Assovini
NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 24.07.2009, G.U. 184 del 10.09.2009
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
VINO GROTTINO DI ROCCANOVA D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Grottino di Roccanova” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Rosso Riserva
- Bianco
- Rosato
1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA
- Grottino di Roccanova Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 80% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
- =< 20% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- =>11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore intenso, fruttato, dal sapore tipico, secco.
- Grottino di Roccanova Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- ><60-85% Vitigno Sangiovese
- ><5-30% Vitigno Cabernet Sauvignon
- ><5-30% Vitigno Malvasia Nera di Basilicata
- ><5-30% Vitigno Montepulciano
- =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa, odore intenso fruttato e sapore fresco, equilibrato, secco.
- Grottino di Roccanova Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- ><60-85% Vitigno Sangiovese
- ><5-30% Vitigno Cabernet Sauvignon
- ><5-30% Vitigno Malvasia Nera di Basilicata
- ><5-30% Vitigno Montepulciano
- =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore intenso, persistente, dal sapore tipico, caratteristico, secco.
- Grottino di Roccanova Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- ><60-85% Vitigno Sangiovese
- ><5-30% Vitigno Cabernet Sauvignon
- ><5-30% Vitigno Malvasia Nera di Basilicata
- ><5-30% Vitigno Montepulciano
- =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- =>13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato, odore intenso, persistente, dal sapore tipico, caratteristico, secco.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Grottino di Roccanova è rappresentata da un territorio collinare risalente all'epoca Pleistocene medio. Le componenti del terreno e i fattori climatici, che favoriscono escursioni termiche nel periodo estivo e invernale, regolano la formazione di sostanze aromatiche e coloranti, che conferiscono al vino caratteristiche di grande pregio.
La Zona di Produzione del Vino DOC Grottino di Roccanova è localizzata in:
- provincia di Potenza e comprende il territorio dei comuni di Roccanova, Sant’Arcangelo e Castronuovo di S. Andrea.
3.VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Grottino di Roccanova prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Grottino di Roccanova non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le seguenti tipologie di vino devono essere sottoposte ad un periodo di invecchiamento:
- Grottino di Roccanova Bianco: 5 mesi;
- Grottino di Roccanova Rosato: 5 mesi;
- Grottino di Roccanova Rosso: 9 mesi;
- Grottino di Roccanova Rosso Riserva: 36 mesi almeno di maturazione in grotta.
4. PRODUTTORI DI VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA
Con l’utilizzo della DOC Grottino di Roccanova i Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. ABBINAMENTI GASTRONOMICI CON IL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA
Piatti di Pesce, funghi freschi, carni bianche, formaggi freschi.
6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA
La millenaria storia vitivinicola riferita al territorio di produzione, dai rinvenimenti delle prime fattorie di età repubblicana (V sec. a.C.) fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Grottino di Roccanova”.
Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.
I documenti che attestano non solo l’importanza della viticoltura nell’area ma descrivono anche una realtà socio-economica basata in maniera prevalente sulla produzione di vino sono costituiti dalle ricognizioni catastali relative a Roccanova e risalenti 1753, in esse si contano 363 capifamiglia conduttori di vigneti su 387 e oltre 50 grotte ad esclusivo uso di vino, capillarmente distribuite sul territorio, urbano e rurale.
Nel più dettagliato catasto rurale del 1816 le grotte da vino censite nel comune di Roccanova sono 212, ma un consistente numero di vigne e cantine risulta presente anche nei comuni limitrofi, se ne contano 130 a Castronuovo S. Andrea 130 e 307 a S. Arcangelo. Nel corso del tempo le tradizionali grotte-cantine scavate al di sotto dell’abitato hanno lasciato il posto a nuove cantine localizzate in punti più distanti dal nucleo centrale dell’abitato.
Nel corso degli anni la produzione del vino e la caratterizzazione del paesaggio rurale e urbano, legata a tale attività, si sono legate in maniera così profonda da rappresentare un tratto distintivo dell’attività socio-economica della comunità.
La DOC “Grottino di Roccanova” è stata riconosciuta con Decreto Ministeriale del 24 luglio 2009.
7. PACCHETTI ENOTURISTICI SULLE STRADE DEL VINO DOC GROTTINO DI ROCCANOVA
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NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 18.02.1971, G.U. 129 del 22.05.1971
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
VINO AGLIANICO DEL VULTURE D.O.C.
La Denominazione di Origine Controllata «Aglianico del Vulture» è riservata ai vino che risponde alle condizioni ed ai requisiti del disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Aglianico del Vulture
- Aglianico del Vulture Spumante
1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE
- Aglianico del Vulture (Vino Rosso)
- Versioni: Secco /Abboccato
- =>100% Vitigno Aglianico del Vulture e Aglianico, da soli o congiuntamente.
- =>12,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore tipico, gradevole ed intenso e sapore dal secco all'abboccato, giustamente tannico e sapido.
- Aglianico del Vulture Spumante (Vino Rosso Spumante)
- Versioni: Spumante Brut /Extra-dry
- =>100% Vitigno Aglianico del Vulture e Aglianico, da soli o congiuntamente.
- =>12,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosso rubino tendente al granato (con l'evoluzione puo' assumere riflessi aranciati), odore fruttato, tipico, gradevole e sapore tipico e caratteristico, da brut a extra dry.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Aglianico del Vulture è situata nella parte nord della Regione Basilicata, in un territorio di alta e media collina sulle pendici del Monte Vulture, vulcano spento, ma attivo fino al Pleistocene superiore, che ha la sua vetta maggiore a 1.327 mt s.l.m. e che degrada progressivamente verso ovest lungo il fiume Ofanto e verso Est verso la piana della Puglia.
La Zona di Produzione del Vino DOC Aglianico del Vulture è localizzata in:
- provincia di Potenza e comprende il territorio dei comuni di Rionero in Vulture, Barile, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Banzi e Genzano di Lucania.
3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Aglianico del Vulture prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Aglianico del Vulture non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Le pratiche di vinificazione del Vino DOC Aglianico del Vulture Spumante prevedono la rifermentazione naturale in bottiglia per un periodo di almeno 9 mesi.
4. PRODUTTORI DI VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE
Con l’utilizzo della DOC Aglianico del Vulture i Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.
CANTINE VINICOLE Cantina del Vulture » Cantine Strapellum »
5. ABBINAMENTI GASTRONOMICI CON IL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE
Aperitivi, antipasti e secondi di carne come l'agnello con i funghi e verdure, formaggi stagionati come il pecorino di Filiano, il canestrato di Moliterno, il caciocavallo podolico, ma anche con la soppressata.
6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra del “Vulture”, dalla Magna Grecia, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Aglianico del Vulture”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.
In particolare la presenza della viticoltura nell’area del Vulture è attestata da numerosi reperti archeologici come vasi, coppe, attingitoi ed una serie di utensili per la mescita del vino, decorati con scene legate al mondo del mito greco ed in particolare a Dioniso, prodotti in loco o importati dalla Grecia (fine IV e inizio III secolo), che documentano il panorama culturale in cui avvenne la sintesi tra la tradizione greca e quella indigena appulo-lucana.
Reperti trovati nella pars rustica delle antiche ville romane scavate nel territorio tra Lavello e Venosa, Melfi, Atella e Rapolla, utili a ricostruire la loro utilizzazione produttiva, le relazioni e i rapporti di scambio tra l’agrum e Venosa suggeriscono l’esistenza di una pratica della viticoltura e della vinificazione.
In epoca medievale si assiste ad una rinascita della viticoltura e della produzione vinicola. Ciò determina un incremento dell’estensione dei vigneti nei terreni di proprietà ecclesiastica, anche nell’area del Vulture, collegata anche ai diversi impieghi cui il vino veniva destinato come le celebrazioni delle messe e la medicina e l’alimentazione per le sue proprietà nutritive.
Tra il XI e il XIV secolo la pratica viticola incide notevolmente sulla formazione del paesaggio agrario nelle campagne del Vulture. Tra il XIII e XV secolo tutte le pendici del Vulture sono coltivate a vigneto e le vigne sono per lo più concentrate nei terreni attaccati alle mura delle città ed in quelli più vicini.
Le cantine sono sovente sistemate nelle grotte, a Melfi se ne contavano a centinaia. Un inventario eseguito nel 1589 ne registrava 110. A Melfi, a Rionero, a Barile, a Maschito e a Ripacandida le cantine erano tutte ricavate nelle grotte e negli ipogei naturali o scavati con modesti interventi. Oggi tutte le più importati case vitivinicole sono dotate di cantine ottenute dalla rivisitazione di quelle esistenti o ricostruite ex novo.
In tempi più recenti all’esposizione universale di Milano del 1906 parteciparono anche dieci campioni di vini del Vulture, che furono apprezzati in quanto “vini di corpo, fragranti, fini”.
Negli anni trenta la legge sui vini tipici italiani venne utilizzata da alcuni intermediari per impiantare cantine ed imbottigliare il vino. Sorsero così cantine ed aziende, molte delle quali ancora oggi costituiscono l’asse portante della moderna vitivinicoltura lucana.
Con la pubblicazione a Parigi tra il 1901 e il 1910 del trattato di ampelografia (Ampélographie), curato da Pierre Viala e Victor Vermorel, in collaborazione con una équipe internazionale di 70 ampelografi, l’Aglianico entra nell’olimpo dei vitigni più conosciuti a livello internazionale.
La DOC Aglianico del Vulture è stata riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica del 18 febbraio 1971.
7. PACCHETTI ENOTURISTICI SULLE STRADE DEL VINO DOC AGLIANICO DEL VULTURE
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NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE
- Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita - Approvata DOC con D.P.R. 18.02.1971 - Approvata DOCG con D.M. 02.08.2010, G.U. 188 del 13.08.2010
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE
La Denominazione di Origine Controllata e Garantita «Aglianico del Vulture Superiore» è riservata ai vino che risponde alle condizioni ed ai requisiti del disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Aglianico del Vulture Superiore
- Aglianico del Vulture Superiore Riserva
1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE
- Aglianico del Vulture Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Aglianico del Vulture e/o Aglianico
- =>13,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore tipico, gradevole ed intenso e sapore secco, giustamente tannico, sapido, persistente, equilibrato. Con l’invecchiamento, in relazione alla conservazione in recipienti di legno, il sapore dei vini può rilevare lieve sentore di legno.
- Aglianico del Vulture Superiore Riserva (Vino Rosso Superiore Invecchiato)
- Versioni: Secco
- = 100% Vitigno Aglianico del Vulture e/o Aglianico
- =>13,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore Invecchiato dal colore rosso rubino intenso tendente al granato (con l'invecchiamento può assumere riflessi aranciati), odore tipico, gradevole ed intenso e sapore secco, giustamente tannico, sapido, persistente, equilibrato ed armonico. Con l’invecchiamento, in relazione alla conservazione in recipienti di legno, il sapore dei vini può rilevare lieve sentore di legno.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE
La zona geografica delimitata è situata nella parte nord della Regione Basilicata, in Provincia di Potenza, e comprende un territorio di alta e media collina posto sulle pendici del Monte Vulture, vulcano spento, ma attivo fino al Pleistocene superiore, che ha la sua vetta maggiore a 1.327 mt s.l.m. e che degrada progressivamente verso ovest, lungo il fiume Ofanto, e verso Est, in prossimità della piana della Puglia.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Aglianico del Vulture Superiore è localizzata in:
- provincia di Potenza e comprende il territorio dei comuni di Rionero in Vulture, Barile, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Banzi, Genzano di Lucania, escluse le tre isole amministrative di Sant'Ilario, Riparossa e Macchia del comune di Atella.
3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOCG Aglianico del Vulture Superiore prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima delle uve in vino non deve essere superiore al 65%. Il vino deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno l2 mesi in contenitori di legno e almeno 12 mesi in bottiglia. Il vino Denominazione di Origine Controllata e Garantita «Aglianico del Vulture Superiore» sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno 24 mesi in contenitori di legno e almeno 12 mesi in bottiglia può fregiarsi della qualificazione "Riserva".
4. PRODUTTORI DI VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE
Con l’utilizzo della DOCG Aglianico del Vulture Superiore i Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. ABBINAMENTI GASTRONOMICI CON IL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE
Formaggi stagionati, come il pecorino di Filiano, il canestrato di Moliterno, il caciocavallo podolico, ma anche con la soppressata, i ravioli locali, gli strascinati, i secondi di carne come l'agnello con i funghi e verdure.
PIETANZA VINO CERTIFICATO PRODUTTORE Capretto farcito » Rivonero Ne Plus Ultra » CQ 0076-02 » Cantina del Vulture »
6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOCG AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE
La coltivazione della vite nell’area del Vulture viene già descritta da autorevoli autori latini: Plinio, Strabone, Virgilio, Marziale che testimoniano la presenza di una viticoltura evoluta nella zona fin dal VII secolo a.C.. Il poeta Orazio, nato a Venosa, città del Vulture, celebra nelle sue Odi le qualità del vino prodotto nella sua terra. L’intero territorio del Vulture presenta reperti archeologici che documentano la produzione diffusa del vino, quale prodotto inteso come alimento, ma anche strumento di convivialità e di autorevole testimonianza di valore intrinseco tanto da essere oggetto di dono per divinità e personalità qualificate.
Nel corso dei secoli la coltivazione della vite, nell’area, è stata fortemente condizionata dalla polverizzazione fondiaria (anche ad oggi inferiore all’ettaro) ed alla struttura sociale della famiglia contadina. Questa viveva prevalentemente di auto sostentamento e, quindi, era fortemente sentito il legame con la terra e la vite in particolare che rappresentava l’unica forma di sostentamento. La necessità di produrre un’uva di ottima qualità si sposava perfettamente con un territorio difficile orograficamente e che richiedeva abbondante manodopera, ma che ha caratterizzato anche una notevole tradizione viticola che, nel tempo, è divenuta un vero e proprio “marchio d’area’.
La tradizione della vigna che diventa un vero e proprio “giardino” fa sì che il paesaggio venga fortemente caratterizzato da vigneti ordinati e ben tenuti e coltivati, ma anche l’uva si avvantaggia di pratiche colturali che consentono la migliore esposizione e la migliore maturazione dei tannini, molto abbondanti nell’Aglianico. D’altro canto solo una meticolosa preparazione dei vigneti consente all’uva di poter resistere al lungo ciclo vegetativo che si conclude con la piena maturazione in un periodo (ottobre-novembre) quando la piovosità è già alta, l’umidità diventa fattore di rischio sanitario e la neve può rendere difficile la raccolta.
- Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 24.05.1968, G.U. 178 del 15.07.1968
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 19.01.2023 - G.U. n. 30 del 06.02.2023
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione ◊ Sottozona
Vino Montepulciano d'Abruzzo D.O.C. Sottozona Terre dei Vestini
La denominazione d'origine controllata "Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre dei Vestini", è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
- Sottozona Terre dei Vestini
- Sottozona Terre dei Vestini Riserva
- Le Sottozone del Vino Montepulciano d'Abruzzo DOC »
- Sottozona Alto Tirino e Riserva »
- Sottozona Colline Pescaresi Superiore e Riserva »
- Sottozona San Martino sulla Marrucina Superiore e Riserva »
- Sottozona Teate e Riserva »
- Sottozona Terre Aquilane Superiore e Riserva »
- Sottozona Terre dei Peligni e Riserva »
- Sottozona Terre dei Vestini e Riserva »
- Sottozona Terre di Chieti Superiore e Riserva »
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre dei Vestini
- Sottozona Terre dei Vestini (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Montepulciano
- =< 10% Uve di altri Vitigni a bacca nera non aromatici idonei alla coltivazione per la regione Abruzzo.
- => 12,50° Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal Colore colore rosso rubino intenso, con lievi sfumature violacee, tendenti al granato con l’invecchiamento, Odore profumi di frutti rossi maturi, vegetale secco, spezie, intenso ed etereo, e Sapore secco, pieno, robusto, armonico e vellutato.
- Sottozona Terre dei Vestini Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Montepulciano
- =< 10% Uve di altri Vitigni a bacca nera non aromatici idonei alla coltivazione per la regione Abruzzo.
- => 13° Titolo alcolometrico 13°
- Vino Rosso Riserva dal Colore colore rosso rubino intenso, con lievi sfumature violacee, tendenti al granato con l’invecchiamento, Odore profumi di frutti rossi maturi, vegetale secco, spezie, intenso ed etereo, e Sapore secco, pieno, robusto, armonico e vellutato.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre dei Vestini
La zona geografica vocata alla produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo Sottozona Terre dei Vestini è compresa tra la fascia collinare litoranea e quella della collina interna della provincia di Pescara delimitata ad est dal mare adriatico e a nord-ovest dal massiccio del Gran Sasso. Queste colline danno luogo ad un paesaggio ondulato, con ampi dossi quasi pianeggianti e versanti poco acclivi e rotondeggianti.
La Zona di Produzione del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre dei Vestini è localizzata in:
- provincia di Pescara e comprende il territorio dei comuni di Cappelle sul Tavo, Catignano, Cepagatti, Città S. Angelo, Civitaquana, Civitella Casanova, Collecorvino, Elice, Farindola, Loreto Aprutino, Montebello di Bertona, Montesilvano, Moscufo, Nocciano, Penne, Pescara, Pianella, Picciano, Rosciano, Spoltore e Vicoli.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre dei Vestini
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre dei Vestini prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70% per entrambe tipologie di Montepulciano d'Abruzzo Sottozona Terre dei Vestini e Riserva. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il Vino Sottozona Terre dei Vestini deve essere sottoposto ad Invecchiamento per un periodo non inferiore a 18 mesi di cui almeno 9 in recipienti di legno, e almeno 3 mesi di Affinamento in bottiglia. Per la versione Riserva l'Invecchiamento non è inferiore a 24 mesi di cui almeno 9 in recipienti di legno, e almeno 6 di Affinamento in bottiglia.
4. Produttori di Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre dei Vestini
Con l’utilizzo della DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre dei Vestini i Produttori vinicoli abruzzesi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la visita alle cantine vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre dei Vestini
Primi piatti con ragù di carne, carni rosse grigliate e al forno, agnello alla griglia, pecora al caldaro, maiale in porchetta, spezzatino di maiale, formaggi vari, minestre e cacciagione.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Montepulciano d'Abruzzo - Sottozona Terre dei Vestini
Le notizie storiche sulla presenza della vite e del vino nell’area delimitata, come testimoniano diversi autori di differenti epoche, è legata soprattutto all’instancabile opera dei padri benedettini presenti nelle diverse abbazie sorte sul territorio dell’attuale provincia di Pescara quali quella di S. 23 Clemente a Casauria dell’871, quella di Santa Maria di Casanova del 1191 (Villa Celiera) e quella di Santa Maria d’Arabona del 1209 (Manoppello).
Le prime notizie sull’uso del toponimo “Terre dei Vestini” risalgono addirittura al VI secolo A.C. nel corso del quale la storia delle popolazioni italiche fu caratterizzata da una serie concatenata di migrazioni dovute alla pressione esercitata da popoli conquistatori o in espansione.
Come afferma Luigi Pareti nella “Storia di Roma e del mondo romano” l’avanzata degli Umbri fu determinante per lo spostamento e la formazione di nuovi popoli nell’Italia Centrale.
I Sanniti, di stirpe osca, furono i capostipite di molte popolazioni fra cui i Vestini, il cui nome pare abbia origine dalla dea Vesta (attualmente esiste una frazione del comune di Civitella Casanova chiamata Vestea), che giungevano al mare tra il fiume Aterno-Pescara e il Matrimo (Torrente Piomba), avevano al nord il monte Fiscella (ossia il Gran Sasso), mentre al sud giungevano (a tramontana del lago Fucino), fino agli attuali monti Velino e Sirente, comprendendo città notevoli come Pinna (attuale Penne), Ancia Vestina (attuale S. Demetrio dei Vestini in provincia de L’Aquila) e Aufinum (attuale Ofena in provincia de L’Aquila).
Ma, facendo un salto di parecchi secoli, come afferma Franco Cercone in uno dei suoi numerosi scritti “dobbiamo sicuramente alle famiglie dei Mezzana e dei Tabassi, alla fine del 1700, l’ampliamento dell’area di coltivazione del vitigno Montepulciano poiché queste, benché proprietarie di vasti possedimenti in Sulmona e nei centri limitrofi, indirizzarono le proprie mire sui fertili territori posti oltre le Gole di Popoli e lungo la Valle Pescara”.
In quest’area vengono infatti a formarsi ricchi feudi, per lo più in tenimento di Torre dei Passeri, Tocco da Casauria e Musellaro. E’ da ritenersi che le condizioni climatiche e le caratteristiche geologiche dell’alta Val Pescara, particolarmente favorevoli alla viticoltura, siano alla base delle motivazioni che indussero esponenti della nobiltà sulmonese ad espandere i loro possedimenti in quest’area ed è probabile che diversi vitigni, tra cui il Montepulciano, siano stati trapiantati dai Mezzana a Torre dei Passeri e da qui, il “vitigno portabandiera dell’Abruzzo”, sia migrato agli inizi del 1900 verso il chietino, la costa pescarese ed il teramano.
Da quanto detto si evince che la presenza del vitigno Montepulciano nell’area vestina risale ormai ad oltre un secolo ed in questa zona esso ha potuto esprimere tutte le sue potenzialità, evidenziando peculiari caratteristiche legate sia agli aspetti olfattivi che gustativi.
Esso costituisce oggi la base del vino abruzzese più importante ed apprezzato, simbolo enoico di un’intera regione, il “Montepulciano d’Abruzzo” DOC, riconosciuto nel 1968, il cui disciplinare è stato negli anni oggetto di alcune modifiche volte alla qualificazione del prodotto ed alla identificazione territoriale mediante la individuazione di specifiche sottozone quali quella delle “Terre dei Vestini”.