Assovini
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.P.R. 2.04.1969, G.U. 139 del 4.06.1969
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Cirò D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Cirò” è riservata ai vini che rispondono ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso, anche nelle tipologie:
- Superiore
- Superiore Riserva
- Rosato
- Bianco
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Cirò
- Cirò Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 80% Vitigno Greco Bianco
- =< 20% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi verdognoli, odore armonico, gradevole, dal sapore da secco ad abboccato, armonico, delicato, caratteristico.
- Cirò Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 80% Vitigno Gaglioppo
- =< 10% Vitigni Barbera, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Merlot;
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- => 12,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, più o meno intenso, con riflessi violacei e con tendenza al granato nelle riserve. Odore gradevole, delicato, intensamente vinoso, dal sapore secco, corposo, caldo, armonico, vellutato con l'invecchiamento.
- Cirò Superiore (Vino Rosso Superiore)
- Versioni: Secco
- => 80% Vitigno Gaglioppo
- =< 10% Vitigni Barbera, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Merlot;
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- => 13,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino, più o meno intenso, con riflessi violacei e con tendenza al granato nelle riserve. Odore gradevole, delicato, intensamente vinoso, dal sapore secco, corposo, caldo, armonico, vellutato con l'invecchiamento.
- Cirò Superiore Riserva (Vino Rosso Superiore Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 80% Vitigno Gaglioppo
- =< 10% Vitigni Barbera, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Merlot;
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- => 13,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Superiore Invecchiato dal colore rosso rubino, più o meno intenso, con riflessi violacei e con tendenza al granato nelle riserve. Odore gradevole, delicato, intensamente vinoso, dal sapore secco, corposo, caldo, armonico, vellutato con l'invecchiamento.
- Cirò Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 80% Vitigno Gaglioppo
- =< 10% Vitigni Barbera, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Merlot;
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- => 12,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosè più o meno intenso, odore delicato e vinoso, dal sapore da secco ad abboccato, fresco, armonico e gradevole.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Cirò
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Cirò è situata all’estremo nord della Provincia di Crotone, sul litorale della costa Ionica e nel suo entroterra collinare sino alle prime pendici della Sila.
La Zona di Produzione del Vino DOC Cirò è localizzata in provincia di Crotone, e per le seguenti tipologie:
- Cirò Rosso, Superiore, Superiore Riserva, Rosato e Bianco, comprende il territorio dei comuni di Cirò, Cirò Marina e, in parte, il territorio dei comuni di Melissa e Crucoli.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Cirò
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Cirò prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Cirò non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- I vini Cirò Rosso Superiore, sottoposti ad un periodo di invecchiamento di almeno 24 mesi, possono riportare in etichetta la menzione Riserva.
4. Produttori di Vino DOC Cirò
Con l’utilizzo della DOC Cirò i Produttori Vinicoli Calabresi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Cirò
Primi piatti conditi con ragù, carni rosse, cacciagione, la tradizionale 'nduja calabrese, il pecorino crotonese e i salumi tipici della Calabria.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Cirò
L’attuale vino Cirò, deriva da un vino che anticamente era chiamato “Krimisa”. Il nome probabilmente deriva da quello di una colonia greca, Cremissa appunto, situata dove ora sorge Cirò Marina. A Cremissa sorgeva peraltro un importante tempio dedicato al dio del vino, Bacco, e Krimisa era il vino offerto in dono agli atleti vincitori delle Olimpiadi.
Nel Cinquecento e per tutta l’epoca moderna il vino viene descritto come uno degli elementi caratterizzanti un’agricoltura e un’economia propri di una Calabria felice, prospera, fertile, secondo immagini veritiere che vengono tramandate da padre in figlio. Per rinnovare l’antica tradizione, il Cirò è stato servito come vino ufficiale alle Olimpiadi svoltesi a Città del Messico nel 1968. Milone di Crotone, vincitore di ben sei edizioni dei giochi di Atene, era un grande estimatore di questo vino.
Il Vino DOC Cirò ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata il 2 aprile 1969.
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con DM 24.05.1996, G.U. 131 del 06.06.1996
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
Vino Bivongi D.O.C.
La denominazione di origine controllata “Bivongi” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Bianco
- Rosato
- Riserva
- Novello
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Bivongi
- Bivongi Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- ><30-50% Vitigni Gaglioppo e Greco Nero, da soli o congiuntamente;
- ><30-50% Vitigni Nocera, Calabrese e Castiglione, da soli o congiuntamente;
- =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- =<15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso più o meno intenso tendente al granato con l’invecchiamento, odore vinoso, caratteristico, delicato, dal sapore asciutto, armonico, gradevole, talvolta fruttato.
- Bivongi Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- ><30-50% Vitigni Gaglioppo e Greco Nero, da soli o congiuntamente;
- ><30-50% Vitigni Nocera, Calabrese e Castiglione, da soli o congiuntamente;
- =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- =<15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- =>12,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso più o meno intenso tendente al granata con l’invecchiamento, odore vinoso, caratteristico, delicato, dal sapore asciutto, armonico, gradevole, talvolta fruttato.
- Bivongi Novello (Vino Rosso Novello)
- Versioni: Secco /Abboccato
- ><30-50% Vitigni Gaglioppo e Greco Nero, da soli o congiuntamente;
- ><30-50% Vitigni Nocera, Calabrese e Castiglione, da soli o congiuntamente;
- =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- =<15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- =>12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Novello dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore delicato, vinoso, fruttato dal sapore da secco ad abboccato, fruttato, fresco, armonico.
- Bivongi Rosato (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- ><30-50% Vitigni Gaglioppo e Greco Nero, da soli o congiuntamente;
- ><30-50% Vitigni Nocera, Calabrese e Castiglione, da soli o congiuntamente;
- =<10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- =<15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- =>11,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosato più o meno intenso, odore vinoso, caratteristico, dal sapore asciutto, gradevole, fruttato.
- Bivongi Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- ><30-50% Vitigni Greco Bianco, Guardavalle e Montonico, da soli o congiuntamente;
- ><30-50% Vitigni Malvasia Bianca e Ansonica, da soli o congiuntamente;
- =<30% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Calabria.
- =>10,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore vinoso, gradevole, dal sapore secco, armonico, fruttato.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Bivongi
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Bivongi è situata all’estremo nord della Provincia di Reggio Calabria, sul versante orientale della Catena delle Serre, nella bassa valle del torrente Stilaro i cui territori sono stati la culla della città di Kaulonia nel 700 a C.
La Zona di Produzione del Vino DOC Bivongi è localizzata in:
- per la provincia di Reggio Calabria, il territorio dei comuni di Bivongi, Camini, Caulonia, Monasterace, Pazzano, Placanica, Riace, Stignano, Stilo.
- per la provincia di Catanzaro, il territorio del comune di Guardiavalle.
3. Vinificazione e Affinamento del Vino DOC Bivongi
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Bivongi prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Bivongi non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- Il vino a DOC Bivongi Rosso Riserva, deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno due anni.
4. Produttori di Vino DOC Bivongi
Con l’utilizzo della DOC Bivongi i Produttori Vinicoli Calabresi sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. Abbinamenti gastronomici con il Vino DOC Bivongi
Formaggi e salumi tipici della regione (Caciocavallo silano, Capocollo, Salsiccia e Soppressata di Calabria), piatti tipici della regione, come i 'maccaruni'.
6. Storia e Letteratura del Vino DOC Bivongi
Nella zona di Bivongi, la coltivazione della vite e la produzione del vino hanno origine remote. Molto apprezzate sono risultate soprattutto nel XX secolo le produzioni di vini robusti, con gradazione alcolica sostenuta. Accanto a questi vi era una produzione di passiti che rendeva i prodotti vinosi di Bivongi unici ed apprezzati nel comprensorio e nella provincia di Reggio Calabria.
Accanto al vino uguale fama avevano le persone specializzate nell'arte della coltivazione della vite: potatori, innestatori nonché i "maestri" della preparazione del vino. Va infatti ricordata la conversione a vigneto, attuata sui terreni della bassa collina, a partire dagli anni '60-70 ed ubicati soprattutto in agro di Bivongi, Stilo e Monasterace.
Prodotto di nicchia il Bivongi viene apprezzato da estimatori e giovani anche per il gusto rotondo creato da una equilibrata presenza di glicerina e da una alcolicità contenuta a testimonianza del fatto che il vino non è un alimento tal quale bensì un prodotto che si accompagna ai cibi, come si legge nella etichetta del Bivongi.
Il Vino DOC Bivongi ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata il 24 maggio 1996.
NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvata con D.M. 04.09.2003, G.U. 214 del 15.09.2003
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
VINO TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Terre dell'Alta Val D'Agri» e' riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Rosso Riserva
- Rosato
1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI
- Terre dell'Alta Val d'Agri Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Merlot
- => 30% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al granato, odore gradevole, fruttato, dal sapore armonico, rotondo, tipico, caratteristico.
- Terre dell'Alta Val d'Agri Rosso Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Merlot
- => 30% Vitigno Cabernet Sauvignon
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 12,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino tendente al granato, odore gradevole, fruttato, dal sapore armonico, rotondo, tipico, caratteristico.
- Terre dell'Alta Val d'Agri Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 50% Vitigno Merlot
- => 20% Vitigno Cabernet Sauvignon
- => 10% Malvasia di Basilicata
- =< 20% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 11,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosa, di odore gradevole, caratteristico e dal sapore tipico, caratteristico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Terre dell'Alta Val d'Agri fa parte dell'omonimo comprensorio dell’Alta Val d’Agri, una vallata intrappenninica in prossimità del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano, a confine con la regione Campania. Il territorio beneficia dei particolari influssi pedoclimatici che concorrono a determinare un ambiante adeguatamente ventilato, luminoso, idealmente vocato per la coltivazione dei vigneti i cui grappoli crescono ricchi di pregiate sostanze aromatiche e coloranti che si riconoscono nella degustazione dei vini.
La Zona di Produzione del Vino DOC Terre dell'Alta Val d'Agri è localizzata in:
- provincia di Potenza e comprende il territorio dei comuni di Viggiano, Grumento Nova e Moliterno.
3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI
Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.
Le pratiche enologiche di vinificazione dei Vini DOC Terre dell'Alta Val d'Agri prevedono, tra l'altro, che:
- La resa massima dell’uva in vino DOC Terre dell'Alta Val d'Agri non dovrà essere superiore al 70%; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
- I seguenti vini devono essere sottoposti ad un periodo di invecchiamento:
- Terre dell'Alta Val d'Agri Rosso: 12 mesi;
- Terre dell'Alta Val d'Agri Rosso Riserva: 24 mesi di cui 6 in legno.
4. PRODUTTORI DI VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI
Con l’utilizzo della DOC Terra dell'Alta Val d'Agri i Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.
5. ABBINAMENTI GASTRONOMICI CON IL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI
Primi piatti al forno, selvaggina, formaggi pecorini, salumi.
6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC TERRE DELL'ALTRA VAL D'AGRI
La millenaria storia vitivinicola riferita al territorio della Valle dell’Agri, dai primi insediamenti del IV sec. a.C., ai contatti successivi coi coloni della Magna Grecia, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Terre dell’Alta Val d’Agri”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.
In particolare la presenza della viticoltura nell’area della Valle dell’Agri è attestata da numerosi reperti archeologici come vasi, coppe, attingitoi ritrovati nel sito di Grumentum, che documentano l’uso quotidiano del vino e contribuiscono a definire il panorama culturale in cui avvenne la sintesi tra la tradizione greca e quella indigena appulo-lucana.
La coltivazione della vite in epoca medievale nell’agro di Grumento e nell’Alta Val d’Agri è provata da una ricca documentazione storica relativi testamenti, atti di vendita di poderi con vigna e lasciti ereditari delle famiglie nobili a favore della Badia di Cava (XII secolo). La documentazione storica, nota come gli Statuti di Montemurro (XIII-XIV secolo), contempla le sanzioni e gli indennizzi relativi ai danni arrecati ai vigneti dagli uomini e dal loro bestiame, inoltre stabilisce regole sule modalità di vendita del vino e sui ricavi ottenuti.
Tra il XV e il XVII secolo la coltura della vite e la produzione del vino sono ben rappresentate nei catasti onciari dei comuni dell’area di produzione, la vigna rappresenta un elemento fondamentale nelle descrizioni del paesaggio e dell’ambiente socio-economico rappresentato dagli storici.
La "Statistica murattiana" del 1811 illustra le produzioni viticole dell’area e loda le caratteristiche dei vini prodotti; notizie ancora più precise sull’estensione delle vigne, sull’entità delle produzioni e metodologie utilizzate ci vengono fornite dai dati della Mostra Enologica di Potenza del 1887.
La DOC “Terre dell’Alta Val d’Agri” è stata riconosciuta con Decreto Ministeriale del 4 settembre 2003.
NORME LEGISLATIVE CHE DISCIPLINANO IL VINO DOC MATERA
- Vino a Denominazione di Origine Controllata - Approvato con D.M. 06.07.2005, G.U. 163 del 15.07.2005
- Denominazione aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal Provvedimento Ministeriale Prot. Uscita N.0050348 del 12/07/2019
--- Confine regionale --- Confine provinciale ♦ Zona di produzione
VINO MATERA D.O.C.
La denominazione di origine controllata «Matera» è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
- Rosso
- Primitivo
- Primitivo Passito
- Rosato
- Moro
- Moro Riserva
- Greco
- Bianco
- Bianco Passito
- Spumante
- Spumante Rosé
1. TIPOLOGIE E UVE DEL VINO DOC MATERA
1. Tipologie e Uve del Vino DOC Matera
- Matera Rosso (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigno Sangiovese
- => 30% Vitigno Primitivo
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore complesso, fruttato e sapore armonico, caratteristico.
- Matera Primitivo (Vino Rosso)
- Versioni: Secco /Abboccato
- => 90% Vitigno Primitivo
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino tendente al violaceo ed al granato con l'invecchiamento, odore intenso, persistente, caratteristico e sapore da secco ad abboccato, con residuo zuccherino massimo di 14.0 g/l, pieno, armonico, tendente al vellutato.
- Matera Rosato (Vino Rosato)
- Versioni: Secco
- => 90% Vitigno Primitivo
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato dal colore rosato cerasuolo, odore intenso, persistente caratteristico e sapore secco, pieno, armonico.
- Matera Primitivo Passito (Vino Rosso Passito)
- Versioni: Dolce
- => 90% Vitigno Primitivo
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 14,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Passito dal colore rosso più o meno carico tendente al granato, odore caratteristico ed intenso e sapore dolce, armonico e vellutato.
- Matera Moro (Vino Rosso)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigno Cabernet Sauvignon
- => 20% Vitigno Primitivo
- => 10% Vitigno Merlot
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso dal colore rosso rubino intenso, odore intenso, persistente e sapore secco, pieno, armonico tendente al vellutato.
- Matera Moro Riserva (Vino Rosso Invecchiato)
- Versioni: Secco
- => 60% Vitigno Cabernet Sauvignon
- => 20% Vitigno Primitivo
- => 10% Vitigno Merlot
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso rubino intenso tendente al granato, odore intenso, persistente e sapore secco, di corpo, armonico tendente al vellutato.
- Matera Greco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Greco
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 11% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore caratteristico, intenso, persistente e sapore tipico, caratteristico.
- Matera Bianco (Vino Bianco)
- Versioni: Secco
- => 85% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 11° Gradazione alcolica
- Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore intenso, fruttato e sapore tipico, secco, sapido.
- Matera Bianco Passito (Vino Bianco Passito)
- Versioni: Secco /Abboccato /Amabile /Dolce
- => 85% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 13% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Passito dal colore dal giallo carico all’ambrato a seconda dell’invecchiamento, odore intenso, fruttato e sapore caratteristico, da secco a dolce, sapido.
- Matera Spumante (Vino Bianco Spumante)
- Versioni: Spumante Brut
- => 85% Vitigno Malvasia Bianca di Basilicata
- =< 15% Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 12,5% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Bianco Spumante dalla spuma fine e persistente, colore giallo paglierino, odore fruttato, tipico, gradevole e sapore tipico, caratteristico.
- Matera Spumante Rosè (Vino Rosato Spumante)
- Versioni: Spumante Brut
- => 90% Vitigno Primitivo
- =< 10% Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.
- => 12% Vol. Titolo alcolometrico
- Vino Rosato Spumante dalla spuma fine e persistente, colore rosato cerasuolo, odore fruttato, caratteristico, gradevole e sapore caratteristico.
__________
(Legenda simboli: > maggiore di; < minore di; >< da-a; = uguale a; => uguale o maggiore di; =< uguale o minore di).
2. TERRITORIO E ZONA DI PRODUZIONE DEL VINO DOC MATERA
L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Matera ricade nella parte ovest sud-ovest della Regione Basilicata, su una superficie abbastanza ampia che interessa tutta la provincia di Matera e comprende un territorio di media collina e fascia litorale costiera.
La Zona di Produzione riguarda la provincia di Matera e comprende:
- l'intero territorio della provincia di Matera.
3. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO DEL VINO DOC MATERA
La resa massima dell’uva in vino DOC Matera non dovrà essere superiore al 70% e del 50% per la tipologia Passito; nel caso tali parametri venissero superati entro il limite del 5%, l'eccedenza non potrà avere diritto alla DOC. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOC per tutto il prodotto.
Le pratiche enologiche relative alla producione dei Vini DOC Matera prevedono, tra l'altro, che:
- la spumantizzazione dei Vini DOC Matera Spumante e Spumante Rosè devono essere effettuate con la fermentazione in bottiglia;
- Le tipologie di Vino DOC Matera Rosso, Primitivo, Moro devono essere sottoposti ad un periodo di maturazione obbligatorio di 12 mesi; per la versione Riserva il periodo è di 36 mesi di cui almeno 24 in botte.
4. PRODUTTORI DI VINO DOC MATERA
Con l’utilizzo della DOC Matera Produttori Vinicoli Lucani sono orgogliosi di presentare al consumatore un Vino di qualità che ha più cose da raccontare rispetto ad altri: da dove proviene, come viene lavorato, le origini storiche, le caratteristiche e le peculiarità che lo identificano in un territorio ben definito, soprattutto durante la Visita alle Cantine Vinicole che operano nell'ambito di questa denominazione.
CANTINE VINICOLE
5. ABBINAMENTI GASTRONOMICI DEL VINO DOC MATERA
Piatti di Pesce, funghi freschi, carni bianche, formaggi freschi.
6. STORIA E LETTERATURA DEL VINO DOC MATERA
La millenaria storia vitivinicola legata a questo territorio, dalla Magna Grecia, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Matera”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.
In particolare la presenza della viticoltura nell’area è attestata fin dall’età del bronzo da una serie di piccoli insediamenti, tra il Basento e il Sinni, le cui necropoli hanno rivelato la presenza di personaggi con ricchissimi corredi funerari che già attestano la coltivazione della vite.
Le figurazioni presenti su vasellame rinvenuto nell’area mostrano la caratteristica forma di coltivazione utilizzata nel periodo della Magna Grecia, l’alberello con speroni corti.
Documento ancora più importante, che testimonia la presenza di una viticoltura evoluta nell’area, è costituito dalle Tavole di Heraclea, risalenti al VII sec. a.C e conservate al museo di Metaponto, che rappresentano la prima mappa catastale che riporta fedelmente la disposizione dei campi coltivati a vite nelle terre di pertinenza del tempio di Atena ad Eraclea (Policoro).
Risalgono al 1200 i primi documenti relativi alla vendita di vigne; nel corso dei secoli successivi i poderi coltivati a vite diventano base dell’imposizione censuaria. Nel 1677 il territorio di Montescaglioso, situato tra la marina e la montagna, produceva buonissima qualità di vini bianchi e rossi, i migliori di tutta la provincia tanto da essere venduti ai vicini paesi della Puglia. Del resto l’economia della città ruotava attorno al monastero benedettino di S. Michele ed i monaci da sempre avevano imparato a separare nelle cantine del monastero il vino da consumare da quello da vendere.
Nel 1887 si tiene la prima mostra enologica lucana , in quella occasione l’archeologo materano Domenico Ridola, esperto anche di enologia, fu premiato con menzione onorevole per un vino color rosso ciliegia, odore fragrante, con sapore squisito da dessert con 15,60% di alcool, chiamato San Bardo.
Il vino, di cui si conserva ancora l’etichetta datata 1885 nel Museo Archeologico Nazionale di Matera, era prodotto con uve del vitigno Primitivo. In quel periodo Matera con i suoi 2000 ettari di suolo coltivato a vigna e con un prodotto di circa 50.000 ettolitri di vino all’anno su una popolazione di 15.593 abitanti (documentata nel 1881), era ancora il maggior produttore di vino della Basilicata.
Una parte rilevante dell’economia vinicola dell’area è legata alla produzione degli spumanti, questi prodotti hanno rappresentato una forma di specializzazione produttiva dell’area che ha permesso di far conseguire agli operatori del posto rilevante notorietà. I produttori di vini della provincia di Matera commercializzavano fuori regione grandi quantità di vino spumante destinato a banchetti nuziali, feste patronali e festività religiose. Le prime produzioni di vino spumante risalgono agli inizi del 1900 ma intorno agli anni 1950-1960 che si raggiunge il picco, infatti alcune aziende ancor oggi in attività si specializzano in tale settore. Tale fenomeno si spiega con una notevole richiesta del mercato, segno di apprezzamento del prodotto, che determinava un prezzo medio di vendita superiore di tre quattro volte al prezzo medio di mercato del vino fermo.
La DOC Matera è stata riconosciuta con Decreto Ministeriale del 6 luglio 2005.