di vini del Vulture, che furono apprezzati in quanto “vini di corpo, fragranti, fini”.

    Negli anni trenta la legge sui vini tipici italiani venne utilizzata da alcuni intermediari per impiantare cantine ed imbottigliare il vino. Sorsero così cantine ed aziende, molte delle quali ancora oggi costituiscono l’asse portante della moderna vitivinicoltura lucana.

    Con la pubblicazione a Parigi tra il 1901 e il 1910 del trattato di ampelografia (Ampélographie), curato da Pierre Viala e Victor Vermorel, in collaborazione con una équipe internazionale di 70 ampelografi, l’Aglianico entra nell’olimpo dei vitigni più conosciuti a livello internazionale.

    La DOC Aglianico del Vulture è stata riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica del 18 febbraio 1971.


  • 7. PACCHETTI ENOTURISTICI SULLE STRADE DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE

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Oltre 300 buyers, tra Importatori, Grossisti e Distributori in 70 paesi del mondo, sono le collaborazioni attive di Assovini.it

Assovini

Assovini.it è il sito del Vino e delle Cantine ideato nel 1986 e realizzato da un team di Sommelier con la collaborazione di Enologi e Produttori per diffondere i migliori Vini italiani nel mondo.

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